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Balenottere, tartarughe, capodogli: anche i dati possono aiutare a salvare gli animali in mare

di DOMENICO GUARINO -
22 giugno 2022
Delfino (Foto concessa da CIMA)

Delfino (Foto concessa da CIMA)

Pesca intensiva, attrezzi abbandonati, traffico marittimo, inquinamento da plastiche: l’elenco delle devastazioni quotidiane che le attività dell’uomo producono in mare è tristemente noto. Quello che è meno conosciuto è l’effetto che queste azioni determinano su alcune specie in particolare, come i cetacei. Tutti sanno che nel Mediterraneo vivono e si riproducono grandi cetacei come la balenottera comune e il capodoglio, animali che raggiungono i 20 metri di lunghezza) e le tartarughe.

Con i loro spostamenti a lungo raggio, i cetacei e le tartarughe si trovano a fare i conti con un numero crescente di minacce. La pesca commerciale, innanzitutto, che, oltre a ridurre la disponibilità di cibo, provoca la dispersione in mare di reti e lenze, che diventano vere e proprie trappole in cui gli animali rimangono impigliati per poi morire di soffocamento o riportare gravi lesioni. A questo si aggiunge l’inquinamento da plastiche,  per il rischio di ingestione e degli effetti tossicologici, soprattutto per le tartarughe. Senza contare  il traffico delle navi veloci, che, oltre a produrre un disturbo acustico significativo per i cetacei, rappresenta una concreta minaccia per il rischio di collisione.

Il progetto Conceptu Maris servirà a raccogliere dati e informazioni fondamentali per salvare cetacei e altri animali marini nel Mediterraneo (Foto concessa da CIMA)

Per assicurate una migliore tutela di queste specie  è quindi diventato urgente conoscere meglio la distribuzione delle specie più diffuse per mettere a punto strategie di conservazione efficaci.

Se ne occuperà LIFE20 NAT/IT/001371 CONCEPTU MARIS “CONservation of CEtaceans and Pelagic sea TUrtles in Med: Managing Actions for their Recovery In Sustainability”, il progetto supportato dal programma LIFE, lo strumento finanziario per l’ambiente dell’Unione Europea, in collaborazione con  Ispra - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (coordinatore), Area Marina Protetta "Capo Carbonara"CIMA Research FoundationCMCC ClimateÉcoOcéan Institut (Francia), Stazione Zoologica Anton DohrnTrito ResearchUniversità degli Studi di Milano-BicoccaUniversità degli Studi di Palermo, Universitat de València (Spagna), Università degli Studi di Torino.

Una volta raccolti i dati, i ricercatori di Conceptu Maris valuteranno l'impattori dei fattori di rischio per gli animali (Foto concessa da CIMA)

Una volta raccolti i primi dati sulla distribuzione delle specie e le loro preferenze ecologiche, i ricercatori di CONCEPTU MARIS valuteranno l’impatto dei fattori di rischio nel corso di tutto l’anno, identificando, nello stesso tempo, i siti più importanti per la conservazione delle specie più minacciate (zone “cuscinetto”, corridoi ecologici).

“Cominceremo studiando un’ampia area del Tirreno meridionale, per poi replicare le procedure nell’Adriatico meridionale, nel Mar Ligure e nel corridoio dei cetacei a Nord delle isole Baleari. Tutte le informazioni e i dati raccolti saranno utilizzati per definire un approccio standard ma efficace per la sorveglianza a lungo termine di questi meravigliosi animali e favorire la cooperazione internazionale su procedure concordate per la loro conservazione” commenta Antonella Servidio, project manager di Conceptu Maris.