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Home » Lifestyle » Fashion Expressions: The Stories She Wears. Il programma di formazione sulla moda per promuovere l’emancipazione femminile

Fashion Expressions: The Stories She Wears. Il programma di formazione sulla moda per promuovere l’emancipazione femminile

Il progetto, organizzato dall'Unfpa e dal Gruppo Prada, si terrà in Ghana e in Kenya coinvolgendo 45 donne. Al termine dei sei mesi di stage, le tirocinanti mostreranno i loro lavori

Redazione
19 Ottobre 2022
Alcune delle tirocinanti in Ghana

Alcune delle tirocinanti in Ghana

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Un programma di formazione sulla moda in Ghana e Kenya. È questa l’iniziativa dell’Unfpa, l’agenzia delle Nazioni Unite per la salute sessuale e riproduttiva, e del Gruppo Prada che insieme si uniscono per la promozione dell’uguaglianza di genere e il ruolo di leader nell’industria della moda, grazie a una partnership innovativa: il programma pilota, Fashion Expressions: The Stories She Wears. Il progetto mira a sfruttare il potere sociale ed economico della moda come veicolo per promuovere l’emancipazione femminile, la salute sessuale e quella riproduttiva, attraverso un programma di formazione di sei mesi per giovani donne in Ghana e Kenya.

Le stagiste al lavoro in Ghana per apprendere l’utilizzo della macchina da cucire

“Stiamo lavorando per cercare delle soluzioni innovative volte a sostenere le giovani donne”

Il programma fornisce a 45 partecipanti conoscenze e competenze pratiche rilevanti per l’industria della moda e facilita gli stage presso aziende locali, per creare opportunità di lavoro a lungo termine. Inoltre, cerca di promuovere una più profonda comprensione dei diritti sessuali e riproduttivi e di ridurre la vulnerabilità a disuguaglianze di genere e alle pratiche potenzialmente rischiose per la salute. Dell’iniziativa ha parlato Mariarosa Cutillo, Chief of Strategic Partnerships: “L’Unfpa sta lavorando con l’industria creativa per cercare soluzioni innovative volte a sostenere le giovani donne in difficoltà e consentire loro di prendere piena coscienza dei loro diritti e liberare il loro pieno potenziale. La moda è una ‘piattaforma globale’ che garantisce formazione e sviluppo sostenibile a lungo termine. Siamo orgogliosi di lanciare la nostra partnership con il Gruppo Prada attraverso questo programma d’impatto che si concentra sull’inclusione economica delle donne, ampliando i confini per le soluzioni di sviluppo sostenibile e che rappresenta un trampolino di lancio per nuove collaborazioni negli anni a venire”. Grazie a questo programma, 30 ragazze in Ghana e 15 in Kenya stanno acquisendo preziose esperienze e conoscenze in diversi settori, tra cui il design e la produzione di moda, con particolare attenzione alle tradizioni e agli stili locali, alla moda riciclata, al design di tessuti tradizionali e l’alfabetizzazione finanziaria, tra cui la contabilità, il budgeting e la gestione aziendale.

Tutta la concentrazione delle stagiste nell’utilizzo della macchina da cucire

Gestione della salute mestruale, pubertà: il programma completo

Lorenzo Bertelli, Prada Group Marketing Director & Head of Corporate Social Responsibility, ha esaltato il lavoro svolto dal Gruppo Prada: “Questo programma di formazione riflette la convinzione del Gruppo che la moda sia un mezzo attraverso cui si può fare del bene. Siamo onorati di collaborare con UNFPA a questo progetto unico nel suo genere, che ci consentirà di sfruttare il potere sociale ed economico del nostro settore con l’ambizione di creare una società sempre più inclusiva e paritaria”.

Il programma prevede anche sessioni educative complete sulla salute sessuale e riproduttiva, che coprono argomenti come la gestione della salute mestruale, la pubertà e la prevenzione delle gravidanze adolescenziali. Inoltre, le partecipanti ricevono una formazione sulla prevenzione e la risposta alla violenza di genere, dotandole di competenze preziose per contribuire a combattere le pratiche dannose, tra cui le mutilazioni genitali femminili e i matrimoni infantili.

Malika Savell, Chief Diversity, Equity & Inclusion Officer, Prada Group, The Americas, ha concluso ritenendosi molto soddisfatta della collaborazione: “Siamo entusiasti di continuare ad approfondire la nostra partnership con l’UNFPA per guidare e potenziare la prossima generazione di professioniste attraverso il progetto Fashion Expressions: The Stories She Wears. È un privilegio per il Gruppo Prada impegnarsi a favore delle opportunità per le giovani aspiranti stiliste di tutto il mondo”. Una volta finiti i sei mesi di stage, le tirocinanti mostreranno i loro lavori in una presentazione di fine anno in Ghana o in Kenya.

 

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  • Avete mai pensato a come fare quando siete in una foresta, in montagna o in una spiaggia solitaria, lontane da tutti, completamente immerse nella natura, ma avete il ciclo? 

🟪 A questa eventualità ha risposto una ragazza scozzese, che ha sviluppato un kit mestruale portatile da usare all’aperto quando non esistono i servizi igienici o non c’è accesso alle toilette. Erin Reid, 25 anni, ha concepito l’idea quando ha affrontato il cammino di 96 miglia (154 km) della West Highland Way da Milngavie, vicino a Glasgow, a Fort William. Ispirata dalle sue esperienze racconta: 

🗣“Ho avuto le mestruazioni per tutto il tempo ed è stata una vera seccatura Il mio obiettivo è quello di risolvere il problema e dare alle persone la possibilità di uscire all’aria aperta quando hanno le mestruazioni”. Secondo Erin, le donne che si trovano in luoghi isolati potrebbero correre il rischio di infezioni del tratto urinario, shock tossico o infertilità a causa della scarsa igiene, quando non c’è accesso a bagni, impianti per lavarsi le mani o luoghi per smaltire i prodotti sanitari usati.

La ragazza ha dichiarato che il suo kit è pensato per chi pratica l’escursionismo, il kayak e per il personale militare, ma ha spiegato che, grazie anche al design a forma di fiaschetta, potrebbe interessare persino il pubblico femminile dei festival all’aperto, preoccupati di utilizzare i bagni chimici. Il kit contiene: una coppetta mestruale riutilizzabile, salviette antibatteriche, che consentono di pulire la coppetta in viaggio e un semplice erogatore che può essere utilizzato anche senza avere le mani pulite, quindi in situazioni in cui non è possibile accedere a servizi igienici o all’acqua corrente. 

L’ex studentessa della Napier University, laureata in Design del Prodotto, spera ora di lanciare il prodotto nel 2024: appassionata escursionista e ciclista è ora alla ricerca di finanziamenti per portare sul mercato il suo kit per l’igiene mestruale LU Innovations. Che è stato sviluppato con il sostegno di Converge, società di supporto per le università e gli istituti di ricerca che lavorano su nuovi prototipi.

#lucenews #mestruazioni #kitmestruale #ciclomestruale #designdelprodotto
  • “Ho fatto un film artigianale, maldestramente ispirato a una lettera di Elsa Morante, e dedicato a tutte le ‘cattive ragazze’, che cattive non sono, e che lottano in tutto il mondo: dall’Iran all’Afghanistan, ma anche in Svezia e in Umbria”.

Il corto “Le Pupille” di Alice Rohrwcher ha ricevuto ieri, 24 gennaio, una nomination agli Oscar per il miglior Live Action Short. La cerimonia finale si terrà a Los Angeles il 12 marzo.

La reazione e la gioia delle piccole protagoniste, della troupe e della regista✨

#lucenews #lucelanazione #lepupille #oscar2023
  • C’è anche un film italiano in corsa per gli Oscar. 

È il cortometraggio "Le pupille" diretto da Alice Rohrwacher, regista quarantunenne nata in Toscana, cresciuta nella campagna umbra, regista "artigianale", autodidatta, i cui film hanno già ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali. Le pupille è prodotto dal regista premio Oscar Alfonso Cuarón, ed è entrato nella cinquina delle pellicole in corsa per l’Oscar del Miglior cortometraggio.

"Dedico questa nomination alle “bambine cattive“, che cattive non sono affatto, e che sono in lotta ovunque nel mondo: in Iran, in Afghanistan, ma anche in Svezia e in Umbria. Mi auguro che, come nel mio cortometraggio, possano rompere la torta e condividerla fra loro". 

Si parla, infatti, nel film, di una torta. E di costrizioni, divieti, imposizioni, rigide regole da sovvertire. Il film prende spunto, dice la regista, da una lettera che nel dicembre 1971 la scrittrice Elsa Morante inviò all’amico giornalista e critico cinematografico Goffredo Fofi.

Nella lettera, la Morante racconta una storia avvenuta in un collegio di preti, negli anni del fascismo. Una decina di ragazzi si preparano al pranzo di Natale, scoprendo che a chiudere il pasto c’è un’enorme zuppa inglese. Ma il priore li invita a "fare un fioretto" a Gesù Bambino, rinunciando alla loro fetta di dolce. Qualcuno si ribellerà: un "bimbo cattivo". La lettera è pubblicata, col titolo di Pranzo di Natale, per le edizioni milanesi Henry Beyle, nel 2014.

Invitata da Cuarón a prendere parte a un progetto di corti per Disney+, Alice Rohrwacher ha scelto questa storia. Ma con un radicale cambiamento: ha trasformato i ragazzi in ragazzine, in "pupille", piccole orfane ospitate dalle suore. L’intransigente priora è interpretata dalla sorella della regista, Alba Rohrwacher. A portare la torta in convento è una eccentrica nobildonna che chiede – in cambio del dono – di pregare per l’uomo che la ha tradita e abbandonata.

È la prima volta, invece, che la regista riceve una nomination agli Oscar, e lo fa con una fiaba anarchica, un Canto di Natale "in rosa", rivoluzionario e al femminile.

L
  • Messaggi osceni, allusioni, avances in ufficio e ricatti sessuali. La forma più classica del sopruso in azienda, unita ai nuovi strumenti tecnologici nelle mani dei molestatori. Il movimento Me Too, nel 2017, squarciò il velo di silenzio sulle molestie sessuali subite dalle donne nel mondo del cinema e poi negli altri luoghi di lavoro. Cinque anni dopo, con in mezzo la pandemia che ha terremotato il mondo del lavoro, le donne continuano a subire abusi, che nella maggior parte dei casi restano nell’ombra.

«Sono pochissime le donne che denunciano – spiega Roberta Vaia, della segreteria milanese della Cisl – e nei casi più gravi preferiscono lasciare il lavoro. Il molestatore andrebbe allontanato dalla vittima ma nei contratti collettivi dei vari settori non è ancora prevista una sanzione disciplinare per chi si rende responsabile di molestie o di mobbing».

Un quadro sconfortante che emerge anche da una rilevazione realizzata dalla Cisl Lombardia, nel corso del 2022, su lavoratrici di diversi settori, attraverso un sondaggio distribuito in fabbriche, negozi e uffici della regione. Sono seimila le donne che hanno partecipato all’indagine, e il 44% ha dichiarato di aver subìto molestie o di «esserne stata testimone» nel corso della sua vita lavorativa.

A livello nazionale, secondo gli ultimi dati Istat, sono 1.404.000 le donne che nel corso della loro vita lavorativa hanno subito molestie fisiche o ricatti sessuali sul posto di lavoro. Quando una donna subisce un ricatto sessuale, nell’80,9% dei casi non ne parla con nessuno sul posto di lavoro. Quasi nessuna ha denunciato il fatto alle forze dell’ordine: appena lo 0,7% delle vittime.

✍🏻di Andrea Gianni

#lucenews #istat #donne #molestie #lavoro #diritti
Un programma di formazione sulla moda in Ghana e Kenya. È questa l'iniziativa dell'Unfpa, l'agenzia delle Nazioni Unite per la salute sessuale e riproduttiva, e del Gruppo Prada che insieme si uniscono per la promozione dell'uguaglianza di genere e il ruolo di leader nell'industria della moda, grazie a una partnership innovativa: il programma pilota, Fashion Expressions: The Stories She Wears. Il progetto mira a sfruttare il potere sociale ed economico della moda come veicolo per promuovere l'emancipazione femminile, la salute sessuale e quella riproduttiva, attraverso un programma di formazione di sei mesi per giovani donne in Ghana e Kenya.
Le stagiste al lavoro in Ghana per apprendere l'utilizzo della macchina da cucire

"Stiamo lavorando per cercare delle soluzioni innovative volte a sostenere le giovani donne"

Il programma fornisce a 45 partecipanti conoscenze e competenze pratiche rilevanti per l'industria della moda e facilita gli stage presso aziende locali, per creare opportunità di lavoro a lungo termine. Inoltre, cerca di promuovere una più profonda comprensione dei diritti sessuali e riproduttivi e di ridurre la vulnerabilità a disuguaglianze di genere e alle pratiche potenzialmente rischiose per la salute. Dell'iniziativa ha parlato Mariarosa Cutillo, Chief of Strategic Partnerships: "L'Unfpa sta lavorando con l’industria creativa per cercare soluzioni innovative volte a sostenere le giovani donne in difficoltà e consentire loro di prendere piena coscienza dei loro diritti e liberare il loro pieno potenziale. La moda è una ‘piattaforma globale’ che garantisce formazione e sviluppo sostenibile a lungo termine. Siamo orgogliosi di lanciare la nostra partnership con il Gruppo Prada attraverso questo programma d'impatto che si concentra sull'inclusione economica delle donne, ampliando i confini per le soluzioni di sviluppo sostenibile e che rappresenta un trampolino di lancio per nuove collaborazioni negli anni a venire". Grazie a questo programma, 30 ragazze in Ghana e 15 in Kenya stanno acquisendo preziose esperienze e conoscenze in diversi settori, tra cui il design e la produzione di moda, con particolare attenzione alle tradizioni e agli stili locali, alla moda riciclata, al design di tessuti tradizionali e l'alfabetizzazione finanziaria, tra cui la contabilità, il budgeting e la gestione aziendale.
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Lorenzo Bertelli, Prada Group Marketing Director & Head of Corporate Social Responsibility, ha esaltato il lavoro svolto dal Gruppo Prada: "Questo programma di formazione riflette la convinzione del Gruppo che la moda sia un mezzo attraverso cui si può fare del bene. Siamo onorati di collaborare con UNFPA a questo progetto unico nel suo genere, che ci consentirà di sfruttare il potere sociale ed economico del nostro settore con l’ambizione di creare una società sempre più inclusiva e paritaria”. Il programma prevede anche sessioni educative complete sulla salute sessuale e riproduttiva, che coprono argomenti come la gestione della salute mestruale, la pubertà e la prevenzione delle gravidanze adolescenziali. Inoltre, le partecipanti ricevono una formazione sulla prevenzione e la risposta alla violenza di genere, dotandole di competenze preziose per contribuire a combattere le pratiche dannose, tra cui le mutilazioni genitali femminili e i matrimoni infantili.
Malika Savell, Chief Diversity, Equity & Inclusion Officer, Prada Group, The Americas, ha concluso ritenendosi molto soddisfatta della collaborazione: "Siamo entusiasti di continuare ad approfondire la nostra partnership con l'UNFPA per guidare e potenziare la prossima generazione di professioniste attraverso il progetto Fashion Expressions: The Stories She Wears. È un privilegio per il Gruppo Prada impegnarsi a favore delle opportunità per le giovani aspiranti stiliste di tutto il mondo". Una volta finiti i sei mesi di stage, le tirocinanti mostreranno i loro lavori in una presentazione di fine anno in Ghana o in Kenya.
 
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