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La siciliana Carieri sulle orme della Robin's contro violenze e discriminazione per diventare Eva

La donna ha portato a termine il percorso di transizione nonostante i soprusi e le umiliazioni subite. E ora "Voglio fare televisione! Desidero rompere gli schemi"

di GUIDO GUIDI GUERRERA -
5 febbraio 2023
Eva Carieri

Eva Carieri

Scrittrice, conduttrice e attrice, Eva Carieri è un’avvenente donna di origini siciliane. Una girovaga nata che con enorme coraggio e forza di volontà ha concluso con successo un delicato e complesso iter di transizione di genere iniziato diversi anni fa. Le sue vicende personali sono venate da interminabili soprusi, vissuti specialmente in famiglia a causa di un padre despota e manesco e di una madre troppo succube del marito per poterle essere d’aiuto. Una serie interminabile di umiliazioni e discriminazioni hanno segnato la sua esistenza in una Palermo decisamente poco incline ad accettare quelle sue scelte ritenute troppo scandalose e disonorevoli. Ma lentamente l’affascinante Eva è riuscita a sbocciare nonostante tutto e tutti non smettendo mai di rincorrere il proprio sogno: quello di un intervento risolutivo che facesse di lei una donna a tutti gli effetti, la cui natura gridava affermazione da sempre a dispetto di una biologia a lei del tutto estranea. Marco sarebbe rimasto così solo un lontano, flebile e nebbioso ricordo grazie a una transizione psicologicamente ben elaborata e al bisturi sapiente di un chirurgo abile e sensibile.

Eva Carieri, siciliana, ha vissuto per anni lo stigma omotransfobico nella sua città

Ha gli occhi belli Eva, occhi che guardano lontano in cui si riescono a indovinare tracce di quella sofferenza che non può essere dimenticata. È lo sguardo fiero di chi ha strappato, ad uno ad uno, tutti i brandelli dell’esistere per farne un vestito nuovo, figlio del disinganno, dell’avventura e della rinuncia. Ma anche della conquista. "Eva. Il prezzo dell'ambizione. La ricerca dell'amore nonostante tutto, oltre il pregiudizio" è il libro autobiografico che ha deciso di scrivere, pubblicato per i tipi di Mondadori, in cui si racconta senza reticenze ma con il garbo e l’eleganza che le sono propri. Si intrecciano storie di vita in cui sesso, droga, violenze di ogni genere e intolleranza mortificante vengono esposte in uno stato d’animo in cui la lucidità analitica cede al disappunto, a considerazioni dolenti nei confronti di contesti ambientali spesso troppo sordi e distratti per occuparsi di certe questioni. Eppure, in lei, il desiderio di amare resta intatto. È vero: il suo corpo è stato violato molte volte, ma la sua anima conserva la purezza delle creature speciali, quelle che non chiedono altro che overdose di amore, tanto, tanto amore. Ha studiato, si è fatta da sola e ha scalato montagne pur di arrivare dove voleva, pur di realizzare un obiettivo preciso alla propria ambizione, quello di essere apprezzata non soltanto per la bellezza esteriore ma specialmente per la profondità di una mente mai sazia di apprendere. Così Eva guarda testarda al successo, quello vero, quello che la proietti nel gotha di uno star system a cui sente istintivamente di appartenere. Forse una piccola ricompensa per tutto quello che le prove delle vita le hanno tolto. Come avviene la genesi di Eva? "Sono siciliana, nata in un contesto di notevole povertà e disagio culturale e in un'epoca decisamente scomoda per le persone trans. Ho quindi dovuto scrollarmi di dosso con molta fatica il tessuto sociale e familiare per poter emergere e sopravvivere come donna. Sono stata costretta a peregrinare a lungo di città in città, dormendo anche per strada, pur di trovare quella che ritenevo fosse la mia irrinunciabile dimensione ideale. Questo ha comportato l’esigenza di sperimentare tutte le fasi di orientamento sessuale, necessarie a riconoscermi man mano in un’identità di genere ben definita e marcatamente femminile. Ebbi la conferma di essere sulla strada giusta quando mi fermai a pensare me stessa in età avanzata, ormai avvizzita dagli anni. Allora mi resi conto di trovare molto più dignitosa e affine alla mia natura una vecchiaia al femminile. Avevo deciso assolutamente di voler invecchiare come una donna"

Eva Carieri ha affrontato per lunga parte della sua vita umiliazioni e discriminazioni a causa della sua identità trans

Lei ha scelto un nome fortemente evocativo della donna primigenia. Fa pensare alla femmina per eccellenza... "In realtà tutto ha avuto origine come un atto di sfida nei confronti di Eva Robin’s e della società trans in cui vivevo nella Bologna dei primi anni 2000. In quel contesto, il nome scelto era ritenuto unico e nessuna di noi poteva appropriarsi del nome di un’altra, nella stessa città. Io sono sempre stata molto ambiziosa e così decisi di sfidare la trans più bella e famosa d’Italia che risiedeva proprio nello stesso luogo in cui mi trovavo. Avvenne però molto sorprendentemente che a lei non importasse un bel niente di quei meccanismi piuttosto primitivi, perciò quando ci conoscemmo mostrò grande disponibilità nei miei confronti e poi il destino volle che diventassimo grandi amiche. In lei trovai subito un’alleata e forse involontariamente anche una maestra di vita". In che contesto è avvenuto il suo processo di transizione? "Nel peggiore. Per non dormire per strada, come ero solita fare ormai da troppo tempo, cedetti al marciapiede e così divenni vittima della malavita. In cambio di un tetto vendetti il mio corpo, per di più con risultati inimmaginabili. All’improvviso mi trovai catapultata in ambienti di estremo lusso, fui così proiettata dalla strada alle feste importanti, alle frequentazioni Vip e a una imprevedibile popolarità. Naturalmente avvenne tutto sottostando a molti compromessi, anche di natura violenta. Ma la spuntai grazie ad una mia innata lungimiranza e a quel 'pelo sullo stomaco' che le notti al freddo, passate rannicchiata sotto ai cartoni e con lo stomaco indolenzito per la fame, avevano contribuito a formare". Quanto le è costata la sua scelta? "La sto ancora pagando e forse continuerò a pagarla per tutta la vita, ma ne è valsa la pena. Rifarei tutto! Se potessi scegliere come rinascere non cambierei nulla, a parte l’epoca e il contesto sociale. Vorrei poter dar seguito alle mie ambizioni senza dover mai più affrontare l’emarginazione, la povertà e le offese. Vorrei tanto poter vivere la quotidianità senza essere costretta a pagare il conto salato troppo spesso imposto al mio cuore spezzato".

Carieri è stata vittima di violenza sessuale anche quando viveva in strada

Ha mai avuto esitazioni? "No. Ho sperimentato per lungo tempo le varie fasi di orientamento sessuale al fine di comprendere la mia autentica identità di genere. Forse ho esitato proprio nel momento in cui avevo deciso di cambiare sesso in maniera definitiva. L’intervento di riassegnazione di identità, all’epoca, era ancora in fase embrionale e questo aveva disorientato molte di noi. Prima di allora a essere realmente operativa c’era solo l’equipe di Londra con un chirurgo che però si apprestava al pensionamento mentre nuove realtà internazionali offrivano soluzioni alternative con svariate promesse in termini di risultato, purtroppo non sempre positivo. In quel periodo furono in molte a perdere la vita, così io aspettai di trovare la soluzione più sicura. Finalmente nel 2008 mi decisi a partire per Bangkok: fu una buona idea e forse se non avessi esitato mi sarei potuta operare molti anni prima.” Oggi Eva è una bellissima donna. Continua a essere vittima di discriminazioni? "In realtà da quando ho dato alla luce Eva non ho più subìto discriminazioni, ho scelto di istruirmi e di dare al mondo un’immagine della mia persona all’insegna della sana pulizia. Godo del rispetto di chi si ferma a parlare con me e cerco sempre di propormi come persona elegante, discreta e accogliente. Non ho mai fatto mistero della mia condizione ma evito che questo rappresenti il fulcro della mia personalità di oggi. Forse l’unico problema che riscontro ancora adesso è sul lavoro. Sono un’appassionata di comunicazione e recitazione e ho sempre cercato di fare televisione in maniera intelligente, con tutti i tratti ironici tipici della mia personalità. Purtroppo le porte che mi sono state aperte sono molto poche. La discriminazione maggiore risiede nell’insistere a contestualizzare una persona trans come 'persona trans', quindi in grado di interpretare o discutere questioni soltanto legate al genere. Invece sono certa di poter dare molto di più in svariati ambiti, che non siano esclusivamente monotematici".

Carieri dice di non aver più subito discriminazioni dopo la "nascita di Eva", se non sul lavoro

Lei ha viaggiato molto. In quale città si è sentita meno a suo agio e in quale ambiente è stata meglio accolta? "Sicuramente sento di dedicare un’ode a Bologna che mi ha dato stabilità con il riconoscimento di uno status. A questa città devo l’istruzione e la formazione che mi sono autoimposte, realizzazione resa più agevole grazie alle amicizie che la vita mi ha portato a stringere. Penso ad esempio a Lucio Dalla che credeva fermamente in me tanto da incoraggiarmi – in tempi non sospetti – a scrivere quel libro che ho recentemente pubblicato, frutto del suo apprezzamento verso la mia maniera di scrivere e raccontare. Del resto non posso indicare una città in cui mi sono trovata peggio. Va detto che quando vivi per vent’anni in un luogo come Bologna, scopri che non esiste più la necessità di doversi difendere da manifestazioni di odio, ma anzi ti vengono offerte le medesime possibilità che vengono prospettate a chiunque, senza la necessità di sottolineare i tratti distintivi di una determinata personalità. All’estero ricordo la mia esperienza a Barcellona, che assieme a tutto il periodo spagnolo rappresenta certamente un bellissimo ricordo". Tra i suoi interessi c'è la chirurgica estetica di cui discute da esperta su un suo blog. Com'è nata questa passione? "Nasce dalla ricerca e dalla mia predisposizione ad ottenere sempre i migliori risultati dalle cose che mi appresto a fare. Quando iniziai a rivolgermi ai chirurghi plastici, ne presi in esame diversi, fu uno su tutti a darmi modo di esprimermi come desideravo, così davanti allo specchio progettammo insieme la mia metamorfosi. Il chirurgo era Eugenio Agostino, che ritengo il mio padre putativo. Lui si fermò silenzioso dietro di me, intento a guardare la mia immagine riflessa allo specchio. Poi mi chiese cosa mi desse fastidio. Seguì una descrizione dettagliata di volumi e simmetrie da armonizzare e lui mi illustrò, tecnicamente, come si sarebbe potuto intervenire sul mio volto e sul mio corpo. In questo modo appresi nozioni, seppur sommarie, che avrebbero dato vita ad un sodalizio durato molti anni. Quindi in qualità di advisor accettai un’offerta che mi portò in una grande azienda e ricevetti la formazione necessaria per ricoprire il ruolo. In seguito affiancai chirurghi plastici italiani ed uno croato, Zoran Zgaljardic, e con lui andammo oltre le consulenze. Divenni testimonial per una nuova tecnica di laser liposuzione ed insieme apparimmo in tv e giornali. Fu anche un modo utile per sdoganare il transessualismo in una nazione conservatrice e in fin dei conti qualcosa davvero cambiò".

Eva Carieri sogna di lavorare nel mondo della televisione, "di rompere gli schemi"

Quali sono le sue massime ambizioni? "Voglio fare televisione! Desidero rompere gli schemi, magari inserendomi in un contesto di fascia protetta come conduttrice di un programma. Vorrei anche confrontarmi meglio nell’ambito della recitazione: la fortuna di aver recitato accanto ad Adriano Giannini in 'Bang Bang Baby' per Prime video mi spinge con entusiasmo ad approfondire questo campo". Cos'è per lei il successo? "Il riconoscimento di un duro lavoro, svolto nel migliore dei modi. La pace dopo una vita fatta di sfide". E la felicità? "Vorrei sentirmi realizzata nel lavoro ma anche sentimentalmente, tutta la vita ho inseguito illusioni che mi hanno portata ad un certo punto a non volermi più mettere in gioco. Oggi, a seguito di un lungo lavoro interiore, ho invece ben chiaro chi sono, cosa posso dare e a chi desidero darlo. So perfettamente da chi guardarmi e sono perfino serenamente pronta a non incontrare nessuno: ho imparato a stare bene, amarmi, rispettarmi ed ascoltarmi. Sono già completa così. Eppure se arrivasse qualcuno all’altezza de miei sentimenti, mi fermerei per ascoltare … e finalmente sentire i battiti dei nostri cuori ed il chiasso delle nostre risate".