L’Amazzonia finisce nella cerimonia dell’incoronazione di re Carlo III. Come? Il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, era tra gli ospiti della Royal Family per partecipare alla grande festa di incoronazione di re Carlo III e di Camilla. Ma la trasferta londinese si è trasformata in qualcosa di più rispetto al semplice cerimoniale.
Il presidente brasiliano, infatti, ha trovato in Londra la disponibilità per una sua battaglia: la difesa dell’Amazzonia.
Lula ha, infatti, rivelato che re Carlo III, fervente difensore dell’ambiente, gli ha chiesto personalmente di “prendersi cura dell’Amazzonia”. Il capo di Stato del Brasile e il sovrano si sono incontrati a Buckingham Palace alla vigilia dell’incoronazione.
L’incoronazione green
“La prima cosa che il re mi ha detto è stato che dovevo prendermi cura dell’Amazzonia. Gli ho risposto: ‘Ho bisogno di aiuto’” racconta il presidente del Paese che ospita oltre il 60 per cento della più grande foresta tropicale del pianeta durante una conferenza stampa a Londra.
Lula per questo motivo ha incontrato anche il primo ministro britannico Rishi Sunak e il Regno Unito si è impegnato a versare 80 milioni di sterline (circa 92 milioni di euro) al Fondo Amazzonia, creato nel 2008 per tutelare la foresta, di cui la Norvegia è il principale donatore.
Il presidente brasiliano ha colto così l’occasione per esortare i Paesi sviluppati a “prendere molto sul serio la questione climatica”.
Come ha fatto a novembre alla COP-27 in Egitto, ha criticato aspramente i Paesi sviluppati per non aver mantenuto la promessa del 2009 di 100 miliardi di dollari all’anno in aiuti climatici per l’adattamento ai cambiamenti climatici e la riduzione delle emissioni di gas serra nei Paesi più poveri.
“Questi Paesi che hanno distrutto le loro foreste durante la loro industrializzazione 200 anni fa devono capire che hanno un debito quando si tratta di emissioni di carbonio e devono pagare quel debito in modo da poter preservare la nostra foresta” le parole del brasiliano.
Tornato al potere per un terzo mandato a gennaio, Lula, che in precedenza ha presieduto il Paese dal 2003 al 2010, ha promesso di fare della salvaguardia del grande polmone verde una priorità e di porre fine alla deforestazione illegale entro il 2030. “È una questione d’onore” le sue parole a Londra.
“Oltre al calcio, ci sono così tanti interessi che abbiamo in comune… compresa la lotta contro il cambiamento climatico, dove sono lieto di annunciare che investiremo nel vostro Fondo per la foresta, e mi congratulo con la vostra leadership su questo tema” fa sapere un portavoce del primo ministro Sunak.
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Come sta l’Amazzonia?
Sotto la presidenza del predecessore di estrema destra Jair Bolsonaro, la deforestazione media annua in Amazzonia è aumentata del 75 per cento rispetto al decennio precedente.
Secondo il rapporto “Dangerous man, dangerous deals”, pubblicato da Greenpeace, inoltre gli allarmi per gli incendi forestali sono cresciuti del 24 per cento e le emissioni di gas serra del Paese sudamericano sono aumentate del 9,5 per cento.
Per la salvaguardia della foresta amazzonica e, più in generale per l’ambiente, tra le prime cose che Lula ha fatto appena rieletto è stata la creazione per la prima volta nella storia del Paese del ministero per le Popolazioni indigene nominando ministra l’attivista indigena Sônia Guajajara.
Inoltre Lula ha nominato la politica e ambientalista Marina Silva (64 anni) come ministra per l’Ambiente.
Lula e l’Ucraina
Durante l’incoronazione di Carl e Camilla, Lula ha incontrato brevemente il presidente francese Emmanuel Macron.
“Gli ho detto che dovevamo parlare dell’Ucraina e abbiamo deciso di parlarne al telefono” fa sapere il presidente brasiliano annunciando che uno dei suoi stretti consiglieri, Celso Amorim, si recherà in Ucraina il 10 maggio, dopo una visita a Mosca il mese scorso.
Lula è stato pesantemente criticato nelle ultime settimane dall’Occidente per aver detto a Pechino che la responsabilità del conflitto era condivisa tra Ucraina e Russia.