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Home » Lifestyle » Quando la tavola unisce ciò la religione divide: il caso della cucina Kosher, il trend del momento in Usa

Quando la tavola unisce ciò la religione divide: il caso della cucina Kosher, il trend del momento in Usa

Si può immaginare ebrei, musulmani e laici entrare in un supermercato di New York, dirigersi tutti verso lo stesso scaffale e andare alla ricerca dello stesso cibo? È quanto ormai avviene ogni giorno, e non solo nella Grande Mela

Maurizio Costanzo
11 Febbraio 2023
Cibo Kosher

Cibo Kosher

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Letteralmente significa ‘adatto, adeguato‘ e rappresenta l’idoneità di un cibo a essere consumato dal popolo ebraico secondo le regole alimentari stabilite nella Torah. È la tradizionale definizione di ‘Kosher‘, ma che al giorno d’oggi va oltre l’aspetto religioso. Acquistare cibo Kosher, o mangiare kosher, è infatti diventato una tendenza, uno stile di vita all’insegna di una percezione che tali prodotti siano più sani. Ormai infatti non sono più una prerogativa solo ebraica ma hanno invaso anche il mercato dei consumatori in generale.

Negli Stati Uniti il cibo Kosher è sempre più di tendenza

A New York si tengono le due più importanti fiere al mondo dedicate al mondo kosher, una trade, Kosherfest, e l’altra consumer, Kfwe (Kosher food and wine experience). Quest’ultima si è svolta il 6 febbraio al Chelsea Piers e ha visto protagonisti centinaia tra chef, ristoranti, vini. Appuntamento sold out che viene replicato anche a Los Angeles. La fiera, la più grande degli Stati Uniti, è organizzata da’Royal Wine Corp, grande produttore e importatore al mondo di vini e superalcolici kosher. Secondo dati forniti da Lubicom Marketing Consulting, ente organizzatore di ‘Kosherfest’, nel 2022 negli Stati Uniti i prodotti kosher hanno conquistato 12,3 milioni di consumatori, per un mercato che vale 12,5 miliardi di dollari.

“Sempre più persone acquistano prodotti kosher – ha spiegato Menachem Lubinsky, amministratore delegato di Lubicom Marketing Consulting -. L’industria sta producendo buoni prodotti che piacciano al mercato generale (non solo ebraico, ndr). C’è la percezione che il kosher sia più sano in quanto non usa tanti grassi animali e molti prodotti sono senza glutine. Inoltre è anche più disponile nei negozi rispetto al passato”. “Kosher – specifica Lubinsky – non vuol dire che il cibo sia benedetto da un rabbino, piuttosto che non vengono mischiate carni e latte, non si fa uso di derivati del maiale, e la presenza di un rabbino serve a far rispettare certi standard, i quali danno poi accesso alla certificazione”. Lubinsky ha inoltre detto che a guidare questa spinta ha contribuito anche la crescita della popolazione musulmana negli Stati Uniti. Nel mondo arabo, l’equivalente di kosher è Halal, quindi per gli islamici residenti in altri Paesi la certificazione kosher facilita la scelta dei prodotti da acquistare secondo i dettami religiosi.

Cibo Kosher non più una questione di religione: molti lo scelgono perché ritengono i prodotti più sani

Per quanto riguarda gli alcolici, al pari dei prodotti, da circa un ventennio sono in aumento i produttori di vino kosher. Lo conferma Jay Buchsbaum, Executive VP Marketing and Director of Wine Education di Royal Wine Corp, ente appunto organizzatore del Kfwe. “Non c’è differenza a livello di gusto tra un vino kosher e non – ha spiegato -. Ed è una leggenda metropolitana che un vino diventa kosher dopo la benedizione di un rabbino. Non è esatto. Per essere kosher un vino deve essere rispondere a criteri di purezza sotto stretta supervisione, dal momento in cui le uve entrano nella cantina al momento dell’imbottigliamento. Ogni ingrediente usato deve inoltre essere kosher. Sottolineo inoltre che alcune delle aziende vitivinicole più rinomate al mondo, di Paesi come l’Italia, la Spagna, la Francia, producono serie speciali di vino kosher. Anche il moscato più popolare negli Stati Uniti è un vino kosher, è prodotto dall’azienda piemontese ‘Bartenura’, e la loro famosa bottiglia blu ogni anno vende oltre 5 milioni di bottiglie“. Secondo i dati più recenti di Lubicom Marketing Consulting, in Usa sono 280mila i prodotti certificati kosher mentre le aziende produttrici sono arrivate a 11 mila e 400.

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Negli Stati Uniti il cibo Kosher è sempre più di tendenza
A New York si tengono le due più importanti fiere al mondo dedicate al mondo kosher, una trade, Kosherfest, e l'altra consumer, Kfwe (Kosher food and wine experience). Quest'ultima si è svolta il 6 febbraio al Chelsea Piers e ha visto protagonisti centinaia tra chef, ristoranti, vini. Appuntamento sold out che viene replicato anche a Los Angeles. La fiera, la più grande degli Stati Uniti, è organizzata da'Royal Wine Corp, grande produttore e importatore al mondo di vini e superalcolici kosher. Secondo dati forniti da Lubicom Marketing Consulting, ente organizzatore di 'Kosherfest', nel 2022 negli Stati Uniti i prodotti kosher hanno conquistato 12,3 milioni di consumatori, per un mercato che vale 12,5 miliardi di dollari. "Sempre più persone acquistano prodotti kosher - ha spiegato Menachem Lubinsky, amministratore delegato di Lubicom Marketing Consulting -. L'industria sta producendo buoni prodotti che piacciano al mercato generale (non solo ebraico, ndr). C'è la percezione che il kosher sia più sano in quanto non usa tanti grassi animali e molti prodotti sono senza glutine. Inoltre è anche più disponile nei negozi rispetto al passato". "Kosher - specifica Lubinsky - non vuol dire che il cibo sia benedetto da un rabbino, piuttosto che non vengono mischiate carni e latte, non si fa uso di derivati del maiale, e la presenza di un rabbino serve a far rispettare certi standard, i quali danno poi accesso alla certificazione". Lubinsky ha inoltre detto che a guidare questa spinta ha contribuito anche la crescita della popolazione musulmana negli Stati Uniti. Nel mondo arabo, l'equivalente di kosher è Halal, quindi per gli islamici residenti in altri Paesi la certificazione kosher facilita la scelta dei prodotti da acquistare secondo i dettami religiosi.
Cibo Kosher non più una questione di religione: molti lo scelgono perché ritengono i prodotti più sani
Per quanto riguarda gli alcolici, al pari dei prodotti, da circa un ventennio sono in aumento i produttori di vino kosher. Lo conferma Jay Buchsbaum, Executive VP Marketing and Director of Wine Education di Royal Wine Corp, ente appunto organizzatore del Kfwe. "Non c'è differenza a livello di gusto tra un vino kosher e non - ha spiegato -. Ed è una leggenda metropolitana che un vino diventa kosher dopo la benedizione di un rabbino. Non è esatto. Per essere kosher un vino deve essere rispondere a criteri di purezza sotto stretta supervisione, dal momento in cui le uve entrano nella cantina al momento dell'imbottigliamento. Ogni ingrediente usato deve inoltre essere kosher. Sottolineo inoltre che alcune delle aziende vitivinicole più rinomate al mondo, di Paesi come l'Italia, la Spagna, la Francia, producono serie speciali di vino kosher. Anche il moscato più popolare negli Stati Uniti è un vino kosher, è prodotto dall'azienda piemontese 'Bartenura', e la loro famosa bottiglia blu ogni anno vende oltre 5 milioni di bottiglie". Secondo i dati più recenti di Lubicom Marketing Consulting, in Usa sono 280mila i prodotti certificati kosher mentre le aziende produttrici sono arrivate a 11 mila e 400.
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