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Home » Lifestyle » Dacia Maraini: “Siamo tutti parte di una comunità. Serve creare consapevolezza partendo dall’educazione dei giovani”

Dacia Maraini: “Siamo tutti parte di una comunità. Serve creare consapevolezza partendo dall’educazione dei giovani”

Scrittrice di successo, è da tempo impegnata anche sul fronte scolastico: "A scuola i ragazzi imparano a confrontarsi con gli altri, ad uscire dalla nicchia familiare. Per questo deve essere fatta in presenza, è un esercizio di civiltà"

Titti Giuliani Foti
20 Maggio 2021
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“Tantissime volte, come donna e come scrittrice, mi sono sentita discriminata. Ma non mi sono mai messa a piangere o a lanciare grida di lamento. Mi sono rimboccata le maniche e ho affrontato le difficoltà a testa alta”. I suoi personaggi sono diventati presenze: li abbiamo ascoltati, ci hanno sorpresi, forse anche spaventati. Poi sono diventati parte di noi. Scrittrice di enorme successo, Dacia Maraini, che scrive da quando ha memoria, è sempre alla ricerca di un senso, e sempre lo trova regalando una pace senza gerarchie nel raccontare.

 

Dacia, nel nuovo romanzo, “Trio”, racconta di giornate monotone e di peste: cosa le ha dato più noia della pandemia?

“La pandemia, capitata tra capo e collo come inaspettatamente, ha fatto tanti danni, in tutto il mondo. Per quanto mi riguarda, non ha inciso sul mio lavoro perché ho continuato, come prima, a scrivere chiusa in casa, ma mi sono molto mancati il teatro, i viaggi, le cene con gli amici, le gite in montagna. Ho sopportato tutte le restrizioni, attenendomi alle regole, per rispetto verso i tanti che hanno sofferto e che sono morti. Non si può pensare solo al proprio ombelico. Più che mai la pandemia ci fa capire che facciamo parte di una comunità che va amata e difesa nel suo insieme, oltre che nel particolare del proprio io”.

La scuola, che lei frequenta da sempre, ha un ruolo cruciale nell’integrazione?

“Certo. A scuola si impara a confrontarsi con chi non è della stessa famiglia, della stessa cultura, della stessa religione. È un esercizio di grande civiltà che può essere fatto solo in un ambiente neutro e paritario, democratico e gratuito come la scuola”.

Cosa pensa della prova che hanno dato gli studenti con la famosa Dad?

“In linea generale gli studenti hanno risposto con bravura e responsabilità. Certo, bisognava tenere conto di quei ragazzi di famiglie indigenti che non disponevano di computer o di spazi silenziosi. Ma penso che la scuola debba essere fatta in presenza. Soprattutto in un Paese come il nostro in cui i giovani tendono a rimanere in famiglia fino al matrimonio, e quindi manca il confronto con l’altro che non sia la famiglia”.

Sostiene che per migliorare la scuola occorra partire dagli insegnanti. Perché, ci sono insegnanti non vanno bene?

“Non ho detto che gli insegnanti non vanno bene, al contrario, dico che la scuola oggi si regge sulla buona volontà degli insegnanti perché come istituzione è stata trascurata. Sono tanti anni che non si investe sulla scuola. Non solo investimenti economici ma anche culturali ed etici”.

Signora Maraini: chi sono i giovani di oggi?
“Sono contraria alle generalizzazioni. Ci sono giovani viziati, narcisisti, predatori che credono di essere il centro dell’universo e fanno i bulli con grande chiasso, ma ci sono giovani – e sono la maggioranza – che studiano, si preparano, prendono sul serio la vita e si comportano da responsabili. I giornali spesso danno troppa importanza a quelli che fanno rumore e non si occupano dei tanti altri che, con lealtà e intelligenza, studiano e si comportano civilmente”.

È tollerabile che, in nome dell’integrazione, si accettino tradizioni che vìolino i diritti dei bambini?

“No, sinceramente non lo credo affatto. Chi vuole stare nel nostro Paese deve accettare le nostre regole e le nostre conquiste. Se vogliono tenere le loro abitudini religiose, benissimo, ma per quello che riguarda la preghiera e la fede. Per quanto riguarda le abitudini non possiamo accettare che si pratichino alcune tradizioni come quella della mutilazione sessuale, delle violenze, come la lapidazione –ancora praticata in certi Stati– contro le adultere, la discriminazione degli omosessuali, la poligamia…”.

E quali sono i princìpi su cui deve fondarsi il lavoro di integrazione?

“Per me una buona accoglienza deve essere accompagnata dalla richiesta del rispetto per le nostre leggi, per la nostra Costituzione e le nostre conquiste che riguardano i diritti civili”.

In questo periodo si sono verificati casi di violenza domestica sulle donne. Cosa fare?

“Creare consapevolezza. Per questo bisogna cominciare dalle scuole elementari a insegnare diritti civili e educazione agli affetti».

E gli uomini, oggi, secondo lei sono migliori o peggiori di ieri?

“Anche su questo non me la sento di generalizzare. Ci sono uomini impauriti dalle nuove libertà femminili, che si rifugiano nella arroganza e nella violenza. E ci sono uomini leali, coraggiosi e saggi che capiscono e accettano i cambiamenti e non si sentono offesi per la perdita di alcuni privilegi storici”.

Ha senso essere idealisti oggi?

“Più che mai. Il Paese soffre di sfiducia nel futuro e depressione, ha bisogno di un poco di autostima e di entusiasmo”.

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31 Gennaio 2023

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  • Stando alle ultime stime, in Italia vivono almeno 88mila donne vittima di mutilazioni genitali femminili, con tutti i gravi problemi fisici, funzionali, psicologici che ne derivano. In base ai dati diffusi dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa) e dall’Unicef, nel mondo ammonterebbero ad almeno 200 milioni donne e ragazze che hanno subito mutilazioni genitali. Nel 2023, circa 4,2 milioni di bambine e ragazze nel mondo sono a rischio di subire queste pratiche.

Attraverso la testimonianza di Ayaan Hirsi Ali, autrice de “L’infedele", proviamo a spiegare con le giuste parole in tutta la sua cruda realtà cosa racchiuda veramente:

“Mi afferrò e mi bloccò la parte superiore del corpo… Altre due donne mi tennero le gambe divaricate. L’uomo che era un cinconcisore tradizionale appartenente al clan dei fabbri, prese un paio di forbici. Con l’altra mano afferrò quel punto misterioso e cominciò a tirare… Sentii il rumore, come un macellaio che rifila il grasso da un pezzo di carne.”

Nella Giornata Internazionale contro le mutilazioni genitali femminili il presidente della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva-rigenerativa ed estetica Sicpre, il professor Francesco Stagno d’Alcontres, dichiara: 

“Spesso l’evento della mutilazione viene rimosso dai ricordi, mentre restano i dolori nei rapporti sessuali, le difficoltà nella minzione e durante il parto. La mutilazione genitale è un evento che modifica il corso della vita e noi lo dobbiamo contrastare sul piano della cultura e affrontare sul piano medico e scientifico”.

L’edizione 2023 del Summit Itinerante contro la mutilazioni genitali femminili, l’evento che si svolge in data odierna a Roma, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustininani, sede della Presidenza del Senato della Repubblica, vede il saluto di esponenti del Governo, la testimonianza di una vittima e la partecipazione di importanti personalità, tra cui gli esperti della chirurgia plastica italiana chiamati a raccolta dalla Sicpre.

Letizia Cini ✨

#lucenews #lucelanazione #giornatamutilazionigenitalifemminili #linfedele
  • "Vorrei ringraziare la comunità queer per il vostro amore e per aver inventato un genere". 👑

Con queste parole di ringraziamento, Queen Bay riscrive la storia dei Grammy Awards. Beyoncé ier sera ha battuto tutti i record: con la 32esima vittoria incassata, è la star più premiata della storia degli Oscar della musica.

Con altri quattro grammofoni d’oro, la star americana, icona mondiale e paladina dei diritti civili e della body positivity, ha così superato il primato del direttore d’orchestra Georg Solti scomparso nel ‘97 e che, fino a stanotte, era rimasto imbattuto per due decenni con 31 vittorie. Queen Bay ha voluto dedicare la vittoria alla comunità Lgbtq+.

#lucenews #lucelanazione #qn #beyoncé #grammyawards2023
  • Stava regalando libri alle ragazze quando è stato arrestato a Kabul, giovedì 3 febbraio. Ismail Mashal, un professore universitario afghano, 37 anni, in aperta critica con il bando posto dai Talebani all’istruzione femminile, andava in giro con un carretto pieno di volumi gratuiti che distribuiva a donne e bambine, quando le forze di sicurezza lo hanno accusato di “azioni provocatorie” dalle autorità che lo hanno portato in carcere. Lo riferisce la Bbc.

Alcuni testimoni hanno riferito che il professore è stato schiaffeggiato, preso a pugni e a calci dalle forze di sicurezza locali durante l’arresto. Tuttavia Abdul Haq Hammad, un funzionario del ministero dell’Informazione e della Cultura talebani, ha dichiarato che il docente è stato trattato bene mentre era in custodia. 

Mashal è salito alla ribalta dopo aver strappato i documenti accademici in diretta tv per protestare contro il divieto dei talebani all’istruzione universitaria e secondaria per le donne. Il video in diretta televisiva è diventato virale. 

Ex giornalista, il 37enne dirigeva un’università privata a Kabul, frequentata da 450 studentesse che seguivano i corsi di giornalismo, ingegneria e informatica, tutte discipline che il ministro dell’Istruzione afghano sosteneva non dovessero essere insegnate alle ragazze in quanto contrarie all’islam e la cultura afghana. Quando a dicembre i Talebani hanno annunciato che alle studentesse universitarie non sarebbe più stato permesso di tornare a studiare fino a nuovo ordine, il professor Mashal ha chiuso definitivamente la sua scuola, affermando che “l’istruzione o si offre a tutti o a nessuno“.

“L’unico potere che ho è la mia penna, anche se mi uccidono, anche se mi fanno a pezzi, non resterò in silenzio“, ha dichiarato il mese scorso il professore. Ha anche affermato che un maggior numero di uomini deve insorgere per protestare contro le restrizioni imposte alle donne. Durante il loro incontro a Kabul, Mahsal, padre di due figli, ha precisato che non temeva di essere arrestato o ucciso. Si è detto invece certo che alla fine i Talebani avrebbero cercato di metterlo a tacere, ma è rimasto convinto che fosse un prezzo onesto da pagare.

#lucenews #kabul
  • ✨"Sento ancora la vertigine". Si intitola così il primo documentario dedicato a Elodie, la bellissima e talentuosa cantante romana, che la prossima settimana sarà in gara al Festival di Sanremo. Affascinante e ironica, sensuale e pungente, ma anche fragile e con i piedi per terra: la 32enne si mostra a 360 gradi e senza filtri in un documento reale di quello che l
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