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Home » Lifestyle » Dall’affitto negato “perché sposate” all’apertura di ben due locali. Giusy Dragotto e Martina Croci festeggiano il Pride lavorando

Dall’affitto negato “perché sposate” all’apertura di ben due locali. Giusy Dragotto e Martina Croci festeggiano il Pride lavorando

Un anno fa, alla firma del contratto, il proprietario negò l'affitto, perché contrario al loro stato civile. In un'altra città hanno vinto diffidenze e pettegolezzi con una cena in piazza contro l'omofobia e hanno aperto ben due locali. Quando inclusione ed accoglienza abbattono gli ostacoli

Maria Serena Quercioli
26 Giugno 2021
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Il ristorante bar pasticceria “Trono” di Migliana ha poco più di una settimana di vita e per Giusy Dragotto e Martina Croci è il miglior modo per festeggiare il Pride 2021. E’ la loro conquista dei diritti, quello di lavorare insieme nel locale che hanno scelto. “Purtroppo quest’anno – spiegano – a causa dei lavori, allestimento e apertura del locale e la partenza della stagione estiva, non siamo riuscite a organizzare nulla a Migliana, per il Pride. L’accoglienza in paese è stata però veramente buona. Non abbiamo riscontrato problemi, considerato che siamo in un borgo di montagna…”.

 

“Siete sposate? Niente affitto”

Giusy, 38 anni e Martina, 32 anni si sono sposate nel 2017 a Signa e allo scorso anno risalgono le vicissitudini per aprire un ristorante a Empoli. Entrambe lavorano da anni nel settore della ristorazione e hanno un’esperienza consolidata. Nel 2019 decisero di lasciare il lavoro dipendente e mettersi in proprio e individuarono un locale a Empoli. Il proprietario del fondo quando venne a conoscenza che erano sposate si rifiutò di firmare il contratto d’affitto e Martina e Giusy lo scoprirono proprio nell’ufficio al momento della firma. Una beffa e una umiliazione che non si sarebbero mai aspettate. Così, sempre nel 2019, seppur cariche di delusione per una discriminazione sessuale che non avrebbero potuto ufficialmente dimostrare, si orientarono su Prato: trovarono un l locale nella zona di Coiano e aprirono una rosticceria e la loro cucina espressa, contaminazione di Toscana ed Emilia Romagna, regione da dove proviene Giusy, ha conquistato il palato del quartiere.

 

Dalle battutacce alla cena in piazza

Non tutto all’inizio è filato liscio perché la rosticceria San Martino sorge di fianco alla casa del popolo e così fra sussurri e battute i frequentatori più anziani manifestavano di non gradire la loro presenza. Così la coppia decise di reagire e grazie al sostegno di Arci Gay, Arci Lesbica Prato e dei Giovani Democratici organizzarono una cena in piazza contro l’omofobia. Parteciparono gli amministratori, fra cui il sindaco Matteo Biffoni e tutto si è stemperato, tanto che il loro negozio è diventato un punto di riferimento. “Scopo della cena – ricordano Giusy e Martina – era proprio abbattere i pregiudizi dell’omofobia. Il sindaco si è preso a cuore l’idea di parlare del rispetto dei diritti di uomini e donne”. Nei mesi del primo lockdown nel 2020, la rosticceria si è anche “reinventata” togliendo tavoli e sedie per fare spazio alla vendita di generi alimentari, per offrire un servizio in più agli anziani del quartiere e a chi aveva paura di andare al supermercato in quanto luogo affollato e hanno fatto consegne a domicilio.

Giusy e Martina con Marco Ravaioli ed Emanuele Bresci

Il Pride festeggiato in anticipo

Poi la ripresa che nel piccolo commercio è comunque lenta e allora ecco il progetto di un vero ristorante. Questo risto-bar ha riportato a nuovo splendore il bar della piazza della Chiesa a Migliana. E’ rimasto anche il nome “Trono” che era il precedente e il locale è stato completamente rinnovato.  “L’occasione si è presentata – racconta Giusy – grazie ad un fornitore in comune.  Purtroppo, non aveva nessuno per risollevarlo e la nostra idea gli è piaciuta subito: siamo bar-pasticceria, hamburgheria e ristorante con menu stagionale. Ovviamente non ha fatto nessun problema sul nostro stato civile”. Martina è la cuoca professionista e sarà affiancata dal nipote di Giusy, Paolo di 25 anni specializzato in dolci. “Il nostro menu – aggiungono – è basato solo su prodotti di Migliana e della Val Bisenzio e seguirà le stagioni. “In questo progetto abbiamo investito tutti i nostri risparmi perché è fondamentale innovarsi”. Con il risto-bar “Trono” si è realizzato il sogno di Giacomo di veder rivivere il locale di famiglia ma anche quello di Giusy e Martina di aprire un ristorante. Nel giorno del Pride Giusy e Martina lavorano e sperano di farlo senza un attimo di respiro. I festeggiamenti li hanno anticipati alla domenica precedente, quando salirono a pranzo nel loro nuovo locale Marco Ravaioli ed Emanuele Bresci, di Arci Gay Prato e altri amici: “Oltre che attivisti – dice Giusy – Marco ed Emanuele per me sono ormai una seconda famiglia ecco perché ci tengo molto alla loro presenza”

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Il ristorante bar pasticceria “Trono” di Migliana ha poco più di una settimana di vita e per Giusy Dragotto e Martina Croci è il miglior modo per festeggiare il Pride 2021. E' la loro conquista dei diritti, quello di lavorare insieme nel locale che hanno scelto. “Purtroppo quest’anno – spiegano – a causa dei lavori, allestimento e apertura del locale e la partenza della stagione estiva, non siamo riuscite a organizzare nulla a Migliana, per il Pride. L’accoglienza in paese è stata però veramente buona. Non abbiamo riscontrato problemi, considerato che siamo in un borgo di montagna…”.  

"Siete sposate? Niente affitto"

Giusy, 38 anni e Martina, 32 anni si sono sposate nel 2017 a Signa e allo scorso anno risalgono le vicissitudini per aprire un ristorante a Empoli. Entrambe lavorano da anni nel settore della ristorazione e hanno un'esperienza consolidata. Nel 2019 decisero di lasciare il lavoro dipendente e mettersi in proprio e individuarono un locale a Empoli. Il proprietario del fondo quando venne a conoscenza che erano sposate si rifiutò di firmare il contratto d'affitto e Martina e Giusy lo scoprirono proprio nell'ufficio al momento della firma. Una beffa e una umiliazione che non si sarebbero mai aspettate. Così, sempre nel 2019, seppur cariche di delusione per una discriminazione sessuale che non avrebbero potuto ufficialmente dimostrare, si orientarono su Prato: trovarono un l locale nella zona di Coiano e aprirono una rosticceria e la loro cucina espressa, contaminazione di Toscana ed Emilia Romagna, regione da dove proviene Giusy, ha conquistato il palato del quartiere.  

Dalle battutacce alla cena in piazza

Non tutto all'inizio è filato liscio perché la rosticceria San Martino sorge di fianco alla casa del popolo e così fra sussurri e battute i frequentatori più anziani manifestavano di non gradire la loro presenza. Così la coppia decise di reagire e grazie al sostegno di Arci Gay, Arci Lesbica Prato e dei Giovani Democratici organizzarono una cena in piazza contro l'omofobia. Parteciparono gli amministratori, fra cui il sindaco Matteo Biffoni e tutto si è stemperato, tanto che il loro negozio è diventato un punto di riferimento. “Scopo della cena – ricordano Giusy e Martina - era proprio abbattere i pregiudizi dell’omofobia. Il sindaco si è preso a cuore l’idea di parlare del rispetto dei diritti di uomini e donne”. Nei mesi del primo lockdown nel 2020, la rosticceria si è anche “reinventata” togliendo tavoli e sedie per fare spazio alla vendita di generi alimentari, per offrire un servizio in più agli anziani del quartiere e a chi aveva paura di andare al supermercato in quanto luogo affollato e hanno fatto consegne a domicilio.
Giusy e Martina con Marco Ravaioli ed Emanuele Bresci

Il Pride festeggiato in anticipo

Poi la ripresa che nel piccolo commercio è comunque lenta e allora ecco il progetto di un vero ristorante. Questo risto-bar ha riportato a nuovo splendore il bar della piazza della Chiesa a Migliana. E' rimasto anche il nome “Trono” che era il precedente e il locale è stato completamente rinnovato.  “L'occasione si è presentata – racconta Giusy – grazie ad un fornitore in comune.  Purtroppo, non aveva nessuno per risollevarlo e la nostra idea gli è piaciuta subito: siamo bar-pasticceria, hamburgheria e ristorante con menu stagionale. Ovviamente non ha fatto nessun problema sul nostro stato civile”. Martina è la cuoca professionista e sarà affiancata dal nipote di Giusy, Paolo di 25 anni specializzato in dolci. “Il nostro menu – aggiungono – è basato solo su prodotti di Migliana e della Val Bisenzio e seguirà le stagioni. "In questo progetto abbiamo investito tutti i nostri risparmi perché è fondamentale innovarsi”. Con il risto-bar “Trono” si è realizzato il sogno di Giacomo di veder rivivere il locale di famiglia ma anche quello di Giusy e Martina di aprire un ristorante. Nel giorno del Pride Giusy e Martina lavorano e sperano di farlo senza un attimo di respiro. I festeggiamenti li hanno anticipati alla domenica precedente, quando salirono a pranzo nel loro nuovo locale Marco Ravaioli ed Emanuele Bresci, di Arci Gay Prato e altri amici: “Oltre che attivisti – dice Giusy – Marco ed Emanuele per me sono ormai una seconda famiglia ecco perché ci tengo molto alla loro presenza”
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