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"Discriminata e demansionata sul lavoro perché unita civilmente alla collega": cita in tribunale sindaca, vicesindaco e assessore

di LUDOVICA CRISCITIELLO -
5 ottobre 2021
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"Discriminata in ufficio perché omosessuale". Succede a Calcinato, provincia di Brescia, proprio nella sede dell’amministrazione comunale dove fino a poco tempo fa, e per ben undici anni, Federica Lombardo occupava la posizione di capoarea dell’ufficio tecnico comunale. È proprio lei a rivolgere questa pesante accusa alla giunta comunale, a maggioranza leghista, denunciando il sindaco Nicoletta Maestri, il vicesindaco Mirco Cinquetti e l’assessore alla sicurezza Stefano Vergano. Rei di non averle rinnovato l’incarico secondo leiper causel egate al  suo orientamento sessuale. C'è di più: un anno fa Federica ha deciso di unirsi civilmente alla sua compagna Luisa Zampiceni, comandante della polizia locale intercomunale di Calcinato, Bedizzole e Lonato. Dopo il 26 novembre ci sarà la pronuncia del giudice del lavoro per accertare la natura discriminatoria dell’atto in ragione dell’orientamento sessuale e annullare la delibera della giunta che le ha tolto la responsabilità di quell’ufficio.

I fatti

"La posizione in questione – spiega a Luce! l’avvocato Massimo Pallini dello studio Ichino Brugnatelli che assiste Lombardo nella causa - viene rinnovata di anno in anno e così è stato per ben undici anni anche perché Federica Lombardo non ha mai dato problemi e le valutazioni sul suo operato di dirigente sono sempre state ottime". Poi lo scorso anno lei decide di fare outing e annunciare l’imminente unione civile con Luisa Zampiceni che si celebra a giugno 2020. Da allora secondo il racconto qualcosa comincia a cambiare perché molti membri della giunta iniziano ad assumere atteggiamenti poco piacevoli nei suoi confronti. Fino alla decisione finale di alcuni giorni fa di non rinnovarle l’incarico come capoarea dell’ufficio tecnico comunale.

Il retroscena

Ma facciamo un passo indietro. «Prima che succedesse questo – racconta Pallini – l’assessore all’ambiente aveva chiesto al comandante della polizia municipale Luisa Zampiceni, nonché "moglie" della Lombardo - di creare un nucleo di polizia ambientale. Dato che c’era bisogno di competenze di carattere amministrativo elevate, Zampiceni fa il nome di Federica Lombardo come possibile responsabile del nucleo. Lombardo dà la propria disponibilità. La giunta però rifiuta la nomina, adducendo l'inopportunità che due persone, unite civilmente, lavorino nello stesso ufficio". Fin qui niente di male. "l problema vero è che la giunta, a un mese di distanza, ha strumentalizzato questa vicenda per non rinnovarle l’incarico come capo dell’area tecnica - continua l’avvocato – e quando Lombardo ha chiesto spiegazioni le è stato risposto che la decisione non era di natura discriminatoria, ma legata al fatto che lei aveva già manifestato la volontà di accettare un altro incarico".

La battaglia

Una vicenda dolorosa, diventata di dominio pubblico, per l’ex dirigente che è rimasta come dipendente al Comune ma si è vista retrocedere «non nell’inquadramento perché è vietato dalla legge,  ma nelle mansioni effettive: essendole stata tolta la responsabilità di quell’ufficio ha perso di conseguenza anche l’indennità legata a quella posizione con risvolti più che negativi in termini economici". Ecco perché Lombardo ha deciso di fare causa. Tra l’altro anche la moglie Luisa Zampiceni ha iniziato ad avere problemi sul posto di lavoro. "Le sono state elevate una serie infinita di contestazioni disciplinari. C’è stato un tentativo di allontanarla, ma poiché la polizia municipale è gestita da un consorzio composto da tre Comuni ogni decisione deve essere presa da tutti i sindaci e in questo caso gli altri due non hanno acconsentito a esautorarla". Si attende il 26 novembre per le conclusioni degli avvocati. Nei giorni successivi il giudice depositerà la sentenza.