Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Lifestyle » Francesca Sivieri, la maestra che lesse le fiabe nel parco: “Sul volto dei bimbi si accese il sorriso, la dad li mortifica”

Francesca Sivieri, la maestra che lesse le fiabe nel parco: “Sul volto dei bimbi si accese il sorriso, la dad li mortifica”

Un anno fa divise l'Italia leggendo ai bimbi le fiabe nel parco: ammirata e imitata in tante scuole, attaccata da un sindacalista. Oggi Francesca Sivieri alterna presenza e dad per i 15 bimbi della materna e vede i propri figli adolescenti "spenti" per le lezioni a distanza

Maria Serena Quercioli
24 Aprile 2021
La maestra Francesca Sivieri

La maestra Francesca Sivieri

Share on FacebookShare on Twitter
La maestra Francesca Sivieri guida le lezioni da casa

“La possibilità di far tornare in classe a piccoli gruppi i bambini della scuola dell’infanzia è stata una prima vittoria. A maggio mi piacerebbe rifare una lettura all’aperto”: così Francesca Sivieri, 44 anni, la maestra delle letture nei prati dopo il termine del lockdown dello scorso anno, descrive la sua esperienza didattica con i nuovi alunni. Nel maggio 2020, Francesca Sivieri insegnava alla scuola materna Meucci di Prato e salì alla ribalta delle cronache nazionali perché le sue letture nei parchi pubblici, promosse prima attraverso il “passaparola” con i genitori dei  piccoli alunni, poi allargate ad altri bambini, nacquero per rompere l’isolamento forzato in cui erano costretti gli alunni.

Le critiche del sindacalista

Il 18 maggio finì il lockdown totale, ma le scuole rimasero chiuse e la maestra Francesca, con una coperta e un libro organizzò il raduno pomeridiano in un giardino. Le letture furono subito un successo, ma un dirigente del comparto scuola Firenze-Prato del sindacato Cisl sollevò perplessità sull’iniziativa volontaria e pure alcune maestre storsero il naso. Divampò una polemica a livello nazionale ma, piano piano, giunse la solidarietà di tante colleghe e genitori e l’esempio di Francesca fu seguito da maestri e maestre in altre città italiane.

“Pandemia, i bimbi sacrifcati”

Dal settembre scorso Francesca Sivieri insegna alla scuola materna di Migliana a Cantagallo, in Val Bisenzio: “La mia classe – racconta Francesca – è composta da 15 alunni di 5 anni. Per fortuna, grazie al decreto, c’è stata la possibilità di fare un giorno si e uno no in presenza con gruppi di 5 bambini. All’inizio i piccoli chiedevano come mai eravamo così pochi. Col tempo, però, si sono sentiti anche un po’ privilegiati. Nella didattica in presenza dedico sempre molto spazio alla lettura e sto facendo con loro un progetto sulle competenze di base, quelle necessarie per affrontare la prima elementare”. E con la didattica a distanza come reagiscono i bambini dell’asilo? “L’infanzia – risponde la maestra – è la più sacrificata in questa pandemia: le famiglie si stanno arrangiando come possono e talvolta i bambini della materna hanno fratelli o sorelle alle elementari e quindi c’è da gestire più situazioni a casa. La presenza dell’adulto è fondamentale, per poter seguire”.

“Scuole sicure”

Le scuole nonostante l’applicazione di rigidi protocolli igienico-sanitari, investimenti economici per il rispetto delle regole continuano ad essere la nota dolente in Italia di un servizio educativo non sempre adeguato alle esigenze di apprendimento e socializzazione: “I bambini si adattano a tutto – prosegue Francesca Sivieri – ma hanno vissuto un anno difficile: senza scuola, senza socialità, senza sport e ci sarà da investire molto nel loro futuro. Con grande serenità seguono le regole di igienizzazione delle mani, rispettano il distanziamento, fanno l’intervallo in giardino per classi singole e nonostante tutto questo si sono chiuse le scuole quando all’interno dei plessi non c’è mai stato un vero pericolo”. La didattica a distanza, inoltre, penalizza moltissimo gli studenti stranieri anche se non è il caso della classe di Francesca: “In Val di Bisenzio c’è scarsa presenza di stranieri, io ho pochi alunni e tutti partecipano molto volentieri. Vedo che le famiglie hanno desiderio di integrarsi. Le mie colleghe a Prato, invece, hanno classi dimezzate e questo non è bello: si nega il diritto all’istruzione. Questi bambini sono bilingue e senza la partecipazione anche da casa si crea un divario che avrà conseguenze in futuro”.

Francesca Sivieri durante una lazione in dad dalla sua abitazione con i bambini della materna

“La dad spenge il sorriso dei miei figli”

Francesca ha due figli: Pietro che frequenta la prima superiore all’istituto professionale Buzzi e Matteo in terza liceo classico e anche loro hanno seguito le lezioni a distanza, alternate a quelle in presenza, in base alle percentuali stabilite dal decreto per le superiori. Quando Francesca era a casa ha avuto la possibilità di osservare le loro video lezioni: “I miei figli – dice con molta amarezza – li ho visti e li vedo spenti. Non hanno avuto modo da settembre di fare gruppo, di vivere la classe. Partecipano alle lezioni on line ma è come se si fossero arresi a questo sistema che li vuole confinati a casa. Ho fatto due colloqui con i professori e sono rimasta male, delusa perché i docenti chiaramente non associano il nome dei ragazzi al loro volto. Io rispetto tutte le opinioni ma la scuola oggi deve servire ad altro”.

La maestra Francesca Sivieri durante le letture nel parco vicino alla scuola effettuate del maggio 2020

“Ricordare quel giorno, tornando nel parco”

Fra poche settimane sarà trascorso un anno dalle letture nel prato per i suoi bambini e Francesca ipotizza una lettura “celebrativa” di quel momento: quell’esperienza è vero che ha fatto tanto parlare ma con immediatezza e spontaneità ha generato felicità, facendo sorridere i bambini: “Sono molto combattiva e non mi arrendo. Quello è stato un momento apprezzato da bambini e genitori e mi piacerebbe ricordarlo perché la lettura permette di viaggiare con la mente. Capisco che in giro c’è molta paura per i contagi ed è più facile oggi generare cattiveria quindi devo pensare bene a cosa fare”.

 

Potrebbe interessarti anche

Laura Pausini si è sposata (Instagram)
Spettacolo

Matrimonio Laura Pausini, luna di miele speciale. Ecco dove va

22 Marzo 2023
Gli studenti delle scuole superiori di Kupang riuniti per l'appello all'alba (Getty Images)
Lifestyle

Indonesia, genitori furiosi per l’inizio della scuola alle 5.30 di mattina

16 Marzo 2023
La piccola di saki oggi a 5 mesi di vita sulle spalle di mamma Yuta, (Ph: Elena Livia Pennacchioni)
Attualità

Festa del papà, anche tra gli animali ci sono padri modello e non

19 Marzo 2023

Instagram

  • «Era terribile durante il fascismo essere transessuale. Mi picchiavano e mi facevano fare delle cose schifose. Mi imbrattavano con il catrame e mi hanno rasato. Ho preso le botte dai fascisti perché mi ero atteggiato a donna e per loro questo era inconcepibile».

È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l’unica persona trans italiana sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti.

#lucenews #lucysalani #dachau
  • È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l
  • Elaheh Tavakolian, l’iraniana diventata uno dei simboli della lotta nel suo Paese, è arrivata in Italia. Nella puntata del 21 marzo de “Le Iene”, tra i servizi del programma di Italia 1, c’è anche la storia della giovane donna, ferita a un occhio dalla polizia durante le proteste in Iran. Nella puntata andata in onda la scorsa settimana, l’inviata de “Le Iene” aveva incontrato la donna in Turchia, durante la sua fuga disperata dall’Iran, dove ormai era troppo pericoloso vivere. 

“Ho molta paura. Vi prego, qui potrebbero uccidermi” raccontava l’attivista a Roberta Rei. Già in quell’occasione, Elaheh Tavakolian era apparsa con una benda sull’occhio, a causa di una grave ferita causatale da un proiettile sparato dalle forze dell’ordine iraniane durante le manifestazioni a cui ha preso parte dopo la morte di Mahsa Amini.

Elaheh Tavakolian fa parte di quelle centinaia di iraniani che hanno subito gravi ferite agli occhi dopo essere stati colpiti da pallottole, lacrimogeni, proiettili di gomma o altri proiettili usati dalle forze di sicurezza durante le dure repressioni che vanno avanti ormai da oltre sei mesi. La ragazza, che ha conseguito un master in commercio internazionale e ora lavora come contabile, ha usato la sua pagina Instagram per rivelare che le forze di sicurezza della Repubblica islamica stavano deliberatamente prendendo di mira gli occhi dei manifestanti. 

✍ Barbara Berti

#lucenews #lucelanazione #ElahehTavakolian #iran #leiene
  • Ha 19 anni e vorrebbe solo sostenere la Maturità. Eppure alla richiesta della ragazza la scuola dice di no. Nina Rosa Sorrentino è nata con la sindrome di Down, e quel diritto che per tutte le altre studentesse e studenti è inviolabile per lei è invece un’utopia.

Il liceo a indirizzo Scienze Umane di Bologna non le darà la possibilità di diplomarsi con i suoi compagni e compagne, svolgendo le prove che inizieranno il prossimo 21 giugno. La giustificazione – o la scusa ridicola, come quelle denunciate da CoorDown nella giornata mondiale sulla sindrome di Down – dell’istituto per negarle questa possibilità è stata che “per lei sarebbe troppo stressante“.

Così Nina si è ritirata da scuola a meno di tre mesi dalla fine della quinta. Malgrado la sua famiglia, fin dall’inizio del triennio, avesse chiesto agli insegnanti di cambiare il Pei (piano educativo individualizzato) della figlia, passando dal programma differenziato per gli alunni certificati a quello personalizzato per obiettivi minimi o equipollenti, che prevede l’ammissione al vero e proprio esame di Maturità. Ma il liceo Sabin non ha assecondato la loro richiesta.

Francesca e Alessandro Sorrentino avevano trovato una sponda di supporto nel Ceps di Bologna (Centro emiliano problemi sociali per la Trisomia 21), in CoorDown e nei docenti di Scienze della Formazione dell’Alma Mater, che si sono detti tutti disponibili per realizzare un progetto-pilota per la giovane studentessa e la sua classe. Poi, all’inizio di marzo, la doccia fredda: è arrivato il no definitivo da parte del consiglio di classe, preoccupato che per la ragazza la Maturità fosse un obiettivo troppo impegnativo e stressante, tanto da generare “senso di frustrazione“, come ha scritto la dirigente del liceo nella lettera che sancisce l’epilogo di questa storia tutt’altro che inclusiva.

“Il perché è quello che ci tormenta – aggiungono i genitori –. Anche la neuropsichiatra concordava: Nina poteva e voleva provarci a fare l’esame. Non abbiamo mai chiesto le venisse regalato il diploma, ma che le fosse data la possibilità di provarci”.

#lucenews #lucelanazione #disabilityinclusion #giornatamondialedellasindromedidown
La maestra Francesca Sivieri guida le lezioni da casa
“La possibilità di far tornare in classe a piccoli gruppi i bambini della scuola dell'infanzia è stata una prima vittoria. A maggio mi piacerebbe rifare una lettura all'aperto”: così Francesca Sivieri, 44 anni, la maestra delle letture nei prati dopo il termine del lockdown dello scorso anno, descrive la sua esperienza didattica con i nuovi alunni. Nel maggio 2020, Francesca Sivieri insegnava alla scuola materna Meucci di Prato e salì alla ribalta delle cronache nazionali perché le sue letture nei parchi pubblici, promosse prima attraverso il “passaparola” con i genitori dei  piccoli alunni, poi allargate ad altri bambini, nacquero per rompere l'isolamento forzato in cui erano costretti gli alunni.

Le critiche del sindacalista

Il 18 maggio finì il lockdown totale, ma le scuole rimasero chiuse e la maestra Francesca, con una coperta e un libro organizzò il raduno pomeridiano in un giardino. Le letture furono subito un successo, ma un dirigente del comparto scuola Firenze-Prato del sindacato Cisl sollevò perplessità sull'iniziativa volontaria e pure alcune maestre storsero il naso. Divampò una polemica a livello nazionale ma, piano piano, giunse la solidarietà di tante colleghe e genitori e l'esempio di Francesca fu seguito da maestri e maestre in altre città italiane.

"Pandemia, i bimbi sacrifcati"

Dal settembre scorso Francesca Sivieri insegna alla scuola materna di Migliana a Cantagallo, in Val Bisenzio: “La mia classe – racconta Francesca – è composta da 15 alunni di 5 anni. Per fortuna, grazie al decreto, c'è stata la possibilità di fare un giorno si e uno no in presenza con gruppi di 5 bambini. All'inizio i piccoli chiedevano come mai eravamo così pochi. Col tempo, però, si sono sentiti anche un po' privilegiati. Nella didattica in presenza dedico sempre molto spazio alla lettura e sto facendo con loro un progetto sulle competenze di base, quelle necessarie per affrontare la prima elementare”. E con la didattica a distanza come reagiscono i bambini dell'asilo? “L'infanzia – risponde la maestra – è la più sacrificata in questa pandemia: le famiglie si stanno arrangiando come possono e talvolta i bambini della materna hanno fratelli o sorelle alle elementari e quindi c'è da gestire più situazioni a casa. La presenza dell'adulto è fondamentale, per poter seguire”.

"Scuole sicure"

Le scuole nonostante l'applicazione di rigidi protocolli igienico-sanitari, investimenti economici per il rispetto delle regole continuano ad essere la nota dolente in Italia di un servizio educativo non sempre adeguato alle esigenze di apprendimento e socializzazione: “I bambini si adattano a tutto – prosegue Francesca Sivieri – ma hanno vissuto un anno difficile: senza scuola, senza socialità, senza sport e ci sarà da investire molto nel loro futuro. Con grande serenità seguono le regole di igienizzazione delle mani, rispettano il distanziamento, fanno l'intervallo in giardino per classi singole e nonostante tutto questo si sono chiuse le scuole quando all'interno dei plessi non c'è mai stato un vero pericolo”. La didattica a distanza, inoltre, penalizza moltissimo gli studenti stranieri anche se non è il caso della classe di Francesca: “In Val di Bisenzio c'è scarsa presenza di stranieri, io ho pochi alunni e tutti partecipano molto volentieri. Vedo che le famiglie hanno desiderio di integrarsi. Le mie colleghe a Prato, invece, hanno classi dimezzate e questo non è bello: si nega il diritto all'istruzione. Questi bambini sono bilingue e senza la partecipazione anche da casa si crea un divario che avrà conseguenze in futuro”.
Francesca Sivieri durante una lazione in dad dalla sua abitazione con i bambini della materna

"La dad spenge il sorriso dei miei figli"

Francesca ha due figli: Pietro che frequenta la prima superiore all'istituto professionale Buzzi e Matteo in terza liceo classico e anche loro hanno seguito le lezioni a distanza, alternate a quelle in presenza, in base alle percentuali stabilite dal decreto per le superiori. Quando Francesca era a casa ha avuto la possibilità di osservare le loro video lezioni: “I miei figli – dice con molta amarezza – li ho visti e li vedo spenti. Non hanno avuto modo da settembre di fare gruppo, di vivere la classe. Partecipano alle lezioni on line ma è come se si fossero arresi a questo sistema che li vuole confinati a casa. Ho fatto due colloqui con i professori e sono rimasta male, delusa perché i docenti chiaramente non associano il nome dei ragazzi al loro volto. Io rispetto tutte le opinioni ma la scuola oggi deve servire ad altro”.
La maestra Francesca Sivieri durante le letture nel parco vicino alla scuola effettuate del maggio 2020

"Ricordare quel giorno, tornando nel parco"

Fra poche settimane sarà trascorso un anno dalle letture nel prato per i suoi bambini e Francesca ipotizza una lettura “celebrativa” di quel momento: quell'esperienza è vero che ha fatto tanto parlare ma con immediatezza e spontaneità ha generato felicità, facendo sorridere i bambini: “Sono molto combattiva e non mi arrendo. Quello è stato un momento apprezzato da bambini e genitori e mi piacerebbe ricordarlo perché la lettura permette di viaggiare con la mente. Capisco che in giro c'è molta paura per i contagi ed è più facile oggi generare cattiveria quindi devo pensare bene a cosa fare”.  
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto