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Home » Lifestyle » Elvis porta tutti in pista con “Una domenica da Chioma” e col sorriso rompe il muro della disabilità

Elvis porta tutti in pista con “Una domenica da Chioma” e col sorriso rompe il muro della disabilità

Il 25enne peruviano frequenta il centro diurno di Anffas Firenze. Dalla sua passione per Ed Sheeran, con l'aiuto degli operatori, è nato la sua prima canzone

Marianna Grazi
28 Luglio 2022
Elvis Berrocal
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È uscita da pochi giorni ma già si può considerare un vero e proprio tormentone estivo. E non stiamo parlando di un brano di Fedez o di Carl Brave e Noemi o ancora di Elodie. Bensì della canzone “Una domenica da Chioma” di Elvis Berrocal. Non la conoscete? Si fa presto a dire che è speciale, ora vi raccontiamo perché. Se non siete mai stati a Quercianella, una frazione del comune di Livorno, magari non vi sarà subito chiaro di che località si tratti. Ma vi basti sapere che, appoggiata sulla costa a nord della nota località di Castiglioncello, esiste questa frazione e, in particolare, qui si trova il Porticciolo del Chioma, uno stabilimento balneare che la sera, diventa un locale per la movida estiva. Ed è da qui che parte la nostra storia.

Chi è il giovane artista, Elvis Berrocal

Elvis Berrocal
Elvis Berrocal, classe 1997, peruviano, è in Italia da quando ha 7 anni. Soffre di disturbi cognitivi e relazionali e frequenta il centro diurno di Anffas di Firenze dal 2018

Elvis Berrocal è un ragazzone del 1997, peruviano, che è arrivato in Italia quando di anni ne aveva 7. La madre e i fratelli erano già nel nostro Paese e quando è arrivato “sono emerse le sue caratteristiche comportamentali“, spiega a Luce! Giovanni Scavone, operatore di Anffas Firenze che la sua storia la conosce bene. “Per lui è sempre stato difficile socializzare con i ragazzi, si rende conto dei suoi problemi ma lui è molto più abile di altri”. Il ragazzo ha vissuto in casa famiglia fino a 21 anni e “dopo aver studiato all’Istituto agrario, dal 2018 è ad Anffas”. Berrocal infatti frequenta il Centro diurno dell’Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale. “All’inizio le difficoltà relazionali, di socializzazione erano davvero grandi, faceva le ore piccole in casa e quando arrivava al Centro si spiaggiava sul divano o sulla poltrone tutto il giorno. Va stimolato per favorire il suo benessere psico fisico“, aggiunge l’operatore, che ha trovato l’escamotage giusto perché le cose iniziassero a cambiare.

La passione per Ed Sheeran e quell’incontro, una sera a Quercianella

Sono poche le cose che appassionano Elvis come la musica di Ed Sheeran. “Gli piacciono le sue canzoni, gli piace la lingua inglese. Allora con lo staff del Centro gli abbiamo proposto di scrivere una canzone e lui ha accettato, come fosse un gioco“, prosegue Giovanni Scavone. Ma una canzone su cosa? Ascoltando i brani del cantautore irlandese è saltato subito all’occhio – anzi all’orecchio – che per la maggior parte parlassero d’amore per una ragazza. “Elvis non ha mai dimostrato particolare interesse per le ragazze, certo se glielo chiedo mi nomina tante attrici famose, ma quando gl’ho chiesto ‘c’è una ragazza che ti ha particolarmente colpito?’ mi ha raccontato di un episodio risalente a qualche anno prima, quando con un gruppo di ragazzi è stato alla discoteca al Chioma di Quercianella, e qui ha visto una giovane che gli era rimasta in mente, anche se, specifica anche nella canzone l’ha vista in pista ma ‘non è stato amore a prima vista!'”, aggiunge sorridendo l’operatore. Ecco trovato l’argomento e il titolo, ovviamente, non poteva che essere “Una domenica da Chioma”.

Elvis registra la canzone
Elvis registra la canzone “Una domenica a Chioma”

La canzone e il video: “Non ha mai sorriso così”

Il video del brano fa parte di un percorso educativo che gli operatori hanno costruito con Elvis, stimolati dalla sua passione per la musica. Insieme hanno scritto il testo e realizzato il filmato. “Alcune frasi le ha scritte lui – racconta Giovanni –. Per comporre il testo e le musiche ci abbiamo messo appena un pomeriggio, venivano quasi da sole”. Un grande aiuto è arrivato da un tirocinante e anche un’altra ragazza del centro, Adriana, ha fatto parte del coro nella canzone. “Non l’ho mai visto sorridere così, come quando stavamo girando il video, ambientato tutto nel nostro centro fiorentino. Abbiamo capito che quello che gli manca di più è credere in sé stesso e negli altri“. Un traguardo importantissimo, ma non è mancato un po’ di timore nel decidere se renderlo pubblico o meno. “È difficile arrivare al benessere che ha raggiunto Elvis ma è facile invece avere ricadute: avevamo paura di pubblicare, che arrivassero giudizi negativi come spesso era accaduto anche a casa. Per ora, però, le solo reazioni sono state tutte positive”.

Il futuro nella musica: “È un animale da palcoscenico”

Il ritmo entra in testa ed è impossibile non innamorarsi del verso più esplicativo di tutta la canzone: “Quel giorno a Quercianella com’eri bella. In discoteca al Chioma, m’hai mandato in coma” seguito dal coro “How wonderful you are”. E l’occhiolino finale è carico si carica di un significato particolare, che sa di realizzazione personale per un ragazzo che nella vita ha dovuto affrontare tantissime difficoltà, ma anche di promessa di riscatto. Una vera hit, insomma, accolta da tantissimi commenti entusiasti sui social e non solo. Elvis infatti si è addirittura esibito live durante la cena sociale di Anffas Firenze, giovedì 14 luglio. “È davvero un animale da palcoscenico, l’ha voluta cantare ben 4 volte, è stato il tormentone della serata”. Ma lo scopo di questo incredibile lavoro era quello di favorire la sua socializzazione, un obiettivo che si può dire raggiunto e ora chi lo ferma più? “Ha acquistato una chitarra e sta imparando a suonarla. Sarebbe bello che si appassionasse alla musica… Intanto stiamo pensando anche a un’altra canzone, qualcosa di più invernale, vorremmo scrivere qualcosa su di lui. Chissà. Intanto però ho ben impresso il suo sorriso sul volto, è stato incredibile“, conclude Giovanni. 

L’associazione Anffas

Visita sito Populonia
I ragazzi di Anffas Firenze in visita al sito di Populonia (Anffas)

L’Anffas, Associazione Nazionale Famiglie di Disabili Intellettivi e Relazionali (ex Associazione Nazionale Famiglie Fanciulli e Adulti Subnormali, da qui l’acronimo rimasto), è nata nel 1958 con alcuni obiettivi statuari, come la prevenzione dell’handicap psichico, il benessere e la tutela dei bisogni degli insufficienti mentali e delle loro famiglie. L’Associazione unisce oggi in federazione oltre 200 sedi, sparse in tutta Italia, con 15.000 soci, 13.000 utenti e 4.000 dipendenti. La nascita del centro a Firenze è di poco successiva a quella nazionale e risale al 1959, per iniziativa di un gruppo di genitori. Dal maggio del 1968 la sua sede si trova in via Bolognese, in un contesto ambientale molto bello sulle colline di Firenze, in una serie di immobili acquistati in via definitiva, grazie al contributo dei soci, due anni più tardi. La “mission” di Anffas Firenze è quella di garantire ai soggetti con tali disabilità il diritto inalienabile ad una vita libera e tutelata, il più possibile indipendente nel rispetto della propria dignità.

 

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
È uscita da pochi giorni ma già si può considerare un vero e proprio tormentone estivo. E non stiamo parlando di un brano di Fedez o di Carl Brave e Noemi o ancora di Elodie. Bensì della canzone "Una domenica da Chioma" di Elvis Berrocal. Non la conoscete? Si fa presto a dire che è speciale, ora vi raccontiamo perché. Se non siete mai stati a Quercianella, una frazione del comune di Livorno, magari non vi sarà subito chiaro di che località si tratti. Ma vi basti sapere che, appoggiata sulla costa a nord della nota località di Castiglioncello, esiste questa frazione e, in particolare, qui si trova il Porticciolo del Chioma, uno stabilimento balneare che la sera, diventa un locale per la movida estiva. Ed è da qui che parte la nostra storia.

Chi è il giovane artista, Elvis Berrocal

Elvis Berrocal
Elvis Berrocal, classe 1997, peruviano, è in Italia da quando ha 7 anni. Soffre di disturbi cognitivi e relazionali e frequenta il centro diurno di Anffas di Firenze dal 2018
Elvis Berrocal è un ragazzone del 1997, peruviano, che è arrivato in Italia quando di anni ne aveva 7. La madre e i fratelli erano già nel nostro Paese e quando è arrivato "sono emerse le sue caratteristiche comportamentali", spiega a Luce! Giovanni Scavone, operatore di Anffas Firenze che la sua storia la conosce bene. "Per lui è sempre stato difficile socializzare con i ragazzi, si rende conto dei suoi problemi ma lui è molto più abile di altri". Il ragazzo ha vissuto in casa famiglia fino a 21 anni e "dopo aver studiato all'Istituto agrario, dal 2018 è ad Anffas". Berrocal infatti frequenta il Centro diurno dell'Associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale. "All'inizio le difficoltà relazionali, di socializzazione erano davvero grandi, faceva le ore piccole in casa e quando arrivava al Centro si spiaggiava sul divano o sulla poltrone tutto il giorno. Va stimolato per favorire il suo benessere psico fisico", aggiunge l'operatore, che ha trovato l'escamotage giusto perché le cose iniziassero a cambiare.

La passione per Ed Sheeran e quell'incontro, una sera a Quercianella

Sono poche le cose che appassionano Elvis come la musica di Ed Sheeran. "Gli piacciono le sue canzoni, gli piace la lingua inglese. Allora con lo staff del Centro gli abbiamo proposto di scrivere una canzone e lui ha accettato, come fosse un gioco", prosegue Giovanni Scavone. Ma una canzone su cosa? Ascoltando i brani del cantautore irlandese è saltato subito all'occhio – anzi all'orecchio – che per la maggior parte parlassero d'amore per una ragazza. "Elvis non ha mai dimostrato particolare interesse per le ragazze, certo se glielo chiedo mi nomina tante attrici famose, ma quando gl'ho chiesto 'c'è una ragazza che ti ha particolarmente colpito?' mi ha raccontato di un episodio risalente a qualche anno prima, quando con un gruppo di ragazzi è stato alla discoteca al Chioma di Quercianella, e qui ha visto una giovane che gli era rimasta in mente, anche se, specifica anche nella canzone l'ha vista in pista ma 'non è stato amore a prima vista!'", aggiunge sorridendo l'operatore. Ecco trovato l'argomento e il titolo, ovviamente, non poteva che essere "Una domenica da Chioma".

Elvis registra la canzone
Elvis registra la canzone "Una domenica a Chioma"

La canzone e il video: "Non ha mai sorriso così"

Il video del brano fa parte di un percorso educativo che gli operatori hanno costruito con Elvis, stimolati dalla sua passione per la musica. Insieme hanno scritto il testo e realizzato il filmato. "Alcune frasi le ha scritte lui – racconta Giovanni –. Per comporre il testo e le musiche ci abbiamo messo appena un pomeriggio, venivano quasi da sole". Un grande aiuto è arrivato da un tirocinante e anche un'altra ragazza del centro, Adriana, ha fatto parte del coro nella canzone. "Non l'ho mai visto sorridere così, come quando stavamo girando il video, ambientato tutto nel nostro centro fiorentino. Abbiamo capito che quello che gli manca di più è credere in sé stesso e negli altri". Un traguardo importantissimo, ma non è mancato un po' di timore nel decidere se renderlo pubblico o meno. "È difficile arrivare al benessere che ha raggiunto Elvis ma è facile invece avere ricadute: avevamo paura di pubblicare, che arrivassero giudizi negativi come spesso era accaduto anche a casa. Per ora, però, le solo reazioni sono state tutte positive".

Il futuro nella musica: "È un animale da palcoscenico"

Il ritmo entra in testa ed è impossibile non innamorarsi del verso più esplicativo di tutta la canzone: "Quel giorno a Quercianella com'eri bella. In discoteca al Chioma, m'hai mandato in coma" seguito dal coro "How wonderful you are". E l'occhiolino finale è carico si carica di un significato particolare, che sa di realizzazione personale per un ragazzo che nella vita ha dovuto affrontare tantissime difficoltà, ma anche di promessa di riscatto. Una vera hit, insomma, accolta da tantissimi commenti entusiasti sui social e non solo. Elvis infatti si è addirittura esibito live durante la cena sociale di Anffas Firenze, giovedì 14 luglio. "È davvero un animale da palcoscenico, l’ha voluta cantare ben 4 volte, è stato il tormentone della serata". Ma lo scopo di questo incredibile lavoro era quello di favorire la sua socializzazione, un obiettivo che si può dire raggiunto e ora chi lo ferma più? "Ha acquistato una chitarra e sta imparando a suonarla. Sarebbe bello che si appassionasse alla musica... Intanto stiamo pensando anche a un'altra canzone, qualcosa di più invernale, vorremmo scrivere qualcosa su di lui. Chissà. Intanto però ho ben impresso il suo sorriso sul volto, è stato incredibile", conclude Giovanni. 

L'associazione Anffas

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I ragazzi di Anffas Firenze in visita al sito di Populonia (Anffas)
L’Anffas, Associazione Nazionale Famiglie di Disabili Intellettivi e Relazionali (ex Associazione Nazionale Famiglie Fanciulli e Adulti Subnormali, da qui l'acronimo rimasto), è nata nel 1958 con alcuni obiettivi statuari, come la prevenzione dell’handicap psichico, il benessere e la tutela dei bisogni degli insufficienti mentali e delle loro famiglie. L’Associazione unisce oggi in federazione oltre 200 sedi, sparse in tutta Italia, con 15.000 soci, 13.000 utenti e 4.000 dipendenti. La nascita del centro a Firenze è di poco successiva a quella nazionale e risale al 1959, per iniziativa di un gruppo di genitori. Dal maggio del 1968 la sua sede si trova in via Bolognese, in un contesto ambientale molto bello sulle colline di Firenze, in una serie di immobili acquistati in via definitiva, grazie al contributo dei soci, due anni più tardi. La "mission" di Anffas Firenze è quella di garantire ai soggetti con tali disabilità il diritto inalienabile ad una vita libera e tutelata, il più possibile indipendente nel rispetto della propria dignità.  
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