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Home » Lifestyle » La dedica speciale di Rosanna, laureata a 72 anni: “Ho perso mia figlia di 14 anni, questo è per lei”

La dedica speciale di Rosanna, laureata a 72 anni: “Ho perso mia figlia di 14 anni, questo è per lei”

"Questo percorso è come se lo avesse fatto mia figlia" racconta commossa la dottoressa Brescia, dopo aver discusso la tesi magistrale in scienze storiche. Scritta interamente a mano "come un'amanuense" mentre accudiva sua madre di 96 anni

Marianna Grazi
23 Settembre 2021
Photo credit: Tommaso Lanciano

Photo credit: Tommaso Lanciano

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Di solito sono i ragazzi e le ragazze a citare i genitori nei ringraziamenti sulla tesi di laurea, per averli sostenuti durante il percorso di studi. Poi però ci sono quei casi nella vita in cui è un genitore, una mamma, che vuole dedicare quel traguardo speciale alla figlia. Un’emozione che non avrebbe mai pensato di provare. Mercoledì 22 settembre è stata una giornata speciale per Rosanna Brescia, che ha indossato all’età 72 anni la sua seconda corona d’alloro.

“È stato emozionante, non pensavo di farcela ma mi hanno aiutato le persone vicine. Nella vita non siamo mai soli“, ha commentato dopo la proclamazione.⁣ No, Rosanna non era sola. C’era qualcuno, accanto a lei, che l’ha spronata in ogni momento ad andare avanti, non abbandonandola mai. “Mi sono iscritta perché ho perso una figlia di 14 anni e questo percorso è come se lo avesse fatto lei, è come se oggi al posto mio ci fosse lei a cui dedico tutti i miei sforzi e i miei sacrifici“. 

Una dedica commovente, fatta da una donna che non si è mai arresa, nonostante la vita non sia stata buona con lei. La tesi per la laurea magistrale in scienze storiche, la seconda dopo la triennale, l’ha scritta interamente a mano, mentre lei e il marito accudivano sua madre, 96enne. “Ho fatto l’amanuense – scherza Brescia – come quelli che ho studiato a Paleografia Cristiana, mentre intimavo a mia madre e alla badante di fare silenzio per non perdere la concentrazione”.

Un esempio straordinario di dedizione e amore, che è stato coronato con uno scroscio di applausi non solo della commissione e degli altri studenti, ma da tutta l’Università. “Oggi i nostri auguri speciali vanno a Rosanna Brescia, che a 72 anni si è laureata in Scienze storiche – si legge sull’account ufficiale della pagina Facebook dell’ateneo – Congratulazioni a lei, per la sua storia e per questo bellissimo traguardo, e a tutti i neolaureati di questi ultimi giorni”. E nel sorriso di Rosanna, mentre posa con i fiori e la classica corona nel piazzale antistante il rettorato, si legge tutta la sua gioia.

Poi la festa a casa insieme agli amici più cari. “So che l’università mi mancherà e chissà che adesso non decida di andare ancora avanti”, conclude la neo dottoressa.⁣

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  • Aumentano, purtroppo, gli episodi di bullismo e cyberbullismo. 

I minori vittime di prepotenze nella vita reale, o che le abbiano subite qualche volta sono il 54%, contro il 44% del 2020. Un incremento significativo, di ben 10 punti, che deve spingerci a riflettere. 

Per quanto riguarda il cyber bullismo, il 31% dei minori ne è stato vittima almeno una volta, contro il 23% del 2020. Il fenomeno sembra interessare più i ragazzi delle ragazze sia nella vita reale (il 57% dei maschi è stato vittima di prepotenze, contro il 50% delle femmine) sia in quella virtuale (32% contro 29%). Nel 42% si tratta di offese verbali, ma sono frequenti anche violenze fisiche (26%) e psicologiche (26%).

Il 52% è pienamente consapevole dei reati che commette se intraprende un’azione di bullismo usando internet o lo smartphone, il 14% lo è abbastanza, ma questo non sembra un deterrente. Un 26%, invece, dichiara di non saperne nulla della gravità del reato. Intervistati, con risposte multiple, sui motivi che spingono ad avere comportamenti di prepotenza o di bullismo nei confronti degli altri, il 54% indica il body shaming. 

Mentre tra i motivi che spingono i bulli ad agire in questo modo, il 50% afferma che così dimostra di essere più forte degli altri, il 47% si diverte a mettere in ridicolo gli altri, per il 37% il bullo si comporta in questo modo perché gli piace che gli altri lo temano.

Ma come si comportano se assistono a episodi di bullismo? Alla domanda su come si comportano i compagni quando assistono a queste situazioni, solo il 34% risponde “aiutano la vittima”, un dato che nel 2020 era il 44%. 

Un calo drastico, che forse potrebbe essere spiegato con una minore empatia sociale dovuta al distanziamento sociale e al lockdown, che ha impedito ai minori di intessere relazioni profonde. Migliora, invece, la percentuale degli insegnanti che, rendendosi conto di quanto accaduto, intervengono prontamente (46% contro il 40% del 2020). Un 7%, però, dichiara che i docenti, sebbene si rendano conto di quanto succede, non fanno nulla per fermare le prepotenze.

I giovanissimi sono sempre più iperconessi, ma sono ancora in grado di legarsi?

#lucenews #giornatacontroilbullismo
  • “Non sono giorni facilissimi, il dolore va e viene: è molto difficile non pensare a qualcosa che ti fa male”. Camihawke, al secolo Camilla Boniardi, una delle influencer più amate del web si mette ancora una volta a nudo raccontando le sue insicurezze e fragilità. In un post su Instagram parla della tricodinia. 

“Se fosse tutto ok, per questa tricodinia rimarrebbe solo lo stress come unica causa e allora dovrò modificare qualcosa nella mia vita. Forse il mio corpo mi sta parlando e devo dargli ascolto."

La tricodinia è una sensazione dolorosa al cuoio capelluto, accompagnata da un bruciore o prurito profondo che, in termini medici, si chiama disestesia. Può essere transitoria o diventare cronica, a volte perfino un gesto quotidiano come pettinarsi o toccarsi i capelli può diventare molto doloroso. Molte persone – due pazienti su tre sono donne – lamentano formicolii avvertiti alla radice, tra i follicoli e il cuoio capelluto. Tra le complicazioni, la tricodinia può portare al diradamento e perfino alla caduta dei capelli. 

#lucenews #lucelanazione #camihawke #tricodinia
  • Dai record alle prime volte all’attualità, la 65esima edizione dei Grammy Awards non delude quanto a sorprese. 

Domenica 5 febbraio, in una serata sfavillante a Los Angeles, la cerimonia dell’Oscare della musica della Recording Academy ha fatto entusiasmare sia per i big presenti sia per i riconoscimenti assegnati. 

Intanto ad essere simbolicamente premiate sono state le donne e i manifestanti contro la dittatura della Repubblica Islamica: “Baraye“, l’inno delle proteste in Iran, ha vinto infatti il primo Grammy per la canzone che ispira cambiamenti sociali nel mondo. Ad annunciarlo dal palco è stata nientemeno che  la first lady americana Jill Biden.

L’autore, il 25enne Shervin Hajipour, era praticamente sconosciuto quando è stato eliminato dalla versione iraniana di American Idol, ma la sua canzone è diventata un simbolo delle proteste degli ultimi mesi in Iran evocando sentimenti di dolore, rabbia, speranza e desiderio di cambiamento. Hajipour vive nel Paese in rivolta ed è stato arrestato dopo che proprio questo brano, a settembre, è diventata virale generando oltre 40 milioni di click sul web in 48 ore.

#lucenews #grammyawards2023 #shervinhajipour #iran
Di solito sono i ragazzi e le ragazze a citare i genitori nei ringraziamenti sulla tesi di laurea, per averli sostenuti durante il percorso di studi. Poi però ci sono quei casi nella vita in cui è un genitore, una mamma, che vuole dedicare quel traguardo speciale alla figlia. Un'emozione che non avrebbe mai pensato di provare. Mercoledì 22 settembre è stata una giornata speciale per Rosanna Brescia, che ha indossato all'età 72 anni la sua seconda corona d'alloro. "È stato emozionante, non pensavo di farcela ma mi hanno aiutato le persone vicine. Nella vita non siamo mai soli", ha commentato dopo la proclamazione.⁣ No, Rosanna non era sola. C'era qualcuno, accanto a lei, che l'ha spronata in ogni momento ad andare avanti, non abbandonandola mai. "Mi sono iscritta perché ho perso una figlia di 14 anni e questo percorso è come se lo avesse fatto lei, è come se oggi al posto mio ci fosse lei a cui dedico tutti i miei sforzi e i miei sacrifici".  Una dedica commovente, fatta da una donna che non si è mai arresa, nonostante la vita non sia stata buona con lei. La tesi per la laurea magistrale in scienze storiche, la seconda dopo la triennale, l'ha scritta interamente a mano, mentre lei e il marito accudivano sua madre, 96enne. "Ho fatto l'amanuense – scherza Brescia – come quelli che ho studiato a Paleografia Cristiana, mentre intimavo a mia madre e alla badante di fare silenzio per non perdere la concentrazione". Un esempio straordinario di dedizione e amore, che è stato coronato con uno scroscio di applausi non solo della commissione e degli altri studenti, ma da tutta l'Università. "Oggi i nostri auguri speciali vanno a Rosanna Brescia, che a 72 anni si è laureata in Scienze storiche – si legge sull'account ufficiale della pagina Facebook dell'ateneo – Congratulazioni a lei, per la sua storia e per questo bellissimo traguardo, e a tutti i neolaureati di questi ultimi giorni". E nel sorriso di Rosanna, mentre posa con i fiori e la classica corona nel piazzale antistante il rettorato, si legge tutta la sua gioia. Poi la festa a casa insieme agli amici più cari. "So che l'università mi mancherà e chissà che adesso non decida di andare ancora avanti", conclude la neo dottoressa.⁣
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