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Home » Lifestyle » L’adolescente Isaac Ortman dorme all’aperto da oltre mille notti. “Ha imparato a non arrendersi mai”

L’adolescente Isaac Ortman dorme all’aperto da oltre mille notti. “Ha imparato a non arrendersi mai”

Come un Barone Rampante del Minnesota il boy scout ha iniziato per divertimento, all'inizio della pandemia di coronavirus. La mamma Melissa: "Da allora è cresciuto molto"

Marianna Grazi
31 Gennaio 2023
Il 14enne del Minnesota Isaac Ortman in una delle prime notti trascorse a dormire fuori (Melissa Ortman)

Il 14enne del Minnesota Isaac Ortman in una delle prime notti trascorse a dormire fuori (Melissa Ortman)

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È iniziata come una sorta di sfida personale, come spesso accade tra i ragazzi della sua età, per testare le proprie capacità e resistenza in modo divertente. Poi però, per Isaac Ortman, adolescente del Minnesota, dormire nel cortile della sua casa è diventata una missione. “Non credo che la cosa finisca presto, potrei anche continuare fino all’università – ha detto il 14enne di Duluth -. È molto divertente e non sono pronto a smettere”. Tanto che ormai ha trascorso oltre 1.000 notti sotto le stelle. Il giovane, che fa il boy scout, come una specie di moderno Barone Rampante ha scoperto per caso il piacere di trascorrere le ore di sonno fuori dalle mura di casa, persino quando la temperatura è scesa a quadi 40 gradi sotto lo zero. Tutto è iniziato circa tre anni fa, nella baita della sua famiglia a 30 miglia da casa, diventando ben presto una routine notturna che il ragazzo prevede di continuare per tutta la scuola superiore, forse anche oltre.

Isaac Ortman, 14 anni, dorme nel giardino di casa da oltre mille notti (Melissa Ortman)

Intanto il primo traguardo è stato raggiunto: quando il 12 gennaio è arrivata la millesima notte di sonno all’aperto, per festeggiare Isaac si è rifugiato all’interno di un riparo antineve chiamato “quinzhee” che lui e alcuni suoi amici scout della Truppa 15 hanno costruito presso la Lakeside Presbyterian Church di Duluth. “Non si stanca mai: ogni notte è una nuova avventura“, ha detto il padre Andrew Ortman, 48 anni e capo del suo gruppo scout, sottolineando che suo figlio ha insistito per dormire all’aperto anche dopo essersi rotto il polso sinistro in un incidente domestico questo mese. “Siamo tornati a casa dal pronto soccorso e sono tornato fuori come sempre – ha raccontato il 14enne -. È come quella volta che abbiamo visto un orso avvicinarsi alla porta del nostro patio. Trenta minuti dopo mi stavo lavando i denti e mi stavo preparando per andare a dormire fuori”. Sua mamma Melissa era un po’ preoccupata quella notte, ma dopo che l’orso se n’è andato, lei e il padre gli hanno permesso di continuare la sua routine. “Sa che deve entrare in casa se qualcosa non va bene – ha spiegato la donna, 43 anni -. Dopo 1.000 notti, ha la nostra fiducia“.

L’idea di dormire all’aperto, che ricorda in parte il protagonista del famoso romanzo di Italo Calvino, è nata all’inizio della pandemia di Covid-19. Il giovane Ortman ricorda bene il giorno in cui ha abbandonato la sua camera da letto per un’amaca e un sacco a pelo, il 17 aprile 2020, quando era appena in prima media: “Stavo dormendo fuori dalla nostra baita e ho pensato: ‘Wow, potrei provare a dormire all’aperto per una settimana’. Così ho fatto, per tutto il periodo della vacanza e ho deciso di continuare quando sono tornato a casa”. come spiega il padre, il ragazzo ha fatto molte ricerche per recuperare l’attrezzatura adatta per tenerlo al caldo e al sicuro mentre dormiva fuori durante le quattro stagioni. “Ha trovato un’amaca impermeabile da appendere in giardino, e ha un paio di sacchi a pelo, trapunte e coperte che può aggiungere a seconda del freddo”, ha detto Andrew Ortman. “Davvero un ottimo sistema“. Dopo due anni e nove mesi di questa routine, dice di preferire la neve, la pioggia e il vento al caldo e all’umidità dell’estate. “A meno che non sia sotto zero, mi piace mettere fuori una gamba di notte, per non avere troppo caldo – dice -. Se hai freddo, puoi sempre coprirti di più, ma d’estate non si può togliere molto”. “Si suda e in più ci sono le zanzare – aggiunge -. E il 4 luglio (Giorno dell’Indipendenza, ndr) è il momento peggiore. C’è rumore tutta la notte”. Per variare e sfuggire agli occasionali acquazzoni Isaac a volte monta una tenda in giardino, che utilizza persino quando si ferma a casa di amici.

Isaac Ortman vuole continuare a trascorrere le notti all’aperto almeno fino alla fine della scuola superiore

“Da quando ha iniziato a farlo, è cresciuto sotto molti aspetti, e non solo in termini di statura”, dice orgogliosa la madre. E anche se le vacanze in famiglia richiedono un’attenta pianificazione, in modo che Isaac possa dormire in un campeggio con il padre mentre la mamma e la sorella maggiore Lilly alloggiano in un motel, “Immagino che molte persone possano trovarlo un po’ insolito, ma per noi è ormai la normale routine – dichiara Andrew Ortman – e io sono orgoglioso di lui per aver tenuto duro. Una brutta tempesta di neve, un’emicrania, una tenda bucata: niente lo scoraggia. Ha davvero imparato a sopravvivere“. “Non lo sto facendo per nessun record o per una causa, mi sto solo divertendo. Ma con il ragazzo che dorme in Inghilterra, credo si possa dire che si tratta di una gara non ufficiale”, ha detto Isaac riferendosi all’adolescente inglese Max Woosey, che ha iniziato la sua maratona di sonno all’aperto il 29 marzo 2020, con l’obiettivo di raccogliere fondi per un ospedale che cura un suo anziano amico.

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
È iniziata come una sorta di sfida personale, come spesso accade tra i ragazzi della sua età, per testare le proprie capacità e resistenza in modo divertente. Poi però, per Isaac Ortman, adolescente del Minnesota, dormire nel cortile della sua casa è diventata una missione. "Non credo che la cosa finisca presto, potrei anche continuare fino all'università - ha detto il 14enne di Duluth -. È molto divertente e non sono pronto a smettere". Tanto che ormai ha trascorso oltre 1.000 notti sotto le stelle. Il giovane, che fa il boy scout, come una specie di moderno Barone Rampante ha scoperto per caso il piacere di trascorrere le ore di sonno fuori dalle mura di casa, persino quando la temperatura è scesa a quadi 40 gradi sotto lo zero. Tutto è iniziato circa tre anni fa, nella baita della sua famiglia a 30 miglia da casa, diventando ben presto una routine notturna che il ragazzo prevede di continuare per tutta la scuola superiore, forse anche oltre.
Isaac Ortman, 14 anni, dorme nel giardino di casa da oltre mille notti (Melissa Ortman)
Intanto il primo traguardo è stato raggiunto: quando il 12 gennaio è arrivata la millesima notte di sonno all'aperto, per festeggiare Isaac si è rifugiato all'interno di un riparo antineve chiamato "quinzhee" che lui e alcuni suoi amici scout della Truppa 15 hanno costruito presso la Lakeside Presbyterian Church di Duluth. "Non si stanca mai: ogni notte è una nuova avventura", ha detto il padre Andrew Ortman, 48 anni e capo del suo gruppo scout, sottolineando che suo figlio ha insistito per dormire all'aperto anche dopo essersi rotto il polso sinistro in un incidente domestico questo mese. "Siamo tornati a casa dal pronto soccorso e sono tornato fuori come sempre - ha raccontato il 14enne -. È come quella volta che abbiamo visto un orso avvicinarsi alla porta del nostro patio. Trenta minuti dopo mi stavo lavando i denti e mi stavo preparando per andare a dormire fuori". Sua mamma Melissa era un po' preoccupata quella notte, ma dopo che l'orso se n'è andato, lei e il padre gli hanno permesso di continuare la sua routine. "Sa che deve entrare in casa se qualcosa non va bene - ha spiegato la donna, 43 anni -. Dopo 1.000 notti, ha la nostra fiducia". L'idea di dormire all'aperto, che ricorda in parte il protagonista del famoso romanzo di Italo Calvino, è nata all'inizio della pandemia di Covid-19. Il giovane Ortman ricorda bene il giorno in cui ha abbandonato la sua camera da letto per un'amaca e un sacco a pelo, il 17 aprile 2020, quando era appena in prima media: "Stavo dormendo fuori dalla nostra baita e ho pensato: 'Wow, potrei provare a dormire all'aperto per una settimana'. Così ho fatto, per tutto il periodo della vacanza e ho deciso di continuare quando sono tornato a casa". come spiega il padre, il ragazzo ha fatto molte ricerche per recuperare l'attrezzatura adatta per tenerlo al caldo e al sicuro mentre dormiva fuori durante le quattro stagioni. "Ha trovato un'amaca impermeabile da appendere in giardino, e ha un paio di sacchi a pelo, trapunte e coperte che può aggiungere a seconda del freddo", ha detto Andrew Ortman. "Davvero un ottimo sistema". Dopo due anni e nove mesi di questa routine, dice di preferire la neve, la pioggia e il vento al caldo e all'umidità dell'estate. "A meno che non sia sotto zero, mi piace mettere fuori una gamba di notte, per non avere troppo caldo - dice -. Se hai freddo, puoi sempre coprirti di più, ma d'estate non si può togliere molto". "Si suda e in più ci sono le zanzare - aggiunge -. E il 4 luglio (Giorno dell'Indipendenza, ndr) è il momento peggiore. C'è rumore tutta la notte". Per variare e sfuggire agli occasionali acquazzoni Isaac a volte monta una tenda in giardino, che utilizza persino quando si ferma a casa di amici.
Isaac Ortman vuole continuare a trascorrere le notti all'aperto almeno fino alla fine della scuola superiore
"Da quando ha iniziato a farlo, è cresciuto sotto molti aspetti, e non solo in termini di statura", dice orgogliosa la madre. E anche se le vacanze in famiglia richiedono un'attenta pianificazione, in modo che Isaac possa dormire in un campeggio con il padre mentre la mamma e la sorella maggiore Lilly alloggiano in un motel, "Immagino che molte persone possano trovarlo un po' insolito, ma per noi è ormai la normale routine - dichiara Andrew Ortman - e io sono orgoglioso di lui per aver tenuto duro. Una brutta tempesta di neve, un'emicrania, una tenda bucata: niente lo scoraggia. Ha davvero imparato a sopravvivere". "Non lo sto facendo per nessun record o per una causa, mi sto solo divertendo. Ma con il ragazzo che dorme in Inghilterra, credo si possa dire che si tratta di una gara non ufficiale", ha detto Isaac riferendosi all'adolescente inglese Max Woosey, che ha iniziato la sua maratona di sonno all'aperto il 29 marzo 2020, con l'obiettivo di raccogliere fondi per un ospedale che cura un suo anziano amico.
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