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Home » Lifestyle » Disturbi alimentari, benvenuti nel drammatico mondo dell’adolescenza

Disturbi alimentari, benvenuti nel drammatico mondo dell’adolescenza

“Settimana Lilla”: in Lombardia fino al 15 marzo una serie di eventi per sensibilizzare sul tema. Anoressia e bulimia "problemi di salute pubblica di notevole interesse"

Caterina Ceccuti
9 Marzo 2023
Una scena di "Fino all’osso", il film sui disturbi alimentari, interpretato da Lily Collins

Una scena di "Fino all’osso", il film sui disturbi alimentari, interpretato da Lily Collins

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Il proprio corpo: in un adolescente, ma anche in un adulto e, purtroppo, talvolta in un bambino, può trasformarsi in un nemico odiato e temuto. Troppo basso, troppo alto, troppo grasso, troppo poco appariscente o popolare. Il corpo può essere il mezzo con cui una persona manifesta al mondo il proprio disagio o il bisogno disperato di attenzione e di affetto. Allora, questo corpo inadeguato, troppo stretto per contenere ciò che vorremmo essere ma non possiamo, dà origine a quella che ormai viene considerata una vera e propria emergenza sociale – sanitaria, nonché una delle principali cause di morte in adolescenza: la questione dei disturbi alimentari. Stiamo parando di patologie psichiatriche che insorgono prevalentemente tra i 12 e i 18 anni, con una tendenza a cronicizzarsi nel corso del tempo, considerato anche il pericoloso periodo dell’occultamento dei segnali di allarme e dei sintomi. Il risultato è che le richieste d’aiuto ai servizi psichiatrici territoriali arrivano spesso molto in ritardo, troppo, quando ormai a situazione è diventata cronica. È allora che i reparti di Neuro Psichiatria infantile degli ospedali di tutto il mondo si riempiono di adolescenti, poco più che bambine, che si aggirano per i corridoi ridotte pelle e ossa, con una flebo nella vena o un sondino per l’alimentazione forzata nel naso. Una situazione che ha un drammatico bisogno di essere cambiata, perché troppo spesso si risolve in gravi danni per il malato, che ne condizioneranno l’esistenza intera.

“Settimana Lilla”: in Lombardia, fino al 15 marzo, una serie di eventi per sensibilizzare sul tema dei disturbi alimentari
“Settimana Lilla”: in Lombardia, fino al 15 marzo, una serie di eventi per sensibilizzare sul tema dei disturbi alimentari

Proprio allo scopo di sensibilizzare e di educare la popolazione alle tematiche dei disturbi alimentari nasce il progetto Settimana Lilla, in programma fino al 15 marzo, da un’idea di diverse associazioni e fondazioni operanti in Lombardia nel campo dei disturbi alimentari, guidati da Fondazione Maria Bianca Corno ETS (www.fondazionemariabiancacorno.org). Una settimana dedicata alla promozione di attività gratuite rivolte alla cittadinanza, alle famiglie, alle scuole, alle società sportive e ai professionisti della salute mentale nel territorio regionale e su internet. Gli eventi del progetto (webinar, laboratori, spettacoli, incontri e lezioni) riguarderanno le principali tematiche dei disturbi alimentari: il corpo nel suo insieme (corporeità, sviluppo psico-corporeo in adolescenza, immagine corporea); l’alimentazione e il cibo (dalla nutrizione alle condotte alimentari e alle diete); la consapevolezza e lo sviluppo emotivo-affettivo. Di particolare interesse sarà il convegno ECM con Regione Lombardia dal titolo “Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione: la Rete, un valore da potenziare” – in programma sabato 11 marzo – in collaborazione con l’Associazione Nutrimente di Milano e Spazio IRIS, per favorire un momento di riflessione condivisa tra professionisti e cittadini sul ruolo della famiglia e della rete dei servizi sanitari dedicati alla cura dei disturbi alimentari.

I disturbi dell’alimentazione sono patologie psichiatriche gravi, che determinano elevati livelli di sofferenza nel paziente e nei suoi familiari
I disturbi dell’alimentazione sono patologie psichiatriche gravi, che determinano elevati livelli di sofferenza nel paziente e nei suoi familiari

“La situazione epidemiologica nazionale conferma che sia l’anoressia nervosa che la bulimia nervosa sono un problema di salute pubblica di notevole interesse – spiegano gli organizzatori -. Secondo un rapporto canadese, dal 1987 le ospedalizzazioni per un disturbo alimentare sono aumentate del 34% per la popolazione giovanile sotto ai 15 anni e del 29% per la popolazione tra i 15 e 24 anni. Queste patologie psichiatriche risultano particolarmente diffuse nella popolazione femminile, con un rapporto di 1 a 6 e 1 a 10 rispetto agli uomini, e si stima che circa il 3% delle donne abbiano avuto disturbi alimentari durante la propria vita. In Italia, gli studi scientifici evidenziano una prevalenza dello 0.2-0.8% per l’anoressia e dell’1-5% per la bulimia, con un’età di esordio tipicamente adolescenziale. A tal riguardo, l’importanza di interventi precoci è raccomandata anche nelle linee-guida internazionali (NICE, 2017; Haute Autorité de Santé, 2010), che evidenziano la necessità di considerare la patologia nel suo complesso utilizzando un approccio multidisciplinare, multidimensionale e partecipativo. In generale, la famiglia e le altre agenzie educative (scuole, associazioni sportive, oratori) risultano essere i primi soggetti a dover fronteggiare situazioni complesse – talvolta addirittura critiche – legate a tali disturbi, ma con una limitata conoscenza e con una difficoltà nell’identificazione dei servizi specifici. Inoltre, la recente pandemia da Covid-19 ha ulteriormente amplificato la fragilità di questa popolazione clinica, amplificandone la sintomatologia psichiatrica e aumentandone i ricoveri ospedalieri”.

Dopo la pandemia, si registrano casi in aumento di disturbi alimentari
Dopo la pandemia, si registrano casi in aumento di disturbi alimentari

Nei percorsi di cura diventa dunque fondamentale l’integrazione tra le agenzie della rete dei servizi sanitari (ambulatori, centri diurni, comunità residenziali, ospedali) e le associazioni di professionisti e di familiari che si dedicano alla prevenzione e all’educazione delle famiglie sul territorio. “Recentemente, l’attenzione sociale verso questa popolazione clinica è stata evidenziata dalle azioni in ambito politico atte alla promozione e al miglioramento dei percorsi di cura dedicati a pazienti con disturbi dell’alimentazione/nutrizione e alle loro famiglie (stiamo parlando del DGR 7357 – 21/11/2022 – ‘Piano regionale biennale di attività per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione’ della Regione Lombardia) e con l’istituzione della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla il giorno 15 marzo, dal 2012 – dicono ancora gli organizzatori -. Ma per raggiungere e informare il maggior numero possibile di persone tra professionisti sanitari, familiari e cittadinanza, le associazioni coinvolte hanno organizzato iniziative online e in presenza, iniziative sul territorio, eventi scientifici, sportelli d’ascolto, banchetti informativi e eventi in collaborazione con l’Università degli Studi di Bergamo. L’intento e la speranza sono quelli di prevenire condizioni critiche e di formare la popolazione adulta che ruota intorno alla persona adolescente sull’identificazione dei segnali d’insorgenza dei disturbi alimentari”.

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
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“Settimana Lilla”: in Lombardia, fino al 15 marzo, una serie di eventi per sensibilizzare sul tema dei disturbi alimentari
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Proprio allo scopo di sensibilizzare e di educare la popolazione alle tematiche dei disturbi alimentari nasce il progetto Settimana Lilla, in programma fino al 15 marzo, da un'idea di diverse associazioni e fondazioni operanti in Lombardia nel campo dei disturbi alimentari, guidati da Fondazione Maria Bianca Corno ETS (www.fondazionemariabiancacorno.org). Una settimana dedicata alla promozione di attività gratuite rivolte alla cittadinanza, alle famiglie, alle scuole, alle società sportive e ai professionisti della salute mentale nel territorio regionale e su internet. Gli eventi del progetto (webinar, laboratori, spettacoli, incontri e lezioni) riguarderanno le principali tematiche dei disturbi alimentari: il corpo nel suo insieme (corporeità, sviluppo psico-corporeo in adolescenza, immagine corporea); l’alimentazione e il cibo (dalla nutrizione alle condotte alimentari e alle diete); la consapevolezza e lo sviluppo emotivo-affettivo. Di particolare interesse sarà il convegno ECM con Regione Lombardia dal titolo “Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione: la Rete, un valore da potenziare” - in programma sabato 11 marzo - in collaborazione con l’Associazione Nutrimente di Milano e Spazio IRIS, per favorire un momento di riflessione condivisa tra professionisti e cittadini sul ruolo della famiglia e della rete dei servizi sanitari dedicati alla cura dei disturbi alimentari.
I disturbi dell’alimentazione sono patologie psichiatriche gravi, che determinano elevati livelli di sofferenza nel paziente e nei suoi familiari
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“La situazione epidemiologica nazionale conferma che sia l’anoressia nervosa che la bulimia nervosa sono un problema di salute pubblica di notevole interesse - spiegano gli organizzatori -. Secondo un rapporto canadese, dal 1987 le ospedalizzazioni per un disturbo alimentare sono aumentate del 34% per la popolazione giovanile sotto ai 15 anni e del 29% per la popolazione tra i 15 e 24 anni. Queste patologie psichiatriche risultano particolarmente diffuse nella popolazione femminile, con un rapporto di 1 a 6 e 1 a 10 rispetto agli uomini, e si stima che circa il 3% delle donne abbiano avuto disturbi alimentari durante la propria vita. In Italia, gli studi scientifici evidenziano una prevalenza dello 0.2-0.8% per l’anoressia e dell’1-5% per la bulimia, con un’età di esordio tipicamente adolescenziale. A tal riguardo, l’importanza di interventi precoci è raccomandata anche nelle linee-guida internazionali (NICE, 2017; Haute Autorité de Santé, 2010), che evidenziano la necessità di considerare la patologia nel suo complesso utilizzando un approccio multidisciplinare, multidimensionale e partecipativo. In generale, la famiglia e le altre agenzie educative (scuole, associazioni sportive, oratori) risultano essere i primi soggetti a dover fronteggiare situazioni complesse – talvolta addirittura critiche - legate a tali disturbi, ma con una limitata conoscenza e con una difficoltà nell’identificazione dei servizi specifici. Inoltre, la recente pandemia da Covid-19 ha ulteriormente amplificato la fragilità di questa popolazione clinica, amplificandone la sintomatologia psichiatrica e aumentandone i ricoveri ospedalieri”.
Dopo la pandemia, si registrano casi in aumento di disturbi alimentari
Dopo la pandemia, si registrano casi in aumento di disturbi alimentari
Nei percorsi di cura diventa dunque fondamentale l’integrazione tra le agenzie della rete dei servizi sanitari (ambulatori, centri diurni, comunità residenziali, ospedali) e le associazioni di professionisti e di familiari che si dedicano alla prevenzione e all'educazione delle famiglie sul territorio. “Recentemente, l’attenzione sociale verso questa popolazione clinica è stata evidenziata dalle azioni in ambito politico atte alla promozione e al miglioramento dei percorsi di cura dedicati a pazienti con disturbi dell’alimentazione/nutrizione e alle loro famiglie (stiamo parlando del DGR 7357 - 21/11/2022 - 'Piano regionale biennale di attività per il contrasto dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione' della Regione Lombardia) e con l’istituzione della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla il giorno 15 marzo, dal 2012 - dicono ancora gli organizzatori -. Ma per raggiungere e informare il maggior numero possibile di persone tra professionisti sanitari, familiari e cittadinanza, le associazioni coinvolte hanno organizzato iniziative online e in presenza, iniziative sul territorio, eventi scientifici, sportelli d’ascolto, banchetti informativi e eventi in collaborazione con l’Università degli Studi di Bergamo. L'intento e la speranza sono quelli di prevenire condizioni critiche e di formare la popolazione adulta che ruota intorno alla persona adolescente sull'identificazione dei segnali d'insorgenza dei disturbi alimentari”.
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