Una coppia britannica di ciclisti è diventata la più veloce a circumnavigare il mondo in tandem. Laura Massey-Pugh e il marito Stevie Massey di Derby, capoluogo della contea del Derbyshire, in Inghilterra, sono partiti lo scorso 5 giugno e hanno pedalato per 18.000 miglia (28.968 km) in 180 giorni, finendo alla Porta di Brandeburgo a Berlino. Entrambi esperti ciclisti, partendo dalla zona di Mickleover, a Derby, hanno così girato il mondo affrontando sfide e imprevisti ma riuscendo nell’impresa. Il loro successo dovrà ora essere verificato ufficialmente dal Guinness World Records: l’organizzazione afferma che il record attuale di una coppia femminile è di 263 giorni mentre il record per una coppia maschile è di 281 giorni, mentre non esiste un record per una coppia mista.
Pedalando su strada e attraversando i continenti in aereo, hanno dovuto recuperare il chilometraggio nei giorni in cui volavano e anche le soste ‘forzate’. Il viaggio, infatti, è stato ricco di imprevisti come i problemi di mal di stomaco in India, i grattacapi burocratici con il visto in Georgia e pure un incidente in Malesia contro un motorino. In Canada hanno affrontato la bufera di neve. Ma l'avventura in sella alla bici è stata caratterizzata anche da momenti più spensierati come i festeggiamenti dei rispettivi compleanni e del loro anniversario di matrimonio.
Durante la lunga pedalata hanno anche raccolto soldi per tre enti di beneficenza - Sustrans, Mind e Vetlife - attraverso donazioni in onore del loro mega giro in bicicletta. Nonostante i numerosi intoppi lungo la strada, hanno ricevuto un sacco di “aiuto e assistenza”. “Una volta scoperto cosa stavamo facendo, le persone sono state così gentili: ci hanno nutrito, abbeverato e aiutato a pulire i nostri vestiti. Quella generosità è stata qualcosa che non dimenticherò mai” dice la donna. E aggiunge: “È stata davvero dura. Pensavamo di avere più tempo per fermarci e assorbire un po’ di più la cultura dei diversi paesi. In alcuni posti, senza correre contro il tempo, dovremo tornarci per vedere le cose che ci siamo persi”.
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