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Home » Lifestyle » Britney Spears in tribunale contro il padre : “Merito una famiglia, una vita, non voglio più sentirmi sola”

Britney Spears in tribunale contro il padre : “Merito una famiglia, una vita, non voglio più sentirmi sola”

Dall'hashtag #freeBritney, lanciato sul web dai fan in tempi non sospetti, all'aula di un tribunale: Britney Spears cerca di riprendersi la sua vita

Francesco Lommi
28 Giugno 2021
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La vita delle star non è soltanto rose e fiori. Troppo facile fermarsi alle apparenze, alle auto di lusso, alle ville, alle vacanze da sogno. “Ora vi dico la verità: non sono felice. Non riesco a dormire. Sono arrabbiata da matti. E sono depressa. Piango ogni giorno”. Queste le parole scioccanti di Britney Spears nell’udienza virtuale tenutasi nel tribunale di Los Angeles.

“Ho detto al mondo intero che sto bene e sono felice: è una bugia. Pensavo che dicendolo abbastanza forse sarei diventata felice, ma non volevo ammetterlo. Ero sotto shock. Sono traumatizzata”. Dopo tanti anni, Britney ha trovato il coraggio di uscire allo scoperto. Non era bastato mandare continui messaggi d’aiuto, letti dai più come capricci di un’adolescente sotto l’effetto di droghe e alcool.

Il vero problema della popstar affonda le radici nella famiglia, più precisamente nella figura paterna. Infatti nel 2008, quando la Spears era all’apice del suo successo, il padre, Jamie Spears, ne assunse la tutela legale dopo il crollo nervoso causato dall’asfissiante pressione mediatica sfociato in un inevitabile ricovero in una struttura di salute mentale. Da quel momento Britney non ha avuto più controllo sulla sua vita e ora, dopo essere stata in silenzio per 13 anni, non ci sta più:

“Lavoravo sette giorni su sette, niente giorni liberi. Far lavorare qualcuno contro volontà, togliergli tutto (carte di credito, contanti, telefono, passaporto) e metterlo controllato da altre persone. Vivevano tutti con me, le infermiere, la security 24 ore su 24. Mi guardavano mentre mi cambiavo ogni giorno, nuda. Non avevo privacy. In California l’unica cosa simile è chiamata traffico sessuale.”

Il padre era arrivato ad avere un controllo totale sulla sua vita, tanto da impedirle di avere figli: “Questa tutela mi sta facendo molto più male che bene. Merito di avere una vita. Tutto ciò che mi succedeva doveva essere approvato da mio padre. Non posso sposarmi o avere un figlio. Ho una spirale, così non resto incinta. Volevo toglierla, per provare ad avere un altro bambino, ma mio padre e il suo team non me l’hanno permesso” e poi ancora sulle cure a cui veniva obbligata: “Mi ha tolto le medicine normali che prendevo da cinque anni. Mi hanno dato il litio, un medicinale molto molto potente. Mi sentivo ubriaca, avevo paura”.

Infine l’appello della cantante: “Merito una vita. Lavoro da quando ho 8 anni. Ora voglio una famiglia, sono stanca di sentirmi sola”.

Sono anni che sui social tra i fan della bionda di Mccomb, piccola cittadina nello stato del Mississippi, dilaga l’hastagh #freebritney per sensibilizzare il pubblico alla violenza e allo sfruttamento di cui la popstar è vittima da ormai 13 anni. Ora però i tempi sembrano cambiati, Britney ha trovato il coraggio per ribellarsi al giogo del padre per riconquistarsi la sua vita.

 

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  • Un anno dopo aver appeso sul ponte della Gran Madre lo striscione con scritto “Siamo un PO nella merda” per denunciare il gravissimo stato di siccità del Po, Extinction Rebellion torna a ribadire che “siamo ancora nella merda”, con un gesto più diretto ed esplicito. 

Una vera e propria montagna di letame è stata infatti scaricata questa mattina al grattacielo della Regione Piemonte, insieme a tanti fiori lasciati sopra. 

Due persone si sono arrampicate sulla tettoia dell’ingresso e i trovano ancora li. Al posto dell’insegna portata via dal vento qualche settimana fa, hanno appeso l’enorme scritta “Dalla regione non nasce niente, dal letame nascono i fiori”, riprendendo una canzone di Fabrizio De André. 

Una chiara denuncia dell
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🗣 Non è una diminutio?

“Assolutamente no, chef in realtà significa capo, in cucina è colui che comanda, come il capo cuoco, appunto, o il capo partita. Ormai lo chef ha assunto i connotati di un personaggio mitologico, proprio in virtù dei tanti show cooking proposti. Un’arma a doppio taglio”.

🗣 In che senso?

“Sono tantissimi i giovani che sognano di indossare una giacca da cuoco, ma fra quello che si vede fare in Tv e la fatica vera che richiede la cucina, c’è una differenza abissale”.

🗣 Vuol dire che avere l’ambizione non sempre corrisponde all’effettiva voglia di fare?

“Un po’ è così. Le nuove generazioni hanno un’idea precisa della qualità della vita, la fatica e gli orari della cucina non vanno bene per tutti”.

🗣 Dall’alto delle sue tre stelle Michelin, cosa consiglia agli aspiranti chef?

L
  • Un assistente di volo speciale ha viaggiato da Londra Heathrow a Los Angeles sorprendendo i passeggeri a bordo.

@lewiscapaldi ha presentato il suo nuovo singolo “Wish You The Best” con uno show ad alta quota, servendo snack e bevande. 

#lucenews #lewiscapaldi #wishyouthebest
  • Utero in affitto e adozioni per gli omosessuali. Sono temi caldissimi. Intanti il Parlamento europeo censura il governo italiano per la recente circolare del ministro Piantedosi che ha bloccato le registrazioni all’anagrafe dei figli di coppie gay, effettuate da alcuni sindaci. 

All’Eurocamera è stato infatti approvato un emendamento al testo della Risoluzione sullo Stato di diritto che condanna la circolare perché porterebbe “alla discriminazione non solo delle coppie dello stesso sesso, ma anche e soprattutto dei loro figli”, e invita anche Roma "a revocare immediatamente la decisione”. Un invito che il governo non ha intenzione di seguire, e che è stato criticato dal centrodestra e salutato positivamente dalle opposizioni, unite questa volta sia in Italia che a Bruxelles. 

✍ Ma com’è la legislazione attuale in Italia su questi temi?

L
La vita delle star non è soltanto rose e fiori. Troppo facile fermarsi alle apparenze, alle auto di lusso, alle ville, alle vacanze da sogno. “Ora vi dico la verità: non sono felice. Non riesco a dormire. Sono arrabbiata da matti. E sono depressa. Piango ogni giorno”. Queste le parole scioccanti di Britney Spears nell’udienza virtuale tenutasi nel tribunale di Los Angeles. “Ho detto al mondo intero che sto bene e sono felice: è una bugia. Pensavo che dicendolo abbastanza forse sarei diventata felice, ma non volevo ammetterlo. Ero sotto shock. Sono traumatizzata”. Dopo tanti anni, Britney ha trovato il coraggio di uscire allo scoperto. Non era bastato mandare continui messaggi d’aiuto, letti dai più come capricci di un’adolescente sotto l’effetto di droghe e alcool. Il vero problema della popstar affonda le radici nella famiglia, più precisamente nella figura paterna. Infatti nel 2008, quando la Spears era all’apice del suo successo, il padre, Jamie Spears, ne assunse la tutela legale dopo il crollo nervoso causato dall’asfissiante pressione mediatica sfociato in un inevitabile ricovero in una struttura di salute mentale. Da quel momento Britney non ha avuto più controllo sulla sua vita e ora, dopo essere stata in silenzio per 13 anni, non ci sta più: “Lavoravo sette giorni su sette, niente giorni liberi. Far lavorare qualcuno contro volontà, togliergli tutto (carte di credito, contanti, telefono, passaporto) e metterlo controllato da altre persone. Vivevano tutti con me, le infermiere, la security 24 ore su 24. Mi guardavano mentre mi cambiavo ogni giorno, nuda. Non avevo privacy. In California l’unica cosa simile è chiamata traffico sessuale.” Il padre era arrivato ad avere un controllo totale sulla sua vita, tanto da impedirle di avere figli: “Questa tutela mi sta facendo molto più male che bene. Merito di avere una vita. Tutto ciò che mi succedeva doveva essere approvato da mio padre. Non posso sposarmi o avere un figlio. Ho una spirale, così non resto incinta. Volevo toglierla, per provare ad avere un altro bambino, ma mio padre e il suo team non me l’hanno permesso” e poi ancora sulle cure a cui veniva obbligata: “Mi ha tolto le medicine normali che prendevo da cinque anni. Mi hanno dato il litio, un medicinale molto molto potente. Mi sentivo ubriaca, avevo paura”. Infine l’appello della cantante: “Merito una vita. Lavoro da quando ho 8 anni. Ora voglio una famiglia, sono stanca di sentirmi sola”. Sono anni che sui social tra i fan della bionda di Mccomb, piccola cittadina nello stato del Mississippi, dilaga l’hastagh #freebritney per sensibilizzare il pubblico alla violenza e allo sfruttamento di cui la popstar è vittima da ormai 13 anni. Ora però i tempi sembrano cambiati, Britney ha trovato il coraggio per ribellarsi al giogo del padre per riconquistarsi la sua vita.  
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