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Home » Lifestyle » Cecilia Scheggi e il suo ‘Albus Alpacas’: “Così i miei 36 alpaca aiutano disabili e fragili ad avere un momento di relax”

Cecilia Scheggi e il suo ‘Albus Alpacas’: “Così i miei 36 alpaca aiutano disabili e fragili ad avere un momento di relax”

La 27enne è proprietaria di un allevamento a Sasso d'Ombrone, nel grossetano: "L'alpacaterapia funziona. Per questo metto gratuitamente a disposizione i miei animali per gli utenti con disabilità"

Francesca Bianchi
24 Marzo 2022
Cecilia Scheggi ha un allevamento di alpaca a Sasso d'Ombrone, Grosseto

Cecilia Scheggi ha un allevamento di alpaca a Sasso d'Ombrone, Grosseto

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L’ultima nata si chiama Tabata. Ha sette mesi e un caratterino niente male. Fa parte dei 36 alpaca che popolano l’allevamento di Cecilia Scheggi a Sasso d’Ombrone, nel grossetano, tra le colline della Maremma a metà tra il mare e la montagna. Un amore esploso quando Cecilia aveva 19 anni. E oggi che ne ha 27 quel colpo di fulmine è diventato il suo mondo. La fibra, pregiatissima, con il sogno di una linea di abbigliamento tutta sua e tutta ‘made in Italy’. E poi le passeggiate e il trekking con l’alpaca, le visite e le esperienze alpacose (tra crocchette e carezze). Fino all’alpacaterapia appena lanciata. Un servizio gratuito per fragili e disabili. Le porte di ‘Albus Alpacas‘ (l’allevamento è formato principalmente da alpaca di colore bianco, da qui il nome ‘Albus’ che in latino significa ‘bianco’) apre ufficialmente le sue porte.

Cecilia Scheggi, 27 anni, ha un allevamento di alpaca a Sasso d’Ombrone, nel grossetano

Che tipo di animali sono gli alpaca?

“Sensibili e delicati. Curiosi e allo stesso tempo diffidenti, proprio come me. Un alpaca ti insegna la pazienza. Per camminare al suo fianco nel bosco ci si deve adattare al suo passo. Un passo da processione. Per arrivare dall’allevamento al fiume Ombrone ci sono poco più di 2 km. La camminata? Dura un’ora e mezzo. La fretta è bandita”.

Com’è nata questa passione?

“Ho incontrato il primo alpaca in un allevamento vicino casa, non li avevo mai visti, li immaginavo totalmente diversi. Ed invece mi hanno conquistato subito. Arrivo da un altro mondo, ho studiato ragioneria, nessuno nella mia famiglia ha mai avuto un allevamento o un’azienda agricola. Sono volata in Inghilterra, sono tornata con 19 femmine quasi tutte gravide. Avevo un terreno che apparteneva a mio nonno, al quale ho aggiunto un altro appezzamento perché gli alpaca hanno bisogno di spazio. E mi sono messa a studiare, a fare corsi. All’inizio non è stato assolutamente facile. Ero da sola. Ho imparato insieme agli alpaca, osservandoli e seguendo i loro tempi”.

L’ultimo esemplare di Alpaca nato nell’allevamento di Cecilia Scheggi si chiama Tabata

Perché l’alpacaterapia?

“Era un mio sogno, fin dall’inizio. L’alpaca è un animale molto empatico e nel tempo sono riuscita ad addestrarli. Negli ultimi due anni mi è capitato varie volte di ospitare utenti con diversi tipi di disabilità e ho visto che, con la giusta organizzazione, è possibile offrire la possibilità di vivere emozioni che hanno evidenti effetti positivi sulla salute psicofisica. Non si tratta di pet therapy, non c’è un medico o un percorso assistenziale. Si tratta di emozioni, di una interazione che produce benessere”.

L’allevamento di Cecilia Scheggi è popolato da 36 alpaca in totale

Ci sono già esperienze in questo senso?

“Da moltissimi anni a Portland, in Oregon, e a Vancouver in Canada, alpaca e lama vengono per esempio utilizzati all’interno di ospedali e centri per l’infanzia, riscontrando un effetto motivazionale, rilassante specialmente per bambini con autismo. In Germania vengono utilizzati regolarmente nei centri anziani. L’effetto antidepressivo e motivazionale è assodato”.

Per Cecilia Scheggi gli alpaca sono animali “sensibili e delicati. Curiosi e allo stesso tempo diffidenti”

Come si svolgerà l’alpacaterapia?

“Metterò a disposizione gratuitamente alcune ore settimanali per utenti con disabilità. I visitatori potranno affacciarsi fin dentro il recinto, entrare per dare da mangiare agli animali, fare carezze. Anche toccare alcuni campioni della loro morbida lana, ottimo antistress naturale. In questa prima fase avremo la collaborazione del Comune di Cinigiano che ci indirizzerà alla nostra struttura gli utenti fragili. Ma la mia speranza è di poter accogliere persone provenienti da tutta la Toscana e non solo”.

Per Cecilia Scheggi “l’effetto antidepressivo e motivazionale (degli alpaca) è assodato”

Per info e contatti: www.albusalpacas.it

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  • Sono tre, per il momento, gli istituti superiori che si sono candidati ad accogliere Nina Rosa Sorrentino, la studentessa disabile di 19 anni che non può sostenere la maturità al liceo Sabin di Bologna (indirizzo Scienze umane) e che i genitori hanno per questo motivo ritirato da scuola.

La storia è nota: la studentessa ha cominciato il suo percorso di studi nel liceo di via Matteotti seguendo il programma differenziato. Già al terzo anno i genitori avevano chiesto di passare al programma degli obiettivi minimi che si può concludere con l’Esame di Stato, mentre quello differenziato ha solo la "certificazione delle competenze".

Il Consiglio di classe aveva respinto la richiesta della famiglia, anche perché passare agli obiettivi minimi avrebbe implicato esami integrativi. Da qui la decisione della famiglia, avvenuta giusto una settimana fa, di ritirare Nina da scuola – esattamente un giorno prima che i giorni di frequenza potessero essere tali da farle comunque ottenere la "certificazione delle competenze" – in modo tale che possa provare a sostenere la Maturità in un altro istituto del capoluogo emiliano.

Sulla storia di Nina, ieri, è tornata anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che alla Camera ha risposto, durante il question time, a una domanda sulle iniziative volte a garantire l’inclusione sociale e lavorativa delle persone con sindrome di Down presentata dal capogruppo di FdI, Tommaso Foti.

"C’è ancora un po’ di strada da fare se una ragazza con la sindrome di Down non viene ammessa all’esame di maturità – ha detto la ministra –. Se non si è stati in grado di usare tutte le strategie possibili e l’accomodamento ragionevole, come previsto dalla Convenzione Onu per i diritti delle persone disabili che in Italia è legge; se non si è stati in grado di valorizzare i punti di forza dei ragazzi che non chiedono di essere promossi automaticamente ma di avere un’occasione e un’opportunità."

#lucenews #lucelanazione #ninasorentino #disabilityinclusion #bologna
  • “Ho fatto la storia”. Con queste parole Alex Roca Campillo ha postato sul suo account Twitter il video degli ultimi, emozionanti, metri della maratona di Barcellona.

Ed effettivamente un record Alex l’ha scritto: è la prima persona al mondo con una disabilità al 76 per cento a riuscire a percorrere la distanza di 42 km e 195 metri.
Alex ha concluso la sua gara in 5 ore 50 minuti e 51 secondi, ma il cronometro in questa situazione è passato decisamente in secondo piano. “tutto questo è stato possibile grazie alle mia squadra. Grazie a tutti quelli che dal bordo della strada mi hanno spinto fino al traguardo. Non ho parole”.

#lucenews #alexrocacampillo #maratonadibarcellona #barcellona
  • In Uganda dirsi gay potrà costare l’ergastolo. Il Parlamento dell’Uganda ha appena approvato una legge che propone nuove e severe sanzioni per le relazioni tra persone dello stesso sesso. Al termine di una sessione molto movimentata e caotica, la speaker del Parlamento Annet Anita Among, dopo il voto finale ha detto: “È stata approvata a tempo record”. La legge, che passa ora nelle mani del presidente Yoweri Museveni, che potrà scegliere se porre il veto o firmarla, propone nuove e molto dure sanzioni per le relazioni omosessuali in un Paese in cui l’omosessualità è già illegale.

La versione finale non è ancora stata pubblicata ufficialmente, ma gli elementi discussi in Parlamento includono che una persona condannata per adescamento o traffico di bambini allo scopo di coinvolgerli in attività omosessuali, rischia l’ergastolo; individui o istituzioni che sostengono o finanziano attività o organizzazioni per i diritti Lgbt, oppure pubblicano, trasmettono e distribuiscono materiale mediatico e testuale a favore degli omosessuali, rischiano di essere perseguiti e incarcerati. 

“Questa proposta di legge – ha detto Asuman Basalirwa, membro del Parlamento che l’ha presentata – è stata concepita per proteggere la nostra cultura, i valori legali, religiosi e familiari tradizionali degli ugandesi e gli atti che possono promuovere la promiscuità sessuale in questo Paese”. Il parlamentare ha poi aggiunto: “Mira anche a proteggere i nostri bambini e giovani che sono resi vulnerabili agli abusi sessuali attraverso l’omosessualità e gli atti correlati”.

Secondo la legge amici, familiari e membri della comunità avrebbero il dovere di denunciare alle autorità le persone omosessuali. Nello stesso disegno di legge, tra l’altro, si introduce la pena di morte per chi abusa dei bambini o delle persone vulnerabili. 

#lucenews #lucelanazione #uganda #lgbtrights
  • Un’altra pagina di storia del calcio femminile è stata scritta. Non tanto per il risultato della partita ma per il record di spettatori presenti. All’Olimpico di Roma andava in scena il match di andata dei quarti di finale di Champions League tra Roma e Barcellona quando si è stabilito un nuovo record: sono state 39.454 infatti le persone che hanno incoraggiato le ragazze fin dal primo minuto superando il precedente di 39.027 stabilito in Juventus-Fiorentina del 24 marzo 2019.

Era l’andata dei quarti di finale che la Roma ha raggiunto alla sua prima partecipazione alla Champions League, ottenuta grazie al secondo posto nell’ultimo campionato. Il Barcellona, campione di Spagna e d’Europa due anni fa, era favorito e in campo lo ha dimostrato, soprattutto nel primo tempo, riuscendo a vincere 1-0. La squadra di casa è stata tenuta a galla dalle parate di Ceasar, migliore in campo, ma ha provato a impensierire la corazzata spagnola nella ripresa dove più a volte ha sfiorato la rete con le conclusioni di Haavi, Giacinti e Giugliano, il primo “numero 10” a giocare all’Olimpico per la Roma dopo il ritiro di Francesco Totti.

✍ Edoardo Martini

#lucenews #lucelanazione #calciofemminile #championsleague
L'ultima nata si chiama Tabata. Ha sette mesi e un caratterino niente male. Fa parte dei 36 alpaca che popolano l'allevamento di Cecilia Scheggi a Sasso d'Ombrone, nel grossetano, tra le colline della Maremma a metà tra il mare e la montagna. Un amore esploso quando Cecilia aveva 19 anni. E oggi che ne ha 27 quel colpo di fulmine è diventato il suo mondo. La fibra, pregiatissima, con il sogno di una linea di abbigliamento tutta sua e tutta 'made in Italy'. E poi le passeggiate e il trekking con l'alpaca, le visite e le esperienze alpacose (tra crocchette e carezze). Fino all'alpacaterapia appena lanciata. Un servizio gratuito per fragili e disabili. Le porte di 'Albus Alpacas' (l'allevamento è formato principalmente da alpaca di colore bianco, da qui il nome 'Albus' che in latino significa 'bianco') apre ufficialmente le sue porte.
Cecilia Scheggi, 27 anni, ha un allevamento di alpaca a Sasso d'Ombrone, nel grossetano
Che tipo di animali sono gli alpaca? "Sensibili e delicati. Curiosi e allo stesso tempo diffidenti, proprio come me. Un alpaca ti insegna la pazienza. Per camminare al suo fianco nel bosco ci si deve adattare al suo passo. Un passo da processione. Per arrivare dall'allevamento al fiume Ombrone ci sono poco più di 2 km. La camminata? Dura un'ora e mezzo. La fretta è bandita". Com'è nata questa passione? "Ho incontrato il primo alpaca in un allevamento vicino casa, non li avevo mai visti, li immaginavo totalmente diversi. Ed invece mi hanno conquistato subito. Arrivo da un altro mondo, ho studiato ragioneria, nessuno nella mia famiglia ha mai avuto un allevamento o un'azienda agricola. Sono volata in Inghilterra, sono tornata con 19 femmine quasi tutte gravide. Avevo un terreno che apparteneva a mio nonno, al quale ho aggiunto un altro appezzamento perché gli alpaca hanno bisogno di spazio. E mi sono messa a studiare, a fare corsi. All'inizio non è stato assolutamente facile. Ero da sola. Ho imparato insieme agli alpaca, osservandoli e seguendo i loro tempi".
L'ultimo esemplare di Alpaca nato nell'allevamento di Cecilia Scheggi si chiama Tabata
Perché l'alpacaterapia? "Era un mio sogno, fin dall'inizio. L'alpaca è un animale molto empatico e nel tempo sono riuscita ad addestrarli. Negli ultimi due anni mi è capitato varie volte di ospitare utenti con diversi tipi di disabilità e ho visto che, con la giusta organizzazione, è possibile offrire la possibilità di vivere emozioni che hanno evidenti effetti positivi sulla salute psicofisica. Non si tratta di pet therapy, non c'è un medico o un percorso assistenziale. Si tratta di emozioni, di una interazione che produce benessere".
L'allevamento di Cecilia Scheggi è popolato da 36 alpaca in totale
Ci sono già esperienze in questo senso? "Da moltissimi anni a Portland, in Oregon, e a Vancouver in Canada, alpaca e lama vengono per esempio utilizzati all’interno di ospedali e centri per l’infanzia, riscontrando un effetto motivazionale, rilassante specialmente per bambini con autismo. In Germania vengono utilizzati regolarmente nei centri anziani. L'effetto antidepressivo e motivazionale è assodato".
Per Cecilia Scheggi gli alpaca sono animali "sensibili e delicati. Curiosi e allo stesso tempo diffidenti"
Come si svolgerà l'alpacaterapia? "Metterò a disposizione gratuitamente alcune ore settimanali per utenti con disabilità. I visitatori potranno affacciarsi fin dentro il recinto, entrare per dare da mangiare agli animali, fare carezze. Anche toccare alcuni campioni della loro morbida lana, ottimo antistress naturale. In questa prima fase avremo la collaborazione del Comune di Cinigiano che ci indirizzerà alla nostra struttura gli utenti fragili. Ma la mia speranza è di poter accogliere persone provenienti da tutta la Toscana e non solo".
Per Cecilia Scheggi "l'effetto antidepressivo e motivazionale (degli alpaca) è assodato"
Per info e contatti: www.albusalpacas.it
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