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Home » Lifestyle » Educazione sessuale, lanciato un bot che insegna ai teenager tutto quello che c’è da sapere

Educazione sessuale, lanciato un bot che insegna ai teenager tutto quello che c’è da sapere

Telegram apre una chat ad hoc. L'ideatore: "Un luogo sicuro e anonimo dove è possibile trovare informazioni accurate e verificate"

Ilaria Vallerini
29 Gennaio 2023
Giorgio Gaudio, l'ideatore di EdSexBot su Telegram

Giorgio Gaudio, l'ideatore di EdSexBot su Telegram

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La sessualità in Italia è ancora un tabù, un argomento spinoso e intriso di pregiudizi, di cui in molti casi se ne parla poco o male sia tra i banchi di scuola (tra schiamazzi, risatine e vergogna) che in famiglia (dipende ovviamente dal singolo caso). Per colmare questa lacuna, nasce Educazione Sessuale Bot, un luogo virtuale, anonimo, sicuro e accessibile a tutti e a tutte che sfrutta la tecnologia Bot su Telegram per risollevare da sotto il tappeto numerose tematiche legate alla sessualità. “In Italia le istituzioni non garantiscono un’adeguata formazione per giovani e giovanissimi, ma nemmeno per le altre fasce d’età – afferma il suo ideatore Giorgio Gaudio, giovane social impact designer di Torino -. Scoprire il sesso, il proprio corpo e quello degli altri, ed esplorare sfere importanti come quella relazionale e affettiva, tutto questo è considerato, ancora, una questione privata. Qualcosa da fare di nascosto, provando vergogna. L’educazione sessuale è necessaria, ci serve per costruire narrazioni sane e prive di colpevolizzazioni, per poter sperimentare nel rispetto di sé e degli altri, una parte della vita uguale a qualsiasi altra. Perché è di vita che parliamo”.

“Risponde a oltre 250 quesiti, dietro un team di professionisti”

Educazione Sessuale BOT è un progetto di Giorgio Gaudio consultabile su Telegram che sfrutta la tecnologia del Bot, ovvero un’applicazione programmata per eseguire determinati compiti, in questo caso specifico si tratta di una chat che fornisce risposte automatiche a domande sulla salute sessuale, la sessualità, le identità di genere, gli orientamenti, le relazioni, la fertilità e la riproduzione, il corpo umano e il suo sviluppo, in un’ottica inclusiva e intersezionale. Attualmente il Bot risponde a più di 250 quesiti ed è stato curato da un team di professionisti e professioniste in ostetricia, psicologia, endocrinologia, ginecologia, andrologia, sessuologia e legge. “Il team è composto da persone esperte che hanno volontariamente scelto di dare il loro contributo, convinti che sia
necessario liberarsi dalla credenza diffusa che il rispetto che ci è dovuto dipenda da come usiamo o mostriamo il nostro corpo – spiega Gaudio -. Si tratta di temi su cui ogni adolescente si interroga e a cui spesso riesce a trovare risposte, non sempre esaustive e adeguate, solo attraverso internet. Era necessario creare un luogo sicuro e del tutto anonimo dove trovare informazioni accurate e verificate”.

SexBot: un mezzo gratuito per informare i più giovani

Il futuro di SexBot: “Lo porteremo anche nelle scuole”

L’obiettivo espresso da questa nuova realtà digitale è di raggiungere le scuole, collaborare con le nuove generazioni e con chi è responsabile della loro educazione. “È fondamentale parlare ai giovani sul web – aggiunge l’ideatore – tramite i social media e grazie alle persone sensibili al tema”. Per questo il progetto è promosso dal Movimento Etico Digitale creato per sensibilizzare le persone, ma soprattutto i più giovani, a un uso consapevole del web, andando a colmare quelle lacune dell’educazione alla rete e insegnando i comportamenti da tenere online, mettendo in luce le potenzialità dell’educazione digitale, attraverso progetti e incontri mirati.

EdSexBOT è un modo accessibile, attendibile e gratuito per trovare informazioni accurate. “Non è mai troppo presto per capire che il nostro corpo ci appartiene – conclude Gaudio – e che possiamo definire i nostri confini, cancellare quelli imposti da fuori, scegliere liberamente e consapevolmente”.

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Instagram

  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
La sessualità in Italia è ancora un tabù, un argomento spinoso e intriso di pregiudizi, di cui in molti casi se ne parla poco o male sia tra i banchi di scuola (tra schiamazzi, risatine e vergogna) che in famiglia (dipende ovviamente dal singolo caso). Per colmare questa lacuna, nasce Educazione Sessuale Bot, un luogo virtuale, anonimo, sicuro e accessibile a tutti e a tutte che sfrutta la tecnologia Bot su Telegram per risollevare da sotto il tappeto numerose tematiche legate alla sessualità. "In Italia le istituzioni non garantiscono un’adeguata formazione per giovani e giovanissimi, ma nemmeno per le altre fasce d’età - afferma il suo ideatore Giorgio Gaudio, giovane social impact designer di Torino -. Scoprire il sesso, il proprio corpo e quello degli altri, ed esplorare sfere importanti come quella relazionale e affettiva, tutto questo è considerato, ancora, una questione privata. Qualcosa da fare di nascosto, provando vergogna. L’educazione sessuale è necessaria, ci serve per costruire narrazioni sane e prive di colpevolizzazioni, per poter sperimentare nel rispetto di sé e degli altri, una parte della vita uguale a qualsiasi altra. Perché è di vita che parliamo".

"Risponde a oltre 250 quesiti, dietro un team di professionisti"

Educazione Sessuale BOT è un progetto di Giorgio Gaudio consultabile su Telegram che sfrutta la tecnologia del Bot, ovvero un'applicazione programmata per eseguire determinati compiti, in questo caso specifico si tratta di una chat che fornisce risposte automatiche a domande sulla salute sessuale, la sessualità, le identità di genere, gli orientamenti, le relazioni, la fertilità e la riproduzione, il corpo umano e il suo sviluppo, in un’ottica inclusiva e intersezionale. Attualmente il Bot risponde a più di 250 quesiti ed è stato curato da un team di professionisti e professioniste in ostetricia, psicologia, endocrinologia, ginecologia, andrologia, sessuologia e legge. "Il team è composto da persone esperte che hanno volontariamente scelto di dare il loro contributo, convinti che sia necessario liberarsi dalla credenza diffusa che il rispetto che ci è dovuto dipenda da come usiamo o mostriamo il nostro corpo - spiega Gaudio -. Si tratta di temi su cui ogni adolescente si interroga e a cui spesso riesce a trovare risposte, non sempre esaustive e adeguate, solo attraverso internet. Era necessario creare un luogo sicuro e del tutto anonimo dove trovare informazioni accurate e verificate".
SexBot: un mezzo gratuito per informare i più giovani

Il futuro di SexBot: "Lo porteremo anche nelle scuole"

L’obiettivo espresso da questa nuova realtà digitale è di raggiungere le scuole, collaborare con le nuove generazioni e con chi è responsabile della loro educazione. "È fondamentale parlare ai giovani sul web - aggiunge l'ideatore - tramite i social media e grazie alle persone sensibili al tema". Per questo il progetto è promosso dal Movimento Etico Digitale creato per sensibilizzare le persone, ma soprattutto i più giovani, a un uso consapevole del web, andando a colmare quelle lacune dell’educazione alla rete e insegnando i comportamenti da tenere online, mettendo in luce le potenzialità dell’educazione digitale, attraverso progetti e incontri mirati. EdSexBOT è un modo accessibile, attendibile e gratuito per trovare informazioni accurate. "Non è mai troppo presto per capire che il nostro corpo ci appartiene - conclude Gaudio - e che possiamo definire i nostri confini, cancellare quelli imposti da fuori, scegliere liberamente e consapevolmente".
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