Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Lifestyle » L’allarme del Moige: il 31% dei minori in Italia è vittima di cyberbullismo, il 54% di bullismo

L’allarme del Moige: il 31% dei minori in Italia è vittima di cyberbullismo, il 54% di bullismo

I giovanissimi sono sempre più iperconnessi: il 63% si collega a internet senza alcuna supervisione. Il body shaming è il pericolo numero uno

Maurizio Costanzo
7 Febbraio 2023
I giovanissimi sono sempre più iperconnessi. E aumentano i casi di cyberbullismo

I giovanissimi sono sempre più iperconnessi. E aumentano i casi di cyberbullismo

Share on FacebookShare on Twitter

I giovanissimi sono sempre più iperconnessi. Lo dicono i dati: il 22% dei minori supera le 5 ore al giorno connesso, il 63% si collega ad internet senza alcuna supervisione. Un bell’incremento, se si pensa che nel 2021 era ‘solo’ il 59%. È la fotografia che emerge dall’indagine ”Tra digitale e cyber risk: rischi e opportunità del web”, realizzata dal Moige in collaborazione con l’Istituto Piepoli, che ha analizzato il rapporto dei minori con il web e i vari device intervistando 1.144 minori dai 6 ai 18 anni. L’evento è stata l’occasione anche per lanciare la VI edizione della campagna “Giovani Ambasciatori per la cittadinanza digitale contro cyberbullismo e cyber risk”, che coinvolge ogni anno migliaia di studenti, docenti e genitori.

I minori sono sempre più iperconnessi
I minori sono sempre più iperconnessi

Amicizie reali vs amicizie virtuali: chi vince?

Dati alla mano, lo studio ci rimanda un’immagine di una generazione sempre più iperconnessa (al 15% dei minori capita sempre o spesso di rinunciare ad ore di sonno per stare di più su internet), che però, dato interessante non sta sostituendo le relazioni nel mondo reale con quelle virtuali. L’89% degli intervistati dichiara di avere più amici nel mondo reale (nel 2020 erano l’81%) e diminuisce il numero di chi fa nuove conoscenze online sempre o spesso (22% contro il 26% del 2020).

Social: identità reale o identità falsa?

I social più utilizzati sono YouTube, Instagram e Tik Tok, dove il 68% dichiara di essere molto o abbastanza attivo. Il 69% dichiara di usare spesso o sempre la vera identità, preoccupa il 30% che accetta spesso o sempre anche amicizie da estranei, e ancora più grave il 15% che ha dato il proprio numero di cellulare ad estranei conosciuti online e il 6% ha, addirittura, scambiato foto personali con loro. Il 3%, purtroppo, ha subito phishing, il 13% dichiara di essersene accorto per tempo. Tra le vittime, 2 su 3 non hanno denunciato per vergogna (9%), paura dei genitori (9%), timore di essere preso in giro (4%) o altro (78%).

Il 22% dei minori supera le 5 ore al giorno connesso, il 63% si collega ad internet senza alcuna supervisione (nel 2021 era il 59%)
Il 22% dei minori supera le 5 ore al giorno connesso, il 63% si collega ad internet senza alcuna supervisione (nel 2021 era il 59%)

Dipendenza da internet: “Mai un giorno senza”

Internet viene utilizzato principalmente per chattare (70%, contro il 60% del 2021), e il 69% degli intervistati dichiara che l’idea di stare un giorno intero senza internet lo fa sentire molto o abbastanza arrabbiato. Per il 17% dei minori internet è l’unica fonte di informazione, per gli altri, la fonte principale sono i genitori o altri adulti (52%) o la tv (23%). Più della metà dei minori (53%) ritiene che ciò che si legge online sia poco attendibile.

Siti ‘vietati’ ai minori: è davvero così?

Nell’indagine di quest’anno sul rapporto dei minori con il web, è stato inserito un capitolo espressamente dedicato a Onlyfans. Nonostante sia vietata l’iscrizione ai minori di 18 anni, il 3% degli intervistati ammette di avere un account personale, percentuale analoga viene rilevata anche nella fascia d’età 11-14 anni, e l’1% degli intervistati ha condiviso online materiali. Del resto, la rete sembra essere poco attenta a evitare che i minori abbiano accesso a contenuti a loro vietati. Il 21% dichiara di visualizzare sempre o spesso contenuti per adulti, solo il 21% lo fa raramente. Alla domanda se, in caso di navigazione su siti vietati, sia stato chiesto loro di essere maggiorenne prima di consentire l’accesso, l’83% ha risposto di no.

Cyberbullismo: il 31% dei minori ne è stato vittima almeno una volta, contro il 23% del 2020
Cyberbullismo: il 31% dei minori ne è stato vittima almeno una volta, contro il 23% del 2020

I rischi della rete: bullismo e cyberbullismo in aumento

Aumentano, purtroppo, gli episodi di bullismo e cyberbullismo. I minori vittime di prepotenze nella vita reale, o che le abbiano subite qualche volta sono il 54%, contro il 44% del 2020. Un incremento significativo, di ben 10 punti, che deve spingerci a riflettere. Per quanto riguarda il cyber bullismo, il 31% dei minori ne è stato vittima almeno una volta, contro il 23% del 2020. Il fenomeno sembra interessare più i ragazzi delle ragazze sia nella vita reale (il 57% dei maschi è stato vittima di prepotenze, contro il 50% delle femmine) sia in quella virtuale (32% contro 29%). Nel 42% si tratta di offese verbali, ma sono frequenti anche violenze fisiche (26%) e psicologiche (26%).

Nel caso del cyberbullismo, invece, il 14% ha subito scherzi o telefonate mute, l’11% ha ricevuto insulti tramite messaggi istantanei, il 10% tramite Sms, il 3% tramite foto o video e, addirittura, il 2% ha ricevuto minacce. In queste circostanze, il sentimento più diffuso è la solitudine e il sentirsi isolato (28%), seguito dalla rabbia (27%) e dalla paura (25%). Il 34% dei minori che hanno partecipato allo studio conosce qualcuno che è stato vittima di prepotenze (nel 2020 erano il 29%). Il 10% (+3%) ammette di aver preso parte ad episodi di prepotenza, il 6% ha usato foto o video per offendere altre persone. Un preoccupante 53% (+15% rispetto al 2020) dice di prendere abitualmente in giro uno o più amici, ma che lui/loro sanno che lo fa per scherzare.

Secondo i dati del Moige, sono sempre più diffusi gli episodi di bullismo e cyberbullismo
Secondo i dati del Moige, sono sempre più diffusi gli episodi di bullismo e cyberbullismo

Pericolo numero uno: il body shaming

Il 52% è pienamente consapevole dei reati che commette se intraprende un’azione di bullismo usando internet o lo smartphone, il 14% lo è abbastanza, ma questo non sembra un deterrente. Un 26%, invece, dichiara di non saperne nulla della gravità del reato. Intervistati, con risposte multiple, sui motivi che spingono ad avere comportamenti di prepotenza o di bullismo nei confronti degli altri, il 54% indica il body shaming. Mentre tra i motivi che spingono i bulli ad agire in questo modo, il 50% afferma che così dimostra di essere più forte degli altri, il 47% si diverte a mettere in ridicolo gli altri, per il 37% il bullo si comporta in questo modo perché gli piace che gli altri lo temano.

Vittime, carnefici e… ‘complici’

Ma come si comportano se assistono a episodi di bullismo? Alla domanda su come si comportano i compagni quando assistono a queste situazioni, solo il 34% risponde “aiutano la vittima”, un dato che nel 2020 era il 44%. Un calo drastico, che forse potrebbe essere spiegato con una minore empatia sociale dovuta al distanziamento sociale e al lockdown, che ha impedito ai minori di intessere relazioni profonde. Migliora, invece, la percentuale degli insegnanti che, rendendosi conto di quanto accaduto, intervengono prontamente (46% contro il 40% del 2020). Un 7%, però, dichiara che i docenti, sebbene si rendano conto di quanto succede, non fanno nulla per fermare le prepotenze.

I social più utilizzati dai minori sono YouTube, Instagram e Tik Tok, dove il 68% dichiara di essere molto o abbastanza attivo
I social più utilizzati dai minori sono YouTube, Instagram e Tik Tok, dove il 68% dichiara di essere molto o abbastanza attivo

Opportunità e insidie del web: la risposta delle istituzioni

“Come governo siano perfettamente consapevoli della difficoltà che oggi c’è tra i giovani di poter gestire uno strumento che da un lato è uno strumento di aiuto, di promozione delle conoscenze, di accesso alle nuove tecnologie che permettono di evolvere anche da un punto di vista cognitivo e di conoscenze, ma d’altra parte è anche uno strumento dal quale possono arrivare molti pericoli. Il compito del governo, delle istituzioni, del terzo settore come il Moige, è quello di esaltare le opportunità che l’evoluzione tecnologica dà, ma scongiurando i rischi che invece si annidano attraverso la rete”. Così il viceministro al Lavoro e alle Politiche sociali Maria Teresa Bellucci, intervenuta alla presentazione dell’indagine dell’Istituto Piepoli sul tema dei cyber risk e del progetto “Giovani Ambasciatori per la cittadinanza digital contro cyberbullismo e cyber risk”.

“Il digitale è un’opportunità – ha aggiunto Bellucci – ma nasconde anche numerose insidie per i nostri ragazzi, i quali sono sempre più esposti al fenomeno del cyberbullismo. È quindi fondamentale rompere la barriera intergenerazionale, soprattutto tra genitori, figli e adulti di riferimento. La diffusione dei dispositivi connessi è un fattore di rischio, ma rappresenta anche un elemento ineliminabile e ampliamento delle conoscenze frutto del progresso tecnologico. È quindi di vitale importanza educare i nostri ragazzi e formare i genitori per eliminare quell’asimmetria informativa che rende le famiglie sole di fronte ai fenomeni che minacciano la crescita dei più piccoli”.

 

Potrebbe interessarti anche

Lifestyle

Carlotta Bertotti, la macchia sfoggiata: “Io ribelle come Mulan”

26 Marzo 2023
Un bambino di 10 anni è stato adottato da una famiglia di Cremona nel 2007 e poi abbandonato  dopo appena 5 giorni
Attualità

Adottato e abbandonato dopo 5 giorni: genitori condannati

25 Marzo 2023
La pressione sociale e la paura di deludere i genitori sono tra le principali cause del disagio degli studenti universitari
Lifestyle

Università, uno studente su tre mente ai genitori sugli esami dati

20 Marzo 2023

Instagram

  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
I giovanissimi sono sempre più iperconnessi. Lo dicono i dati: il 22% dei minori supera le 5 ore al giorno connesso, il 63% si collega ad internet senza alcuna supervisione. Un bell’incremento, se si pensa che nel 2021 era ‘solo’ il 59%. È la fotografia che emerge dall'indagine ''Tra digitale e cyber risk: rischi e opportunità del web'', realizzata dal Moige in collaborazione con l'Istituto Piepoli, che ha analizzato il rapporto dei minori con il web e i vari device intervistando 1.144 minori dai 6 ai 18 anni. L'evento è stata l'occasione anche per lanciare la VI edizione della campagna "Giovani Ambasciatori per la cittadinanza digitale contro cyberbullismo e cyber risk'', che coinvolge ogni anno migliaia di studenti, docenti e genitori.
I minori sono sempre più iperconnessi
I minori sono sempre più iperconnessi

Amicizie reali vs amicizie virtuali: chi vince?

Dati alla mano, lo studio ci rimanda un'immagine di una generazione sempre più iperconnessa (al 15% dei minori capita sempre o spesso di rinunciare ad ore di sonno per stare di più su internet), che però, dato interessante non sta sostituendo le relazioni nel mondo reale con quelle virtuali. L'89% degli intervistati dichiara di avere più amici nel mondo reale (nel 2020 erano l'81%) e diminuisce il numero di chi fa nuove conoscenze online sempre o spesso (22% contro il 26% del 2020).

Social: identità reale o identità falsa?

I social più utilizzati sono YouTube, Instagram e Tik Tok, dove il 68% dichiara di essere molto o abbastanza attivo. Il 69% dichiara di usare spesso o sempre la vera identità, preoccupa il 30% che accetta spesso o sempre anche amicizie da estranei, e ancora più grave il 15% che ha dato il proprio numero di cellulare ad estranei conosciuti online e il 6% ha, addirittura, scambiato foto personali con loro. Il 3%, purtroppo, ha subito phishing, il 13% dichiara di essersene accorto per tempo. Tra le vittime, 2 su 3 non hanno denunciato per vergogna (9%), paura dei genitori (9%), timore di essere preso in giro (4%) o altro (78%).
Il 22% dei minori supera le 5 ore al giorno connesso, il 63% si collega ad internet senza alcuna supervisione (nel 2021 era il 59%)
Il 22% dei minori supera le 5 ore al giorno connesso, il 63% si collega ad internet senza alcuna supervisione (nel 2021 era il 59%)

Dipendenza da internet: "Mai un giorno senza"

Internet viene utilizzato principalmente per chattare (70%, contro il 60% del 2021), e il 69% degli intervistati dichiara che l'idea di stare un giorno intero senza internet lo fa sentire molto o abbastanza arrabbiato. Per il 17% dei minori internet è l'unica fonte di informazione, per gli altri, la fonte principale sono i genitori o altri adulti (52%) o la tv (23%). Più della metà dei minori (53%) ritiene che ciò che si legge online sia poco attendibile.

Siti 'vietati' ai minori: è davvero così?

Nell'indagine di quest'anno sul rapporto dei minori con il web, è stato inserito un capitolo espressamente dedicato a Onlyfans. Nonostante sia vietata l'iscrizione ai minori di 18 anni, il 3% degli intervistati ammette di avere un account personale, percentuale analoga viene rilevata anche nella fascia d'età 11-14 anni, e l'1% degli intervistati ha condiviso online materiali. Del resto, la rete sembra essere poco attenta a evitare che i minori abbiano accesso a contenuti a loro vietati. Il 21% dichiara di visualizzare sempre o spesso contenuti per adulti, solo il 21% lo fa raramente. Alla domanda se, in caso di navigazione su siti vietati, sia stato chiesto loro di essere maggiorenne prima di consentire l'accesso, l'83% ha risposto di no.
Cyberbullismo: il 31% dei minori ne è stato vittima almeno una volta, contro il 23% del 2020
Cyberbullismo: il 31% dei minori ne è stato vittima almeno una volta, contro il 23% del 2020

I rischi della rete: bullismo e cyberbullismo in aumento

Aumentano, purtroppo, gli episodi di bullismo e cyberbullismo. I minori vittime di prepotenze nella vita reale, o che le abbiano subite qualche volta sono il 54%, contro il 44% del 2020. Un incremento significativo, di ben 10 punti, che deve spingerci a riflettere. Per quanto riguarda il cyber bullismo, il 31% dei minori ne è stato vittima almeno una volta, contro il 23% del 2020. Il fenomeno sembra interessare più i ragazzi delle ragazze sia nella vita reale (il 57% dei maschi è stato vittima di prepotenze, contro il 50% delle femmine) sia in quella virtuale (32% contro 29%). Nel 42% si tratta di offese verbali, ma sono frequenti anche violenze fisiche (26%) e psicologiche (26%). Nel caso del cyberbullismo, invece, il 14% ha subito scherzi o telefonate mute, l'11% ha ricevuto insulti tramite messaggi istantanei, il 10% tramite Sms, il 3% tramite foto o video e, addirittura, il 2% ha ricevuto minacce. In queste circostanze, il sentimento più diffuso è la solitudine e il sentirsi isolato (28%), seguito dalla rabbia (27%) e dalla paura (25%). Il 34% dei minori che hanno partecipato allo studio conosce qualcuno che è stato vittima di prepotenze (nel 2020 erano il 29%). Il 10% (+3%) ammette di aver preso parte ad episodi di prepotenza, il 6% ha usato foto o video per offendere altre persone. Un preoccupante 53% (+15% rispetto al 2020) dice di prendere abitualmente in giro uno o più amici, ma che lui/loro sanno che lo fa per scherzare.
Secondo i dati del Moige, sono sempre più diffusi gli episodi di bullismo e cyberbullismo
Secondo i dati del Moige, sono sempre più diffusi gli episodi di bullismo e cyberbullismo

Pericolo numero uno: il body shaming

Il 52% è pienamente consapevole dei reati che commette se intraprende un'azione di bullismo usando internet o lo smartphone, il 14% lo è abbastanza, ma questo non sembra un deterrente. Un 26%, invece, dichiara di non saperne nulla della gravità del reato. Intervistati, con risposte multiple, sui motivi che spingono ad avere comportamenti di prepotenza o di bullismo nei confronti degli altri, il 54% indica il body shaming. Mentre tra i motivi che spingono i bulli ad agire in questo modo, il 50% afferma che così dimostra di essere più forte degli altri, il 47% si diverte a mettere in ridicolo gli altri, per il 37% il bullo si comporta in questo modo perché gli piace che gli altri lo temano.

Vittime, carnefici e… 'complici'

Ma come si comportano se assistono a episodi di bullismo? Alla domanda su come si comportano i compagni quando assistono a queste situazioni, solo il 34% risponde "aiutano la vittima", un dato che nel 2020 era il 44%. Un calo drastico, che forse potrebbe essere spiegato con una minore empatia sociale dovuta al distanziamento sociale e al lockdown, che ha impedito ai minori di intessere relazioni profonde. Migliora, invece, la percentuale degli insegnanti che, rendendosi conto di quanto accaduto, intervengono prontamente (46% contro il 40% del 2020). Un 7%, però, dichiara che i docenti, sebbene si rendano conto di quanto succede, non fanno nulla per fermare le prepotenze.
I social più utilizzati dai minori sono YouTube, Instagram e Tik Tok, dove il 68% dichiara di essere molto o abbastanza attivo
I social più utilizzati dai minori sono YouTube, Instagram e Tik Tok, dove il 68% dichiara di essere molto o abbastanza attivo

Opportunità e insidie del web: la risposta delle istituzioni

“Come governo siano perfettamente consapevoli della difficoltà che oggi c'è tra i giovani di poter gestire uno strumento che da un lato è uno strumento di aiuto, di promozione delle conoscenze, di accesso alle nuove tecnologie che permettono di evolvere anche da un punto di vista cognitivo e di conoscenze, ma d'altra parte è anche uno strumento dal quale possono arrivare molti pericoli. Il compito del governo, delle istituzioni, del terzo settore come il Moige, è quello di esaltare le opportunità che l'evoluzione tecnologica dà, ma scongiurando i rischi che invece si annidano attraverso la rete”. Così il viceministro al Lavoro e alle Politiche sociali Maria Teresa Bellucci, intervenuta alla presentazione dell'indagine dell'Istituto Piepoli sul tema dei cyber risk e del progetto "Giovani Ambasciatori per la cittadinanza digital contro cyberbullismo e cyber risk". “Il digitale è un'opportunità – ha aggiunto Bellucci - ma nasconde anche numerose insidie per i nostri ragazzi, i quali sono sempre più esposti al fenomeno del cyberbullismo. È quindi fondamentale rompere la barriera intergenerazionale, soprattutto tra genitori, figli e adulti di riferimento. La diffusione dei dispositivi connessi è un fattore di rischio, ma rappresenta anche un elemento ineliminabile e ampliamento delle conoscenze frutto del progresso tecnologico. È quindi di vitale importanza educare i nostri ragazzi e formare i genitori per eliminare quell'asimmetria informativa che rende le famiglie sole di fronte ai fenomeni che minacciano la crescita dei più piccoli”.  
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto