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Home » Lifestyle » “Iseeyou”, il camp artistico dell’associazione Lidia Dice per prevenire la violenza di genere

“Iseeyou”, il camp artistico dell’associazione Lidia Dice per prevenire la violenza di genere

Il camp si è svolto a Torino dal dal 26 al 28 novembre scorso e ha visto la partecipazione gratuita di 15 giovani donne dai 15 ai 25 anni che si sono immerse all'interno di un percorso ricco di stimoli e opportunità volte a conoscere sé stesse

Giorgia Borgioli
7 Dicembre 2021
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“Non nasconderti. Fidati di me“: recita così la frase in inglese impressa sui manifesti del camp artistico ISEEYOU ideato da Lidia Dice, un’associazione non profit nata nel 2016 dal desiderio di Lidia Carew, ballerina, attrice e performer, di scovare e dar voce ai cosiddetti “cigni neri di cui nessuno parla perché sfuggono ai modelli e sono quindi gravemente sottovalutati”.

L’obiettivo di Lidia e dei suoi collaboratori è infatti quello di dare modo a chi ha un sogno di credere nelle proprie capacità; un percorso che possa aiutare a trasformare le difficoltà in opportunità, affinché un passato difficile non incida negativamente sul futuro. È un camp artistico che propone un percorso pedagogico ed esperienziale di prevenzione alla violenza, in particolare quella di genere. Il camp, in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, si è svolto a Torino dal 26 al 28 novembre scorso e ha visto la partecipazione gratuita di 15 giovani donne dai 15 ai 25 anni, le quali si sono immerse col corpo e con la mente all’interno di un percorso ricco di stimoli e opportunità volte a conoscere sé stesse.

Il nome stesso dell’associazione racchiude in sé i principi cardine sui quali si basa il progetto: Lidia “Dice”, perché è un percorso formato dai differenti punti di vista, dalle diverse esperienze e dalle voci delle persone che le raccontano. Durante le tre giornate di camp sono stati numerosi i professionisti che hanno messo a disposizione le proprie storie: si è azionato il CORPO, con Lidia e altre performer e coreografe, le quali hanno lavorato con le ragazze sulla consapevolezza del fisico nello spazio e sul rafforzamento dell’autostima. Si è parlato di IMMAGINE con nomi importanti del mondo del make- up, e infine si è dato importanza alla VOCE, grazie al contributo di vocal coach, speaker radiofonici e autori. Ogni coach ha condiviso la propria esperienza di vita, dimostrando alle ragazze che, per quanto sia difficile raggiungere un obiettivo, con gli strumenti necessari è più facile affrontare situazioni difficili.

Essere una donna implica una serie di limiti e complessità che ancora oggi si fa faticano a sradicare. L’educazione ai sentimenti è un obiettivo ancora lontano per pensare ad un cambiamento di modi di pensare, ancora troppo radicati e ottusi all’interno della nostra società. E allora, citando la famosa frase “se la montagna non va da Maometto, Maometto va alla montagna”, possiamo dire che: se la violenza non viene estirpata all’origine, saranno le donne a munirsi degli strumenti necessari a combatterla.
L’idea di Lidia è quindi quella di lavorare sulla prevenzione alla violenza, fornendo alle ragazze l’autostima e la consapevolezza necessarie affinché possano affrontare ogni tipo di situazione sia a livello mentale, sia a livello fisico.

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Instagram

  • «Era terribile durante il fascismo essere transessuale. Mi picchiavano e mi facevano fare delle cose schifose. Mi imbrattavano con il catrame e mi hanno rasato. Ho preso le botte dai fascisti perché mi ero atteggiato a donna e per loro questo era inconcepibile».

È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l’unica persona trans italiana sopravvissuta ai campi di concentramento nazisti.

#lucenews #lucysalani #dachau
  • È morta a quasi 99 anni Lucy Salani, attivista nota come l
  • Elaheh Tavakolian, l’iraniana diventata uno dei simboli della lotta nel suo Paese, è arrivata in Italia. Nella puntata del 21 marzo de “Le Iene”, tra i servizi del programma di Italia 1, c’è anche la storia della giovane donna, ferita a un occhio dalla polizia durante le proteste in Iran. Nella puntata andata in onda la scorsa settimana, l’inviata de “Le Iene” aveva incontrato la donna in Turchia, durante la sua fuga disperata dall’Iran, dove ormai era troppo pericoloso vivere. 

“Ho molta paura. Vi prego, qui potrebbero uccidermi” raccontava l’attivista a Roberta Rei. Già in quell’occasione, Elaheh Tavakolian era apparsa con una benda sull’occhio, a causa di una grave ferita causatale da un proiettile sparato dalle forze dell’ordine iraniane durante le manifestazioni a cui ha preso parte dopo la morte di Mahsa Amini.

Elaheh Tavakolian fa parte di quelle centinaia di iraniani che hanno subito gravi ferite agli occhi dopo essere stati colpiti da pallottole, lacrimogeni, proiettili di gomma o altri proiettili usati dalle forze di sicurezza durante le dure repressioni che vanno avanti ormai da oltre sei mesi. La ragazza, che ha conseguito un master in commercio internazionale e ora lavora come contabile, ha usato la sua pagina Instagram per rivelare che le forze di sicurezza della Repubblica islamica stavano deliberatamente prendendo di mira gli occhi dei manifestanti. 

✍ Barbara Berti

#lucenews #lucelanazione #ElahehTavakolian #iran #leiene
  • Ha 19 anni e vorrebbe solo sostenere la Maturità. Eppure alla richiesta della ragazza la scuola dice di no. Nina Rosa Sorrentino è nata con la sindrome di Down, e quel diritto che per tutte le altre studentesse e studenti è inviolabile per lei è invece un’utopia.

Il liceo a indirizzo Scienze Umane di Bologna non le darà la possibilità di diplomarsi con i suoi compagni e compagne, svolgendo le prove che inizieranno il prossimo 21 giugno. La giustificazione – o la scusa ridicola, come quelle denunciate da CoorDown nella giornata mondiale sulla sindrome di Down – dell’istituto per negarle questa possibilità è stata che “per lei sarebbe troppo stressante“.

Così Nina si è ritirata da scuola a meno di tre mesi dalla fine della quinta. Malgrado la sua famiglia, fin dall’inizio del triennio, avesse chiesto agli insegnanti di cambiare il Pei (piano educativo individualizzato) della figlia, passando dal programma differenziato per gli alunni certificati a quello personalizzato per obiettivi minimi o equipollenti, che prevede l’ammissione al vero e proprio esame di Maturità. Ma il liceo Sabin non ha assecondato la loro richiesta.

Francesca e Alessandro Sorrentino avevano trovato una sponda di supporto nel Ceps di Bologna (Centro emiliano problemi sociali per la Trisomia 21), in CoorDown e nei docenti di Scienze della Formazione dell’Alma Mater, che si sono detti tutti disponibili per realizzare un progetto-pilota per la giovane studentessa e la sua classe. Poi, all’inizio di marzo, la doccia fredda: è arrivato il no definitivo da parte del consiglio di classe, preoccupato che per la ragazza la Maturità fosse un obiettivo troppo impegnativo e stressante, tanto da generare “senso di frustrazione“, come ha scritto la dirigente del liceo nella lettera che sancisce l’epilogo di questa storia tutt’altro che inclusiva.

“Il perché è quello che ci tormenta – aggiungono i genitori –. Anche la neuropsichiatra concordava: Nina poteva e voleva provarci a fare l’esame. Non abbiamo mai chiesto le venisse regalato il diploma, ma che le fosse data la possibilità di provarci”.

#lucenews #lucelanazione #disabilityinclusion #giornatamondialedellasindromedidown
"Non nasconderti. Fidati di me": recita così la frase in inglese impressa sui manifesti del camp artistico ISEEYOU ideato da Lidia Dice, un'associazione non profit nata nel 2016 dal desiderio di Lidia Carew, ballerina, attrice e performer, di scovare e dar voce ai cosiddetti "cigni neri di cui nessuno parla perché sfuggono ai modelli e sono quindi gravemente sottovalutati". L’obiettivo di Lidia e dei suoi collaboratori è infatti quello di dare modo a chi ha un sogno di credere nelle proprie capacità; un percorso che possa aiutare a trasformare le difficoltà in opportunità, affinché un passato difficile non incida negativamente sul futuro. È un camp artistico che propone un percorso pedagogico ed esperienziale di prevenzione alla violenza, in particolare quella di genere. Il camp, in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, si è svolto a Torino dal 26 al 28 novembre scorso e ha visto la partecipazione gratuita di 15 giovani donne dai 15 ai 25 anni, le quali si sono immerse col corpo e con la mente all'interno di un percorso ricco di stimoli e opportunità volte a conoscere sé stesse. Il nome stesso dell'associazione racchiude in sé i principi cardine sui quali si basa il progetto: Lidia "Dice", perché è un percorso formato dai differenti punti di vista, dalle diverse esperienze e dalle voci delle persone che le raccontano. Durante le tre giornate di camp sono stati numerosi i professionisti che hanno messo a disposizione le proprie storie: si è azionato il CORPO, con Lidia e altre performer e coreografe, le quali hanno lavorato con le ragazze sulla consapevolezza del fisico nello spazio e sul rafforzamento dell'autostima. Si è parlato di IMMAGINE con nomi importanti del mondo del make- up, e infine si è dato importanza alla VOCE, grazie al contributo di vocal coach, speaker radiofonici e autori. Ogni coach ha condiviso la propria esperienza di vita, dimostrando alle ragazze che, per quanto sia difficile raggiungere un obiettivo, con gli strumenti necessari è più facile affrontare situazioni difficili. Essere una donna implica una serie di limiti e complessità che ancora oggi si fa faticano a sradicare. L'educazione ai sentimenti è un obiettivo ancora lontano per pensare ad un cambiamento di modi di pensare, ancora troppo radicati e ottusi all’interno della nostra società. E allora, citando la famosa frase "se la montagna non va da Maometto, Maometto va alla montagna", possiamo dire che: se la violenza non viene estirpata all’origine, saranno le donne a munirsi degli strumenti necessari a combatterla. L'idea di Lidia è quindi quella di lavorare sulla prevenzione alla violenza, fornendo alle ragazze l’autostima e la consapevolezza necessarie affinché possano affrontare ogni tipo di situazione sia a livello mentale, sia a livello fisico.
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