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Home » Lifestyle » Jake Daniels fa coming out: è il primo calciatore europeo in attività a dichiararsi gay

Jake Daniels fa coming out: è il primo calciatore europeo in attività a dichiararsi gay

I 17enne diventa così l'unico professionista dichiaratamente omosessuale. "Ho pensato a lungo a come e quando farlo – dice –. So che questo è il momento giusto. Sono pronto ad essere libero e ad avere fiducia in me stesso"

Marianna Grazi
17 Maggio 2022
jake daniels calciatore gay

Jake Daniels è il primo calciatore professionita in attività a dichiararsi apertamente omosessuale a livello europeo

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Jake Daniels è il primo calciatore in attività a livello europeo a dichiararsi apertamente gay. E afferma che la sua decisione di rivelare il suo orientamento sessuale gli permetterà di sentirsi maggiormente “libero e sicuro di sé”. Il 17enne di Bispham, attaccante dell’EFL Blackpool, è il primo professionista del calcio maschile britannico a fare coming out da oltre 30 anni. Parlando con Sky Sports, Daniels ha spiegato: “È il momento giusto per farlo. Sento di essere pronto a raccontare alla gente la mia storia“.

Jake Daniels coming out
Jake Daniels, 17 anni, ha fatto pubblicamente coming out diventando il primo giocatore britannico ed europeo in attività a dichiararsi gay

Trovare il momento giusto

“Da quando ho fatto coming out con la mia famiglia, il mio club e i miei compagni di squadra, è finito anche il periodo in cui pensavo troppo a tutto, e lo stress che ne derivava. Questo aveva un impatto sulla mia salute mentale” ha spiegato il giovane calciatore, che ha iniziato a giocare a 7 anni e la scorsa stagione ha segnato 30 gol nell’under 18 del Blackpool, tanto che a febbraio di quest’anno ha firmato il contratto da professionista con la prima squadra. Qualche giorno fa Daniels ha fatto coming out come gay, diventando l’unico calciatore professionista britannico pubblicamente omosessuale dopo Justin Fashanu, primo professionista maschile nel Regno Unito a dichiararsi gay durante la sua carriera nell’ottobre 1990. “Ho pensato a lungo a come e quando farlo – ha aggiunto Jake Daniels –. So che questo è il momento giusto. Sono pronto a essere me stesso, a essere libero e ad avere fiducia in me stesso”. La sua decisione è stata elogiata dal primo ministro britannico Boris Johnson, che lo ha ringraziato per il suo coraggio:

Thank you for your bravery Jake, it would have taken huge courage to come out and you will be an inspiration to many both on and off the pitch. https://t.co/tCmSUBnj5R

— Boris Johnson (@BorisJohnson) May 16, 2022

Ma tutto il settore sportivo ha reagito prontamente, con la Premier League che ha twittato: “Il mondo del calcio è con te”, mentre Manchester United, Manchester City e Chelsea hanno dichiarato di essere “orgogliosi” di Daniels.

Jake Daniels Blackpool
Daniels dice di aver capito di essere omosessuale già a 5 o 6 anni, ma di aver mentito e nascosto la sua identità fino ad ora

Trevor Birch, amministratore delegato della EFL, ha dichiarato: “Speriamo che questo momento ci aiuti a progredire verso un’epoca in cui la rappresentanza LGBTQ+ a tutti i livelli del gioco professionistico maschile sia la norma”.

“Ho nascosto la mia identità”

L’attaccante del Blackpool dice di aver scoperto la sua omosessualità quando aveva 5o 6 anni. “A scuola i compagni mi chiedevano ‘Sei sicuro di non essere gay?’. E io rispondevo: ‘No, non lo sono’. Non ero pronto ed è stata una lotta, ma non voglio più mentire“. E a dimostrazione del “grande sollievo”  provato dopo aver fatto coming out con la madre e la sorella, il giorno successivo, in una partita delle giovanili ha segnato ben quattro gol. “Naturalmente sono consapevole che ci saranno reazioni e che alcune saranno omofobe, magari in uno stadio e sui social media – aggiunge –. È facile che la gente prenda di mira le persone. Per come la vedo io, invece, faccio il calciatore e loro mi urlano contro, ma pagano per vedermi giocare e io vivo la mia vita e ci guadagno. Quindi gridate quello che volete, non farà differenza”. Nonostante la sua giovane età Daniels è un ragazzo molto maturo e sa che quello che ha fatto è un passo importantissimo, non solo per lui ma per il suo sport, dove l’orientamento sessuale è ancora qualcosa da tenere celato, di troppo personale per essere svelato al grande pubblico.

Jake Daniels
Sia i compagni di squadra, che l’intero settore calcistico e perfino il premier Boris Johnson si sono schierati a sostegno di Daniels dopo che ha fatto coming out

“È un passo verso l’ignoto essere uno dei primi calciatori in questo Paese a rivelare la mia sessualità, ma mi sono ispirato a Josh Cavallo (giocatore dell’Adelaide United, attualmente l’unico calciatore maschio professionista di alto livello apertamente gay, ndr), Matt Morton e ad atleti di altri sport, come Tom Daley, per avere il coraggio e la determinazione di guidare il cambiamento”.

Un modello per gli altri

Il 17enne Daniels ha detto di essersi consultato con alcuni giocatori della squadra giovanile, che hanno appoggiato e accolto la sua decisione. “Ho odiato mentire per tutta la vita e l’aver sentito il bisogno di cambiare per integrarmi – spiega –. Voglio essere un modello di comportamento facendo questo passo. Ci sono persone là fuori nel mio stesso ambiente che potrebbero non sentirsi a proprio agio nel rivelare la propria sessualità. Voglio solo dire loro che non è necessario cambiare chi si è, o come si dovrebbe essere, solo per adattarsi”. Il Blackpool, si è detto in una nota ufficiale “incredibilmente orgoglioso che (Daniels) abbia raggiunto una fase in cui ha la possibilità di esprimere se stesso sia dentro che fuori dal campo”. Il club ha poi aggiunto: “È fondamentale che tutti noi promuoviamo un ambiente in cui le persone si possano sentire a proprio agio nell’essere se stesse, e che il calcio faccia da apripista nell’eliminare qualsiasi forma di discriminazione e pregiudizio”.

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"Ve lo risparmio ragazzi, non è proprio il mio forte" ha risposto l
  • Aumentano, purtroppo, gli episodi di bullismo e cyberbullismo. 

I minori vittime di prepotenze nella vita reale, o che le abbiano subite qualche volta sono il 54%, contro il 44% del 2020. Un incremento significativo, di ben 10 punti, che deve spingerci a riflettere. 

Per quanto riguarda il cyber bullismo, il 31% dei minori ne è stato vittima almeno una volta, contro il 23% del 2020. Il fenomeno sembra interessare più i ragazzi delle ragazze sia nella vita reale (il 57% dei maschi è stato vittima di prepotenze, contro il 50% delle femmine) sia in quella virtuale (32% contro 29%). Nel 42% si tratta di offese verbali, ma sono frequenti anche violenze fisiche (26%) e psicologiche (26%).

Il 52% è pienamente consapevole dei reati che commette se intraprende un’azione di bullismo usando internet o lo smartphone, il 14% lo è abbastanza, ma questo non sembra un deterrente. Un 26%, invece, dichiara di non saperne nulla della gravità del reato. Intervistati, con risposte multiple, sui motivi che spingono ad avere comportamenti di prepotenza o di bullismo nei confronti degli altri, il 54% indica il body shaming. 

Mentre tra i motivi che spingono i bulli ad agire in questo modo, il 50% afferma che così dimostra di essere più forte degli altri, il 47% si diverte a mettere in ridicolo gli altri, per il 37% il bullo si comporta in questo modo perché gli piace che gli altri lo temano.

Ma come si comportano se assistono a episodi di bullismo? Alla domanda su come si comportano i compagni quando assistono a queste situazioni, solo il 34% risponde “aiutano la vittima”, un dato che nel 2020 era il 44%. 

Un calo drastico, che forse potrebbe essere spiegato con una minore empatia sociale dovuta al distanziamento sociale e al lockdown, che ha impedito ai minori di intessere relazioni profonde. Migliora, invece, la percentuale degli insegnanti che, rendendosi conto di quanto accaduto, intervengono prontamente (46% contro il 40% del 2020). Un 7%, però, dichiara che i docenti, sebbene si rendano conto di quanto succede, non fanno nulla per fermare le prepotenze.

I giovanissimi sono sempre più iperconessi, ma sono ancora in grado di legarsi?

#lucenews #giornatacontroilbullismo
  • “Non sono giorni facilissimi, il dolore va e viene: è molto difficile non pensare a qualcosa che ti fa male”. Camihawke, al secolo Camilla Boniardi, una delle influencer più amate del web si mette ancora una volta a nudo raccontando le sue insicurezze e fragilità. In un post su Instagram parla della tricodinia. 

“Se fosse tutto ok, per questa tricodinia rimarrebbe solo lo stress come unica causa e allora dovrò modificare qualcosa nella mia vita. Forse il mio corpo mi sta parlando e devo dargli ascolto."

La tricodinia è una sensazione dolorosa al cuoio capelluto, accompagnata da un bruciore o prurito profondo che, in termini medici, si chiama disestesia. Può essere transitoria o diventare cronica, a volte perfino un gesto quotidiano come pettinarsi o toccarsi i capelli può diventare molto doloroso. Molte persone – due pazienti su tre sono donne – lamentano formicolii avvertiti alla radice, tra i follicoli e il cuoio capelluto. Tra le complicazioni, la tricodinia può portare al diradamento e perfino alla caduta dei capelli. 

#lucenews #lucelanazione #camihawke #tricodinia
  • Dai record alle prime volte all’attualità, la 65esima edizione dei Grammy Awards non delude quanto a sorprese. 

Domenica 5 febbraio, in una serata sfavillante a Los Angeles, la cerimonia dell’Oscare della musica della Recording Academy ha fatto entusiasmare sia per i big presenti sia per i riconoscimenti assegnati. 

Intanto ad essere simbolicamente premiate sono state le donne e i manifestanti contro la dittatura della Repubblica Islamica: “Baraye“, l’inno delle proteste in Iran, ha vinto infatti il primo Grammy per la canzone che ispira cambiamenti sociali nel mondo. Ad annunciarlo dal palco è stata nientemeno che  la first lady americana Jill Biden.

L’autore, il 25enne Shervin Hajipour, era praticamente sconosciuto quando è stato eliminato dalla versione iraniana di American Idol, ma la sua canzone è diventata un simbolo delle proteste degli ultimi mesi in Iran evocando sentimenti di dolore, rabbia, speranza e desiderio di cambiamento. Hajipour vive nel Paese in rivolta ed è stato arrestato dopo che proprio questo brano, a settembre, è diventata virale generando oltre 40 milioni di click sul web in 48 ore.

#lucenews #grammyawards2023 #shervinhajipour #iran
Jake Daniels è il primo calciatore in attività a livello europeo a dichiararsi apertamente gay. E afferma che la sua decisione di rivelare il suo orientamento sessuale gli permetterà di sentirsi maggiormente "libero e sicuro di sé". Il 17enne di Bispham, attaccante dell'EFL Blackpool, è il primo professionista del calcio maschile britannico a fare coming out da oltre 30 anni. Parlando con Sky Sports, Daniels ha spiegato: "È il momento giusto per farlo. Sento di essere pronto a raccontare alla gente la mia storia".
Jake Daniels coming out
Jake Daniels, 17 anni, ha fatto pubblicamente coming out diventando il primo giocatore britannico ed europeo in attività a dichiararsi gay

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"Da quando ho fatto coming out con la mia famiglia, il mio club e i miei compagni di squadra, è finito anche il periodo in cui pensavo troppo a tutto, e lo stress che ne derivava. Questo aveva un impatto sulla mia salute mentale" ha spiegato il giovane calciatore, che ha iniziato a giocare a 7 anni e la scorsa stagione ha segnato 30 gol nell'under 18 del Blackpool, tanto che a febbraio di quest'anno ha firmato il contratto da professionista con la prima squadra. Qualche giorno fa Daniels ha fatto coming out come gay, diventando l'unico calciatore professionista britannico pubblicamente omosessuale dopo Justin Fashanu, primo professionista maschile nel Regno Unito a dichiararsi gay durante la sua carriera nell'ottobre 1990. "Ho pensato a lungo a come e quando farlo – ha aggiunto Jake Daniels –. So che questo è il momento giusto. Sono pronto a essere me stesso, a essere libero e ad avere fiducia in me stesso". La sua decisione è stata elogiata dal primo ministro britannico Boris Johnson, che lo ha ringraziato per il suo coraggio:

Thank you for your bravery Jake, it would have taken huge courage to come out and you will be an inspiration to many both on and off the pitch. https://t.co/tCmSUBnj5R

— Boris Johnson (@BorisJohnson) May 16, 2022
Ma tutto il settore sportivo ha reagito prontamente, con la Premier League che ha twittato: "Il mondo del calcio è con te", mentre Manchester United, Manchester City e Chelsea hanno dichiarato di essere "orgogliosi" di Daniels.
Jake Daniels Blackpool
Daniels dice di aver capito di essere omosessuale già a 5 o 6 anni, ma di aver mentito e nascosto la sua identità fino ad ora
Trevor Birch, amministratore delegato della EFL, ha dichiarato: "Speriamo che questo momento ci aiuti a progredire verso un'epoca in cui la rappresentanza LGBTQ+ a tutti i livelli del gioco professionistico maschile sia la norma".

"Ho nascosto la mia identità"

L'attaccante del Blackpool dice di aver scoperto la sua omosessualità quando aveva 5o 6 anni. "A scuola i compagni mi chiedevano 'Sei sicuro di non essere gay?'. E io rispondevo: 'No, non lo sono'. Non ero pronto ed è stata una lotta, ma non voglio più mentire". E a dimostrazione del "grande sollievo"  provato dopo aver fatto coming out con la madre e la sorella, il giorno successivo, in una partita delle giovanili ha segnato ben quattro gol. "Naturalmente sono consapevole che ci saranno reazioni e che alcune saranno omofobe, magari in uno stadio e sui social media – aggiunge –. È facile che la gente prenda di mira le persone. Per come la vedo io, invece, faccio il calciatore e loro mi urlano contro, ma pagano per vedermi giocare e io vivo la mia vita e ci guadagno. Quindi gridate quello che volete, non farà differenza". Nonostante la sua giovane età Daniels è un ragazzo molto maturo e sa che quello che ha fatto è un passo importantissimo, non solo per lui ma per il suo sport, dove l'orientamento sessuale è ancora qualcosa da tenere celato, di troppo personale per essere svelato al grande pubblico.
Jake Daniels
Sia i compagni di squadra, che l'intero settore calcistico e perfino il premier Boris Johnson si sono schierati a sostegno di Daniels dopo che ha fatto coming out
"È un passo verso l'ignoto essere uno dei primi calciatori in questo Paese a rivelare la mia sessualità, ma mi sono ispirato a Josh Cavallo (giocatore dell'Adelaide United, attualmente l'unico calciatore maschio professionista di alto livello apertamente gay, ndr), Matt Morton e ad atleti di altri sport, come Tom Daley, per avere il coraggio e la determinazione di guidare il cambiamento".

Un modello per gli altri

Il 17enne Daniels ha detto di essersi consultato con alcuni giocatori della squadra giovanile, che hanno appoggiato e accolto la sua decisione. "Ho odiato mentire per tutta la vita e l'aver sentito il bisogno di cambiare per integrarmi – spiega –. Voglio essere un modello di comportamento facendo questo passo. Ci sono persone là fuori nel mio stesso ambiente che potrebbero non sentirsi a proprio agio nel rivelare la propria sessualità. Voglio solo dire loro che non è necessario cambiare chi si è, o come si dovrebbe essere, solo per adattarsi". Il Blackpool, si è detto in una nota ufficiale "incredibilmente orgoglioso che (Daniels) abbia raggiunto una fase in cui ha la possibilità di esprimere se stesso sia dentro che fuori dal campo". Il club ha poi aggiunto: "È fondamentale che tutti noi promuoviamo un ambiente in cui le persone si possano sentire a proprio agio nell'essere se stesse, e che il calcio faccia da apripista nell'eliminare qualsiasi forma di discriminazione e pregiudizio".
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