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Home » Lifestyle » Coppia gay inglese respinta 31 volte riesce a sposarsi in Chiesa: “L’amore è amore”

Coppia gay inglese respinta 31 volte riesce a sposarsi in Chiesa: “L’amore è amore”

Shane e David hanno ricevuto il sì dalla Wanstead United Reformed Church, nell'East London. "Tutti meritano di sposare la persona che amano nel luogo che desiderano"

Marianna Grazi
14 Novembre 2022
Shane e David, coppia gay che il 21 ottobre scorso si è sposata in chiesa nel l'East London  (Ph. Ellie Stewart/SWNS)

Shane e David, coppia gay che il 21 ottobre scorso si è sposata in chiesa nel l'East London (Ph. Ellie Stewart/SWNS)

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Una coppia omosessuale britannica che ha dichiarato di essere stata respinta 31 volte per sposarsi in chiesa è finalmente convolata a nozze. I due, al 32esimo tentativo di richiesta di matrimonio nelle chiese del sud-est londinese, Shane Yerrell, 39 anni, e David Sparrey, 30 anni, hanno finalmente ottenuto il via libera. La cerimonia si è svolta nella Wansted United Reformed Church di East London, il mese scorso, come riporta il Bristol Post. La coppia di innamorati, originaria di Waltham Abbey, nell’Essex, aveva deciso inizialmente di aspettare a sposarsi, ma un grave problema di salute  ha fatto cambiare loro idea e così Shane e David hanno iniziato a cercare un posto per il loro giorno speciale. Fermamente credenti, avevano deciso che la loro unione non avrebbe potuto essere celebrata che in Chiesa, ma essendo omosessuali non è stato facile trovare un parroco pronto a esaudire la loro richiesta.

La ricerca di una Chiesa

La coppia gay inglese ha coronato il sogno di sposarsi in chiesa al 32esimo tentativo di contattare una parrocchia che fosse disposta a celebrare l’unione (Ph: Ellie-Stewart-SWNS)

Poi, dopo tutti i tentativi andati in fumo, il matrimonio si è finalmente celebrato il 21 ottobre scorso. Shane, che è vicesindaco di Waltham Abbey e consigliere comunale di Epping Forest, ha trascorso “fino a 15 ore” al telefono per trovare un luogo. Alla stampa locale ha raccontato: “Onestamente, mi ero quasi arreso. Ma quando ho parlato con il reverendo Tessa ho letteralmente gridato di gioia e saltato per tutta la stanza. David non mi credeva. Quando ci siamo incontrati Tessa ha detto: ‘Vedo che vi amate, l’amore è amore‘. È stata una sensazione incredibile”, ha spiegato felicissimo. I due si sono conosciuti nel 2014 tramite un amico comune, diventando ufficialmente una coppia solo due anni dopo. È stato David, ingegnere elettrotecnico, a fare la proposta, mentre i due erano in vacanza con la famiglia a Creta. “Tutti meritano di sposare la persona che amano” ha aggiunto. “Sembrava che tutti recitassero un copione: ‘Ci piacerebbe, ma non possiamo’. Alla fine, quando ci stavamo arrendendo, è arrivata la sorpresa. Quel giorno è stato così speciale. Quella chiesa è stata una luce alla fine del tunnel. Sono stati coraggiosi e noi saremo sempre grati per questo gesto”.

Il matrimonio

Lo scambio delle fedi tra Shane e David (ph: Ellie Stewart/SWNS)

Il giorno del tanto atteso matrimonio, il 21 ottobre scorso, David ha percorso la navata per primo insieme a sua madre, Dawn Bond, 56 anni. Subito dopo è entrato Shane, accompagnato all’altare dalla mamma Maria Markham, 58 anni, e dalla nonna Iris Markham, 79 anni. A fare da damigella per la loro unione, la figlia 15enne di Shane, Tilly; in chiesa, a celebrare il loro amore, c’erano più di 100 ospiti, e altri 40 si sono aggiunti al ricevimento al Waltham Abbey Town Hall. Sparrey, a margine di quella giornata speciale, ha detto: “È stato un giorno che non dimenticherò mai. Eravamo circondati da tanto amore. È stato un matrimonio perfetto“. Mentre il marito ha voluto sottolineare l’importanza del fatto che, dopo l’assidua ricerca, siano riusciti a celebrare la loro unione in Chiesa: “La comunità LGBT spesso vive nella convinzione che non sia possibile. Noi abbiamo dimostrato che non è vero: chi desidera sposarsi in chiesa non deve mollare. Noi ce l’abbiamo fatta e siamo felici di poter raccontare qualcosa del genere. Questo è stato davvero un momento speciale”.

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  • Passa anche da un semplice tasto la possibilità per una donna, vittima di stalking, di salvarsi da chi vuole farle del male. Il tasto di uno smartwatch che, una volta premuto, lancia un’immediata richiesta di aiuto alle forze di polizia. E grazie a questo orologio, Marta (il nome è di fantasia) potrà ora vedere la sua vita cambiata in meglio. La donna aveva smesso di vivere, a causa della relazione asfissiante e malata con il suo ex marito violento che aveva promesso di sfregiarla con l’acido e poi ucciderla e seppelire il suo corpo in un terreno. Ma venerdì scorso a Marta è stato consegnato il primo di 45 smartwatch che saranno distribuiti ad altrettante vittime. L’orologio è collegato con la centrale operativa del comando provinciale dei carabinieri di Napoli: appena arriva l’Sos, la vittima viene geolocalizzata e arrivano i soccorsi.

E così Marta ha ripreso la sua vita interrotta per paura dell’ex e delle sue minacce. «Posso uscire più serena e tranquilla dopo mesi e mesi trascorsi rintanata in casa. Grazie a questo orologio mi sento protetta. È vero, devo rinunciare alla mia privacy, ma è un prezzo che sono disposta a pagare.»

Lo scorso 30 novembre i carabinieri del Comando provinciale di Napoli, la sezione fasce deboli della Procura partenopea coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, la Fondazione Vodafone Italia e la Soroptimist international club Napoli hanno annunciato l’avvio del progetto pilota "Mobile Angel", che prevede, appunto, la consegna di questo orologio salvavita alle vittime di maltrattamenti. Il progetto è stato esteso anche alle città di Milano e Torino. Lo smartwatch affidato a Marta è il primo nel Sud Italia. Il mobile angel, spiegano i Carabinieri, rientra in un progetto ad ampio respiro che ha come punto focale le vittime di violenza. Un contesto di tutela all’interno del quale è stata istituita anche la "stanza tutta per sé", un ambiente dove chi ha subìto vessazioni può sentirsi a suo agio nel raccontare il proprio vissuto. 

#lucenews #lucelanazione #mobileangel #napoli
  • Se nei giorni scorsi l’assessore al Welfare del Comune di Napoli, papà single di Alba, bambina affetta da Sindrome di Down, aveva ri-scritto pubblicamente alla premier Giorgia Meloni per avere un confronto sull’idea di famiglia e sul tema delle adozioni, stavolta commenta quanto sta accadendo in Italia in relazione ai diritti dei figli delle famiglie arcobaleno. 

Ricordiamo, infatti, che lo scorso 12 marzo il Governo ha ordinato, in merito ad una richiesta pervenuta al Comune di Milano di una coppia dello stesso sesso, lo stop a procedere alla registrazione del loro figlio appena nato e impedendo, di fatto, la creazione di una famiglia omogenitoriale. Il veto della destra compatta boccia il certificato europeo di filiazione che propone agli Stati membri di garantire ai genitori residenti in Unione Europea il diritto ad essere riconosciuti come madri e padri dei propri figli nello stesso modo in tutti i Paesi Ue.

“In tutta Europa i figli di coppie gay avranno il riconoscimento degli stessi diritti degli altri bambini. In Italia il Senato, trascinato da Fratelli d’Italia, fortemente contrario, ha appena bocciato la proposta – dice Trapanese in un lungo post sulla sua pagina Instagram -. Quindi, i figli delle coppie omosessuali non sono, per il nostro Paese, figli come gli altri. Questo hanno deciso e detto chiaramente”. Così facendo, “resteranno bambini privi di tutele complete, i cui genitori dovranno affrontare battaglie giudiziarie, sfiniti da tempi lunghissimi, solo perché il loro bimbo venga considerato semplicemente un figlio”. 

Trapanese attacca chiaramente questa decisione: “L’Italia è l’unico paese europeo con un governo che lavora per togliere diritti invece che per aggiungerli. Se la prende con bambini che esistono e vivono la loro quotidianità serenamente in famiglie piene d’amore, desiderati sopra ogni cosa, ma considerati in Italia figli di un dio minore”. Per Trapanese “stiamo continuando a parlare di ciò che dovrebbe essere semplicemente attuato. I diritti non si discutono, si riconoscono e basta. Ma come fate a non rendervene conto?”.

#lucenews #diritti #coppieomogenitoriali
  • Il nuovo progetto presentato dal governatore Viktor Laiskodat a Kupang, in Indonesia, prevede l’entrata degli alunni a scuola alle 5.30 del mattino. Secondo l’alto funzionario il provvedimento servirebbe per rafforzare la disciplina dei bambini.

Solitamente nelle scuole del Paese le lezioni iniziavano tra le 7 e le 8 del mattino: anticipando l’orario d’ingresso i bambini sono apparsi esausti quando tornano a casa. La madre di una 16enne, infatti, è molto preoccupata da questa nuova iniziativa: “È estremamente difficile, ora devono uscire di casa mentre è ancora buio pesto. Non posso accettarlo. La loro sicurezza non è garantita quando è ancora notte. Inoltre mia figlia, ogni volta che arriva a casa, è esausta e si addormenta immediatamente.”

Sulla vicenda è intervenuto anche Marsel Robot, esperto di istruzione dell’Università di Nusa Cendana, che ha spiegato come a lungo termine la privazione del sonno potrebbe mettere in pericolo la salute degli studenti e causare un cambiamento nei loro comportamenti: “Non c’è alcuna correlazione con lo sforzo per migliorare la qualità dell’istruzione. Gli studenti dormiranno solo per poche ore e questo è un grave rischio per la loro salute. Inoltre, questo causerà loro stress e sfogheranno la loro tensione in attività magari incontrollabili”. Anche il Ministero per l’emancipazione delle donne e la Commissione indonesiana per la protezione dei minori hanno espresso richieste di revisione della politica. Il cambiamento delle regole di Kupang è stato anche contestato dai legislatori locali, che hanno chiesto al governo di annullare quella che hanno definito una politica infondata.

Tuttavia il governo centrale ha mantenuto il suo esperimento rincarando la dose ed estendendolo anche all’agenzia di istruzione locale, dove anche i dipendenti pubblici ora inizieranno la loro giornata alle 5.30 del mattino.

#lucenews #lucelanazione #indonesia #scuola
  • Quante ore dormi? È difficile addormentarsi? Ti svegli al minimo rumore o al mattino rimandi tutte le sveglie per dormire un po’ di più? Soffri d’insonnia?

Sono circa 13,4 milioni gli italiani che soffrono di insonnia, secondo le ultime rilevazioni di Aims - l
Una coppia omosessuale britannica che ha dichiarato di essere stata respinta 31 volte per sposarsi in chiesa è finalmente convolata a nozze. I due, al 32esimo tentativo di richiesta di matrimonio nelle chiese del sud-est londinese, Shane Yerrell, 39 anni, e David Sparrey, 30 anni, hanno finalmente ottenuto il via libera. La cerimonia si è svolta nella Wansted United Reformed Church di East London, il mese scorso, come riporta il Bristol Post. La coppia di innamorati, originaria di Waltham Abbey, nell'Essex, aveva deciso inizialmente di aspettare a sposarsi, ma un grave problema di salute  ha fatto cambiare loro idea e così Shane e David hanno iniziato a cercare un posto per il loro giorno speciale. Fermamente credenti, avevano deciso che la loro unione non avrebbe potuto essere celebrata che in Chiesa, ma essendo omosessuali non è stato facile trovare un parroco pronto a esaudire la loro richiesta.

La ricerca di una Chiesa

La coppia gay inglese ha coronato il sogno di sposarsi in chiesa al 32esimo tentativo di contattare una parrocchia che fosse disposta a celebrare l'unione (Ph: Ellie-Stewart-SWNS)
Poi, dopo tutti i tentativi andati in fumo, il matrimonio si è finalmente celebrato il 21 ottobre scorso. Shane, che è vicesindaco di Waltham Abbey e consigliere comunale di Epping Forest, ha trascorso "fino a 15 ore" al telefono per trovare un luogo. Alla stampa locale ha raccontato: "Onestamente, mi ero quasi arreso. Ma quando ho parlato con il reverendo Tessa ho letteralmente gridato di gioia e saltato per tutta la stanza. David non mi credeva. Quando ci siamo incontrati Tessa ha detto: 'Vedo che vi amate, l'amore è amore'. È stata una sensazione incredibile", ha spiegato felicissimo. I due si sono conosciuti nel 2014 tramite un amico comune, diventando ufficialmente una coppia solo due anni dopo. È stato David, ingegnere elettrotecnico, a fare la proposta, mentre i due erano in vacanza con la famiglia a Creta. "Tutti meritano di sposare la persona che amano" ha aggiunto. "Sembrava che tutti recitassero un copione: 'Ci piacerebbe, ma non possiamo'. Alla fine, quando ci stavamo arrendendo, è arrivata la sorpresa. Quel giorno è stato così speciale. Quella chiesa è stata una luce alla fine del tunnel. Sono stati coraggiosi e noi saremo sempre grati per questo gesto".

Il matrimonio

Lo scambio delle fedi tra Shane e David (ph: Ellie Stewart/SWNS)
Il giorno del tanto atteso matrimonio, il 21 ottobre scorso, David ha percorso la navata per primo insieme a sua madre, Dawn Bond, 56 anni. Subito dopo è entrato Shane, accompagnato all'altare dalla mamma Maria Markham, 58 anni, e dalla nonna Iris Markham, 79 anni. A fare da damigella per la loro unione, la figlia 15enne di Shane, Tilly; in chiesa, a celebrare il loro amore, c'erano più di 100 ospiti, e altri 40 si sono aggiunti al ricevimento al Waltham Abbey Town Hall. Sparrey, a margine di quella giornata speciale, ha detto: "È stato un giorno che non dimenticherò mai. Eravamo circondati da tanto amore. È stato un matrimonio perfetto". Mentre il marito ha voluto sottolineare l'importanza del fatto che, dopo l'assidua ricerca, siano riusciti a celebrare la loro unione in Chiesa: "La comunità LGBT spesso vive nella convinzione che non sia possibile. Noi abbiamo dimostrato che non è vero: chi desidera sposarsi in chiesa non deve mollare. Noi ce l'abbiamo fatta e siamo felici di poter raccontare qualcosa del genere. Questo è stato davvero un momento speciale".
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