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Boom di disturbi alimentari: in Italia ne soffrono tre milioni di persone. E l’età scende a 8 anni

Casi in aumento post pandemia, adolescenti e donne i più colpiti. In crescita anche il fenomeno del Binge Eating Disorder che spesso porta all'obesità

di MAURIZIO COSTANZO -
18 ottobre 2022
Una scena del film "Fino all'osso" che parla di una ragazza di 20 anni affetta da anoressia nervosa

Una scena del film "Fino all'osso" che parla di una ragazza di 20 anni affetta da anoressia nervosa

Per milioni di ragazzi e ragazze d’Italia, da nord a sud, il cibo e il corpo sono diventati nemici, con conseguenze devastanti e molta sofferenza, sia fisica che psichica. In Italia sono oltre tre milioni le persone che convivono con i disturbi del comportamento alimentare, di cui 2,3 milioni adolescenti. Una vera e propria epidemia sociale, che vede oltretutto un continuo abbassamento dell'età media dei pazienti, con ragazzine di appena otto anni che si trovano già ad affrontare lo spettro dell'anoressia o della bulimia. Rifiuto del cibo o, al contrario, grandi abbuffate sono i problemi che affliggono sempre più adolescenti, ma non solo. A essere in aumento è anche la risposta maschile della vigoressia, ovvero l'ossessione di un fisico prestante. La causa? Un profondo disagio personale che trasforma la voglia di essere magri e 'belli' in una patologia, aggravata dall'utilizzo dei social, che facilitano confronti con modelli di bellezza irraggiungibili". I disturbi dell'alimentazione sono diversi, ma quello che è più preoccupante è che la pandemia ha peggiorato le cose. Durante i primi 6 mesi segnati dall’emergenza sanitaria, i casi di disturbi del comportamento alimentare sono aumentati del 40% rispetto ai primi sei mesi del 2019: nel primo semestre 2020 sono stati rilevati 230.458 nuovi casi contro i 163.547 del primo semestre 2019. Lo hanno rilevato i dati relativi a una survey presentati in occasione della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla. Il carico assistenziale globale dei nuovi casi e quelli in trattamento è stato rilevato sempre nel 2020 in 2.398.749 pazienti, un dato "sottostimato poiché esiste una grande quota di pazienti che non arriva alle cure". I dati della survey, presentati durante una tavola rotonda al Museo dell'Istituto Superiore di Sanità, hanno rivelato anche un ulteriore abbassamento dell'età di esordio: il 30% di coloro che soffrono di questi disturbi è sotto i 14 anni e una maggiore diffusione nella popolazione maschile (nella fascia tra i 12 e 17 anni comprende il 10%).
Dopo la pandemia si registrano casi in aumento di disturbi alimentari

Dopo la pandemia si registrano casi in aumento di disturbi alimentari

L'anoressia e bulimia, legate al controllo del peso (nel primo caso una restrizione patologica alimentare che porta a un forte dimagrimento e nel secondo con mangiate incontrollate a cui seguono condotte compensative quali vomito, abuso di lassativi/diuretici e sport estremo) sono i più diffusi, soprattutto per le donne. Stanno però aumentando le forme miste, in cui si passa dall'anoressia nervosa alla bulimia nelle diverse fasi della vita, e il disturbo da alimentazione incontrollata ("Binge Eating Disorder"), una sorta di bulimia senza comportamenti di compenso che porta frequentemente all'obesità: è stimato che circa il 30% degli obesi sia affetto da questo disturbo. Qual è dunque l'identikit della persona che ha problemi con il cibo? I disturbi alimentari, rileva l'esperta, "colpiscono più le donne, l'esordio è più frequente nell'adolescenza ma l'età si sta abbassando, già con l'ingresso nella scuola media". In ogni caso, questi comportamenti hanno sempre lo scopo di preservare uno stato di benessere, per cui ci si abbuffa per far fronte alla noia, alla mancanza di affetto o per evadere da una situazione, per placare lo stress, per soffocare un'emozione, così come si ricerca la magrezza e la forma 'perfetta' del corpo per un bisogno di sentirsi più sicuri. Bisogna, quindi, imparare a mangiare in modo consapevole ma anche lavorare sui fattori cognitivi ed emotivi.
In aumento i disturbi alimentari tra i giovani

In aumento i disturbi alimentari tra i giovani

Cosa fare per uscire dal tunnel o evitare che questi disturbi portano a conseguenze insanabili? Fa ben sperare un esempio virtuoso, confermato da uno studio scientifico pubblicato sulla rivista Acta Psychiatrica che attesta la validità della rete toscana per la cura dei disturbi alimentari, quali anoressia e bulimia, realizzata grazie all’impegno congiunto dell’Asl Toscana centro e dell’Azienda ospedaliero universitaria di Careggi. Il lato positivo è che le azioni messe in campo sono riuscite a ridurre sia le complicanze mediche che in termini di mortalità. “Il ‘fare squadra’, la collaborazione e il coordinamento tra strutture diverse porta sempre a ottimi risultati – sottolineano il presidente della Toscana Eugenio Giani e l’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini - Anoressia e bulimia sono autentici drammi per chi le vive e per le famiglie di chi è vittima. Servono spesso approcci multidisciplinari e personalizzati per uscirne e la ricerca condotta conferma che le azioni messe in campo in Toscana, con l’esempio virtuoso di Careggi e dell’Asl Toscana centro, vanno nelle direzione giusta". Dall’azione messa in campo emergono tre elementi che hanno portato a risultati così importanti: la grande professionalità degli operatori, la multidisciplinarità con una presa in carico integrata e spesso personalizzata e la sinergia e capacità, per l’appunto di fare squadra”. L’8% delle donne nell’arco della vita si trova ad affrontare problemi alimentari: casi in aumento, spiegano i medici, che non riguardano più solo le adolescenti ma si riscontrano con sempre maggiore frequenza anche tra gli uomini. Patologie di lungo corso, con costi per singoli e collettività enormi.
Si sta diffondendo sempre più il "Binge Eating Disorder" detto anche disturbo da alimentazione incontrollata

Si sta diffondendo sempre più il "Binge Eating Disorder" detto anche disturbo da alimentazione incontrollata

Ebbene dai dati che riguardano le pazienti prese in carico in quasi trent’anni da Careggi e dall’Asl Toscana Centro, dove vive un milione e 700mila toscani, emergono due elementi: l’assenza di suicidi, l’assenza di morti legate a complicanze derivate dai disturbi alimentari e un tasso di remissione dei sintomi, a distanza di venti anni dalla presa in carico, tra il 40 e il 50%. Si tratta di numeri decisamente migliori rispetto a quelli certificati dalla letteratura medica e unici in certi casi. “Il network toscano, costituito da Careggi e dalla Asl Toscana Centro, che si occupa del trattamento delle pazienti con disturbi dell’alimentazione, si è dimostrato in grado di annullare la mortalità per queste patologie: sia quella dovuta alle complicanze mediche di tali disturbi, sia quella attribuibile al suicidio. I risultati, pubblicati sulla rivista scientifica Acta Psychiatrica Scandinavica, hanno particolare valore considerando che la letteratura indica, per le pazienti con disturbi dell’alimentazione, una mortalità del 4-7% e un rischio suicidario dalle 7 alle 31 volte maggiore rispetto alla popolazione generale”. La ricerca è stata condotta su un campione di 1.277 pazienti, seguite tra il 1994 e il 2018 nell’ambito del network toscano multidisciplinare per i disturbi dell’alimentazione. “L’assenza di suicidi e patologie letali fra le persone in cura – spiega il professor Valdo Ricca, direttore della Psichiatria di Careggi e coordinatore dello studio realizzato in collaborazione fra l’Azienda ospedaliero universitaria, l’Asl Toscana centro e l’Università di Firenze – è da attribuire con ogni probabilità all’efficienza del modello di assistenza, basato sulla collaborazione fra azienda ospedaliera e Asl Toscana centro”.
I disturbi dell’alimentazione sono patologie psichiatriche gravi, che determinano elevati livelli di sofferenza nel paziente e nei suoi familiari

I disturbi dell’alimentazione sono patologie psichiatriche gravi, che determinano elevati livelli di sofferenza nel paziente e nei suoi familiari

“Il progetto – dichiara il dottor Stefano Lucarelli, direttore Disturbi alimentari della Asl Toscana centro – è riuscito a garantire l'accessibilità ad una diagnosi precoce, una presa in carico reale del paziente e dei suoi familiari in tutte le fasi del trattamento attraverso la realizzazione di un percorso terapeutico multidisciplinare ed integrato, in una rete omogenea di sinergie tra Ufsd Disturbi Alimentari (Ausl Toscana Centro) e Sodc Psichiatria (Azienda ospedaliera universitaria Careggi). Inoltre setting di cura multipli hanno permesso di erogare prestazioni differenziate e personalizzate sulla base della gravità e fase della malattia”. “Considerata l’importanza – conclude Lucarelli –, ampiamente sottolineata in letteratura della continuità terapeutica, della multidisciplinarità e della personalizzazione delle cure, si può ipotizzare che il modello di trattamento dei disturbi dell’alimentazione messo in atto dal network toscano possa avere un impatto significativo nel determinare una riduzione della mortalità precoce in questi pazienti”. Quello toscano è un approccio con percorsi spesso personalizzati. “L’esistenza di una rete – afferma il professor Giovanni Castellini della Psichiatria dell’azienda ospedaliera universitaria di Careggi – permette di seguire la persona in cura con continuità in tutte le fasi della malattia e di offrire un percorso terapeutico personalizzato. In particolare, dopo la prima valutazione, le pazienti sono indirizzate alle visite psichiatriche, nutrizionali e ad una psicoterapia cognitivo-comportamentale. Quando necessari sono previsti interventi di terapia dialettico-comportamentale per la gestione della disregolazione emotiva o percorsi di psicoterapia specifici per le conseguenze di eventi traumatici di abuso. Per i genitori delle pazienti, sono previsti gruppi di psico educazione incentrati sull’informazione e coinvolgimento dei familiari relativamente ai percorsi terapeutici”. A seconda della gravità complessiva del quadro clinico, gli interventi terapeutici di tipo psichiatrico e psicoterapeutico possono essere erogati a livello ambulatoriale, in regime di day hospital, con un ricovero presso i servizi psichiatrici di diagnosi e cura (Spdc) della Asl in presenza di elevato rischio suicidiario o attraverso una degenza terapeutico-riabilitativa, presso la Casa di cura Villa dei Pini a Firenze, convenzionata con l’Asl Toscana centro. “Per quanto riguarda la componente internistica legata alle complicanze mediche dei Disturbi dell’Alimentazione – aggiunge il dottor Brunetto Alterini, direttore della medicina interna a indirizzo cardiovascolare e perioperatorio di Careggi – sono previste visite mediche specialistiche per la gestione delle complicanze internistiche ed esami diagnostici per accertare le condizioni mediche generali. Il ricovero nel reparto di medicina interna di Careggi è previsto in particolare per le pazienti con gravi complicanze mediche secondarie alla patologia anoressica o bulimica”.