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Alla scoperta dell'Europa per rinnovare il modo di viaggiare e fare turismo: il sogno di Filippo

Originario della Sardegna, lo studente 22enne è animato da due grandi passioni: girare il mondo e fare impresa

di NICOLÒ GUELFI -
9 luglio 2022
Filippo Altea, il ragazzo che gira l’Europa per cambiare il nostro modo di viaggiare

Filippo Altea, il ragazzo che gira l’Europa per cambiare il nostro modo di viaggiare

È possibile ripensare il nostro modo di viaggiare per renderlo più economico, ecologico, ma senza rinunciare alla bellezza di questa esperienza? Filippo Altea sta cercando una risposta. Il suo viaggio è appena all’inizio e la strada sembra molto lunga, ma a lui viaggiare con calma non dispiace. Classe 2000, nato a Dolianova in Sardegna, Filippo è un ragazzo di 22 anni molto curioso, animato da due grandi passioni: girare il mondo e fare impresa. Non solo quella “eccezionale” che sta compiendo adesso nel corso del suo viaggio, ma proprio nel senso di creare un progetto imprenditoriale che possa trasformare i suoi sogni in un lavoro. Il ragazzo sardo, infatti, si è lanciato in un progetto tanto interessante quanto ambizioso: partire in interrail per 90 giorni in giro per l’Europa “in avanscoperta”. L’obiettivo di Filippo è quello di raccogliere informazioni sulle tratte, i luoghi da visitare, pregi e difetti di quello che il turismo nel nostro continente, al fine di ripensare il modo in cui viaggiamo, diminuire la nostra impronta sul mondo e godere appieno delle bellezze dei luoghi che visitiamo.
Filippo Altea, il ragazzo che gira l’Europa per cambiare il nostro modo di viaggiare

Filippo Altea, il ragazzo che gira l’Europa per cambiare il nostro modo di viaggiare

“Ho fatto il mio primo viaggio fuori dall’Italia a 18 anni – racconta Filippo –. Sono andato a Berlino ospite di un ragazzo argentino. In quel momento ho capito che viaggiare mi piaceva davvero. Da lì mi sono dato un obiettivo: ogni volta che potevo, dovevo visitare una grande capitale europea nel giro di soli 3 giorni. L’esperienza era bellissima, ma tornando a casa mi rendevo conto che il mio modo di viaggiare era diverso da quello degli altri e le cose che vedevo non erano sempre le stesse che avevano visto le stesse persone che avevano visitato gli stessi posti”. Il nostro modo di visitare luoghi lontani e ammirarne i tesori è stato facilitato dalla tecnologia, ma tuttavia può essere migliorato: “La verità è che i giovani non sanno più viaggiare, anche se ne avrebbero tutte le possibilità. Spesso le persone si limitano a vedere solo i posti meglio pubblicizzati, mangiano nei fast food e fanno shopping nelle grandi catene di abbigliamento” sostiene il ragazzo. In questo contesto Filippo ha pensato che ci fosse spazio per proporre un progetto. L’idea e la volontà c’erano, quel che mancava però era l’esperienza: “Sentivo di non avere ancora viaggiato abbastanza per poter condurre un progetto simile. Grazie ad Aurora Fellows però sono riuscito a mettere in piedi il mio progetto: attraversare l’Europa in 90 giorni. Attualmente mi trovo a Vilnius, in Lituania. Sono partito dalla Grecia e il mio viaggio si concluderà in Norvegia”.
Filippo Altea con dei viaggiatori coetanei incontrati in Grecia

Filippo Altea con dei viaggiatori coetanei incontrati in Grecia

Filippo è entrato in Aurora Fellows nell’aprile 2021 e ha partecipato a molti corsi di formazione e scambi culturali Erasmus+. Aurora Fellows è il percorso di formazione fondato da Jacopo Mele nel 2016 e nato da Fondazione Homo Ex Machina, che ogni anno apre le porte a più di 200.000 ragazzi in Europa e lungo le coste del Mediterraneo e permette ai giovani di prepararsi alle sfide lavorative che gli si presenteranno nel futuro. Viaggiare e vedere il mondo non è solo uno svago, ma è anche un modo per crescere personalmente e imparare la diversità. Purtroppo oggi spostarsi da un luogo a un altro ha un impatto sulla già grave situazione climatica: “Spostarsi in treno o in pullman è sicuramente preferibile perché hanno un impatto minore in termini di emissioni rispetto all'aereo, ma quest’ultimo resta comunque la scelta più comoda. Io penso che se ne abbiamo la possibilità dovremmo goderci il viaggio, anche se più lento, perché aiuta a vivere pienamente l’esperienza, ma a nessuno deve essere negata la possibilità di spostarsi come vuole. Dire di rinunciare a una possibilità conveniente non è efficace” sostiene Filippo. Ma oltre al viaggio c’è anche la permanenza: “Dobbiamo analizzare soprattutto ciò che facciamo quando arriviamo sul posto. Noi dobbiamo mettere in moto un comportamento che valorizzi la realtà in cui ci troviamo. Come consumatori possiamo fare molto, ad esempio scegliendo di mangiare in locali tipici e particolari invece dei fast food, o comprando ciò che serve nei piccoli negozi, non nelle grandi catene”. Filippo ha iniziato il suo percorso nell’imprenditoria nel 2017 quando con il Liceo Spano di Sassari ha partecipato al concorso nazionale “La Tua Idea d’Impresa”, vincendo su 240 progetti il premio migliore idea imprenditoriale. Trasferitosi a Padova e riproposto il concorso, ha vinto con il Liceo Nievo il premio sostenibilità ambientale: qui ha avuto la possibilità di fare il test di ammissione alla Luiss Guido Carli, che lo ha premiato con una borsa di studio completa per il percorso triennale in Economia e Management.
Filippo Altea con due amiche incontrato lungo il suo viaggio

Filippo Altea con due amiche incontrato lungo il suo viaggio

Per Altea, c’è un rapporto che lega insieme il viaggio e l’imprenditoria: “Il viaggio, qualunque cosa tu voglia fare, non è solo ispirazione, ma è aprire gli occhi su quello che le persone vogliono. Il viaggio è essenziale per conoscere, come imprenditore è essenziale per anticipare i bisogni. Il fondatore di Starbucks è venuto fino in Italia per capire il valore di un posto dove si beve caffè”. Il progetto in realtà è quasi una missione, quella di collegare le persone, ispirarle e dare loro consigli utili per conoscere e vedere il mondo. Per farlo Filippo ha deciso di documentare il suo cammino sui social. Su TikTok e su Instagram, sotto il nome di @traveltoide, si possono seguire con cadenza quotidiana gli spostamenti e ammirare le bellezze che il nostro continente può offrire. Ma qual è il primo passo che possiamo fare tutti? Pensare un po’ meno da turista e un po’ più da viaggiatore, differenza che Filippo spiega così: “Il turista consuma. Non ha un'esperienza se gli viene tolto l'atto di sedersi, mangiare e fare shopping. Al viaggiatore puoi togliere tutto, ma lui resta un flâneur: si nutre delle bellezze del luogo. Il viaggiatore non deve necessariamente consumare meno, ma vuole consumare in modo accorto, consapevole, unirsi al luogo che visita, scomparire in esso. Il viaggiatore si unisce ai locali e, quando se ne va, è come se la città perdesse un cittadino”.