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Home » Lifestyle » Donne che ispirano le donne: storie di coraggio, sfide e possibilità tutte al femminile

Donne che ispirano le donne: storie di coraggio, sfide e possibilità tutte al femminile

All'Ariosto Social Club di Milano, il nuovo ciclo di incontri. Il 5 aprile spazio al tema della violenza sulle donne con Cerchi d’acqua, cooperativa sociale nata nel 2000 nel capoluogo lombardo

Barbara Berti
4 Marzo 2022
"Donne che ispirano le donne"

"Donne che ispirano le donne", il nuovo ciclo di incontri all'Ariosto Social Club

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Viaggio nell’universo femminile raccontato in ogni sfumatura. A Milano va in scena Donne che ispirano le donne, il nuovo ciclo di incontri all’Ariosto Social Club, lo spazio poliedrico che ospita appartamenti di pregio per brevi soggiorni, la boutique di Valeria Benatti, la palestra e la Spa, e il bistrot Uovodiseppia Milano dello chef bistellato Pino Cuttaia. Professioniste, imprenditrici, artigiane e creative condivideranno la loro storia umana e professionale: storie di coraggio, di ripartenza, di sfide, di possibilità che si aprono, di solidarietà e condivisione perché possano essere di ispirazione e di stimolo.

Eva Di Pierro

La prima a raccontarsi (il 15 marzo) sarà Eva Di Pierro, Jungian coach, tantric and embodiment guide, fondatrice di Reconnect-you. Il suo obiettivo? Rendere le donne più consapevoli attraverso un viaggio dentro sé stesse, un percorso per chi si vuole mettere in gioco e diventare l’unica responsabile della propria vita. “Sono una donna, una mamma single ed un’imprenditrice con la passione per la crescita personale e spirituale – racconta Eva Di Pierro sul suo sito internet –. Più di 20 anni fa inizia il mio personale viaggio in questi due mondi, per diventare più consapevole di chi fossi e di cosa volessi dalla vita”. Il suo sogno? “Contribuire a creare una comunità di donne più consapevoli. Sono convinta che le donne siano il mezzo tramite il quale un nuovo mondo possa essere costruito. Una donna consapevole è in grado di supportare il proprio partner, i propri figli, i propri amici nel loro cammino, senza perdersi nella relazione o nei falsi miti di sicurezza. Quando ci liberiamo da vergogna, giudizio e competizione e siamo compassionevoli verso noi stessi e verso gli altri, siamo in grado di splendere senza dover mettere in

Isabella Marconi e Marilli Amari, le ‘Magnifiche Perennial’

ombra gli altri e senza vivere di luce riflessa possiamo costruire un mondo migliore”.

 

Isabella Marconi e Marilli Amari, le ‘Magnifiche Perennial’, parleranno del loro viaggio nel mondo social (22 marzo). Le ‘perennial’, infatti, sono quelle persone che vivono la propria vita senza dar troppo peso all’età e Isa e Mari, tiktoker per gioco, raccontano in modo ironico e disincantato le over 50/60. “Ci siamo conosciute attraverso la rete, ci siamo piaciute d’istinto e da follower siamo diventate in fretta amiche nella vita reale” dicono le due sui social spiegando che ‘Perennial’ è un termine nato negli Usa per definire non una  generazione ma uno stato mentale, un atteggiamento positivo e propositivo verso la vita che non conosce limiti legati all’anagrafe o altro. “Non abbiamo data di scadenza e pensiamo che la vita sia un’avventura magnifica” sostengono le ambasciatrici di una generazione (vietato definirle influencer) che puntano a costruire la comunità italiana Perennial.  

Stefania Barzini
Stefania Barzini

La scrittrice Stefania Aphel Barzini sarà ospite il 29 marzo con il suo Le Gattoparde, romanzo poetico, frutto di un certosino lavoro di ricerca che riporta il lettore indietro nel “tempo perduto”, raccontando anche ricette di famiglia, descritte con passione dall’autrice (che cucina e di enogastronomia sono da anni le sue passioni). È la storia di una donna che parla di donne: l’aristocratica famiglia Piccolo, infatti, è tenuta insieme dalla forte e decisa baronessa Teresa Mastrogiovanni Tasca Filangeri di Cutò che si è ritirata a vita più modesta e tranquilla, stanca dei troppi scandali che hanno sconvolto la loro vita e qui Agata, sua figlia, narra la storia delle donne che l’hanno preceduta.

Il tema della violenza sarà al centro dell’incontro del 5 aprile con Cerchi d’acqua, cooperativa sociale nata a Milano nel 2000 per volontà di un gruppo di donne con competenze in materia di violenza di genere. Il centro – che è uno dei soci fondatori di D.I.Re., l’associazione nazionale che riunisce la maggior parte dei Centri Antiviolenza – lavora per la forza e la libertà femminile, provando a dare risposte concrete ai bisogni delle donne che stanno vivendo situazioni di disagio. Il centro è anche un luogo dove affrontare il trauma generato dalla violenza e promuovere la cultura del rispetto, con l’obiettivo di generare cambiamento a livello culturale e sociale. “Il presupposto di Cerchi d’Acqua è che ogni donna abbia in sé la forza e le risorse per uscire dalla violenza e garantisce riservatezza, anonimato e non giudizio” fanno sapere dal centro.

fulvia salvi
Fulvia Salvi

La fondatrice di MediCinema Italia Onlus, Fulvia Salvi, racconterà (il 12 aprile) la sua avventura  per portare il cinema negli ospedali come modello di cura. L’organizzazione no-profit nata nel 2013 e ispirata a MediCinema UK, attiva in Gran Bretagna dal 1996, porta avanti il primo progetto a livello nazionale che si propone di portare la cultura e lo spettacolo in ambito ospedaliero a scopo terapeutico. La visione dei film, infatti, sviluppa nei pazienti, attraverso un meccanismo emozionale e psicologico, un processo di benessere e normalizzazione della propria condizione. “Consolidati studi e ricerche  affermano che la Cineterapia non solo migliora la qualità della vita del malato ma può avere un ruolo rilevante sui tempi di guarigione. Le neuroscienze hanno ulteriormente validato questa tesi sotto il profilo neuronale (neurocinematics) arrivando a misurare gli effetti fisici durante la visione,  rilevando i cambiamenti fisici positivi” si legge sul sito internet di MediCinema dove è specificato che i film proiettati sono accuratamente selezionati, con particolare attenzione ai contenuti, per  la duplice funzione di stimolo e  produzione di benessere.

Giovanna Vitacca

Altra storia di sfida al femminile è quella di Giovanna Vitacca (il 26 aprile): style coach e  image strategist, si occupa di consulenza di immagine e comunicazione. “Sono una finestra aperta sul mondo, sono un’inarrestabile, un’appassionata. Amo tutto ciò che genera emozioni e che offre stimoli per crescere ed evolvere. Prendo bellezza a piene mani e la trasformo per farla diventare energia” dice Vitacca a proposito della sua professione. “Davanti al giro di boa degli ‘anta’ ho preso in mano il timone della mia vita e ho iniziato a governarla seguendo la bussola del mio cuore. Così ho riscoperto le mie passioni di sempre, i miei talenti silenti, e pensando al mio futuro è stato naturale tornare alle origini, a voler fare quello che desideravo da bambina: mettermi al servizio della bellezza, in tutte le sue forme di espressione” racconta colei che alle elementari organizzava sfilate di moda durante la ricreazione. E, così, oggi accompagna gli altri alla scoperta di sé stessi e della propria unicità, in un percorso finalizzato a trovare quello stile per esprimere al meglio il proprio talento e le proprie potenzialità.

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
Viaggio nell’universo femminile raccontato in ogni sfumatura. A Milano va in scena Donne che ispirano le donne, il nuovo ciclo di incontri all'Ariosto Social Club, lo spazio poliedrico che ospita appartamenti di pregio per brevi soggiorni, la boutique di Valeria Benatti, la palestra e la Spa, e il bistrot Uovodiseppia Milano dello chef bistellato Pino Cuttaia. Professioniste, imprenditrici, artigiane e creative condivideranno la loro storia umana e professionale: storie di coraggio, di ripartenza, di sfide, di possibilità che si aprono, di solidarietà e condivisione perché possano essere di ispirazione e di stimolo.
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La prima a raccontarsi (il 15 marzo) sarà Eva Di Pierro, Jungian coach, tantric and embodiment guide, fondatrice di Reconnect-you. Il suo obiettivo? Rendere le donne più consapevoli attraverso un viaggio dentro sé stesse, un percorso per chi si vuole mettere in gioco e diventare l’unica responsabile della propria vita. "Sono una donna, una mamma single ed un’imprenditrice con la passione per la crescita personale e spirituale – racconta Eva Di Pierro sul suo sito internet –. Più di 20 anni fa inizia il mio personale viaggio in questi due mondi, per diventare più consapevole di chi fossi e di cosa volessi dalla vita". Il suo sogno? "Contribuire a creare una comunità di donne più consapevoli. Sono convinta che le donne siano il mezzo tramite il quale un nuovo mondo possa essere costruito. Una donna consapevole è in grado di supportare il proprio partner, i propri figli, i propri amici nel loro cammino, senza perdersi nella relazione o nei falsi miti di sicurezza. Quando ci liberiamo da vergogna, giudizio e competizione e siamo compassionevoli verso noi stessi e verso gli altri, siamo in grado di splendere senza dover mettere in
Isabella Marconi e Marilli Amari, le 'Magnifiche Perennial'
ombra gli altri e senza vivere di luce riflessa possiamo costruire un mondo migliore".   Isabella Marconi e Marilli Amari, le 'Magnifiche Perennial', parleranno del loro viaggio nel mondo social (22 marzo). Le 'perennial', infatti, sono quelle persone che vivono la propria vita senza dar troppo peso all’età e Isa e Mari, tiktoker per gioco, raccontano in modo ironico e disincantato le over 50/60. "Ci siamo conosciute attraverso la rete, ci siamo piaciute d’istinto e da follower siamo diventate in fretta amiche nella vita reale" dicono le due sui social spiegando che 'Perennial' è un termine nato negli Usa per definire non una  generazione ma uno stato mentale, un atteggiamento positivo e propositivo verso la vita che non conosce limiti legati all’anagrafe o altro. "Non abbiamo data di scadenza e pensiamo che la vita sia un’avventura magnifica" sostengono le ambasciatrici di una generazione (vietato definirle influencer) che puntano a costruire la comunità italiana Perennial.  
Stefania Barzini
Stefania Barzini
La scrittrice Stefania Aphel Barzini sarà ospite il 29 marzo con il suo Le Gattoparde, romanzo poetico, frutto di un certosino lavoro di ricerca che riporta il lettore indietro nel “tempo perduto”, raccontando anche ricette di famiglia, descritte con passione dall’autrice (che cucina e di enogastronomia sono da anni le sue passioni). È la storia di una donna che parla di donne: l’aristocratica famiglia Piccolo, infatti, è tenuta insieme dalla forte e decisa baronessa Teresa Mastrogiovanni Tasca Filangeri di Cutò che si è ritirata a vita più modesta e tranquilla, stanca dei troppi scandali che hanno sconvolto la loro vita e qui Agata, sua figlia, narra la storia delle donne che l’hanno preceduta. Il tema della violenza sarà al centro dell'incontro del 5 aprile con Cerchi d’acqua, cooperativa sociale nata a Milano nel 2000 per volontà di un gruppo di donne con competenze in materia di violenza di genere. Il centro - che è uno dei soci fondatori di D.I.Re., l’associazione nazionale che riunisce la maggior parte dei Centri Antiviolenza - lavora per la forza e la libertà femminile, provando a dare risposte concrete ai bisogni delle donne che stanno vivendo situazioni di disagio. Il centro è anche un luogo dove affrontare il trauma generato dalla violenza e promuovere la cultura del rispetto, con l’obiettivo di generare cambiamento a livello culturale e sociale. "Il presupposto di Cerchi d’Acqua è che ogni donna abbia in sé la forza e le risorse per uscire dalla violenza e garantisce riservatezza, anonimato e non giudizio" fanno sapere dal centro.
fulvia salvi
Fulvia Salvi
La fondatrice di MediCinema Italia Onlus, Fulvia Salvi, racconterà (il 12 aprile) la sua avventura  per portare il cinema negli ospedali come modello di cura. L'organizzazione no-profit nata nel 2013 e ispirata a MediCinema UK, attiva in Gran Bretagna dal 1996, porta avanti il primo progetto a livello nazionale che si propone di portare la cultura e lo spettacolo in ambito ospedaliero a scopo terapeutico. La visione dei film, infatti, sviluppa nei pazienti, attraverso un meccanismo emozionale e psicologico, un processo di benessere e normalizzazione della propria condizione. "Consolidati studi e ricerche  affermano che la Cineterapia non solo migliora la qualità della vita del malato ma può avere un ruolo rilevante sui tempi di guarigione. Le neuroscienze hanno ulteriormente validato questa tesi sotto il profilo neuronale (neurocinematics) arrivando a misurare gli effetti fisici durante la visione,  rilevando i cambiamenti fisici positivi" si legge sul sito internet di MediCinema dove è specificato che i film proiettati sono accuratamente selezionati, con particolare attenzione ai contenuti, per  la duplice funzione di stimolo e  produzione di benessere.
Giovanna Vitacca
Altra storia di sfida al femminile è quella di Giovanna Vitacca (il 26 aprile): style coach e  image strategist, si occupa di consulenza di immagine e comunicazione. "Sono una finestra aperta sul mondo, sono un'inarrestabile, un'appassionata. Amo tutto ciò che genera emozioni e che offre stimoli per crescere ed evolvere. Prendo bellezza a piene mani e la trasformo per farla diventare energia" dice Vitacca a proposito della sua professione. "Davanti al giro di boa degli ‘anta’ ho preso in mano il timone della mia vita e ho iniziato a governarla seguendo la bussola del mio cuore. Così ho riscoperto le mie passioni di sempre, i miei talenti silenti, e pensando al mio futuro è stato naturale tornare alle origini, a voler fare quello che desideravo da bambina: mettermi al servizio della bellezza, in tutte le sue forme di espressione" racconta colei che alle elementari organizzava sfilate di moda durante la ricreazione. E, così, oggi accompagna gli altri alla scoperta di sé stessi e della propria unicità, in un percorso finalizzato a trovare quello stile per esprimere al meglio il proprio talento e le proprie potenzialità.
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