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Home » Lifestyle » Il figlio di Elio dal Concertozzo di Bergamo: “Sono autistico e ne vado fiero”

Il figlio di Elio dal Concertozzo di Bergamo: “Sono autistico e ne vado fiero”

Dante Belisari, 12 anni, è salito sul palco prima dello show del padre organizzato con il Trio Medusa e Radio Deejay

Marianna Grazi
18 Luglio 2022
Dante Belisari autismo

Dante Belisari, figlio del cantante Elio, sul palco del Concertozzo a Bergamo

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“Sono autistico e ne vado fiero”. Dante Belisari non ha paura dei giudizi del pubblico accorso all’Arena Fiera di Bergamo: ha solo 12 anni ma ha affrontato da vero figlio d’arte la folla che si è riunita sabato per lo show del padre, il celebre cantante Elio, con la sua band, le storie Tese, di nuovo insieme per il Concertozzo, una serata organizzata con il Trio Medusa e Radio Deejay, che ha visto anche la partecipazione dell’organizzazione umanitaria internazionale Cesvi.

Il ragazzo anzi, senza esitazione ma con grandi sorrisi e saluti ai fan accorsi, ha affrontato l’emozione del palco, vere e proprie luci della ribalta per svelare un lato personale di sé di cui si dice assolutamente orgoglioso. A dare il là a quella bellissima e potente affermazione è stato Nico Acampora, creatore di PizzAut, una pizzeria gestita da ragazzi autistici, che è salito sul palco accompagnato da due dipendenti e proprio da Belisari. Acampora ha raccontato al pubblico presente che quei ragazzi, come i tanti altri coinvolti in Pizzaut “attraverso il lavoro hanno scoperto altre caratteristiche della loro vita“. La parola e il microfono sono poi passati al “mio aiutante Dante, un grande uomo”, il quale senza timore si è rivolto ai presenti salutandoli con grande energia. “Ciao Bergamo, fatevi sentire” ha urlato il 12enne come una star, prima di presentarsi alla folla: “Il mio nome è Dante, il cognome è Belisari ma, vabbè, a nessuno interessa, e sì, sono autistico e ne vado fiero“, ha aggiunto. “Godetevi lo spettacolo, vi lascio in pace, ma per favore rispettate tutte le persone autistiche“, ha concluso il figlio d’arte, prima di ricordare a tutti che “la terra dei cachi è la terra dei cachi”.

Elio sull’autismo del figlio Dante

Elio
Elio sul palco del Concertozzo, all’Arena Fiera di Bergamo

Era stato lo stesso Elio, anni fa, a svelare che suo figlio Dante, nato nel 2009, è autistico. Più volte, poi, è tornato sull’argomento, anche per supportare la stessa PizzAut, primo ristorante europeo interamente gestito da autistici che ha già due locali attivi, a Cassina e a Monza. Se non è facile avere a che fare con una persona, con un figlio, a cui viene diagnosticato l’autismo – che ricordiamo non è una malattia! – le difficoltà iniziano però proprio dal riconoscimento di questa ‘condizione’, spesso tardivo e motivo di sofferenze e problemi.  Come il 60enne ha specificato in un’intervista al Corriere della Sera, la famiglia era stata però fortunata perché il ragazzo aveva ricevuto una diagnosi precoce grazie al raffronto con lo sviluppo cognitivo del fratello gemello Ulisse. “Ci dicevano che bisognava aspettare i 3 anni ma già a un anno i segnali possono essere tanti – aveva spiegato l’artista –. Il problema è che esistono poche figure specializzate in grado di intercettarli, per intervenire al più presto”.

Se il ruolo principale e fondamentale rimane, soprattutto in tenera età, quello dei genitori, per i ragazzi autistici mancano, nel nostro Paese, precisi riferimenti e supporti all’interno delle istituzioni, a partire dalla scuola: “Anche ora che Dante ha 12 anni, dobbiamo noi da casa guidare gli insegnanti di sostegno. Esiste una terapia comportamentale che aiuta ragazzi e ragazze autistici a essere inclusi e costruirsi le armi per vivere una vita autonoma e indipendente – precisa Elio al Corriere –. Ma nelle scuole non ci sono le competenze. Penso anche che stiamo lasciando indietro potenziali uomini e donne che domani potrebbero pagare le tasse, piuttosto che essere un costo”.

Elio e le Storie Tese al ‘Concertozzo’ a Bergamo

Perché l’autismo non può né deve essere un motivo di biasimo o creare problematiche che sembrano insormontabili per mancanza di conoscenze e perché piuttosto che affrontare la questione è più facile affidarsi alle credenze comuni. E se a ricordarcelo è un ragazzino di 12 anni che sale su un palco chiedendo rispetto e urlando “Sono fiero di essere autistico” vuol dire che le cose, piano piano, possono cambiare: in meglio, speriamo. 

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  • “I nostri animali rischiano una fine orribile.”

La scure del Tar del Lazio ha infranto le speranze della “Sfattoria degli Ultimi”, centoncinquanta tra maiali e cinghiali rischiano di morire. 

L’8 agosto l’Asl 1 ha notificato alla Sfattoria la decisione di abbattimento degli animali perché si trovano nella cosiddetta "zona rossa"(ovvero zona infetta in relazione alla peste suina africana) che comprende tutto il territorio romano. L’associazione ha contestato la decisione, sostenendo che essendo animali Dpa (ovvero non destinato alla produzione di alimenti) e quindi da affezione, non possono essere abbattuti secondo legge. Il Tar però “ha rigettato la richiesta di sospensiva urgente e per questo l’ordinanza di abbattimento può diventare esecutiva”. 

Anche il commissario nominato per l’emergenza, Angelo Ferrari, ha ritenuto non accoglibile la richiesta di non procedere all’abbattimento dei suini in questione perché, secondo quanto riferito dall’Asl, le strutture che ospitano gli animali sono state occupate abusivamente e gli animali non sono tracciati e non ci sono certificazioni di provenienza. Accuse respinte al mittente dalla Sfattoria.

Numerosi gli appelli a sostegno della Sfattoria a cominciare dalla petizione su change.org. Ma anche quelle di altre associazioni come Enpa, Leidaa, Lndc e Oipa che annunciano una dura battaglia legale con l’intenzione di trasformare la richiesta di sospensiva in ricorso ordinario. E gli appelli di supporto misti allo sdegno si sono diffusi anche via social dove centinaia di utenti hanno “urlano" contro la decisione dell’azienda sanitaria. 

#lucenews #lucelanazione #sfattoriadegliultimi #salviamoglianimali #protezioneanimali
  • Buone notizie per i neogenitori. Scattano da oggi, 13 agosto, le nuove regole sui congedi parentali previste dal decreto 105/2022. 🔻

La novità più importante è l’introduzione del congedo di paternità obbligatorio di 10 giorni al 100% della retribuzione (in precedenza erano solo 5), che sostituisce il congedo obbligatorio del padre e il congedo facoltativo del padre. 

Tale congedo sarà accessibile dal padre lavoratore dipendente tra i due mesi precedenti e i cinque successivi alla nascita, anche in caso di morte perinatale del bambino. I giorni di congedo possono essere sovrapposti anche a quelli della madre lavoratrice (pari a 5 mesi) e, in caso di parto gemellare, la durata del congedo è aumentata a 20 giorni lavorativi.

Oltre a questi 10 giorni obbligatori e completamente pagati, entrambi i genitori con figli di età inferiore ai 12 anni avranno diritto a un ulteriorecongedo facoltativo della durata di tre mesi con un’indennità del 30% dello stipendio. Tale congedo non è trasferibile da un genitore all’altro. I genitori hanno anche diritto, in alternativa tra loro, ad un ulteriore periodo di congedo della durata complessiva di tre mesi, per i quali spetta sempre un’indennità del 30% della retribuzione. 

Al genitore solo, sono riconosciuti 11 mesi continuativi o frazionati, di congedo parentale, di cui 9 mesi (e non più 6 mesi) indennizzabili al 30% della retribuzione.

I limiti massimi restano invariati per entrambi i genitori: 6 mesi per la madre e 6 per il padre (elevabili a 7 mesi nel caso in cui si astenga per un periodo intero o frazionato non inferiore a 3 mesi) per ogni figlio. 

Di Nicolò Guelfi ✍

#lucenews #lucelanazione #congedoparentale #maternitàepaternitàaconfronto #genitorifigli
  • Un episodio orribile quello accaduto a Salerno dove due donne lesbiche sono state accoltellate dal padre di una di loro. Le due giovani hanno deciso di denunciare il fatto ai carabinieri e la vicenda è stata resa nota dal consigliere regionale campano di Europa Verde Francesco Borrelli, che ha parlato di “storia folle e agghiacciante”.

La vicenda è iniziata quando le due ragazze, Francesca e Immacolata, la prima 39enne di Crotone e la seconda 23enne della provincia di Napoli, sono arrivate a Salerno per lavorare; nel capoluogo campano sono state ospitate a casa di una parente di Immacolata, il teatro dell’aggressione. 

“Mio padre ci ha detto ‘Voglio fare 30 anni di carcere: volete morire insieme? È arrivato il momento’ e poi ci ha colpito. Mia madre ha assistito all’aggressione e non ha fermato mio padre, anzi ha provato a bloccarci mentre scappavamo”, ha raccontato la più giovane. 

“Entrambe abbiamo riportato qualche ferita, ma siamo riuscite a scappare. Fino alle 5 del mattino però mio padre ci ha inseguite e minacciate. Abbiamo chiamato il 112 e i carabinieri sono intervenuti accompagnandoci nel nostro domicilio di Salerno per fare le valigie e tornare poi a Crotone in sicurezza. Lui a oggi nega tutto, ma abbiamo le prove di quello che ha fatto”, ha raccontato Immacolata.

Le due ragazze sono quindi tornate in Calabria e si sono anche recate al Pronto Soccorso dell’ospedale di Crotone per farsi medicare, sul corpo avevano numerose escoriazioni e ferite lievi di arma da taglio. 

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"Sono autistico e ne vado fiero". Dante Belisari non ha paura dei giudizi del pubblico accorso all'Arena Fiera di Bergamo: ha solo 12 anni ma ha affrontato da vero figlio d'arte la folla che si è riunita sabato per lo show del padre, il celebre cantante Elio, con la sua band, le storie Tese, di nuovo insieme per il Concertozzo, una serata organizzata con il Trio Medusa e Radio Deejay, che ha visto anche la partecipazione dell'organizzazione umanitaria internazionale Cesvi. Il ragazzo anzi, senza esitazione ma con grandi sorrisi e saluti ai fan accorsi, ha affrontato l'emozione del palco, vere e proprie luci della ribalta per svelare un lato personale di sé di cui si dice assolutamente orgoglioso. A dare il là a quella bellissima e potente affermazione è stato Nico Acampora, creatore di PizzAut, una pizzeria gestita da ragazzi autistici, che è salito sul palco accompagnato da due dipendenti e proprio da Belisari. Acampora ha raccontato al pubblico presente che quei ragazzi, come i tanti altri coinvolti in Pizzaut "attraverso il lavoro hanno scoperto altre caratteristiche della loro vita". La parola e il microfono sono poi passati al "mio aiutante Dante, un grande uomo", il quale senza timore si è rivolto ai presenti salutandoli con grande energia. "Ciao Bergamo, fatevi sentire" ha urlato il 12enne come una star, prima di presentarsi alla folla: "Il mio nome è Dante, il cognome è Belisari ma, vabbè, a nessuno interessa, e sì, sono autistico e ne vado fiero", ha aggiunto. "Godetevi lo spettacolo, vi lascio in pace, ma per favore rispettate tutte le persone autistiche", ha concluso il figlio d'arte, prima di ricordare a tutti che "la terra dei cachi è la terra dei cachi".

Elio sull'autismo del figlio Dante

Elio
Elio sul palco del Concertozzo, all'Arena Fiera di Bergamo
Era stato lo stesso Elio, anni fa, a svelare che suo figlio Dante, nato nel 2009, è autistico. Più volte, poi, è tornato sull'argomento, anche per supportare la stessa PizzAut, primo ristorante europeo interamente gestito da autistici che ha già due locali attivi, a Cassina e a Monza. Se non è facile avere a che fare con una persona, con un figlio, a cui viene diagnosticato l'autismo – che ricordiamo non è una malattia! – le difficoltà iniziano però proprio dal riconoscimento di questa 'condizione', spesso tardivo e motivo di sofferenze e problemi.  Come il 60enne ha specificato in un'intervista al Corriere della Sera, la famiglia era stata però fortunata perché il ragazzo aveva ricevuto una diagnosi precoce grazie al raffronto con lo sviluppo cognitivo del fratello gemello Ulisse. "Ci dicevano che bisognava aspettare i 3 anni ma già a un anno i segnali possono essere tanti – aveva spiegato l'artista –. Il problema è che esistono poche figure specializzate in grado di intercettarli, per intervenire al più presto". Se il ruolo principale e fondamentale rimane, soprattutto in tenera età, quello dei genitori, per i ragazzi autistici mancano, nel nostro Paese, precisi riferimenti e supporti all'interno delle istituzioni, a partire dalla scuola: "Anche ora che Dante ha 12 anni, dobbiamo noi da casa guidare gli insegnanti di sostegno. Esiste una terapia comportamentale che aiuta ragazzi e ragazze autistici a essere inclusi e costruirsi le armi per vivere una vita autonoma e indipendente – precisa Elio al Corriere –. Ma nelle scuole non ci sono le competenze. Penso anche che stiamo lasciando indietro potenziali uomini e donne che domani potrebbero pagare le tasse, piuttosto che essere un costo".
Elio e le Storie Tese al 'Concertozzo' a Bergamo
Perché l'autismo non può né deve essere un motivo di biasimo o creare problematiche che sembrano insormontabili per mancanza di conoscenze e perché piuttosto che affrontare la questione è più facile affidarsi alle credenze comuni. E se a ricordarcelo è un ragazzino di 12 anni che sale su un palco chiedendo rispetto e urlando "Sono fiero di essere autistico" vuol dire che le cose, piano piano, possono cambiare: in meglio, speriamo. 
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