L’Eredità delle donne quest’anno rende omaggio alle madri della patria. Ma, non lo fa in maniera retorica, mette piuttosto in relazione l’esempio delle donne di ieri con la progettualità delle donne di oggi, spronando l’universo femminile a costruire un mondo migliore con il coraggio, con la tenacia che lo caratterizza.
L’imprenditoria femminile all’Eredità delle Donne
Non a caso il festival diretto da Serena Dandini, che si terrà dal 24 al 26 novembre 2023 a Firenze e online, presenta in questa edizione molte delle sue sfaccettature, proponendo svariati stimoli che partono dall’universo femminile verso tutta la società. Dicendo la sua anche in senso imprenditoriale.
È il caso di uno degli eventi nel programma della manifestazione previsto venerdì 24 novembre alle 15,30 all’Istituto Marangoni (Via Tornabuoni 17) di Firenze, accesso libero fino a esaurimento posti (info [email protected]).
Stiamo parlando dell’incontro/conferenza Donne che vestono le donne, un dialogo dinamico tra una stilista e una scrittrice.
La giovane imprenditrice Margherita Batelli, storica della moda e del costume ed esperta in comunicazione si confronterà su stile e modelli d’ispirazione con la giornalista e scrittrice, laureata in storia dell’arte Chiara Pasqualetti Johnson, che di solito scrive di viaggi, arte e lifestyle ed è autrice di biografie al femminile.
Una stilista e una scrittrice a confronto
Tra le quali, pubblicati con White Star, “Coco Chanel. La rivoluzione dello stile”, “Audrey. Una vita uno stile” e, uscito a ottobre, “Jackie. La vita, gli amori, lo stile di Jacqueline Kennedy”. Nel 2021 Pasqualetti Johnson è stata inserita da Forbes Italia tra le 100 Wonder Women dell’anno.
Con l’occasione verranno esposti alcuni capi di Sartoria Toscana, il nuovo progetto di alta moda sostenibile di Margherita Batelli.
Un brand di abbigliamento Made in Tuscany, che questa talentuosa stilista trentenne ha caratterizzato da un guardaroba da collezione, raffinato ed essenziale, composto da pezzi iconici e senza tempo, realizzati con attenzione sartoriale, estrema cura del dettaglio e tessuti assolutamente sostenibili e talvolta innovativi.
“Si chiama Donne che vestono le donne ed è un’occasione di dialogare sul tema moda con Chiara – dice Batelli, protagonista di questo incontro del festival fiorentino –.
Insieme avremo modo di parlare di alcune grandi donne, icone del nostro tempo, a cui ha dedicato anche i suoi libri, partendo da Coco Chanel e Jacqueline Kennedy per poi passare all’imprenditoria femminile di oggi e quindi parlare anche di Sartoria Toscana, il mio progetto”.
Margherita, come mai ha deciso di partecipare al festival?
“È una manifestazione che esalta l’impegno di svariate donne nella nostra storia raccontando anche le vite di figure femminili rivoluzionarie che sono diventate un po’ espressione della nostra società e specchio della cultura.
In questo contesto anche a io e Chiara abbiamo modo di raccontare la moda come la intendiamo, partendo dai suoi libri e dalla mia attività imprenditoriale”.
La location che avete scelto non è certo casuale?
“No, infatti ho seguito un master in Fashion and Luxury brand management proprio all’Istituto Marangoni di Firenze, dove venerdì 24 novembre si terrà l’evento. Mi sembrava la location ideale per questo talk sulla moda all’interno della società.
Un’occasione anche per Sartoria Toscana per farsi portavoce in maniera fluida e divertente di aspetti culturali e politici, dalla sostenibilità alla toscanità. Con l’occasione sarà allestito anche un piccolo crner con le mie creazioni”.
Sartoria Toscana all’Eredità delle Donne
Quando ha fondato il suo brand?
“Nel maggio 2023 nel territorio della Val d’Orcia e in pochi mesi ho avuto riscontri positivi, sia a livello di vendite sia di feedback dei vari player del mondo della moda, imprenditori del lusso, del made in Italy.
Ho ricevuto complimenti e molte richieste di collaborazione. Su alcune ci stiamo lavorando, altre si sono già concretizzate”.
Come mai ha scelto il bianco come colore iconico delle sue collezioni?
“Innanzi tutto il bianco si lega alla sostenibilità. I tessuti nascono bianchi e senza colore sono più naturali, traspiranti, anche quelli innovativi come il lyocell, che è una fibra ecologica vegetale estratta dalla polpa di legno di eucalipto, di bambù o di latifoglie ed è 100 % biodegradabile.
L’altro motivo, che è un segno di riconoscimento per me e Sartoria Toscana, in realtà è legato a una storia familiare, perché Antonio, mio nonno materno si vestiva sempre di bianco. Ho voluto omaggiare quest’uomo molto elegante, con il suo stile innato e caratteristico”.
Un’altra caratteristica di questo guardaroba è di essere disponibile esclusivamente in preorder …
“Per ridurre al minimo l’impatto ambientale. È un guardaroba da collezione fondamentalmente, che si compone di 11 capi totali che sono stati realizzati con questi tessuti in edizione limitata.
Dopo un po’ di tempo, la gente potrà trovare questi capi anche con una variante di tessuto, rimanendo sempre in una palette di colori neutri, legati al mondo delle fibre naturali. Ma continueranno a essere acquistabili solo su ordinazione.
Crediamo molto sulla sostenibilità e quindi vogliamo mettere in produzione, mettere in moto la macchina solo quando davvero c’è la necessità e la cliente vuole acquistare quel capo. L’obiettivo è risparmiare a livello di luce, energia e quindi limitare per quanto possibile l’inquinamento”.
La cura dei dettagli nel rispetto dell’ambiente
Per rendere queste creazioni ancora più preziose avete scelto di dotarli di bottoni gioiello in bronzo?
“È un’altra parte della mia vita, della mia storia familiare perché sono cresciuta nella gioielleria di famiglia, ho sempre giocato con pietre e metalli preziosi, che sono sempre stati la mia passione.
Ho ereditato questa cultura, che poi ho cercato di traslare in questo progetto moda di Sartoria Toscana e l’ho fatto realizzando con i miei zii orafi questi bottoni gioiello che sono realizzati in bronzo secondo l’antica tecnica della cera a perdere”.
Insomma vi piace curare ogni particolare?
“Sartoria Toscana nasce con l’obiettivo di dare luce a un sogno imprenditoriale femminile. Il mio, certo, ma rende omaggio anche alle altre donne, ed è anche un omaggio alla Toscana, alla val d’Orcia, ma anche a Firenze, visto che il nostro progetto che affonda le radici nei canoni di bellezza che ci tramandano i grandi maestri del Cinquecento.
Parto da una predisposizione caratteriale. Sono intraprendente e determinata, a questo si lega il fatto di essere cresciuta nell’ambiente creativo della mia famiglia che mi ha sempre fatto respirare un’atmosfera colta, creativa e imprenditoriale.
È stato importante anche l’ambiente che ho frequentato che ha funzionato da stimolo. Poi la visione da cui è nata Sartoria Toscana nasce da un gusto che ho sempre avuto per questa moda etica.
Non sono mai stata una che comprava in maniera compulsiva. Ho sempre preferito avere poche cose, ma belle e di qualità che poi ho sempre abbinato fra loro. Ho sempre preferito la qualità alla quantità, una moda classica, contemporanea ed essenziale.
Il mio gusto è un po’ il riflesso del vivere bene, un po’ chic, del mangiare meglio e della rilassatezza che si vive in Val d’Orcia. Un benessere diffuso che ho cercato di trasformare in una sorta di visione a 360 gradi”.