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Ilaria Lonigro e il Teatro Rumore: "Porto avanti l'avventura iniziata insieme nel nome di Davide"

Due anni fa il regista e compagno di vita della 35enne è morto a causa di un tumore. La ragazza però, con grande forza, ne ha raccolto il testimone artistico

di GIOVANNI BOGANI -
15 luglio 2022
Ilaria Lonigro 2

Ilaria Lonigro 2

Da un immenso dolore sorge la grande forza di una donna. E la reazione, umana e artistica, con cui si compie un piccolo capolavoro. La 35enne Ilaria Lonigro, due anni fa, si è vista portare via il suo amato compagno dopo una una lunga malattia. Lui, Davide Moretti, era l’anima e il cuore del "Teatro Rumore", un  laboratorio artistico che ha sede a Viareggio, presso il teatro Jenco, in Darsena. Una scuola attorno a cui si raccoglievano più di 150 allievi, che ha prodotto spettacoli originali, di forte impegno sociale su temi cruciali. La giovane, con una straordinaria forza d'animo, dopo lo smarrimento iniziale ha deciso che avrebbe continuato l’opera iniziata insieme, nel suo nome. Per far sì che la sua opera non venisse dimenticata, ma anzi tramandata.
Davide Moretti e Ilaria Lonigro

Davide Moretti e Ilaria Lonigro

Il "Teatro Rumore" e la sua anima tramandata da Davide a Ilaria

Un centro teatrale importantissimo in Versilia, che negli ultimi anni ha prodotto spettacoli di enorme impatto, come "32 – A Beautiful Thing", sulla strage del treno merci esploso alla stazione di Viareggio, con i suoi 32 morti, e "Nella mano la memoria", sull’eccidio di Sant’Anna di Stazzema. A maggio 2020, il regista, che ne era vero motore e l'anima, Davide Moretti, è morto a 43 anni per un cancro. Poi, il lungo silenzio, il buio della pandemia. A due anni di distanza, però, la sua compagna di vita e di teatro ne ha raccolto il testimone: è la stessa Lonigro che ci racconta questo lungo e non facile cammino.

Ilaria Lonigro con gli allievi del "Teatro Rumore"

Ilaria, come si svolgeva il lavoro con Davide Moretti? Portava la sua esperienza di giornalista nella costruzione degli spettacoli? "Sì, ad esempio quando ho visitato il manicomio di Maggiano, ho raccontato le mie emozioni a Davide e ne è nato uno spettacolo. Quando ho intervistato un superstite della strage nazista di Sant’Anna di Stazzema, insieme a lui abbiamo realizzato una pièce che ha attirato l’attenzione della BBC e di un quotidiano prestigioso come il 'Frankfurter Allgemeine', oltre a scuole di teatro di tutta Europa". 'Teatro Rumore' ha incuriosito persino uno dei più grandi registi del cinema mondiale, Alfonso Cuaròn… "Abbiamo avuto questa occasione meravigliosa: Alfonso Cuaròn, l’autore di 'Gravity' e di 'Roma', film che hanno vinto l’Oscar, vive parte dell’anno in Versilia. Sua figlia primogenita ha studiato teatro con Davide. Poi Cuaròn è venuto, come un papà qualunque, a vedere il nostro 'Amleto' e si è entusiasmato. Ha persino acconsentito a fare una masterclass con i nostri ragazzi: ho un video che custodisco fra le cose preziose". Poi il dramma si è steso sulle vostre vite "A Davide è stato diagnosticato un tumore nel 2017. Negli anni terribili della sua malattia, mi sono trovata a fare lezione al suo posto".

Ilaria Lonigro con un'allieva del "Teatro Rumore"

Avete parlato dell’ipotesi che lei, Ilaria, proseguisse anche senza di lui? "Molte volte. Davide mi diceva: prosegui. Negli ultimi mesi era paralizzato, e io ho dovuto prendere il suo posto, dapprima con i bimbi più piccoli, poi con gli altri". Ha avuto momenti di difficoltà, di dubbio? "Quanti ne vuole! Ma sono andata avanti, anche per lui. Ancora oggi, quando allestisco uno spettacolo, mi chiedo infinite volte 'Davide come farebbe, in questo caso?'. Lo sento vicino, sento parte della sua storia nella mia. Dall’agosto 2020, la platea del teatro Jenco l’abbiamo intitolata a Davide. E davanti al teatro, c’è una tamerice che porta il suo nome". Avete creato anche un progetto fotografico dedicato a lui… "Abbiamo proiettato alcuni suoi versi sui volti dei suoi allievi. È un progetto fotografico i cui introiti sosterranno il reparto di oncologia pediatrica dell’ospedale di Pisa. Versi profetici, in cui Davide descriveva la sua morte. Li ho trovati, come un segno del destino, la mattina dopo la sua scomparsa». Avete allestito numerosi spettacoli. Come si sostiene la vostra attività? "Finora non abbiamo ricevuto un euro di contributi pubblici. Viviamo grazie ai soci, e grazie ai contributi di due istituti bancari lucchesi. Ma anche grazie all’entusiasmo di singole persone: come il fondo ‘Nonna Franca’. Era la nonna di due allievi della nostra scuola. Franca è scomparsa l’anno scorso, e i due allievi hanno deciso di donare una somma al teatro, in memoria di lei".