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Home » Lifestyle » Giornata mondiale del Dono, a Milano nasce il “panino sospeso” per aiutare i più fragili

Giornata mondiale del Dono, a Milano nasce il “panino sospeso” per aiutare i più fragili

Le vendite del burger solidale per finanziare il Progetto Arca, la realtà che serve pasti ai senza tetto nel capoluogo lombardo e in altre città italiane

Maurizio Costanzo
4 Ottobre 2022
Nasce il "burger sospeso" a sostegno delle persone fragili: un progetto nato dall'incontro tra Fondazione Progetto ARca Onlus e Doppio Malto

Nasce il "burger sospeso" a sostegno delle persone fragili: un progetto nato dall'incontro tra Fondazione Progetto ARca Onlus e Doppio Malto

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Parte il 4 ottobre, in occasione della Giornata mondiale del Dono, l’iniziativa solidale del “panino sospeso” a favore delle persone che vivono situazioni di disagio e fragilità, ideata e realizzata da Doppio Malto e Fondazione Progetto Arca Onlus. A Milano questo burger speciale e solidale lo si può trovare in tutti i Doppio Malto milanesi, e il ricavato andrà a Fondazione Progetto Arca Onlus, realtà che serve pasti ai senzatetto sia del capoluogo lombardo che in altre città d’Italia tramite la “cucina mobile”.

I menù di Doppio Malto per le persone fragili
I menù di Doppio Malto per le persone fragili

“Da oggi nei nostri locali di Duomo, Porta Romana, Scalo Milano e Navigli i menu avranno un burger in più, il più buono: il burger sospeso – spiega Giovanni Porcu, Ceo di Doppio Malto -. I clienti non lo mangeranno, ma lo potranno acquistare al prezzo simbolico di 5 euro, che noi devolveremo a Progetto Arca, per il sostegno del progetto ‘Cucina mobile’ e di altre attività sul territorio, grazie alle quali saranno garantiti ogni settimana pasti caldi a persone bisognose, raggiungendo decine di persone in città”. Solo a Milano, Progetto Arca serve infatti circa 150 pasti caldi ogni sera per cinque giorni a settimana. Il servizio è attivo anche a Varese, Torino, Roma, Napoli e Bari, con delle ‘mense’ che viaggiano su ruote per andare incontro ai bisogni delle persone fragili, offrire il calore di un pasto e aprire alla possibilità di una relazione di ascolto e di fiducia. Solo nell’ultimo anno sono stati serviti più di 2 milioni e 600mila pasti, offerte 340mila notti di accoglienza e 3mila visite mediche, dando aiuto a più di 25mila persone. L’obiettivo dunque è quello di estendere la collaborazione anche alle ‘cucine mobili’ di altre località.

Doppio Malto partecipa orgogliosamente – insieme a tante altre insegne della ristorazione – a un progetto che, solo a Milano, serve circa 150 pasti caldi ogni sera per 5 giorni alla settimana
Doppio Malto partecipa orgogliosamente – insieme a tante altre insegne della ristorazione – a un progetto che, solo a Milano, serve circa 150 pasti caldi ogni sera per 5 giorni alla settimana

Come nasce quest’idea solidale? A spiegarlo è lo stesso Giovanni Porcu: “Voglio restituire un pezzetto del buono che è capitato alla nostra azienda. È una sinergia importante e, per come l’abbiamo pensata e organizzata insieme, scalabile. Un progetto che ci piacerebbe replicare in tutte le località in cui Doppio Malto è presente. C’è tanto bisogno e possiamo dare tanto. È dal 2021 che collaboriamo con Fondazione Progetto Arca e oggi questo ulteriore passo ci consente di coinvolgere tutti i nostri clienti”. Del resto lo slogan di Doppio Malto è un “posto felice”, e non può non pensare anche alle persone che si trovano in condizione di bisogno e fragilità, purtroppo sempre più numerose.

La collaborazione è nata quando Doppio Malto Milano Navigli ripartì dopo l’allentamento delle restrizioni da Covid. La cucina del locale lavora a pranzo e a cena per i clienti tradizionali, nel pomeriggio compone dei ‘polibox’ contenenti i pasti preparati per le persone che vivono in strada e che vengono poi distribuiti dai volontari di Progetto Arca. La scelta è quella di non devolvere degli avanzi di produzione, ma creare un menu ad hoc, da variare ogni settimana. A giugno 2021 dalla cucina di Doppio Malto Milano Navigli partirono 2.210 pasti, che diventarono 6.300 nel dicembre 2021 e 5.430 a gennaio del 2022. Si aggiungerà presto anche il Doppio Malto di Settimo Torinese e a distanza di oltre un anno, i pasti partiti dalle cucine di Doppio Malto Milano Navigli e Settimo Torinese e distribuiti grazie ai volontari di Progetto Arca diventano circa 73.629. Oggi la collaborazione conosce un ulteriore e importante passo, che punta a coinvolgere i clienti di tutti i Doppio Malto milanesi attraverso appunto il ‘burger sospeso’.

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
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