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Luce

Home » Lifestyle » “Ho sempre pensato che a me non sarebbe accaduto. Mi sbagliavo. Ho subito per anni violenza psicologica, poi ho detto basta”

“Ho sempre pensato che a me non sarebbe accaduto. Mi sbagliavo. Ho subito per anni violenza psicologica, poi ho detto basta”

Una lettrice di Luce! ha voluto raccontare la sua esperienza di vittima di violenza psicologica. Anni di umiliazioni, offese, gelosia e sbalzi d'umore del suo compagno l'hanno portata a rinunciare a se stessa, ad annullarsi. #ilgiornodopo ha detto basta e ha capito qual è il vero senso della sua vita: "Mi devo volere bene"

Marianna Grazi
7 Maggio 2021
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“La mia storia non è di violenza fisica ma psicologica. Cara Letizia (Cini, ndr) di persona non ci siamo mai incontrate ma mi ispiri fiducia. Ho letto la tua storia su Facebook perciò ho deciso di confessare anch’io una situazione abusante sulla mia persona”.

La testimonianza di una lettrice di Luce!, Claudia Antonini, per la campagna social di sensibilizzazione sulla violenza sulle donne #ilgiornodopo.

“Pensavo che a me non sarebbe accaduto. Mi sbagliavo”

L’uomo in questione è colui col quale ho avuto una lunga relazione (più di sei anni). Ho sempre pensato che certi rapporti devastanti non mi sarebbero accaduti… Mi sbagliavo.
Sono incappata in un uomo narciso, un perfetto carnefice, un manipolatore. È stato molto difficile resistere al suo fascino e corteggiamento, perché è lì che risiede il suo gran talento. Mi sembrava che tutti i miei sogni sentimentali, all’improvviso, con lui potessero realizzarsi. C’era una intensa passionalità e un’intesa magica. Si mostrava dolce, tenero, attento, premuroso ed innamoratissimo. Mi faceva sentire speciale. Col tempo tutto questo si è trasformato in una trappola, a piccole dosi mi ha istillato il veleno. Lunatico, con sbalzi di umore esagerati. Gelosia ingiustificata, scenate con urla, critiche sul mio modo di vestire, sul mio peso, sui miei figli, la mia famiglia, le mie abitudini. E poi offese alla mia persona, al mio carattere. Prima sottilmente poi sempre più spavaldamente fino a farmi sentire inadeguata, instabile, umiliata.

“Ho fatto di tutto per lui, l’ho amato fino ad annullarmi”

Ho fatto di tutto per assecondare i suoi bisogni di ammirazione, ho evitato di contraddirlo, di contrastarlo. A volte avevo paura anche di esprimere un’opinione per non causare le sue scenate da “diva cinematografica”. Gli piaceva farsi ammirare dalle donne e dalle persone in generale, vanitoso, pavone. Ma guai se qualcuno rivolgeva a me anche un semplice saluto! Negli gli anni mi ha inflitto distacchi e silenzi punitivi, per poi tornare in lacrime a farsi perdonare. Questo mi ha fatto provare rabbia, gelosia, dipendenza, ansia. L’ho amato troppo, fino ad annullarmi, fino a farmi manipolare nel più intimo dei pensieri.

“Avevo capito che aveva dei mostri dentro. Lui mi derise”

Le umiliazioni morali erano diventate intollerabili e sempre più frequenti. Le sue crisi di insicurezza laceranti. Anni fa gli posi la “conditio sine qua non” di affidarsi ad uno psicoterapeuta, perché avevo capito che aveva dei mostri dentro. Lui mi prese in giro: per tornare insieme andò a due sedute, poi mollò. L’uomo delle mille promesse mai mantenute, che però millantava in giro per farsi ammirare. Non ha mai ammesso, né ammetterà mai, di avere un disturbo della personalità. Così ho cominciato io a chiedere aiuto a specialisti della materia, a leggere saggi in merito, a partecipare a conferenze, a cercare di essere il più lucida e neutra possibile per capire.

“Una prostrazione psicologica, emotiva e sentimentale”

È un “narcisista patologico overt”. Questa patologia non lo rende in grado di amare il prossimo ma solo se stesso. Il disturbo nasce nell’infanzia-adolescenza, causato da ben precise situazioni (purtroppo verificatesi tutte nel suo caso). Le caratteristiche sono, oltre a tutte quelle già dette, l’incontrollabile gelosia, l’essere dispettoso, machiavellico e vendicativo in primis sul partner. È un manipolatore perverso così sopraffino da avermi messo in una situazione di prostrazione psicologica, emotiva e sentimentale. Se non è violenza questa. Non ammette l’evidenza, trasforma la realtà, la falsifica pur di aver ragione. Lui non si mette in discussione, non sbaglia mai, non chiede scusa, non si assume responsabilità di sorta. Accusava me delle cose che faceva lui. Una violenza sottile che mi ha destabilizzata. Il tratto di misoginia molto spiccato mi aveva messo all’angolo. Si è nutrito della mia positività e del mio essere molto accuditiva. Praticamente il pane quotidiano con cui sfamare un narcisista overt. La tristezza infinita è stata sapere che questo tipo di personalità malata mette in atto certi meccanismi con coscienza e volontà, per innalzarsi denigra il partner, per uscire vincitore la svilisce.

“Avevo rinunciato a me stessa. Poi ho detto basta”

Mi son resa conto che, negli anni, ho rinunciato a me stessa in sua funzione, ho tralasciato le mie amicizie, i miei interessi. Mi ha messo in una gabbia di emozioni contrastanti, portandomi a volte alle stelle e sempre più di frequente agli inferi. Poi un giorno (neanche tre mesi fa), all’ennesima umiliazione, ho detto basta. Basta abuso emotivo, basta sottomissione sentimentale. Anche queste sono forme di violenza in piena regola. Per me lui è morto. Mi devo voler bene.

Care lettrici, cari lettori, uscite dal silenzio

La campagna social #ilgiornodopo lanciata da Eva Dal Canto in risposta al video di Beppe Grillo (in cui difendeva il figlio indagato per violenza sessuale), sta stimolando molte persone a raccontare sui social esperienze e ricordi legati a episodi di stupri, molestie, violenze.  Claudia Antonini ha voluto raccontare la sua esperienza delle violenze subite, come hanno fatto prima di lei anche le giornaliste Letizia Magnani,  Valentina Bertuccio D’Angelo  e  Letizia Cini (Qui il video dell’intervista di Letizia Cini su Lady Radio). Se volete condividere la vostra testimonianza, e partecipare alla campagna  #ilgiornodopo, scriveteci a  [email protected] 

 

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  • Stando alle ultime stime, in Italia vivono almeno 88mila donne vittima di mutilazioni genitali femminili, con tutti i gravi problemi fisici, funzionali, psicologici che ne derivano. In base ai dati diffusi dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (Unfpa) e dall’Unicef, nel mondo ammonterebbero ad almeno 200 milioni donne e ragazze che hanno subito mutilazioni genitali. Nel 2023, circa 4,2 milioni di bambine e ragazze nel mondo sono a rischio di subire queste pratiche.

Attraverso la testimonianza di Ayaan Hirsi Ali, autrice de “L’infedele", proviamo a spiegare con le giuste parole in tutta la sua cruda realtà cosa racchiuda veramente:

“Mi afferrò e mi bloccò la parte superiore del corpo… Altre due donne mi tennero le gambe divaricate. L’uomo che era un cinconcisore tradizionale appartenente al clan dei fabbri, prese un paio di forbici. Con l’altra mano afferrò quel punto misterioso e cominciò a tirare… Sentii il rumore, come un macellaio che rifila il grasso da un pezzo di carne.”

Nella Giornata Internazionale contro le mutilazioni genitali femminili il presidente della Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva-rigenerativa ed estetica Sicpre, il professor Francesco Stagno d’Alcontres, dichiara: 

“Spesso l’evento della mutilazione viene rimosso dai ricordi, mentre restano i dolori nei rapporti sessuali, le difficoltà nella minzione e durante il parto. La mutilazione genitale è un evento che modifica il corso della vita e noi lo dobbiamo contrastare sul piano della cultura e affrontare sul piano medico e scientifico”.

L’edizione 2023 del Summit Itinerante contro la mutilazioni genitali femminili, l’evento che si svolge in data odierna a Roma, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustininani, sede della Presidenza del Senato della Repubblica, vede il saluto di esponenti del Governo, la testimonianza di una vittima e la partecipazione di importanti personalità, tra cui gli esperti della chirurgia plastica italiana chiamati a raccolta dalla Sicpre.

Letizia Cini ✨

#lucenews #lucelanazione #giornatamutilazionigenitalifemminili #linfedele
  • "Vorrei ringraziare la comunità queer per il vostro amore e per aver inventato un genere". 👑

Con queste parole di ringraziamento, Queen Bay riscrive la storia dei Grammy Awards. Beyoncé ier sera ha battuto tutti i record: con la 32esima vittoria incassata, è la star più premiata della storia degli Oscar della musica.

Con altri quattro grammofoni d’oro, la star americana, icona mondiale e paladina dei diritti civili e della body positivity, ha così superato il primato del direttore d’orchestra Georg Solti scomparso nel ‘97 e che, fino a stanotte, era rimasto imbattuto per due decenni con 31 vittorie. Queen Bay ha voluto dedicare la vittoria alla comunità Lgbtq+.

#lucenews #lucelanazione #qn #beyoncé #grammyawards2023
  • Stava regalando libri alle ragazze quando è stato arrestato a Kabul, giovedì 3 febbraio. Ismail Mashal, un professore universitario afghano, 37 anni, in aperta critica con il bando posto dai Talebani all’istruzione femminile, andava in giro con un carretto pieno di volumi gratuiti che distribuiva a donne e bambine, quando le forze di sicurezza lo hanno accusato di “azioni provocatorie” dalle autorità che lo hanno portato in carcere. Lo riferisce la Bbc.

Alcuni testimoni hanno riferito che il professore è stato schiaffeggiato, preso a pugni e a calci dalle forze di sicurezza locali durante l’arresto. Tuttavia Abdul Haq Hammad, un funzionario del ministero dell’Informazione e della Cultura talebani, ha dichiarato che il docente è stato trattato bene mentre era in custodia. 

Mashal è salito alla ribalta dopo aver strappato i documenti accademici in diretta tv per protestare contro il divieto dei talebani all’istruzione universitaria e secondaria per le donne. Il video in diretta televisiva è diventato virale. 

Ex giornalista, il 37enne dirigeva un’università privata a Kabul, frequentata da 450 studentesse che seguivano i corsi di giornalismo, ingegneria e informatica, tutte discipline che il ministro dell’Istruzione afghano sosteneva non dovessero essere insegnate alle ragazze in quanto contrarie all’islam e la cultura afghana. Quando a dicembre i Talebani hanno annunciato che alle studentesse universitarie non sarebbe più stato permesso di tornare a studiare fino a nuovo ordine, il professor Mashal ha chiuso definitivamente la sua scuola, affermando che “l’istruzione o si offre a tutti o a nessuno“.

“L’unico potere che ho è la mia penna, anche se mi uccidono, anche se mi fanno a pezzi, non resterò in silenzio“, ha dichiarato il mese scorso il professore. Ha anche affermato che un maggior numero di uomini deve insorgere per protestare contro le restrizioni imposte alle donne. Durante il loro incontro a Kabul, Mahsal, padre di due figli, ha precisato che non temeva di essere arrestato o ucciso. Si è detto invece certo che alla fine i Talebani avrebbero cercato di metterlo a tacere, ma è rimasto convinto che fosse un prezzo onesto da pagare.

#lucenews #kabul
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"Una prostrazione psicologica, emotiva e sentimentale"

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"Avevo rinunciato a me stessa. Poi ho detto basta"

Mi son resa conto che, negli anni, ho rinunciato a me stessa in sua funzione, ho tralasciato le mie amicizie, i miei interessi. Mi ha messo in una gabbia di emozioni contrastanti, portandomi a volte alle stelle e sempre più di frequente agli inferi. Poi un giorno (neanche tre mesi fa), all’ennesima umiliazione, ho detto basta. Basta abuso emotivo, basta sottomissione sentimentale. Anche queste sono forme di violenza in piena regola. Per me lui è morto. Mi devo voler bene.

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