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Home » Lifestyle » Ginnastica dinamica militare a scuola? Scatta la protesta dei genitori: “Studenti non clienti”

Ginnastica dinamica militare a scuola? Scatta la protesta dei genitori: “Studenti non clienti”

I contrari sfilano davanti al Comune: "Ritiri subito la concessione". Ma l'allenamento in palestra si fa: "È solo sport. Un caso sul niente"

Ilaria Vallerini
21 Settembre 2022
Il primo allenamento di ginnastica dinamica militare in una scuola a Pisa  (Foto Cappello/Valtriani)

Il primo allenamento di ginnastica dinamica militare in una scuola a Pisa (Foto Cappello/Valtriani)

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“Le madri e i padri costituenti si sarebbe rivoltati, perché la scuola è un’istituzione di pace“. Il grande ‘No’ al corso di ginnastica dinamica militare nella palestra dell’Istituto comprensivo Renato Fucini di Pisa è sceso in piazza lunedì 19 settembre. Al presidio di fronte al Comune, a fianco di docenti e genitori della scuola pisana, si sono unite voci provenienti da diverse facce della società civile (partiti, movimenti, sigle sindacali e associazioni). Tutto questo a poche ore dall’inizio dell’addestramento in “stile marines”.

allenamento militare palestra scuola
I partecipanti alla prima lezione di ginnastica militare applicata nella palestra dell’Istituto Renato Fucini di Pisa

La piazza del No

“L’obiettivo, neanche troppo nascosto, è una militarizzazione del sistema educativo e scolastico – dice Sebastiano Orto dei Cobas, insegnante a Pisa -. La ginnastica dinamica militare non ha niente a che vedere con i valori trasmessi della scuola come cultura della pace, cooperazione e valorizzazione dei singoli studenti. Questa bufera ha alzato un velo su un processo che va avanti da anni”. La richiesta proveniente dalla piazza è che “il Comune ritiri immediatamente la concessione della palestra all’ente privato Ginnastica militare dinamica italiana”, dice Fausto Pascali di Priorità alla scuola. E aggiunge: “Al momento della scoperta del corso (due settimane fa), Diritti in Comune ha subito fatto richiesta per visionare tutta la documentazione relativa al bando di concessione degli spazi della scuola, ma ad ora non è stato rilasciato niente”. Gli Rsu d’istituto Lucia Vaccari e Michele Girlanda ribadiscono: “Tutto è stato sottaciuto. Quando la verità è venuta a galla il collegio dei docenti dell’Istituto ha espresso all’unanimità il proprio dissenso e la propria contrarietà all’iniziativa”.

La mamma di una alunna dell’istituto comprensivo al presidio sotto il Comune di Pisa (Foto Cappello/Valtriani)

“Gli spazi scolastici devono restare tali anche al termine delle lezioni”

Anche i genitori degli studenti hanno aderito alla protesta, ancora sotto shock. “Prendere posizione è un gesto doveroso. Riteniamo che tale disciplina sia in netto contrasto con l’art. 96 del Testo Unico delle Disposizioni legislative in materia di Istruzione, il quale prevede che le strutture scolastiche siano utilizzate solo per la promozione culturale, sociale, sportiva e civile. Gli spazi scolastici devono restare tali anche al termine delle lezioni – dice mamma Mariangela -, perché gli studenti non sono clienti, ma bensì parte integrante della scuola”.

La prima prova alla palestra: “È stato montato un caso”

Intanto, alle 19.30 di lunedì sera si è aperto il cancello delle “Fucini” per la prima prova. Una decina di partecipanti con la divisa verde, pronti per l’allenamento; tra loro gente comune. “È stato montato un caso – ribatte il responsabile Giorgio Bucci -, ma la ginnastica dinamica militare italiana è una disciplina sportiva autorizzata nelle palestre scolastiche. Un allenamento a corpo libero, dove si insegna l’educazione psicofisica in un contesto senza comfort né competizione. La concessione? Non c’è una data di scadenza”.

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  • Stando alle ultime stime, in Italia vivono almeno 88mila donne vittima di mutilazioni genitali femminili, con tutti i gravi problemi fisici, funzionali, psicologici che ne derivano. In base ai dati diffusi dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa) e dall’Unicef, nel mondo ammonterebbero ad almeno 200 milioni donne e ragazze che hanno subito mutilazioni genitali. Nel 2023, circa 4,2 milioni di bambine e ragazze nel mondo sono a rischio di subire queste pratiche.

Attraverso la testimonianza di Ayaan Hirsi Ali, autrice de “L’infedele", proviamo a spiegare con le giuste parole in tutta la sua cruda realtà cosa racchiuda veramente:

“Mi afferrò e mi bloccò la parte superiore del corpo… Altre due donne mi tennero le gambe divaricate. L’uomo che era un cinconcisore tradizionale appartenente al clan dei fabbri, prese un paio di forbici. Con l’altra mano afferrò quel punto misterioso e cominciò a tirare… Sentii il rumore, come un macellaio che rifila il grasso da un pezzo di carne.”

Nella Giornata Internazionale contro le mutilazioni genitali femminili il presidente della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva-rigenerativa ed estetica Sicpre, il professor Francesco Stagno d’Alcontres, dichiara: 

“Spesso l’evento della mutilazione viene rimosso dai ricordi, mentre restano i dolori nei rapporti sessuali, le difficoltà nella minzione e durante il parto. La mutilazione genitale è un evento che modifica il corso della vita e noi lo dobbiamo contrastare sul piano della cultura e affrontare sul piano medico e scientifico”.

L’edizione 2023 del Summit Itinerante contro la mutilazioni genitali femminili, l’evento che si svolge in data odierna a Roma, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustininani, sede della Presidenza del Senato della Repubblica, vede il saluto di esponenti del Governo, la testimonianza di una vittima e la partecipazione di importanti personalità, tra cui gli esperti della chirurgia plastica italiana chiamati a raccolta dalla Sicpre.

Letizia Cini ✨

#lucenews #lucelanazione #giornatamutilazionigenitalifemminili #linfedele
  • "Vorrei ringraziare la comunità queer per il vostro amore e per aver inventato un genere". 👑

Con queste parole di ringraziamento, Queen Bay riscrive la storia dei Grammy Awards. Beyoncé ier sera ha battuto tutti i record: con la 32esima vittoria incassata, è la star più premiata della storia degli Oscar della musica.

Con altri quattro grammofoni d’oro, la star americana, icona mondiale e paladina dei diritti civili e della body positivity, ha così superato il primato del direttore d’orchestra Georg Solti scomparso nel ‘97 e che, fino a stanotte, era rimasto imbattuto per due decenni con 31 vittorie. Queen Bay ha voluto dedicare la vittoria alla comunità Lgbtq+.

#lucenews #lucelanazione #qn #beyoncé #grammyawards2023
  • Stava regalando libri alle ragazze quando è stato arrestato a Kabul, giovedì 3 febbraio. Ismail Mashal, un professore universitario afghano, 37 anni, in aperta critica con il bando posto dai Talebani all’istruzione femminile, andava in giro con un carretto pieno di volumi gratuiti che distribuiva a donne e bambine, quando le forze di sicurezza lo hanno accusato di “azioni provocatorie” dalle autorità che lo hanno portato in carcere. Lo riferisce la Bbc.

Alcuni testimoni hanno riferito che il professore è stato schiaffeggiato, preso a pugni e a calci dalle forze di sicurezza locali durante l’arresto. Tuttavia Abdul Haq Hammad, un funzionario del ministero dell’Informazione e della Cultura talebani, ha dichiarato che il docente è stato trattato bene mentre era in custodia. 

Mashal è salito alla ribalta dopo aver strappato i documenti accademici in diretta tv per protestare contro il divieto dei talebani all’istruzione universitaria e secondaria per le donne. Il video in diretta televisiva è diventato virale. 

Ex giornalista, il 37enne dirigeva un’università privata a Kabul, frequentata da 450 studentesse che seguivano i corsi di giornalismo, ingegneria e informatica, tutte discipline che il ministro dell’Istruzione afghano sosteneva non dovessero essere insegnate alle ragazze in quanto contrarie all’islam e la cultura afghana. Quando a dicembre i Talebani hanno annunciato che alle studentesse universitarie non sarebbe più stato permesso di tornare a studiare fino a nuovo ordine, il professor Mashal ha chiuso definitivamente la sua scuola, affermando che “l’istruzione o si offre a tutti o a nessuno“.

“L’unico potere che ho è la mia penna, anche se mi uccidono, anche se mi fanno a pezzi, non resterò in silenzio“, ha dichiarato il mese scorso il professore. Ha anche affermato che un maggior numero di uomini deve insorgere per protestare contro le restrizioni imposte alle donne. Durante il loro incontro a Kabul, Mahsal, padre di due figli, ha precisato che non temeva di essere arrestato o ucciso. Si è detto invece certo che alla fine i Talebani avrebbero cercato di metterlo a tacere, ma è rimasto convinto che fosse un prezzo onesto da pagare.

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  • ✨"Sento ancora la vertigine". Si intitola così il primo documentario dedicato a Elodie, la bellissima e talentuosa cantante romana, che la prossima settimana sarà in gara al Festival di Sanremo. Affascinante e ironica, sensuale e pungente, ma anche fragile e con i piedi per terra: la 32enne si mostra a 360 gradi e senza filtri in un documento reale di quello che l
"Le madri e i padri costituenti si sarebbe rivoltati, perché la scuola è un'istituzione di pace". Il grande 'No' al corso di ginnastica dinamica militare nella palestra dell'Istituto comprensivo Renato Fucini di Pisa è sceso in piazza lunedì 19 settembre. Al presidio di fronte al Comune, a fianco di docenti e genitori della scuola pisana, si sono unite voci provenienti da diverse facce della società civile (partiti, movimenti, sigle sindacali e associazioni). Tutto questo a poche ore dall'inizio dell'addestramento in "stile marines".
allenamento militare palestra scuola
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La mamma di una alunna dell'istituto comprensivo al presidio sotto il Comune di Pisa (Foto Cappello/Valtriani)

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Anche i genitori degli studenti hanno aderito alla protesta, ancora sotto shock. "Prendere posizione è un gesto doveroso. Riteniamo che tale disciplina sia in netto contrasto con l’art. 96 del Testo Unico delle Disposizioni legislative in materia di Istruzione, il quale prevede che le strutture scolastiche siano utilizzate solo per la promozione culturale, sociale, sportiva e civile. Gli spazi scolastici devono restare tali anche al termine delle lezioni - dice mamma Mariangela -, perché gli studenti non sono clienti, ma bensì parte integrante della scuola".

La prima prova alla palestra: "È stato montato un caso"

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