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Dalla Sicilia alla Toscana per sconfiggere la malattia: ogni piccolo gesto può essere importante

Nella settimana per la ricerca di Fondazione AIRC la testimonianza a Luce! di Carmela Spinello, 50enne della provincia di Agrigento venuta al Noa per battere il tumore

di MARIA NUDI -
13 novembre 2022
Carmela Spinello con il primario Andrea Mambrini

Carmela Spinello con il primario Andrea Mambrini

Da Ribera, la città famosa per l'ottima qualità delle arance e per il suo splendido mare, in una delle province più belle e ricche di storia del nostro Paese, Agrigento, alla Toscana, per la precisione all'ospedale delle Apuane, il Noa. Qui ha trovato terapie oncologiche all'avanguardia, protocolli sanitari frutto della ricerca medica nel settore, per curare la sua patologia. È la storia di Carmela Spinello.

v nella sua casa in Sicilia

In occasione della settimana per la ricerca di Fondazione AIRC, che da 25 anni con le donazioni di ciascuno di noi permette di raggiungere risultati sempre migliori e di regalare ai pazienti speranza, cure e una migliore qualità della vita, arriva come preziosa testimonianza il racconto di Carmela. Una cinquantenne che ama la vita, quella fatta di valori importanti come la famiglia, il lavoro, gli attimi vissuti fino in fondo. Moglie e madre, con un lavoro che amava in un laboratorio di analisi dal 2009, affronta la malattia oncologica alla mammella con coraggio, forza, determinazione. Un controllo di routine trasforma la sua vita: deve smettere di lavorare, ma non si perde d'animo. "Sono stata curata in Sicilia. Cure all'avanguardia. Ma la mia patologia è di quelle toste. Di quelle che se la ricerca non avesse fatto passi da gigante forse non sarei qui a raccontarla. Un tumore difficile, che sto guardando in faccia dal 2009 affiancata dalla mia famiglia, dalle persone che mi vogliono bene. L'intruso è tosto, ma anche io lo sono. Sono andata avanti tutti questi anni, grazie cure, terapie e la forza di apprezzare la vita anche per le piccole cose che spesso dimentichiamo o diamo per scontate, presi dalla frenesia", racconta Carmela con un tono di voce che nasce dal cuore. E aggiunge: "Fin da quando è iniziata questa sfida ho avuto la consapevolezza che la ricerca fosse una chiave di volta e, nel mio piccolo, ho sempre donato con la convinzione che fosse importante sostenere questa risorsa". Come è arrivata al Noa? "Grazie all'oncologo di Sciacca che mi ha in cura. Quando la malattia si affacciata in modo forte mi ha detto che all'ospedale delle Apuane c'era la possibilità di fare una terapia avanzata, quella locoregionale, e che era possibile grazie ai progressi nei percorsi oncologici. Il 29 settembre del 2021 sono arrivata al Noa. Qui ho trovato un reparto all'avanguardia e uno staff splendido. Professionalità e umanità. So che potrebbe sembrare retorico ma non lo è. Il primario Andrea Mambrini non considera i pazienti numeri ma persone, e così, nonostante la mia patologia sia tosta, le battaglie le sto vincendo tutte e questo è stato possibile grazie alla ricerca". Ha un sogno nel cassetto? "Me lo chiedono tutti, ma il mio sogno nel cassetto è molto semplice: vivere".

Carmela Spinello è arrivata dalla Sicilia al Noa, l'ospedale della Apuane, per curare il suo tumore con le terapie più all'avanguardia

Lei crede in Dio? "Sì, credo. E ho toccato con mano, in tutti questi anni, la forza che dà la fede. Sono stati anni difficili. Ma eccomi qui e sono felice. Ho accanto mia madre Paola, mio marito Alfonso, i mie figli. Sono circondata d'amore". Dove si vede tra 10 anni? "Mi immagino seduta sul divano accanto alla mia famiglia e magari nonna. E se tra 10 anni potrò raccontare la mia storia significa che è stato possibile grazie al progresso nella medicina. Una piccola donazione è un grande gesto. Se la mia storia è utile alla ricerca, al suo sostentamento, sono felice". Alla sua testimonianza si aggiungono le parole del primario Andrea Mambrini. "I risultati della ricerca, in particolar modo negli ultimi 10 anni, sono visibili, sono sotto gli occhi di tutti, sia in termini di guarigioni che in termini di qualità e di allungamento della vita. Sostenere la ricerca significa salvaguardare ciascuno di noi. Al Noa, ogni anno, curiamo circa una cinquantina di pazienti con le terapie locoregionali, che sono possibili grazie appunto al cammino e ai progressi della ricerca. La testimonianza di Carmela Spinello lo dimostra", conclude il medico.