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La storia di Jason Arday: ragazzo autistico diventa professore a Cambridge

A 37 anni ottiene la cattedra in sociologia. E' il più giovane docente nero della storia del prestigioso ateneo inglese

di BARBARA BERTI -
28 febbraio 2023
Jason Arday nominato Professore di Sociologia dell'Educazione presso l'Università di Cambridge (Foto: Università di Cambridge)

Jason Arday nominato Professore di Sociologia dell'Educazione presso l'Università di Cambridge (Foto: Università di Cambridge)

Il più giovane professore nero all'Università di Cambridge ma fino a 11 anni non era in grado di parlare e fino a 18 anni non riusciva a leggere e scrivere. È la storia di Jason Arday che il 6 marzo assumerà l’incarico di professore di Sociologia dell'Educazione presso la Facoltà di Scienze dell’Educazione dell'Università di Cambridge.
Jason Arday alla cerimonia del suo dottorato di ricerca nel 2016 (Foto: Università di Cambridge)

Jason Arday alla cerimonia del suo dottorato di ricerca nel 2016 (Foto: Università di Cambridge)

Nato e cresciuto a Clapham, nel sud-ovest di Londra, il futuro docente ha affrontato tante sfide nella sua vita. In particolare gli è stata diagnosticata, all'età di tre anni, una forma di disturbo dello spettro autistico che gli ha impedito di parlare fino all’età di 11 anni. Terapisti e consulenti professionali gli avevano detto che da adulto avrebbe avuto bisogno di un’assistenza perenne e che avrebbe avuto bisogno di un supporto per tutta la vita. Invece, attraverso la determinazione personale e il sostegno della famiglia e degli amici, ha frequentato il college, si è formato come insegnante e ha avviato la sua carriera accademica. Da bambino fondamentale è stato il sostegno della madre che tramite la musica lo ha aiutato a sviluppare l’autostima e le sue capacità. Altra figura importante il suo amico, mentore e tutor universitario Sandro Sandri grazie al quale, nella tarda adolescenza, ha finalmente iniziato a leggere e scrivere. E’ diventato, così, insegnante di educazione fisica e a 22 anni ha deciso di seguire un corso post-laurea. La grande determinazione lo ha spinto a guardare sempre avanti e non mollare. A 27 anni, mentre studiava per il suo dottorato di ricerca, scrisse una serie di obiettivi personali sulla parete della sua camera. Uno di questi recitava: “Un giorno lavorerò a Oxford o a Cambridge”. E mentre sognava in grande ha continuato a studiare e specializzarsi. Nel 2018 ha ottenuto con successo una borsa di studio presso la Roehampton University prima di passare alla Durham University, dove è stato professore associato di sociologia. Nel 2021, Arday è diventato professore di sociologia dell'educazione presso la School of Education dell'Università di Glasgow, rendendolo, all'epoca, uno dei professori più giovani del Regno Unito.
Jason Arday nominato Professore di Sociologia dell'Educazione presso l'Università di Cambridge (Foto: Università di Cambridge)

Jason Arday nominato Professore di Sociologia dell'Educazione presso l'Università di Cambridge (Foto: Università di Cambridge)

Negli anni si è affermato come uno dei principali studiosi nel suo campo, pubblicando tanti articoli sulle esperienze degli studenti neri nelle università, sulla sotto rappresentazione delle minoranze etniche nelle carriere accademiche e gli impatti a lungo termine della discriminazione razziale nell'istruzione. E la cattedra che prenderà nei prossimi giorni sarà l’occasione per continuare il suo lavoro, migliorare la rappresentanza delle minoranze etniche nell'istruzione superiore. “Se vogliamo rendere l'istruzione più inclusiva, i migliori strumenti che abbiamo sono la solidarietà, la comprensione e l'amore” sono le parole del futuro professore del prestigioso ateneo inglese. “Il mio lavoro si concentra principalmente su come possiamo aprire le porte a più persone provenienti da contesti svantaggiati e democratizzare veramente l’istruzione superiore” sostiene Arday sperando che la cattedra di Cambridge faccia da cassa di risonanza per cambiamenti a livello nazionale e globale. “Cambridge sta già apportando cambiamenti significativi e ha ottenuto notevoli risultati nel tentativo di diversificare il panorama, ma c'è ancora molto da fare, qui e in tutto il settore” sostiene il sociologo, ricordando che “le parole non servono a niente, contano i fatti, c’è ancora tanto fare, ma la mia storia dimostra che niente è impossibile”.