Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Lifestyle » John Legend contro l’abolizione del diritto all’aborto: “Dobbiamo lottare e io farò la mia parte”

John Legend contro l’abolizione del diritto all’aborto: “Dobbiamo lottare e io farò la mia parte”

Il cantautore e produttore discografico, che da anni è impegnato in importanti battaglie di giustizia sociale, ha perso il terzo figlio nel 2020 dopo un aborto spontaneo della moglie, la modella Chissy Teigen

Marianna Grazi
16 Maggio 2022
John Legend

John Legend contro il rovesciamento della Roe v. Wade

Share on FacebookShare on Twitter
John Legend
John Legend ha vinto 12 Grammy, due Emmy, un Oscar e un Tony Awards

Cosa potrebbe mai desiderare un uomo che ha già ottenuto 12 Grammy, due Emmy, un Oscar e un Tony Awards? Facile. Un’America in cui meno persone finiscano in prigione e in cui il diritto all’aborto non venga attaccato. John Legend, al secolo John Roger Stephens, nato a Springfield, Ohio, oggi è un cantautore, produttore discografico e personaggio televisivo tra i più amati e noti non solo in America, ma in materia sociale aveva le idee ben chiare fin da giovane.
Nel 1994, a 15 anni, John partecipò a un concorso di saggi indetto da McDonald’s per il Mese della Cultura Nera. Alla domanda “Come intendi fare la storia dei neri?” scrisse che voleva diventare un musicista di successo e usare la sua posizione per lottare per la giustizia razziale e l’uguaglianza sociale. Il saggio vinse il primo premio e più che un sogno adolescenziale si è dimostrato una sorta di profezia.

Una carriera leggendaria

Con il nome d’arte ‘Legend’ ha venduto più di 10 milioni di album solo negli Stati Uniti dal suo debutto del 2004; la sua All of Me (2013) – scritto per la moglie, la modella e autrice Chrissy Teigen – è uno dei singoli digitali più venduti di tutti i tempi, con 1,7 miliardi di stream su Spotify; ha vinto tutti e quattro i più importanti premi americani per l’intrattenimento, diventando il primo uomo afroamericano a riuscirci e il secondo più giovane di qualsiasi razza o genere. E nel campo della giustizia sociale, il 43enne è stato all’altezza delle sue parole, fondando nel 2014 l’organizzazione no-profit FreeAmerica, che affronta il fatto che gli Stati Uniti hanno il più alto tasso di incarcerazione al mondo, oltre a battersi per politiche antidroga più umane.

Il tema dell’aborto vissuto (quasi) in prima persona

teigen-legend-aborto
Uno scatto del 2020 di Chissy Teigen con John Legend in ospedale dopo l’aborto spontaneo

Alla luce dei recenti attacchi ai diritti civili e umani che stanno avendo luogo in vari stati ha raccontato in un’intervista al Guardian come la pensa e che tipo di battaglia sta portando avanti. Anche attraverso la sua musica. John Legend si prepara per l’uscita del suo ottavo album, prevista per la fine dell’anno: il primo singolo, Dope, parla della dipendenza dall’amore, mentre altri brani del disco sono stati ispirati da momenti più bui della sua vita, come l’aborto del figlio Jack nel 2020. “La musica racconta come ci si sente quando si affronta il lutto e si cercano di raccogliere i pezzi dopo aver perso qualcosa – spiega il cantautore –. Quando una gravidanza si interrompe e si deve affrontare il lutto insieme, può essere davvero difficile per una famiglia. Spero che produrre questo tipo di musica possa essere curativa per me e anche per altre persone”.

Chrissy-Teigen-aborto1
Chrissy Teigen, ha abortito nel 2020 e ha voluto condividere il doloroso momento sui social per aiutare tutte coloro che si sono trovate o si trovavano ad affrontare lo stesso dolore

Nel settembre 2020, la moglie aveva condiviso sui social una serie di foto in bianco e nero di lei e Legend in ospedale, subito dopo l’aborto spontaneo. Su Instagram, le immagini avevano suscitato un’ondata di sostegno, ma anche messaggi di chi le aveva giudicate “inappropriate”, o addirittura aveva messo in dubbio la loro veridicità. Un mese dopo la stessa Chrissy Teigen scrisse in un post online: “Queste foto sono solo per le persone che ne hanno bisogno. I pensieri degli altri non mi interessano”.
“È stato crudo condividere la nostra esperienza”, dice ora Legend al Guardian. “Ero preoccupato, ma il nostro istinto ci ha spinto a farlo perché la gente sapeva che  stavamo aspettando un figlio e Chrissy sentiva di dover raccontare quello che era successo”. “Inoltre – aggiunge l’artista – abbiamo scoperto quante altre famiglie hanno vissuto questa esperienza. È stata una cosa potente e coraggiosa quella che Chrissy ha fatto condividendo tutto questo, perché ha fatto sentire a tante persone che non erano sole”.
“Siamo stati messi alla prova – continua ai microfoni del quotidiano britannico –. È stata una tragedia. Ma credo che abbia rafforzato la nostra determinazione e la nostra resistenza perché lo stavamo facendo anche per le altre donne, le altre coppie. Ne siamo usciti ancora più sicuri di chi eravamo come coppia e come famiglia”.

John Legend contro il rovesciamento delle Roe v. Wade

John Legend con la moglie Christine Teigen e i figli Luna Simone e Miles Theodore

La sera prima dell’intervista al cantante del Guardian è trapela la notizia della bozza di decisione della Corte Suprema di rovesciare la sentenza Roe v. Wade, che potrebbe portare all’abolizione del diritto all’aborto in gran parte degli Stati Uniti. “Non posso stare a guardare questa me**a senza dire qualcosa – afferma John  Legend –.  Stiamo rischiando di non essere più una democrazia a tutti gli effetti. Stiamo per implementare The Handmaid’s Tale nella legge“, aggiunge facendo riferimento al romanzo distopico di Margharet Atwood da cui è stata tratta una serie di grande successo. Come quel 15enne che sognava di poter scrivere la storia dei neri e in parte c’è anche riuscito, oggi il 43enne non è disposto a stare seduto sperando che le cose cambino in meglio. “Sono scettico sulla possibilità di arrivare a una soluzione con la formula ‘kumbaya’ (“Vieni qui”, in senso di qualcosa che arriva perché semplicemente richiesta. È una parola diventata famosa per un canto gospel composto nel 1926, ndr)” afferma. “A questo punto dobbiamo combattere e io farò la mia parte“.

Today, @chrissyteigen and I will be donating to @abortionfunds and @keepourclinics to help women afford and access the services they need in a safe and timely fashion. We will do what we can to fight for our fellow citizens and democracy. I hope you will too. pic.twitter.com/uEZwLQu5yn

— John Legend (@johnlegend) May 5, 2022

Poche ore dopo, Legend ha twittato ai suoi 13,8 milioni di follower che lui e la mogli Teigen faranno una donazione ai servizi sanitari indipendenti che continueranno a fornire aborti in tutti gli Stati Uniti. “Faremo quello che possiamo per combattere per i nostri concittadini e per la democrazia“, scrive. “Spero che lo farete anche voi”.

Potrebbe interessarti anche

Il 25 e 26 marzo a Roma va in scena la decima edizione della marcia pacifica per la consapevolezza sull'endometriosi
Attualità

Endometriosi, Roma diventa capitale della consapevolezza

24 Marzo 2023
aborto
Attualità

Malta, maggioranza della popolazione contraria all’aborto

27 Marzo 2023
Romina Francesca Power è nata a Los Angeles il 2 ottobre 1951
Attualità

Romina Power, appello social: “Salviamo il mare”

23 Marzo 2023

Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
John Legend
John Legend ha vinto 12 Grammy, due Emmy, un Oscar e un Tony Awards
Cosa potrebbe mai desiderare un uomo che ha già ottenuto 12 Grammy, due Emmy, un Oscar e un Tony Awards? Facile. Un'America in cui meno persone finiscano in prigione e in cui il diritto all'aborto non venga attaccato. John Legend, al secolo John Roger Stephens, nato a Springfield, Ohio, oggi è un cantautore, produttore discografico e personaggio televisivo tra i più amati e noti non solo in America, ma in materia sociale aveva le idee ben chiare fin da giovane. Nel 1994, a 15 anni, John partecipò a un concorso di saggi indetto da McDonald's per il Mese della Cultura Nera. Alla domanda "Come intendi fare la storia dei neri?" scrisse che voleva diventare un musicista di successo e usare la sua posizione per lottare per la giustizia razziale e l'uguaglianza sociale. Il saggio vinse il primo premio e più che un sogno adolescenziale si è dimostrato una sorta di profezia.

Una carriera leggendaria

Con il nome d'arte 'Legend' ha venduto più di 10 milioni di album solo negli Stati Uniti dal suo debutto del 2004; la sua All of Me (2013) – scritto per la moglie, la modella e autrice Chrissy Teigen – è uno dei singoli digitali più venduti di tutti i tempi, con 1,7 miliardi di stream su Spotify; ha vinto tutti e quattro i più importanti premi americani per l'intrattenimento, diventando il primo uomo afroamericano a riuscirci e il secondo più giovane di qualsiasi razza o genere. E nel campo della giustizia sociale, il 43enne è stato all'altezza delle sue parole, fondando nel 2014 l'organizzazione no-profit FreeAmerica, che affronta il fatto che gli Stati Uniti hanno il più alto tasso di incarcerazione al mondo, oltre a battersi per politiche antidroga più umane.

Il tema dell'aborto vissuto (quasi) in prima persona

teigen-legend-aborto
Uno scatto del 2020 di Chissy Teigen con John Legend in ospedale dopo l'aborto spontaneo
Alla luce dei recenti attacchi ai diritti civili e umani che stanno avendo luogo in vari stati ha raccontato in un'intervista al Guardian come la pensa e che tipo di battaglia sta portando avanti. Anche attraverso la sua musica. John Legend si prepara per l'uscita del suo ottavo album, prevista per la fine dell'anno: il primo singolo, Dope, parla della dipendenza dall'amore, mentre altri brani del disco sono stati ispirati da momenti più bui della sua vita, come l'aborto del figlio Jack nel 2020. "La musica racconta come ci si sente quando si affronta il lutto e si cercano di raccogliere i pezzi dopo aver perso qualcosa – spiega il cantautore –. Quando una gravidanza si interrompe e si deve affrontare il lutto insieme, può essere davvero difficile per una famiglia. Spero che produrre questo tipo di musica possa essere curativa per me e anche per altre persone".
Chrissy-Teigen-aborto1
Chrissy Teigen, ha abortito nel 2020 e ha voluto condividere il doloroso momento sui social per aiutare tutte coloro che si sono trovate o si trovavano ad affrontare lo stesso dolore
Nel settembre 2020, la moglie aveva condiviso sui social una serie di foto in bianco e nero di lei e Legend in ospedale, subito dopo l'aborto spontaneo. Su Instagram, le immagini avevano suscitato un'ondata di sostegno, ma anche messaggi di chi le aveva giudicate "inappropriate", o addirittura aveva messo in dubbio la loro veridicità. Un mese dopo la stessa Chrissy Teigen scrisse in un post online: "Queste foto sono solo per le persone che ne hanno bisogno. I pensieri degli altri non mi interessano". "È stato crudo condividere la nostra esperienza", dice ora Legend al Guardian. "Ero preoccupato, ma il nostro istinto ci ha spinto a farlo perché la gente sapeva che  stavamo aspettando un figlio e Chrissy sentiva di dover raccontare quello che era successo". "Inoltre – aggiunge l'artista – abbiamo scoperto quante altre famiglie hanno vissuto questa esperienza. È stata una cosa potente e coraggiosa quella che Chrissy ha fatto condividendo tutto questo, perché ha fatto sentire a tante persone che non erano sole". "Siamo stati messi alla prova – continua ai microfoni del quotidiano britannico –. È stata una tragedia. Ma credo che abbia rafforzato la nostra determinazione e la nostra resistenza perché lo stavamo facendo anche per le altre donne, le altre coppie. Ne siamo usciti ancora più sicuri di chi eravamo come coppia e come famiglia".

John Legend contro il rovesciamento delle Roe v. Wade

John Legend con la moglie Christine Teigen e i figli Luna Simone e Miles Theodore
La sera prima dell'intervista al cantante del Guardian è trapela la notizia della bozza di decisione della Corte Suprema di rovesciare la sentenza Roe v. Wade, che potrebbe portare all'abolizione del diritto all'aborto in gran parte degli Stati Uniti. "Non posso stare a guardare questa me**a senza dire qualcosa – afferma John  Legend –.  Stiamo rischiando di non essere più una democrazia a tutti gli effetti. Stiamo per implementare The Handmaid's Tale nella legge", aggiunge facendo riferimento al romanzo distopico di Margharet Atwood da cui è stata tratta una serie di grande successo. Come quel 15enne che sognava di poter scrivere la storia dei neri e in parte c'è anche riuscito, oggi il 43enne non è disposto a stare seduto sperando che le cose cambino in meglio. "Sono scettico sulla possibilità di arrivare a una soluzione con la formula 'kumbaya' ("Vieni qui", in senso di qualcosa che arriva perché semplicemente richiesta. È una parola diventata famosa per un canto gospel composto nel 1926, ndr)" afferma. "A questo punto dobbiamo combattere e io farò la mia parte". Today, @chrissyteigen and I will be donating to @abortionfunds and @keepourclinics to help women afford and access the services they need in a safe and timely fashion. We will do what we can to fight for our fellow citizens and democracy. I hope you will too. pic.twitter.com/uEZwLQu5yn
— John Legend (@johnlegend) May 5, 2022
Poche ore dopo, Legend ha twittato ai suoi 13,8 milioni di follower che lui e la mogli Teigen faranno una donazione ai servizi sanitari indipendenti che continueranno a fornire aborti in tutti gli Stati Uniti. "Faremo quello che possiamo per combattere per i nostri concittadini e per la democrazia", scrive. "Spero che lo farete anche voi".

Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto