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Home » Lifestyle » Carolina Marconi, il tumore e la battaglia per adottare un figlio. “Mi hanno detto: non sei idonea”

Carolina Marconi, il tumore e la battaglia per adottare un figlio. “Mi hanno detto: non sei idonea”

L'attrice e showgirl è diventata paladina della battaglia degli ex pazienti oncologici. Tra le donne famose che hanno reso pubblica la loro lotta al cancro, Samantha De Grenet ed Emanuela Coppini

Maurizio Costanzo
19 Luglio 2022
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Il momento più bello: quello di una gravidanza. Il momento più brutto: quello della diagnosi di un tumore. Nella vita di Carolina Marconi, attrice e showgirl, ex Grande Fratello, questi due momenti sono coincisi, e da questo viaggio doloroso, intriso però di vicinanza e amore, di famiglia, di forza di volontà e di speranza, è nato il libro che è un inno alla vita “Sempre con il sorriso. La storia della mia battaglia più difficile” (Piemme edizioni). Nelle cui pagine accompagna passo dopo passo il lettore in questi momenti difficili che ha affrontato avendo sempre al suo fianco il compagno e il sostegno della sua famiglia, che non l’ha lasciata sola mai neppure un solo istante, a partire dal momento della diagnosi.

Carolina Marconi
Carolina Marconi, showgirl e attrice, ha affrontato un tumore al seno e tutte le criticità successive alla diagnosi ma anche alla guarigione

Il diritto all’oblio per il passato oncologico

Carolina è guarita e ha un altro obiettivo: diventare mamma. Per farlo, si sta impegnando per cambiare le regole in tema di adozione, diventando paladina della battaglia degli ex pazienti oncologici. Ha condiviso la propria esperienza sui social accendendo i riflettori sulle difficoltà che incontra per diventare genitore adottivo chi, come lei, ha avuto un tumore. Difficoltà che si incontrano anche per accendere un mutuo o rinnovare una polizza vita. La Fondazione Aiom, l’associazione italiana di oncologia medica, per la legge sul diritto all’oblio ha lanciato una raccolta firme che vuole stabilire un limite, che deve essere uguale per tutti, dopo il quale nessuno deve più chiedere conto del proprio passato oncologico a una persona.

Quello scritto da Carolina è un racconto duro e allo stesso tempo delicato, frutto della straordinaria capacità di non mollare mai nonostante tutto. Della forza e della determinazione delle donne. Tutto inizia quando Carolina insieme al compagno sognano e progettano un figlio, come capita alle giovani coppie innamorate che vogliono creare una famiglia. Quando però Carolina non riesce a rimanere incinta, inizia a fare delle visite di controllo. A quel punto, i sogni della futura gravidanza si scontrano con una realtà crudele: la mammografia mostra la presenza di un tumore al seno. A quel punto Marconi inizia il viaggio più doloroso, e si incammina per una strada non facile, piena di cure, insidie e di incognite, una strada lunga e dalla meta incerta. Decide di combattere con il sorriso, animata dalla certezza che il suo bambino l’abbia salvata ancora prima di venire al mondo.

 

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Un post condiviso da CarolinaMarconi (@marconicarolina)

Carolina, come ha reagito alla diagnosi del tumore?
“Ho detto a me stessa: ‘Voglio un figlio, non ho tempo per un tumore’. Ho capito che dovevo accettare l’inaccettabile e mantenere la calma. E così ho trovato in me una forza che non avrei mai immaginato di avere. L’indomani ho asciugato le lacrime e ho combattuto la mia battaglia”.

Come ha affrontato questa battaglia?
“Grazie ad Alessandro il mio compagno, alla mia famiglia, e grazie a tutti coloro che mi vogliono bene e mi sono stati e continuano a essermi vicino. Tutte queste persone mi hanno aiutato a reggere questo tipo di stress, mi hanno permessa di ritornare me stessa e non hanno mai permesso alla malattia di rubarmi la voglia di vivere”.

Cosa ha imparato da questa vicenda?
“C’è un’espressione su cui, con la malattia, ho cambiato completamente opinione. È quella che dice: ‘È il momento giusto’. Prima, il momento giusto era un criterio nel momento in cui andavo a prendere determinate decisioni, che potevano riguardare un trasloco, il lavoro o un viaggio. In pratica nel percorso della vita ogni passo andava collocato nel posto giusto, e anche i figli non facevano eccezione. Ora invece ho imparato che per fare qualcosa che desideri davvero è sempre il momento giusto. E non bisogna rimandare mai l’amore, non ne vale la pena”.

Il suo libro dà voce anche alle difficoltà che affrontano i pazienti oncologici
“Ci sono tante persone guarite dal cancro che non possono accedere a un mutuo e neppure adottare un bambino, e questo non è giusto. È una discriminazione, sapere di essere considerata non idonea mi ha ferito. Io sono guarita e desidero diventare mamma”.

Il tumore al seno: gli alleati per sconfiggerlo

Se la vita femminile, alle prese con interventi, ospedali, ricoveri, cure e l’accettazione di una nuova fragilità cambia durante la malattia, e può rischiare di venirne completamente travolta, è pur vero che compagni, lavoro, social e incombenze quotidiane aiutano a non farsi rubare la voglia di vivere. I dati sul tumore al seno parlano chiaro: lo scorso anno sono stati 55mila i casi in Italia, di cui 3mila 400 registrati in Toscana, dove i centri di senologia offrono una presa in carico multidisciplinare, dal supporto psicologico alla parrucca, un diritto per le donne in chemioterapia. E proprio in Toscana, al Palazzo del Pegaso, Carolina Marconi ha presentato il volume, accolta dal presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, alla presenza di Cristiano Romani, presidente dell’Associazione Cultura Nazionale. Il vicepresidente dell’Assemblea Marco Casucci, che ha voluto questa iniziativa, ne ha spiegato il senso con queste parole: “Un mondo di donne che aiuta altre donne e si impegna nella sensibilizzazione della cittadinanza e delle istituzioni”.

Presentazione libro 'Sempre con il sorriso'8
Marconi con il presidente del Consiglio regionale toscano Antonio Mazzeo alla presentazione del libro ‘Sempre con il sorriso’

Insieme a Carolina Marconi, anche altre professioniste del mondo dello spettacolo hanno raccontato la propria storia, che può essere presa ad esempio da migliaia di donne che si trovano a dover combattere giorno dopo giorno la loro stessa malattia. Tra loro c’è Samantha De Grenet, che in un primo tempo aveva preferito mantenere riservata la propria esperienza. “Appena l’ho saputo mi è letteralmente crollato il mondo addosso – ha detto De Grenet –. Dopo l’intervento ti guardi allo specchio e non ti riconosci, e il primo e unico pensiero è stato: ‘Allora mio figlio vivrà senza di me?'”. Ha raccontato la sua esperienza anche Emanuela Coppini, cake designer di successo sui social con ‘Le Torte di Twin’ e mamma di tre figli: “Ho scoperto la malattia mentre avevo mia figlia piccola in braccio. Mio marito mi è sempre stato vicino. All’inizio ho affrontato l’asportazione del seno e per paura ho rinunciato a ricostruirlo, però me ne sono pentita e poi mi sono sottoposta alla ricostruzione. Ora mi sento forte e molto più serena”.

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  • “I nostri animali rischiano una fine orribile.”

La scure del Tar del Lazio ha infranto le speranze della “Sfattoria degli Ultimi”, centoncinquanta tra maiali e cinghiali rischiano di morire. 

L’8 agosto l’Asl 1 ha notificato alla Sfattoria la decisione di abbattimento degli animali perché si trovano nella cosiddetta "zona rossa"(ovvero zona infetta in relazione alla peste suina africana) che comprende tutto il territorio romano. L’associazione ha contestato la decisione, sostenendo che essendo animali Dpa (ovvero non destinato alla produzione di alimenti) e quindi da affezione, non possono essere abbattuti secondo legge. Il Tar però “ha rigettato la richiesta di sospensiva urgente e per questo l’ordinanza di abbattimento può diventare esecutiva”. 

Anche il commissario nominato per l’emergenza, Angelo Ferrari, ha ritenuto non accoglibile la richiesta di non procedere all’abbattimento dei suini in questione perché, secondo quanto riferito dall’Asl, le strutture che ospitano gli animali sono state occupate abusivamente e gli animali non sono tracciati e non ci sono certificazioni di provenienza. Accuse respinte al mittente dalla Sfattoria.

Numerosi gli appelli a sostegno della Sfattoria a cominciare dalla petizione su change.org. Ma anche quelle di altre associazioni come Enpa, Leidaa, Lndc e Oipa che annunciano una dura battaglia legale con l’intenzione di trasformare la richiesta di sospensiva in ricorso ordinario. E gli appelli di supporto misti allo sdegno si sono diffusi anche via social dove centinaia di utenti hanno “urlano" contro la decisione dell’azienda sanitaria. 

#lucenews #lucelanazione #sfattoriadegliultimi #salviamoglianimali #protezioneanimali
  • Buone notizie per i neogenitori. Scattano da oggi, 13 agosto, le nuove regole sui congedi parentali previste dal decreto 105/2022. 🔻

La novità più importante è l’introduzione del congedo di paternità obbligatorio di 10 giorni al 100% della retribuzione (in precedenza erano solo 5), che sostituisce il congedo obbligatorio del padre e il congedo facoltativo del padre. 

Tale congedo sarà accessibile dal padre lavoratore dipendente tra i due mesi precedenti e i cinque successivi alla nascita, anche in caso di morte perinatale del bambino. I giorni di congedo possono essere sovrapposti anche a quelli della madre lavoratrice (pari a 5 mesi) e, in caso di parto gemellare, la durata del congedo è aumentata a 20 giorni lavorativi.

Oltre a questi 10 giorni obbligatori e completamente pagati, entrambi i genitori con figli di età inferiore ai 12 anni avranno diritto a un ulteriorecongedo facoltativo della durata di tre mesi con un’indennità del 30% dello stipendio. Tale congedo non è trasferibile da un genitore all’altro. I genitori hanno anche diritto, in alternativa tra loro, ad un ulteriore periodo di congedo della durata complessiva di tre mesi, per i quali spetta sempre un’indennità del 30% della retribuzione. 

Al genitore solo, sono riconosciuti 11 mesi continuativi o frazionati, di congedo parentale, di cui 9 mesi (e non più 6 mesi) indennizzabili al 30% della retribuzione.

I limiti massimi restano invariati per entrambi i genitori: 6 mesi per la madre e 6 per il padre (elevabili a 7 mesi nel caso in cui si astenga per un periodo intero o frazionato non inferiore a 3 mesi) per ogni figlio. 

Di Nicolò Guelfi ✍

#lucenews #lucelanazione #congedoparentale #maternitàepaternitàaconfronto #genitorifigli
  • Un episodio orribile quello accaduto a Salerno dove due donne lesbiche sono state accoltellate dal padre di una di loro. Le due giovani hanno deciso di denunciare il fatto ai carabinieri e la vicenda è stata resa nota dal consigliere regionale campano di Europa Verde Francesco Borrelli, che ha parlato di “storia folle e agghiacciante”.

La vicenda è iniziata quando le due ragazze, Francesca e Immacolata, la prima 39enne di Crotone e la seconda 23enne della provincia di Napoli, sono arrivate a Salerno per lavorare; nel capoluogo campano sono state ospitate a casa di una parente di Immacolata, il teatro dell’aggressione. 

“Mio padre ci ha detto ‘Voglio fare 30 anni di carcere: volete morire insieme? È arrivato il momento’ e poi ci ha colpito. Mia madre ha assistito all’aggressione e non ha fermato mio padre, anzi ha provato a bloccarci mentre scappavamo”, ha raccontato la più giovane. 

“Entrambe abbiamo riportato qualche ferita, ma siamo riuscite a scappare. Fino alle 5 del mattino però mio padre ci ha inseguite e minacciate. Abbiamo chiamato il 112 e i carabinieri sono intervenuti accompagnandoci nel nostro domicilio di Salerno per fare le valigie e tornare poi a Crotone in sicurezza. Lui a oggi nega tutto, ma abbiamo le prove di quello che ha fatto”, ha raccontato Immacolata.

Le due ragazze sono quindi tornate in Calabria e si sono anche recate al Pronto Soccorso dell’ospedale di Crotone per farsi medicare, sul corpo avevano numerose escoriazioni e ferite lievi di arma da taglio. 

#lucenews #lucelanazione #lgbtqitalia #aggressioneomofoba #salerno
Il momento più bello: quello di una gravidanza. Il momento più brutto: quello della diagnosi di un tumore. Nella vita di Carolina Marconi, attrice e showgirl, ex Grande Fratello, questi due momenti sono coincisi, e da questo viaggio doloroso, intriso però di vicinanza e amore, di famiglia, di forza di volontà e di speranza, è nato il libro che è un inno alla vita "Sempre con il sorriso. La storia della mia battaglia più difficile" (Piemme edizioni). Nelle cui pagine accompagna passo dopo passo il lettore in questi momenti difficili che ha affrontato avendo sempre al suo fianco il compagno e il sostegno della sua famiglia, che non l’ha lasciata sola mai neppure un solo istante, a partire dal momento della diagnosi.
Carolina Marconi
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Un post condiviso da CarolinaMarconi (@marconicarolina)

Carolina, come ha reagito alla diagnosi del tumore? "Ho detto a me stessa: 'Voglio un figlio, non ho tempo per un tumore'. Ho capito che dovevo accettare l’inaccettabile e mantenere la calma. E così ho trovato in me una forza che non avrei mai immaginato di avere. L’indomani ho asciugato le lacrime e ho combattuto la mia battaglia". Come ha affrontato questa battaglia? "Grazie ad Alessandro il mio compagno, alla mia famiglia, e grazie a tutti coloro che mi vogliono bene e mi sono stati e continuano a essermi vicino. Tutte queste persone mi hanno aiutato a reggere questo tipo di stress, mi hanno permessa di ritornare me stessa e non hanno mai permesso alla malattia di rubarmi la voglia di vivere". Cosa ha imparato da questa vicenda? "C’è un’espressione su cui, con la malattia, ho cambiato completamente opinione. È quella che dice: 'È il momento giusto'. Prima, il momento giusto era un criterio nel momento in cui andavo a prendere determinate decisioni, che potevano riguardare un trasloco, il lavoro o un viaggio. In pratica nel percorso della vita ogni passo andava collocato nel posto giusto, e anche i figli non facevano eccezione. Ora invece ho imparato che per fare qualcosa che desideri davvero è sempre il momento giusto. E non bisogna rimandare mai l’amore, non ne vale la pena". Il suo libro dà voce anche alle difficoltà che affrontano i pazienti oncologici "Ci sono tante persone guarite dal cancro che non possono accedere a un mutuo e neppure adottare un bambino, e questo non è giusto. È una discriminazione, sapere di essere considerata non idonea mi ha ferito. Io sono guarita e desidero diventare mamma".

Il tumore al seno: gli alleati per sconfiggerlo

Se la vita femminile, alle prese con interventi, ospedali, ricoveri, cure e l’accettazione di una nuova fragilità cambia durante la malattia, e può rischiare di venirne completamente travolta, è pur vero che compagni, lavoro, social e incombenze quotidiane aiutano a non farsi rubare la voglia di vivere. I dati sul tumore al seno parlano chiaro: lo scorso anno sono stati 55mila i casi in Italia, di cui 3mila 400 registrati in Toscana, dove i centri di senologia offrono una presa in carico multidisciplinare, dal supporto psicologico alla parrucca, un diritto per le donne in chemioterapia. E proprio in Toscana, al Palazzo del Pegaso, Carolina Marconi ha presentato il volume, accolta dal presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, alla presenza di Cristiano Romani, presidente dell’Associazione Cultura Nazionale. Il vicepresidente dell’Assemblea Marco Casucci, che ha voluto questa iniziativa, ne ha spiegato il senso con queste parole: “Un mondo di donne che aiuta altre donne e si impegna nella sensibilizzazione della cittadinanza e delle istituzioni”.
Presentazione libro 'Sempre con il sorriso'8
Marconi con il presidente del Consiglio regionale toscano Antonio Mazzeo alla presentazione del libro 'Sempre con il sorriso'
Insieme a Carolina Marconi, anche altre professioniste del mondo dello spettacolo hanno raccontato la propria storia, che può essere presa ad esempio da migliaia di donne che si trovano a dover combattere giorno dopo giorno la loro stessa malattia. Tra loro c’è Samantha De Grenet, che in un primo tempo aveva preferito mantenere riservata la propria esperienza. "Appena l’ho saputo mi è letteralmente crollato il mondo addosso – ha detto De Grenet –. Dopo l’intervento ti guardi allo specchio e non ti riconosci, e il primo e unico pensiero è stato: 'Allora mio figlio vivrà senza di me?'". Ha raccontato la sua esperienza anche Emanuela Coppini, cake designer di successo sui social con 'Le Torte di Twin' e mamma di tre figli: "Ho scoperto la malattia mentre avevo mia figlia piccola in braccio. Mio marito mi è sempre stato vicino. All’inizio ho affrontato l’asportazione del seno e per paura ho rinunciato a ricostruirlo, però me ne sono pentita e poi mi sono sottoposta alla ricostruzione. Ora mi sento forte e molto più serena".
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