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Home » Lifestyle » A lezione di Bon Ton con Elisa Motterle. Obiettivo: svecchiare l’idea che si ha del Galateo

A lezione di Bon Ton con Elisa Motterle. Obiettivo: svecchiare l’idea che si ha del Galateo

L'influencer vuole lanciare un messaggio educativo, divertente e mai banale seguendo lo slogan: "Senza regole non c'è libertà: ci sono solo caos e anarchia"

Nicolò Vito Gallello
10 Agosto 2022
Elisa Motterle

Elisa Motterle, influencer del bon ton

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Chissà quante volte vi sarete chiesti: ‘Ma quando vengo invitato a cena a casa di qualcuno come devo comportarmi?’ o ancora ‘quando devo affrontare un colloquio di lavoro come devo vestirmi?’, quando ci troviamo a tavola qual è il modo corretto di fare le cose senza sfigurare o, al contrario, quando riceviamo un invito ma non siamo disponibili in che modo possiamo declinare un invito ricevuto senza offendere nessuno?
Queste e tante altre curiosità le abbiamo indagate facendo due chiacchiere con Elisa Motterle, star del web che in modo ‘unconventional’ racconta l’etichetta a tutti. La sua missione è quella di svecchiare l’idea che si ha del Bon Ton. Elisa ha un grande seguito in Rete, riuscendo a raggiungere i suoi 67 mila follower su Instagram e comunicare con loro con puntuali e, sempre apprezzabili, consigli. Con la sua idea riesce a far arrivare un messaggio educativo importante, mai banale e tante volte divertente.

Elisa Motterle
Elisa Motterle

Chi è Elisa e come nasce la passione per le buone maniere? Che cosa l’ha ispirata?
“Penso che la vita sia un viaggio che ha come scopo quello di diventare la migliore versione possibile di se stessi. La mia passione per il galateo è nata quando ero bambina: per vincere la mia insicurezza ho cominciato a interessarmi a questo argomento, dopo aver trovato, in casa dei miei genitori, il “Bon Ton” di Lina Sotis. Avevo circa sette anni e da subito ho capito che conoscere un po’ di regole di galateo mi avrebbe aiutato a sentirmi più sicura di me e ad esprimere al meglio le mie potenzialità”.

Immagino la sua formazione arrivi da lontano. Come è arrivata a fare delle buone maniere il suo lavoro?
“Il mio interesse per le buone maniere mi ha portata, da ragazzina, a frequentare da interna l’Educandato della Santissima Annunziata alla Villa di Poggio Imperiale, a Firenze. Dopo una laurea in Storia dell’Arte, per tanti anni ho lavorato nel mondo dei beni di Lusso fino a che ho deciso di avviare la mia attività nell’ambito dell’Etiquette. Ho conseguito una certificazione come trainer di ‘Business Etiquette’, alla prestigiosa International Protocol and Etiquette Academy di Londra. Poi mi sono diplomata maggiordomo al British Butler Institute. Come coronamento della mia formazione, ho deciso di intraprendere il percorso che mi ha portata al diploma all’Institut Villa Pierrefeu, l’unica finishing school ancora attiva in Svizzera, ad oggi la più blasonata istituzione al mondo per i temi del Galateo, dell’Etiquette e del Savoir Vivre“.

Dopo questo intenso periodo di formazione si è dedicata al suo progetto legato al Bon Ton. Come nasce e cosa vuole trasmettere ai tanti che la seguono?
“La mia attività nell’ambito del Bon Ton nasce dalla volontà di rendere il mondo un posto un pochino migliore. La mia missione è svecchiare il galateo e far passare il messaggio che l’Etiquette non è un insieme di regole rigide, buone solo per prendere il tè con qualche vecchia zia, ma uno strumento assolutamente democratico e attuale, dal quale tutti possono trarre beneficio per rendere più fluide e piacevoli le interazioni personali e professionali”.

Elisa Motterle
Dopo la laurea in Storia dell’Arte ha sempre lavorato nel settore del Lusso

Quali sono gli errori più comuni che commettiamo senza sapere di farlo?
“Molti degli errori più comuni nascono dalla poca consapevolezza degli altri. L’Etiquette è innanzitutto rispetto per gli altri. Credo che uno degli ambiti in cui si vedono più strafalcioni sia la tavola, ma anche in ambito sociale ci sono tanti passi falsi che potrebbero essere evitati – pur senza conoscere i tecnicismi del galateo – con un pizzico di buon senso. Penso, per esempio, alle domande indiscrete a cui tutti, almeno una volta, ci siamo trovati a dover rispondere, agli inviti generici o fatti all’ultimo minuto, alle sbavature dovute alla confusione tra ambito sociale e ambito professionale”.

Ecco, a tal proposito come si rifiuta un invito senza risultare sgarbati?
“Accettare un invito non è obbligatorio: declinare con gentilezza e tempismo invece sì. Molte persone si sentono in imbarazzo a dire ‘scusa non posso partecipare’, e per questo rimangono sul vago, dicendo cose come ‘vedremo’ ‘se posso verrò’, pur senza aver l’intenzione di prendere parte all’evento. È evidente che così facendo lasciamo chi invita nell’incertezza e, forse, nell’impossibilità di estendere l’invito a qualcun altro. Molto meglio ringraziare e dire subito che non si potrà intervenire. L’ideale – se si desidera- è proporre un incontro alternativo. Di certo, non è necessario – nella maggior parte dei casi- fornire spiegazioni super dettagliate o accampare scuse: un ‘mi dispiace, ma proprio non mi è possibile’ dovrebbe essere sufficiente. Chi invita, dal canto suo, dovrebbe avere la grazia di non insistere e non indagare con troppa insistenza le ragioni del rifiuto, ma semplicemente di prenderne atto”.

Tanti si saranno chiesti, almeno una volta, ma per affrontare al meglio un colloquio di lavoro c’è un dress code giusto da seguire?
“Ovviamente dipende moltissimo dal lavoro in questione: se mi presento a un colloquio per lavorare in uno studio legale non mi vestirò come per un colloquio per fare la barista. Il mio suggerimento è di vestirsi come se il lavoro fosse già nostro, e di osservare molto bene, quando ci presentiamo al colloquio, come sono vestiti i futuri colleghi, per adeguarci in vista di un eventuale secondo incontro. Se dovessi indicare un outfit passe-par-tout direi che un pantalone sobrio, abbinato a una giacca blu con sotto-giacca bianco è una mise con la quale è difficile sbagliare”.

Elisa Motterle
Motterle sul web fornisce preziosi consigli sulle buone maniere, provando a svecchiare l’idea del Galateo

Nel rispettare l’etichetta chi, secondo Elisa, si attiene di più al Bon ton: le donne o gli uomini?
“Non credo molto nelle distinzioni uomo-donna: credo ci siano persone educate e maleducate in ambedue i generi. Nella mia esperienza le signore sono leggermente più interessate alla materia, forse perché sono più spesso preda dell’insicurezza… ma questa è una mia valutazione squisitamente personale e non basata su statistiche rilevanti”.

Qual è la domanda che maggiormente le viene rivolta?
“La tavola è certamente un argomento che interessa tutti: di certo perché tutti ci sediamo a desinare un paio di volte al giorno tutti i giorni della nostra vita. E poi perché saper stare a tavola è essenziale anche in ambito business, mentre in ambito sociale tutti i maggiori eventi della vita si celebrano attorno a una tavola imbandita”.

Nel mondo contemporaneo troviamo più buone o cattive maniere?
“Nel mondo di oggi, più che maniere buone o cattive, c’è una grande confusione. C’è il mito della libertà e della spontaneità: che sono certamente valori importanti… peccato che di rado ci si fermi a considerare che darsi delle regole condivise è l’atto fondativo del vivere civilmente in una società”.

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 Intervista a cura di Andrea Spinelli ✍

#lucenews #qn #ariete #sanremo2023
  • Più luce, meno stelle. Un paradosso, se ci pensate. Più illuminiamo le nostre città, più lampioni, fari, led, laser puntiamo sulla terra, meno stelle e porzioni di cielo vediamo. 

Accade perché, quasi senza accorgercene, di anno in anno, cancelliamo dalla nostra vista qualche decina di quei 4.500 puntini luminosi che in condizioni ottimali dovremmo riuscire a vedere la notte, considerato che il cielo risulta popolato da circa 9.000 stelle, di cui ciascuno di noi può osservare solo la metà per volta, ovvero quelle del proprio emisfero. 

In realtà, già oggi, proprio per colpa dell’inquinamento luminoso, ne vediamo solo poche centinaia. E tutto lascia pensare che questa cifra si ridurrà ulteriormente, con un ritmo molto rapido. Al punto tale che, in pochi anni, la costellazione di Orione, potrebbe perdere la sua caratteristica ‘cintura’.

Secondo quanto risulta da uno studio pubblicato su “Science”, basato sulle osservazioni di oltre 50mila citizen scientist, solo tra il 2011 e il 2022, ogni anno il cielo in tutto il Pianeta è diventato in media il 9,6% più luminoso, con una forchetta di valori che non supera il 10% ma non scende mai sotto il 7%. Più di quanto percepito finora dai satelliti preposti a monitorare la quantità di luce nel cielo notturno. Secondo le misurazioni effettuate da questi ultimi infatti, tra 1992 e 2017 il cielo notturno è diventato più luminoso di meno dell’1,6% annuo.

“In un periodo di 18 anni, questo tasso di cambiamento aumenterebbe la luminosità del cielo di oltre un fattore 4”, scrivono i ricercatori del Deutsches GeoForschungs Zentrum di Potsdam, in Germania, e del National Optical-Infrared Astronomy Research Laboratory di Tucson, negli Stati Uniti. Una località con 250 stelle visibili, quindi, vedrebbe ridursi il numero a 100 stelle visibili. 

Il pericolo più che fondato, a questo punto, è che di questo passo inizieranno a scomparire dalla nostra vista anche le costellazioni più luminose, comprese quelle che tuti sono in grado di individuare con estrema facilità.

L
  • Per la prima volta nella storia del calcio, un arbitro ha estratto il cartellino bianco. No, non si tratta di un errore: se il giallo e il rosso fanno ormai parte di tantissimi anni delle regole del gioco ed evidenziano un comportamento scorretto, quello bianco vuole invece "premiare", in maniera simbolica, un gesto di fair play. Il tutto è avvenuto in Portogallo, durante un match di coppa nazionale tra il Benfica e lo Sporting Lisbona femminile.

Benfica-Sporting Lisbona femminile, quarti di finale della Coppa del Portogallo. I padroni di casa si trovano in vantaggio per 3-0 e vinceranno la sfida con un netto 5-0, ma un episodio interrompe il gioco: un tifoso sugli spalti accusa un malore, tanto che gli staff medici delle due squadre corrono verso le tribune per soccorrerlo. Dopo qualche minuto di paura, non solo per le giocatrici in campo ma anche per gli oltre quindicimila spettatori presenti allo stadio, il supporter viene stabilizzato e il gioco può riprendere. Prima, però, la direttrice di gara Catarina Campos effettua un gesto che è destinato a rimanere nella storia del calcio: estrae il cartellino bianco nei confronti dei medici delle due squadre.

Il cartellino bianco non influenza in alcun modo il match, né il risultato o il referto arbitrale; chissà che, da oggi in poi, gli arbitri non cominceranno ad agire più spesso, per esaltare un certo tipo di condotta eticamente corretta portata avanti anche dai calciatori.

#lucenews #cartellinobianco #calcio #fairplay
  • Son tutte belle le mamme del mondo. Soprattutto… quando un bambino si stringono al cuor… I versi di un vecchio brano ricordano lo scatto che sta facendo il giro del web. Quella di una madre che allatta il proprio piccino sul posto di lavoro. In questo caso la protagonista è una supermodella –  Maggie Maurer – che ha postato uno degli scatti più teneri e glamour di sempre. La super top si è fatta immortalare mentre nutre al seno la figlia Nora-Jones nel backstage dello show couture di Schiaparelli, tenutosi a Parigi.

La top model americana 32enne, che della maison è già musa, tanto da aver ispirato una clutch – non proprio una pochette ma una borsa che si indossa a mano che riproduce il suo volto –  nell’iconico scatto ha ancora il viso coperto dal make-up dorato realizzato dalla truccatrice-star Path McGrath, ed è coperta solo sulle spalle da un asciugamano e un telo protettivo trasparente. 

L’immagine è forte, intensa, accentuata dalla vernice dorata che fa apparire mamma Maurer come una divinità dell’Olimpo, una creatura divina ma squisitamente terrena, colta nel gesto di nutrire il proprio piccolo.

Ed è un’immagine importante, perché contribuisce a scardinare lo stigma dell’allattamento al seno in pubblico, sul luogo di lavoro e in questo caso anche sui social, su cui esistono ancora molti tabù. L’intera gravidanza di Maggie Maurer è stata vissuta in chiave di empowerment, e decisamente glamour. Incinta di circa sei mesi, ha sfilato per Nensi Dojaka sfoggiando un capo completamente trasparente della collezione autunno inverno 2022, e con il pancione.

Nell’intimo post su Instagram, Maggie Maurer ha deciso quindi condividere con i propri follower la sua immagine che la ritrae sul luogo di lavoro con il volto dipinta d’oro, una parte del suo look, pocoprima di sfilare per la casa di moda italiana, Schiaparelli. In grembo, ha sua figlia, che sta allattando dietro le quinte della sfilata. Le parole scritte a finco della foto, la modella ha scritto “#BTS #mommy”, evidenziando il lavoro senza fine della maternità, nonostante i suoi successi.

di Letizia Cini ✍🏻

#lucenews #maggiemaurer #materintà #mommy
Chissà quante volte vi sarete chiesti: 'Ma quando vengo invitato a cena a casa di qualcuno come devo comportarmi?' o ancora 'quando devo affrontare un colloquio di lavoro come devo vestirmi?', quando ci troviamo a tavola qual è il modo corretto di fare le cose senza sfigurare o, al contrario, quando riceviamo un invito ma non siamo disponibili in che modo possiamo declinare un invito ricevuto senza offendere nessuno? Queste e tante altre curiosità le abbiamo indagate facendo due chiacchiere con Elisa Motterle, star del web che in modo ‘unconventional’ racconta l’etichetta a tutti. La sua missione è quella di svecchiare l’idea che si ha del Bon Ton. Elisa ha un grande seguito in Rete, riuscendo a raggiungere i suoi 67 mila follower su Instagram e comunicare con loro con puntuali e, sempre apprezzabili, consigli. Con la sua idea riesce a far arrivare un messaggio educativo importante, mai banale e tante volte divertente.
Elisa Motterle
Elisa Motterle
Chi è Elisa e come nasce la passione per le buone maniere? Che cosa l’ha ispirata? "Penso che la vita sia un viaggio che ha come scopo quello di diventare la migliore versione possibile di se stessi. La mia passione per il galateo è nata quando ero bambina: per vincere la mia insicurezza ho cominciato a interessarmi a questo argomento, dopo aver trovato, in casa dei miei genitori, il "Bon Ton" di Lina Sotis. Avevo circa sette anni e da subito ho capito che conoscere un po’ di regole di galateo mi avrebbe aiutato a sentirmi più sicura di me e ad esprimere al meglio le mie potenzialità". Immagino la sua formazione arrivi da lontano. Come è arrivata a fare delle buone maniere il suo lavoro? "Il mio interesse per le buone maniere mi ha portata, da ragazzina, a frequentare da interna l'Educandato della Santissima Annunziata alla Villa di Poggio Imperiale, a Firenze. Dopo una laurea in Storia dell'Arte, per tanti anni ho lavorato nel mondo dei beni di Lusso fino a che ho deciso di avviare la mia attività nell'ambito dell'Etiquette. Ho conseguito una certificazione come trainer di 'Business Etiquette', alla prestigiosa International Protocol and Etiquette Academy di Londra. Poi mi sono diplomata maggiordomo al British Butler Institute. Come coronamento della mia formazione, ho deciso di intraprendere il percorso che mi ha portata al diploma all'Institut Villa Pierrefeu, l'unica finishing school ancora attiva in Svizzera, ad oggi la più blasonata istituzione al mondo per i temi del Galateo, dell'Etiquette e del Savoir Vivre". Dopo questo intenso periodo di formazione si è dedicata al suo progetto legato al Bon Ton. Come nasce e cosa vuole trasmettere ai tanti che la seguono? "La mia attività nell'ambito del Bon Ton nasce dalla volontà di rendere il mondo un posto un pochino migliore. La mia missione è svecchiare il galateo e far passare il messaggio che l'Etiquette non è un insieme di regole rigide, buone solo per prendere il tè con qualche vecchia zia, ma uno strumento assolutamente democratico e attuale, dal quale tutti possono trarre beneficio per rendere più fluide e piacevoli le interazioni personali e professionali".
Elisa Motterle
Dopo la laurea in Storia dell'Arte ha sempre lavorato nel settore del Lusso
Quali sono gli errori più comuni che commettiamo senza sapere di farlo? "Molti degli errori più comuni nascono dalla poca consapevolezza degli altri. L'Etiquette è innanzitutto rispetto per gli altri. Credo che uno degli ambiti in cui si vedono più strafalcioni sia la tavola, ma anche in ambito sociale ci sono tanti passi falsi che potrebbero essere evitati - pur senza conoscere i tecnicismi del galateo - con un pizzico di buon senso. Penso, per esempio, alle domande indiscrete a cui tutti, almeno una volta, ci siamo trovati a dover rispondere, agli inviti generici o fatti all'ultimo minuto, alle sbavature dovute alla confusione tra ambito sociale e ambito professionale". Ecco, a tal proposito come si rifiuta un invito senza risultare sgarbati? "Accettare un invito non è obbligatorio: declinare con gentilezza e tempismo invece sì. Molte persone si sentono in imbarazzo a dire 'scusa non posso partecipare', e per questo rimangono sul vago, dicendo cose come 'vedremo' 'se posso verrò', pur senza aver l'intenzione di prendere parte all'evento. È evidente che così facendo lasciamo chi invita nell'incertezza e, forse, nell'impossibilità di estendere l'invito a qualcun altro. Molto meglio ringraziare e dire subito che non si potrà intervenire. L'ideale - se si desidera- è proporre un incontro alternativo. Di certo, non è necessario - nella maggior parte dei casi- fornire spiegazioni super dettagliate o accampare scuse: un 'mi dispiace, ma proprio non mi è possibile' dovrebbe essere sufficiente. Chi invita, dal canto suo, dovrebbe avere la grazia di non insistere e non indagare con troppa insistenza le ragioni del rifiuto, ma semplicemente di prenderne atto". Tanti si saranno chiesti, almeno una volta, ma per affrontare al meglio un colloquio di lavoro c’è un dress code giusto da seguire? "Ovviamente dipende moltissimo dal lavoro in questione: se mi presento a un colloquio per lavorare in uno studio legale non mi vestirò come per un colloquio per fare la barista. Il mio suggerimento è di vestirsi come se il lavoro fosse già nostro, e di osservare molto bene, quando ci presentiamo al colloquio, come sono vestiti i futuri colleghi, per adeguarci in vista di un eventuale secondo incontro. Se dovessi indicare un outfit passe-par-tout direi che un pantalone sobrio, abbinato a una giacca blu con sotto-giacca bianco è una mise con la quale è difficile sbagliare".
Elisa Motterle
Motterle sul web fornisce preziosi consigli sulle buone maniere, provando a svecchiare l'idea del Galateo
Nel rispettare l’etichetta chi, secondo Elisa, si attiene di più al Bon ton: le donne o gli uomini? "Non credo molto nelle distinzioni uomo-donna: credo ci siano persone educate e maleducate in ambedue i generi. Nella mia esperienza le signore sono leggermente più interessate alla materia, forse perché sono più spesso preda dell'insicurezza... ma questa è una mia valutazione squisitamente personale e non basata su statistiche rilevanti". Qual è la domanda che maggiormente le viene rivolta? "La tavola è certamente un argomento che interessa tutti: di certo perché tutti ci sediamo a desinare un paio di volte al giorno tutti i giorni della nostra vita. E poi perché saper stare a tavola è essenziale anche in ambito business, mentre in ambito sociale tutti i maggiori eventi della vita si celebrano attorno a una tavola imbandita". Nel mondo contemporaneo troviamo più buone o cattive maniere? "Nel mondo di oggi, più che maniere buone o cattive, c'è una grande confusione. C'è il mito della libertà e della spontaneità: che sono certamente valori importanti... peccato che di rado ci si fermi a considerare che darsi delle regole condivise è l'atto fondativo del vivere civilmente in una società".
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