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Book stylist, chi sono i professionisti nella scelta dei libri da 'sfoggiare' per le star?

di MARIANNA GRAZI -
15 giugno 2022
Emma Roberts

Emma Roberts

Ci sono gli esperti di make up, quelli per le acconciature, gli stylist degli abiti da indossare. E ancora, i life coach, i personal trainer, i nutrizionisti... Insomma per le celebrità c'è un professionista in tutto, pronto a supportarle in quasi ogni ambito del loro lieto vivere. Ma sapevate che esiste perfino un consulente per i libri da sfoggiare?
Si chiama book stylist e lo si potrebbe paragonare ad una sorta di direttore creativo, solo che, al posto delle immagini, lui o lei usa i libri. 

Chi è e cosa fa il bookstylist

sarah jessica parker

Sarah Jessica Parker

Una nuova moda sdoganata nel mondo anglosassone da qualche mese e portata alla luce dal New York Times, che in un lungo approfondimento ha svelato i retroscena di questa insolita - ma già leggendaria - professione. In sostanza quindi cosa fa il book stylist?
Questa figura professionale aiuta le star, che siano attrici, modelle o artiste di vario genere, a scegliere il libro giusto da sfoggiare, quasi da indossare come capo di abbigliamento, quando sanno o presumono di essere riprese dagli scatti dei paparazzi. Che sia in mano per un'attenta lettura (vera o finta non importa, pasta apparire) o sotto braccio, o ancora nella borsetta ma col titolo e autore ben visibili, l'importante è dare perlomeno l'impressione di essere una persona che ha una certa cultura, che dia risalto a una certa idea del momento storico o a una particolare lettura di un fenomeno.
Il libro diventa così uno strumento in mano alle celebrites che vogliono “dare l'idea di essere persone di un certo tipo e di pensare in un certo modo”. Parola di Jenna Hipp, un'ex star della nail artist che dalle unghie è passata all'allestimento di librerie e ora fornisce consigli preziosi sui volumi (e i colori) giusti per i suoi clienti. Intervistata dal New York Times, Hipp, rivela di lavorare anche per molti personaggi famosi.

Le star che usufruiscono del servizio

Gigi Hadid

Gigi Hadid

E di esempi noti di star dello spettacolo che usufruiscono del 'consulente librario' ce ne sono già un bel po': da Kendall Jenner che si rilassa su uno yacht leggendo “Stanotte sono un'altra” di Chelsea Hodson, a Gigi Hadid che già nel 2019, uscendo da una sfilata della Milano Fashion Week, stringe a sé una copia dello “Straniero” di Albert Camus. E ancora, tra coloro che fanno ricorso ai book stylists ci sarebbero anche Dua Lipa, Sarah Jessica Parker e Bella Hadid, sorella minore di Gigi. Seguitissimi poi i book club di alcune celebrità e top model, come Reese Whiterspoon, Kaia Gerber o Emma Roberts.
Invece, tra i nomi che si fanno dei nuovi professionisti di immagine, c'è quello di Karah Preiss, co-fondatrice del book club Belletrist (di cui fa parte anche la Roberts) che collabora con la maison Valentino alla campagna "The Narratives", creata con le parole di alcuni scrittori famosi tra cui Michel Cunningham, Andrew Sean Greer e Emily Ratajkowski.

Incentivo alla lettura o un danno alla cultura?

Kendall Jenner

Kendall Jenner

Tra chi ammira il  nuovo cruccio delle celeb, chi pensa che sia un ottimo metodo per avvicinare le persone, anche le più giovani, alla lettura, e chi si lascia ispirare dalle loro scelte libresche (o meglio dei loro book stylist), c’è però anche chi invece non è d'accordo con questo nuovo modo di 'svendere' la cultura, ritenendo che mostrare una stella del cinema o della musica o un'influencer in possesso di libri (che poi magari non legge realmente) sia dannoso per la società. 
Già nell'articolo del New York Times ci si chiedeva, in effetti, se non fosse “scandaloso” considerare il libro alla stregua di un qualsiasi altro accessorio, e inserirlo come vezzo “culturale” all'interno di un look da immortalare e consegnare al pubblico.
La Preiss (che non nega né conferma di essere una book stylist) ha replicato sostenendo che, in perfetta conformità col pragmatismo americano, l'industria editoriale deve vendere libri e quindi non c'è nulla di male a promuoverli anche come oggetti cool. “Chiedete a qualsiasi scrittore se gli dispiace, magari, che Gigi o Kendall leggano un suo libro” aveva invitato provocatoriamente.
Ma in molti il dubbio e la refrattarietà ad accettare un simile sdoganamento della lettura resta: da attività intima, personale, privata a finzione o anzi sfoggio in favore delle telecamere? No grazie. E voi che ne pensate?