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Home » Lifestyle » Un po’ di trucco per restituire dignità alle senzatetto: “Ora tanti colleghi vogliono scendere in strada con me”

Un po’ di trucco per restituire dignità alle senzatetto: “Ora tanti colleghi vogliono scendere in strada con me”

La make-up artist pugliese Irene Scaringi ha dato il via a un progetto dedicato alle donne senza fissa dimora: "Per trasformare la piega amara delle loro labbra in un sorriso"

Letizia Cini
28 Ottobre 2022
Irene Scaringi, la truccatrice che restituisce il sorriso alle donne senza fissa dimora

Irene Scaringi, 32enne di Trani, la truccatrice che restituisce il sorriso alle donne senza fissa dimora

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Anna, Laura, Patrizia, Mirella, Maria, Gabriella. Figlie, madri, compagne, sorelle di qualcuno che probabilmente non sa più nulla di loro da molto tempo. Donne che hanno perso la strada di casa, che della strada hanno fatto la loro casa. Se i nomi sono di fantasia, le storie e i volti sono veri, come i copioni di tante vite relegate ai margini  della società, che si ripetono all’infinito nel sottobosco di ogni centro urbano. Su Luce! raccontiamo la piccola, inaspettata favola vissuta da alcune senzatetto di Bari grazie a una 32enne che ha messo a loro disposizione dieci anni di esperienza professionale, regalando un sorriso e il ritorno a una femminilità accantonata per troppo tempo a queste signore invisibili.

Irene Scaringi, la make-up artist pugliese che ha avviato il progetto dal nome street make-up dedicato alle senzatetto

Irene Scaringi, la make-up artist pugliese che ha avviato il progetto dal nome street make-up dedicato alle senzatetto

Il risultato? “Gli occhi parlano per loro“, confida radiosa Irene Scaringi, la make-up artist pugliese che ha avviato il progetto dal nome street make-up dedicato appunto alle donne senza fissa dimora di Bari grazie alla collaborazione con l’associazione Incontra.

“Vedere negli sguardi di queste signore dall’aspetto trasandato tanta emozione, lo stupore di riscoprirsi belle e curate ha rafforzato in me la convinzione che la strada imboccata sia quella giusta – riprende la make-up artist, che vive a Trani – . E il buon esempio serve… alla prima uscita organizzata il 17 ottobre scorso, ne seguiranno molte altre. Una al mese qui a Bari sempre in collaborazione con Incontra, e probabilmente non solo. I progetto sembra destinato a decollare“. Ma andiamo per gradi.

Irene Scaringi, la make-up artist pugliese che ha avviato il progetto dal nome street make-up dedicato alle senzatetto

Irene Scaringi, la make-up artist pugliese che ha avviato il progetto dal nome ‘street make-up’ dedicato alle senzatetto

Irene, com’è nata l’idea, apparentemente bizzarra, di truccare donne che hanno già difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena?

“Ho sempre girato molto per lavoro: passando da stazioni, giardinetti, sottopassaggi e gallerie, non sono mai riuscita a distogliere lo sguardo imbattendomi nei clochard che trovano rifugio in questi angoli nascosti di ogni città. Persone abituate a essere ignorate, delle quali la società sembra vergognarsi. Ci ha fatto caso anche lei? Incrociandoli, la prima reazione dei più è voltare lo sguardo dall’altra parte“.

Irene Scaringi, la make-up artist pugliese che ha avviato il progetto dal nome street make-up dedicato alle senzatetto

Irene Scaringi, la make-up artist pugliese che ha avviato il progetto dal nome street make-up dedicato alle senzatetto

Quindi?

“Volendo andare oltre la solita monetina mi sono chiesta… ’cosa posso fare?’. Non sono ricca, ma brava del mio lavoro. Così, appoggiandomi all’associazione Incontra di Bari ho deciso di essere io ad andare da questa umanità dimenticata e fare qualcosa di concreto“.

Trucco e parrucco…

“Esattamente, ma anche comprensione, rispetto, empatia. Abbiamo attrezzato un angolo in una piazzetta di Bari e, con una mia collaboratrice che si è occupata dei capelli, abbiamo trasformato alcune senzatetto che hanno deciso di affidarsi alle nostre cure“.

Avete condiviso anche il perché della loro scelta di vita?

“Sarebbe presuntuoso credere che basti un’ora per scardinare la diffidenza accumulata in anni di vita ai margini: si tratta di donne che hanno subito violenze, accusato il peso di problemi familiari enormi.  Sono stati gli occhi lucidi davanti allo specchio a parlare per loro. Vedersi con un aspetto perduto da anni, con la piega fatta e il rossetto, le ha fatte sentire persone diverse, come intuissero che qualcosa può cambiare da un momento all’altro“.

Irene Scaringi, la make-up artist pugliese che ha avviato il progetto dal nome street make-up dedicato alle senzatetto

Irene Scaringi, la make-up artist pugliese che ha avviato il progetto dedicato alle senzatetto: “Vedersi con un aspetto perduto da anni, con la piega fatta e il rossetto, le ha fatte sentire diverse”

La speranza di un ritorno alla normalità?

“Potrebbe essere, perché no? Intanto le troveremo sicuramente lì ad aspettarci il mese prossimo: non riuscivano a credere che qualcuno potesse occuparsi (ovviamente gratis) dei loro capelli non certo pulitissimi, dei loro visi stanchi e provati da anni di vita all’aperto. Invece è stato così e ora tantissimi altri colleghi mi stanno contattando per chiedermi come fare, operatodi del ‘benessere’ si stanno mettendo a disposizione per creare una rete nazionale di ’street make-up’ dedicato agli invisibili“.

Irene Scaringi, la make-up artist pugliese che ha avviato il progetto dedicato alle senzatetto: "Vedersi con un aspetto perduto da anni, con la piega fatta e il rossetto, le ha fatte sentire diverse"
Irene Scaringi, la make-up artist pugliese che ha avviato il progetto dedicato alle senzatetto: “Vedersi con un aspetto perduto da anni, con la piega fatta e il rossetto, le ha fatte sentire diverse”

Fare del bene può essere contagioso, quindi?

“Già (ride, ndr). Tutte le donne hanno il diritto di sentirsi più belle e sicure, anche quelle a cui la vita sembra ha smesso di sorridere. Questa è la filosofia che mi ha spinta a realizzare il progetto ’street make-up’. Non riesco neanche ad immaginare cosa si provi a vivere per strada, senza una casa che ti ripari dalla pioggia e senza un letto in cui coricarsi“.

Irene Scaringi, la make-up artist pugliese che ha avviato il progetto dal nome street make-up dedicato alle senzatetto

Irene Scaringi, la make-up artist pugliese che ha avviato il progetto dal nome street make-up dedicato alle senzatetto

Per questo si è armata di pennelli e mascara ed è scesa in strada?

“Sì, vorrei che anche solo per una sera le nostre clienti speciali si sentissero coccolate, vorrei aiutarle a ritrovare più fiducia in loro stesse in un momento della vita purtroppo non roseo. Il trucco può dare molta sicurezza, farci sentire più determinate nei nostri confronti e nei confronti degli altri. Mi riempie il cuore di gioia sapere di aver fatto qualcosa per queste magnifiche signore infagottate in panni sgualciti e troppo abbondanti. Sono state loro a regalare un’emozione me e presto mi ritroveranno lì in piazza, con mascara e rossetto alla mano, pronta trasformare la piega amara delle loro labbra in un sorriso.“

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  • Nicoletta Sipos, giornalista e scrittrice, ha vissuto in Ungheria, in Germania e negli Stati Uniti, prima di raggiungere Milano e lì restare. Il suo romanzo “La guerra di H”, un romanzo fortemente ispirato a fatti realmente accaduti.

L’autrice indaga in maniera del tutto nuova e appassionante un momento drammatico, decisivo della storia del nostro continente: la Seconda guerra mondiale. A raccontare l’ascesa e la disfatta del Nazismo è stavolta la voce di un bambino tedesco, che riporta con semplicità e veracità le molte sofferenze patite dal suo popolo durante il conflitto scatenato da Hitler, focalizzando l’attenzione del lettore sul drammatico paradigma che accomuna chiunque si trovi a vivere sulla propria pelle una guerra: la sofferenza. Pagine toccanti, le sue, tanto più intense perché impregnate di fatti reali, emozioni provate e sentite dai protagonisti e condivise da quanti, tuttora, si trovano coinvolti in un conflitto armato. La memoria collettiva è uno strumento potente per non commettere gli stessi errori. 

"Imparai poco alla volta – scrive il piccolo Heinrich Stein, protagonista del romanzo – che nel nostro strano Paese la verità aveva più volti con infinite sfumature”.

👉Perché una storia così e perché ora?
“Ho incontrato il protagonista di questa mia storia molto tempo fa, addirittura negli anni ’50, ossia in un’epoca che portava ancora gli strascichi della guerra. Diventammo amici, parlammo di Hitler e della miseria della Germania. Poco per volta, via via che ci incontravamo, lui aggiungeva ricordi, dettagli, confessioni. Per anni ho portato dentro di me la testimonianza di questa storia che si arricchiva sempre più di dettagli. Molte volte avrei voluto scriverla, magari a quattro mani con il mio amico, ma lui non se la sentiva. Io stessa esitavo ad affrontare questa storia che racconta una famiglia tedesca in forte sofferenza in una Germania ferita e umiliata. La gente ha etichettato tutto il popolo tedesco durante il nazismo come crudele per antonomasia. Non si pensa mai a quanto la gente comune abbia sofferto, alla fame e al freddo che anche il popolo tedesco ha patito”.

✍ Caterina Ceccuti

#lucenews #giornodellamemoria #27gennaio
  • È dalla sua camera con vista affacciata sull’Arno che Ornella Vanoni accetta di raccontare un po’ di sé ai lettori di Luce!, in attesa di esibirsi, sabato 28 gennaio sul palco della Tuscany Hall di Firenze, dov’è in programma una nuova tappa della nuova tournée Le Donne e la Musica. Un ritorno atteso per Ornella Vanoni, che in questo tour è accompagnata da un quintetto di sole donne.

Innanzitutto come sta, signora Vanoni?
“Stanca, sono partita due mesi dopo l’intervento al femore che mi sono rotto cadendo per una buca proprio davanti a casa mia. Ma l’incidente non mi ha impedito di intraprendere un progetto inaspettato che, sin da subito, mi è stato molto a cuore. Non ho perso la volontà di andare avanti. Anche se il tempo per prepararlo e provare è stato pochissimo. E poi sono molto dispiaciuta“.

Per cosa?
“La morte dell’orso Juan Carrito, travolto e ucciso da un’auto cercava bacche e miele: la mia carissima amica Dacia (Maraini, ndr) l’altro giorno ha scritto una cosa molto bella dedicata a lui. Dovrò scrollarmi di dosso la malinconia e ricaricarmi in vista del concerto“.

Con lei sul palco ci sarà una jazz band al femminile con Sade Mangiaracina al pianoforte, Eleonora Strino alla chitarra, Federica Michisanti al contrabbasso, Laura Klain alla batteria e Leila Shirvani. Perché questa scelta?
“Perché sono tutte bravissime, professioniste davvero eccezionali. Non è una decisione presa sulla spinta di tematiche legate al genere o alle quote rosa, ma nata grazie a Paolo Fresu, amico e trombettista fantastico del quale sono innamorata da sempre. Tempo fa, durante una chiacchierata, Paolo mi raccontò che al festival jazz di Berchidda erano andate in scena tante musiciste bravissime. E allora ho pensato: ’Se sono così brave perché non fare un gruppo di donne? Certo, non l’ha fatto mai nessuno. Bene, ora lo faccio io“.

Il fatto che siano tutte donne è un valore aggiunto?
“In realtà per me conta il talento, ma sono felice della scelta: è bellissimo sentire suonare queste artiste, vederle sul palco intorno a me mi emoziona“.

L
  • Devanshi Sanghvi è una bambina di otto anni che sarebbe potuta crescere e studiare per gestire l’attività di diamanti multimilionaria appartenente alla sua facoltosissima famiglia, con un patrimonio stimato di 60 milioni di dollari.

Ma la piccola ha scelto di farsi suora, vivendo così una vita spartana, vestita con sari bianchi, a piedi nudi e andando di porta in porta a chiedere l’elemosina. Si è unita ai “diksha” alla presenza di anziani monaci giainisti. La bimba è arrivata alla cerimonia ingioiellata e vestita di sete pregiate. Sulla sua testa poggiava una corona tempestata di diamanti. Dopo la cerimonia, a cui hanno partecipato migliaia di persone, è rimasta in piedi con altre suore, vestita con un sari bianco che le copriva anche la testa rasata. Nelle fotografie, la si vede con in mano una scopa che ora dovrà usare per spazzare via gli insetti dal suo cammino per evitare di calpestarli accidentalmente.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #india #DevanshiSanghvi
  • Settanta giorni trascorsi in un mondo completamente bianco, la capitana dell’esercito britannico Harpreet Chandi, che già lo scorso anno si era distinta per un’impresa tra i ghiacci, è una fisioterapista che lavora in un’unità di riabilitazione regionale nel Buckinghamshire, fornendo supporto a soldati e ufficiali feriti. 

Ha dimostrato che i record sono fatti per essere battuti e, soprattutto, i limiti personali superabili grazie alla forza di volontà e alla preparazione. E ora è diventata una vera leggenda vivente, battendo il record del mondo femminile per la più lunga spedizione polare – sola e senza assistenza – della storia.

Il 9 gennaio scorso, 57esimo giorno del viaggio che era cominciato lo scorso 14 novembre, la 34enne inglese ha raggiunto il centro del Polo Sud dopo aver percorso circa 1100 chilometri. Quando è arrivata a destinazione nel bel mezzo della calotta polare era felice, pura e semplice gioia di aver raggiunto l’agognato traguardo: “Il Polo Sud è davvero un posto incredibile dove stare. Non mi sono fermata molto a lungo perché ho ancora un lungo viaggio da fare. È stato davvero difficile arrivare qui, sciando tra le 13 e le 15 ore al giorno con una media di 5 ore di sonno”.

Di Irene Carlotta Cicora ✍

#lucenews #lucelanazione #polosud #HarpreetChandi #polarpreet
Anna, Laura, Patrizia, Mirella, Maria, Gabriella. Figlie, madri, compagne, sorelle di qualcuno che probabilmente non sa più nulla di loro da molto tempo. Donne che hanno perso la strada di casa, che della strada hanno fatto la loro casa. Se i nomi sono di fantasia, le storie e i volti sono veri, come i copioni di tante vite relegate ai margini  della società, che si ripetono all’infinito nel sottobosco di ogni centro urbano. Su Luce! raccontiamo la piccola, inaspettata favola vissuta da alcune senzatetto di Bari grazie a una 32enne che ha messo a loro disposizione dieci anni di esperienza professionale, regalando un sorriso e il ritorno a una femminilità accantonata per troppo tempo a queste signore invisibili.
Irene Scaringi, la make-up artist pugliese che ha avviato il progetto dal nome street make-up dedicato alle senzatetto

Irene Scaringi, la make-up artist pugliese che ha avviato il progetto dal nome street make-up dedicato alle senzatetto
Il risultato? “Gli occhi parlano per loro“, confida radiosa Irene Scaringi, la make-up artist pugliese che ha avviato il progetto dal nome street make-up dedicato appunto alle donne senza fissa dimora di Bari grazie alla collaborazione con l’associazione Incontra. “Vedere negli sguardi di queste signore dall'aspetto trasandato tanta emozione, lo stupore di riscoprirsi belle e curate ha rafforzato in me la convinzione che la strada imboccata sia quella giusta - riprende la make-up artist, che vive a Trani - . E il buon esempio serve... alla prima uscita organizzata il 17 ottobre scorso, ne seguiranno molte altre. Una al mese qui a Bari sempre in collaborazione con Incontra, e probabilmente non solo. I progetto sembra destinato a decollare“. Ma andiamo per gradi.
Irene Scaringi, la make-up artist pugliese che ha avviato il progetto dal nome street make-up dedicato alle senzatetto

Irene Scaringi, la make-up artist pugliese che ha avviato il progetto dal nome 'street make-up' dedicato alle senzatetto
Irene, com’è nata l’idea, apparentemente bizzarra, di truccare donne che hanno già difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena? “Ho sempre girato molto per lavoro: passando da stazioni, giardinetti, sottopassaggi e gallerie, non sono mai riuscita a distogliere lo sguardo imbattendomi nei clochard che trovano rifugio in questi angoli nascosti di ogni città. Persone abituate a essere ignorate, delle quali la società sembra vergognarsi. Ci ha fatto caso anche lei? Incrociandoli, la prima reazione dei più è voltare lo sguardo dall'altra parte“.
Irene Scaringi, la make-up artist pugliese che ha avviato il progetto dal nome street make-up dedicato alle senzatetto

Irene Scaringi, la make-up artist pugliese che ha avviato il progetto dal nome street make-up dedicato alle senzatetto
Quindi? “Volendo andare oltre la solita monetina mi sono chiesta... ’cosa posso fare?’. Non sono ricca, ma brava del mio lavoro. Così, appoggiandomi all’associazione Incontra di Bari ho deciso di essere io ad andare da questa umanità dimenticata e fare qualcosa di concreto“. Trucco e parrucco... “Esattamente, ma anche comprensione, rispetto, empatia. Abbiamo attrezzato un angolo in una piazzetta di Bari e, con una mia collaboratrice che si è occupata dei capelli, abbiamo trasformato alcune senzatetto che hanno deciso di affidarsi alle nostre cure“. Avete condiviso anche il perché della loro scelta di vita? “Sarebbe presuntuoso credere che basti un’ora per scardinare la diffidenza accumulata in anni di vita ai margini: si tratta di donne che hanno subito violenze, accusato il peso di problemi familiari enormi.  Sono stati gli occhi lucidi davanti allo specchio a parlare per loro. Vedersi con un aspetto perduto da anni, con la piega fatta e il rossetto, le ha fatte sentire persone diverse, come intuissero che qualcosa può cambiare da un momento all’altro“.
Irene Scaringi, la make-up artist pugliese che ha avviato il progetto dal nome street make-up dedicato alle senzatetto

Irene Scaringi, la make-up artist pugliese che ha avviato il progetto dedicato alle senzatetto: "Vedersi con un aspetto perduto da anni, con la piega fatta e il rossetto, le ha fatte sentire diverse"
La speranza di un ritorno alla normalità? “Potrebbe essere, perché no? Intanto le troveremo sicuramente lì ad aspettarci il mese prossimo: non riuscivano a credere che qualcuno potesse occuparsi (ovviamente gratis) dei loro capelli non certo pulitissimi, dei loro visi stanchi e provati da anni di vita all’aperto. Invece è stato così e ora tantissimi altri colleghi mi stanno contattando per chiedermi come fare, operatodi del 'benessere' si stanno mettendo a disposizione per creare una rete nazionale di ’street make-up’ dedicato agli invisibili“.
Irene Scaringi, la make-up artist pugliese che ha avviato il progetto dedicato alle senzatetto: "Vedersi con un aspetto perduto da anni, con la piega fatta e il rossetto, le ha fatte sentire diverse"
Irene Scaringi, la make-up artist pugliese che ha avviato il progetto dedicato alle senzatetto: "Vedersi con un aspetto perduto da anni, con la piega fatta e il rossetto, le ha fatte sentire diverse"
Fare del bene può essere contagioso, quindi? “Già (ride, ndr). Tutte le donne hanno il diritto di sentirsi più belle e sicure, anche quelle a cui la vita sembra ha smesso di sorridere. Questa è la filosofia che mi ha spinta a realizzare il progetto ’street make-up’. Non riesco neanche ad immaginare cosa si provi a vivere per strada, senza una casa che ti ripari dalla pioggia e senza un letto in cui coricarsi“.
Irene Scaringi, la make-up artist pugliese che ha avviato il progetto dal nome street make-up dedicato alle senzatetto

Irene Scaringi, la make-up artist pugliese che ha avviato il progetto dal nome street make-up dedicato alle senzatetto
Per questo si è armata di pennelli e mascara ed è scesa in strada? “Sì, vorrei che anche solo per una sera le nostre clienti speciali si sentissero coccolate, vorrei aiutarle a ritrovare più fiducia in loro stesse in un momento della vita purtroppo non roseo. Il trucco può dare molta sicurezza, farci sentire più determinate nei nostri confronti e nei confronti degli altri. Mi riempie il cuore di gioia sapere di aver fatto qualcosa per queste magnifiche signore infagottate in panni sgualciti e troppo abbondanti. Sono state loro a regalare un’emozione me e presto mi ritroveranno lì in piazza, con mascara e rossetto alla mano, pronta trasformare la piega amara delle loro labbra in un sorriso.“
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