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Home » Lifestyle » Festa del papà, i padri di oggi più motivati ed energici rispetto alle mamme

Festa del papà, i padri di oggi più motivati ed energici rispetto alle mamme

La paternità allena leadership e gestione del cambiamento perché vivere attivamente la genitorialità migliora la flessibilità e le competenze relazionali

Maurizio Costanzo
19 Marzo 2023
FS Italia: sono stati avviati percorsi di training e iniziative dedicati a mamme e papà per migliorare la conciliazione vita-lavoro

Il 19 marzo è la Festa del papà

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C’erano una volta i padri tutti d’un pezzo, autoritari, spesso assenti e severi, quasi mai complici come le mamme, poche coccole e tante punizioni. Ora però le cose per i papà – che rimangono il primo eroe per i figli maschi e il primo amore per le figlie femmine – sono molto cambiate da allora, e le sorprese certo non mancano. La ricorrenza del 19 marzo, Festa del papà, è dunque anche l’occasione per ripensare al ruolo paterno al giorno d’oggi.

L'attore Luca Argentero lo scorso 17 febbraio Argentero e diventato padre per la seconda volta: è nato Noè Roberto
L’attore Luca Argentero lo scorso 17 febbraio e diventato padre per la seconda volta: è nato Noè Roberto (Instagram)

Diventare genitori rimane un cambiamento che viene vissuto sia dai neopapà sia dalle neomamme con stati d’animo per lo più positivi: consapevolezza, motivazione, curiosità verso il futuro sono alcune delle emozioni più riportate dai partecipanti all’indagine dell’Osservatorio Vita – Lavoro di Lifeed. Ma i neopapà, a differenza delle neomamme, si sentono più motivati e sembrano anche sentire meno la fatica della conciliazione tra vita privata e lavorativa. L’indagine è stata condotta su un campione di 1.125 partecipanti ai percorsi formativi dell’EdTech company che, attraverso la piattaforma di self-coaching digitale life-based, trasforma le esperienze di vita in efficaci palestre per la formazione delle competenze soft.

Neopapà più motivati ed energici

Parlando di emozioni, i neopapà si sentono anche più pieni di energie rispetto alle neomamme (88% vs 69%), oltre che più responsabili e maturi (84% contro 78%). Allo stesso tempo, però, i padri sembrano sentire meno la fatica della conciliazione tra vita privata e lavorativa, riportata solo da un neopapà su tre (33%) rispetto alle neomamme, dove emerge nel 60% dei casi, confermando un scenario già noto in cui la genitorialità pesa di più sulle donne. Un’opportunità mancata perché le competenze che si sviluppano con la pratica della paternità sono quelle di cui il mondo del lavoro ha sempre più bisogno.

Congedi parentali
I neopapà si sentono più energici, responsabili e maturi rispetto alle neomamme

I benefici della paternità

Dall’indagine è emerso che vivere attivamente il ruolo di padre permette di allenare soprattutto le competenze di gestione del cambiamento: come gestione dello stress e dell’imprevisto, e flessibilità riportata dal 76% dei padri. Migliorano anche le capacità di guida e leadership (73%) e con la paternità si delinea anche una più chiara visione del futuro.  L’esercizio della paternità migliora inoltre le competenze relazionali, come l’empatia, l’ascolto e la collaborazione (72%).

La nuova paternità

“I dati del nostro Osservatorio – spiega Martina Borsato, Research & Innovation Senior Analyst di Lifeed – ci riportano una fotografia dei padri aperti al viaggio della genitorialità. I padri di oggi sono consapevoli che un figlio porterà una nuova visione del mondo e una trasformazione di sé, che vuol dire maturità, forza e nuova capacità di mettere insieme la vita dentro e fuori dal lavoro. Insomma, un insieme di competenze che magari non avevano, o non sapevano di avere, che li arricchisce come persone ma anche professionisti. È il segnale di un vento nuovo che sta finalmente soffiando nella giusta direzione, starà alle aziende individuare queste nuove competenze e trasferirle in azienda”. Con i percorsi di self-coaching di Lifeed i genitori diventano più capaci di usare queste energie e competenze anche nel loro lavoro e nelle relazioni con i colleghi. Infatti, l’81% dei padri ha poi riconosciuto di aver trasferito sul lavoro le competenze allenate grazie alla nascita di un figlio.

La testimonianza di un neopapà

Federico Pistillo ha 43 anni ed è un neopapà. “Da poco più di un anno è nata la nostra prima figlia – racconta -. Questa esperienza ha naturalmente cambiato la vita di entrambi noi genitori, soprattutto nel nostro rapporto con lo spazio e il tempo a disposizione”. Tutto è diventato più veloce e compresso, perché ora più che mai “fatto” è meglio che “perfetto”.

Federico Pistillo
Federico Pistillo

“In ogni caso uno degli aspetti che abbiamo sviluppato di più è il prendersi cura reciprocamente” continua Pistillo. E aggiunge: “Gli impegni professionali sono una parte importante della nostra vita, e ritengo che l’essere diventati genitori ci abbia aiutato ad allenare competenze efficaci come prendere decisioni anche quando hai poco tempo e poche informazioni”. A proposito del prendersi cura, dice ancora il genitore, “questo è un atteggiamento che riscontro in modo estremamente chiaro nella società in cui lavoro, Grenke Italia, dove fa parte della cultura aziendale e si esprime in misure concrete a supporto di tutte le situazioni, soprattutto la maternità e paternità. Mi ritengo fortunato perché in diverse occasioni il vero welfare mi è stato garantito dall’azienda più che dalle istituzioni che pure vi sarebbero deputate”. Pistillo è Senior Marketing Specialist di Grenke, che recentemente è stata riconosciuta da Lifeed come Caring Company, azienda che investe in leadership generative e nelle proprie persone.

Lifeed: le transizioni di vita diventano momenti di apprendimento

Lifeed è la società di education technology a impatto sociale che dal 2015 ha cambiato la formazione, trasformando gli eventi di vita in momenti di apprendimento. Attraverso un metodo di apprendimento proprietario, il Life Based Learning, Lifeed trasforma le transizioni di vita e le relazioni di cura in momenti di apprendimento e di sviluppo delle competenze soft, che aumentano fino al 35%. I programmi Lifeed sono frutto di ricerche scientifiche in corso dal 2012 e validate a livello nazionale e internazionale grazie al contributo del comitato scientifico e partner accademici come l’Università Ca’ Foscari, l’Università degli Studi di Milano-Bicocca e la Kellogg School of Management. Citata da McKinsey & Company tra le 10 iniziative di reskilling più innovative e inclusive al mondo, la piattaforma digitale Lifeed viene oggi utilizzata da oltre 40 mila persone in 100 aziende.

Riccarda Zezza (Lifeed)
Riccarda Zezza (Lifeed)

Lifeed è inoltre la prima e unica impresa italiana tra le 16 aziende disruptive e innovative in forte crescita selezionate da Unreasonable Group per entrare nella community di Unreasonable Future, il programma internazionale creato per aiutare a co-progettare il futuro del mondo del lavoro. Lifeed è stata fondata da Riccarda Zezza co-autrice del libro “MAAM – Maternity as a Master”, fellow di Ashoka – l’Ong che seleziona i migliori innovatori sociali del mondo – membro onorario di Cesvi e membro del Weizmann Young European Network. Nel 2018 è stata premiata da “Fortune Italia” come “Most Influent and Innovative Woman” e indicata da Citi Foundation tra le 40 imprenditrici che stanno modificando l’innovazione di genere nel mondo. Nel 2021 l’European EdTech Alliance cita Riccarda Zezza tra le 14 fondatrici più rilevanti di startup nel mercato EdTech europeo. È stata inoltre citata da HolonIQ tra le 144 donne a capo di Startup EdTech a livello mondiale.

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
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Neopapà più motivati ed energici

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I benefici della paternità

Dall’indagine è emerso che vivere attivamente il ruolo di padre permette di allenare soprattutto le competenze di gestione del cambiamento: come gestione dello stress e dell’imprevisto, e flessibilità riportata dal 76% dei padri. Migliorano anche le capacità di guida e leadership (73%) e con la paternità si delinea anche una più chiara visione del futuro.  L’esercizio della paternità migliora inoltre le competenze relazionali, come l’empatia, l’ascolto e la collaborazione (72%).

La nuova paternità

“I dati del nostro Osservatorio – spiega Martina Borsato, Research & Innovation Senior Analyst di Lifeed - ci riportano una fotografia dei padri aperti al viaggio della genitorialità. I padri di oggi sono consapevoli che un figlio porterà una nuova visione del mondo e una trasformazione di sé, che vuol dire maturità, forza e nuova capacità di mettere insieme la vita dentro e fuori dal lavoro. Insomma, un insieme di competenze che magari non avevano, o non sapevano di avere, che li arricchisce come persone ma anche professionisti. È il segnale di un vento nuovo che sta finalmente soffiando nella giusta direzione, starà alle aziende individuare queste nuove competenze e trasferirle in azienda”. Con i percorsi di self-coaching di Lifeed i genitori diventano più capaci di usare queste energie e competenze anche nel loro lavoro e nelle relazioni con i colleghi. Infatti, l’81% dei padri ha poi riconosciuto di aver trasferito sul lavoro le competenze allenate grazie alla nascita di un figlio.

La testimonianza di un neopapà

Federico Pistillo ha 43 anni ed è un neopapà. “Da poco più di un anno è nata la nostra prima figlia – racconta -. Questa esperienza ha naturalmente cambiato la vita di entrambi noi genitori, soprattutto nel nostro rapporto con lo spazio e il tempo a disposizione". Tutto è diventato più veloce e compresso, perché ora più che mai “fatto” è meglio che “perfetto”.
Federico Pistillo
Federico Pistillo
"In ogni caso uno degli aspetti che abbiamo sviluppato di più è il prendersi cura reciprocamente" continua Pistillo. E aggiunge: "Gli impegni professionali sono una parte importante della nostra vita, e ritengo che l’essere diventati genitori ci abbia aiutato ad allenare competenze efficaci come prendere decisioni anche quando hai poco tempo e poche informazioni". A proposito del prendersi cura, dice ancora il genitore, "questo è un atteggiamento che riscontro in modo estremamente chiaro nella società in cui lavoro, Grenke Italia, dove fa parte della cultura aziendale e si esprime in misure concrete a supporto di tutte le situazioni, soprattutto la maternità e paternità. Mi ritengo fortunato perché in diverse occasioni il vero welfare mi è stato garantito dall’azienda più che dalle istituzioni che pure vi sarebbero deputate". Pistillo è Senior Marketing Specialist di Grenke, che recentemente è stata riconosciuta da Lifeed come Caring Company, azienda che investe in leadership generative e nelle proprie persone.

Lifeed: le transizioni di vita diventano momenti di apprendimento

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Riccarda Zezza (Lifeed)
Riccarda Zezza (Lifeed)
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