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Caro Will Smith, con quello schiaffo hai deluso un'intera generazione che faceva il tifo per te

di ROBERTA FREZZA -
29 marzo 2022
Will Smith-Oscar

Will Smith-Oscar

"Il principe di Bel-Air" è una serie tv che ha reso celebre Will Smith negli anni '90

Diciamocelo francamente: per molte generazioni Will Smith è un po’ come uno di famiglia. È il Tom Hanks degli anni ‘90. Impossibile non tifare per lui, pensare male di lui, provare antipatia per lui. Impossibile dire che non è stato bravo – anche in un film che non ci è piaciuto affatto –, com'è impossibile non ballare con una sua canzone e non sorridere a una sua risata. Ci ha accompagnato per tutta l'infanzia. Per noi Will è il principe che ci teneva compagnia nei pomeriggi dopo la scuola, è la leggenda a cui avremmo voluto salvare il cane, è il papà premuroso che cerca la felicità, è il donatore di organi che ci ha fatto piangere a dirotto, è il corteggiatore più impacciato che conosciamo. Ma quella degli Oscar è proprio la maxi-storia di come la sua vita è cambiata, capovolta, sottosopra sia finita.

Lo schiaffo di Will Smith a Chris Rock durante la cerimonia degli Oscar 2022 (Ansa)

Domenica notte eravamo tutti lì, a fare il tifo per lui... perché, dopo tutti questi anni, se lo meritava un riconoscimento per averci intrattenuto così bene e per essere stato in grado di rompere la distanza che divide Bel-Air da Napoli, lo schermo dalla nostra casa, l’attore dall’uomo. Ma tutta quella violenza da quel sorrisone familiare proprio non ce l’aspettavamo. Ci hai deluso Will. Vogliamo che tu lo sappia. Ieri notte ci aspettavamo la parte migliore di te, ci aspettavamo che finalmente ricevessi il tuo meritato applauso, per tutto. Invece, ci hai mostrato una parte che non conoscevamo e che molto meno abbiamo apprezzato.

Will Smith ha vinto per la prima volta un Oscar come miglior attore per "King Richard" (Photo by Anthony Behar/Sipa USA)

Tornare sull’accaduto non lo trovo interessante, c’è chi parla di mascolinità tossica, chi di una gag, chi di problemi sulla gestione della rabbia, addirittura c’è chi lo difende. Ma la violenza non è mai difendibile. Se posso dir la mia, lo sguardo al cielo di Jada Pinkett era già abbastanza eloquente. Ferma sulla sua sedia, senza muovere un passo, senza dire una parola, tua moglie aveva già mostrato tutta la sua l’indignazione verso chi, non conoscendo cosa sia la sensibilità, ha osato ironizzare su una malattia che ti cambia come donna e che forse, nella maggior parte dei casi, donna non ti ci fa neanche più sentire. Ma Will… avresti avuto una quantità illimitata di interviste per dire la tua sull’indelicatezza di Chris Rock. E uso l’espressione "dire la tua" perché "mettere a posto Chris Rock" non spettava certo a te. Che poi, di fronte all’insensibilità, c’è pure poco da mettere al suo posto, non credi?. Ma di tutto questo poco importa, almeno a me, perché ieri per molti di noi è caduto un mito. Un altro. Ed è proprio in questi momenti in cui l’opinione pubblica si scatena, che mi chiedo: "Se per ogni artista che ci delude come persona, dovessimo annullare anche il suo valore artistico, quanti ne resterebbero?" Credo pochissimi. E inoltre, un gesto così imperdonabile, inappropriato, violento di fronte a una platea mondiale può cancellare un'intera carriera? Onestamente non lo so. Quello che so è che da ieri Will Smith sembra un po' meno familiare ed è triste realizzare che si era scritta un'altra piccola pagina di storia perché, in 93 anni degli Academy Awards, lui è stato solo il quinto uomo nero a vincere un Oscar. Eppure di quella notte si ricorderà ben altro.