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Home » Lifestyle » LaAV – Letture ad Alta Voce: la rete degli ambasciatori dei libri parlati che “combatte l’odio e l’indifferenza”

LaAV – Letture ad Alta Voce: la rete degli ambasciatori dei libri parlati che “combatte l’odio e l’indifferenza”

Ci sono gruppi di volontari in tutta Italia, sono circa 700 e spesso sono insegnanti in pensione, ma non solo. Dall'altra parte anziani ma anche bambini o donne vittime di violenza. Un progetto creato dal professor Federico Batini, che oggi conta su una rete nazionale di 43 circoli in tutta Italia. "Le storie danno strumenti per immaginare il futuro e ricordare"

Rita Bartolomei
14 Maggio 2021
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“La lettura ad alta voce è anche un antidoto all’odio, all’intolleranza per le differenze. Apre strade e costruisce ponti, mal sopporta le barriere, le divisioni, le censure”. Il filo della storia è nelle parole di Federico Batini, 50 anni, di Arezzo, professore all’università di Perugia, dipartimento di Filosofia, scienze sociali, umane e della formazione. Una sera di dodici anni fa s’è inventato LaAV, oggi rete nazionale di 43 circoli, che regala molte migliaia di ore di letture ad alta voce a carceri, scuole, centri anziani. Missione concentrata in un hashtag: #ioleggoperglialtri.

Il professor Federico Batini durante una presentazione

Questo viaggio italiano nelle parole della letteratura ha il cuore in Toscana ed è un’avventura che nasce da molto lontano. È il 1997: Batini, giovane laureato, ha un’illuminazione. “Mi sono chiesto: cosa mi ha orientato davvero nella vita? E ho capito che erano state le storie. Mi avevano dato strumenti per immaginare il futuro”. Parte da lì, dall’orientamento narrativo. Poi, dieci anni fa, approda ai primi studi sugli anziani malati di Parkinson e Alzheimer. “Abbiamo visto che se ascoltano letture ad alta voce, anche solo per 40 giorni, anche quando i farmaci non hanno più effetto e sono palliativi, riusciamo a riportarli indietro, a livelli di memoria significativi. Riusciamo a migliorare il loro linguaggio e lo stato cognitivo generale”. Un metodo sperimentale: “A fianco c’erano anziani con le stesse patologie ma senza la lettura” e non succedeva niente. Batini ha adottato poi quella stessa impostazione per bambini e ragazzi, antidoto (anche) all’abbandono scolastico. Alla fine è arrivato ‘Leggere: forte!’, progetto della Regione Toscana. “Hanno visto le mie ricerche e mi hanno chiesto di sviluppare un programma per inserire la lettura ad alta voce ovunque, dal nido alle superiori”.

 

Una rete online che arriva ovunque

Beatrice Bonan durante un’iniziativa di LaAV a Nove e Rosà (Vicenza)

Ma il filo della storia è anche nelle parole di 700 lettori LaAV, ambasciatori dei libri parlati, quelli che appagano e strappano alla solitudine. Come Beatrice Bonan, 47 anni, arredatrice per una vita, oggi caregiver, anima del circolo a Nove e Rosà (Vicenza). Per aggirare il blocco della pandemia, s’è inventata i mercoledì su Zoom o Meet con una casa di riposo, appuntamento ogni quindici giorni. Va così: “Le signore sono riunite nel salone, al loro fianco le educatrici. Naturalmente non c’è l’emozione di quando sei là, in presenza. Facciamo letture molto più brevi. Poesie, racconti, brani della tradizione. Per quelli si entusiasmano molto”. Allora riaffiorano parole antiche, “si ricordano benissimo le cose imparate”. Poi ci sono le puntate su Radio LaAV, in diretta o registrate, a tema o libere. La donna nel mondo o gli scrittori delle favole. Una rete mondiale alla fine, c’è chi si sintonizza dall’Australia.

La medicina della mente

Giovanna Bertoncello

Nello stesso piccolo centro di Nove l’amore per il dialetto di Giovanna Bertoncello, 72 anni, mamma di cinque figli, poetessa e lettrice, fa miracoli. Si racconta: “Mio marito è morto d’infarto a 50 anni, io ne avevo 46. Ho cambiato tutto, ho fatto un corso da operatore socio sanitario. Ho cominciato a vivere una seconda vita. Ho lavorato con i malati di Alzheimer e con i disabili”. Quando è andata in pensione, ha ricominciato da volontaria con l’associazione Amad.  “E quella è la chiave per connettermi con tutti, anche con figli e nipoti”. Sorride: “A volte non riesco più a capire chi è normodotato e chi no”. Dei suoi anziani sa tutto. “Non tengono l’attenzione, per questo la lettura li deve incuriosire, sorprendere, altrimenti si perdono. Il pensiero non sta fermo, va, viene, torna. Magari la musica aiuta. Magari un ricordo di quando erano giovani, anche breve. Spero che a settembre si possa riprendere”.

Rianimazione letteraria

Livia Santini insieme all’attivista showgirl Gessica Notaro durante un’incontro con l’autore

Il viaggio nell’Italia delle storie ad alta voce ha un’altra tappa obbligata, la Ravenna di Livia Santini, 52 anni, insegnante d’inglese, appena nominata Cavaliere della Repubblica dal presidente Mattarella anche per la sua “Rianimazione letteraria di poesia intensiva”, rassegna di scrittori e personaggi portata in ospedale sei anni fa. Anche lei sta organizzando la ripartenza, dopo la sospensione obbligata per la pandemia. La spinta: “Ho sempre avuto quest’idea che la letteratura partendo dal basso doveva arrivare a tutti. Ma non sapevo come farlo. L’ho capito quando è stato ricoverato mio fratello. Ho visto che in ospedale non c’era nulla. Eppure tutte le arti hanno a che fare con il dolore. Allora ho pensato ‘facciamo il contrario, portiamo allegria e leggerezza in un luogo di cura'”. E sono partite le domeniche pomeriggio di letteratura e incontri con l’autore, da Roberto Vecchioni a Stefano Benni, da Chiara Gamberale a Gessica Notaro, la showgirl sfregiata con l’acido dall’ex. Letture o racconti. Ad ascoltare “pazienti di tutti i reparti”.

Donne e violenza: le parole per dirlo

La psicologa e psicoterapeuta Rosa Minnino

Rosa Mininno, psicologa e psicoterapeuta di Tivoli (Roma), pioniera della biblioterapia per curare ansia, depressione o bullismo, ambasciatore della lettura, nel tempo del Covid ha affinato gli strumenti. Ha organizzato eventi sul web e incontri a tema: quello dedicato alla violenza sulle donne, ad esempio, è stato molto seguito. Anche se quando succede “c’è bisogno naturalmente di un intervento complesso, sia medico che psicologico. Però pensando a un gruppo di terapia, sicuramente leggere ad alta voce storie e raccontare quello che è successo senza timore di essere giudicate aiuta. Anche perché tante donne vengono accusate di aver provocato la violenza. È assurdo ma succede. Può essere molto utile una lettura che evochi contenuti simili, per analogia, a quelli vissuti. Proprio per elaborare il trauma. E poi leggere ad alta voce ci abitua all’ascolto dell’altro. Prestare attenzione alle parole, in un periodo in cui tutto si fa distrattamente e in modo molto veloce, non è poco”.

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  • ✨Tra i pretendenti a un ruolo di protagonista del 73° Sanremo, Ariete è probabilmente quella con l’"X factor" più alto. E non tanto per aver partecipato da ragazzina al talent di Sky o per quel "non so che" capace di differenziare tutto quel che fa, ma perché in due anni è riuscita a diventare la musa “indie“ della Generazione X. 

Arianna Del Giaccio mostra la timidezza della debuttante. E che lei sia una "nuova persona" portata a cadere nei "soliti vecchi errori" lo racconta parlando del debutto davanti al popolo del Festival con Mare di guai, ballata in cui racconta la fine della relazione con la sua ex.

«Gli squali che si aggirano nella vasca di cui parlo sono le mie insicurezze e le mie ansie. Il peso delle aspettative, anche se non provo sensi di inadeguatezza verso quel che faccio. I pescecani basta conoscerli per sapere che non sono tutti pericolosi.»

 Intervista a cura di Andrea Spinelli ✍

#lucenews #qn #ariete #sanremo2023
  • Più luce, meno stelle. Un paradosso, se ci pensate. Più illuminiamo le nostre città, più lampioni, fari, led, laser puntiamo sulla terra, meno stelle e porzioni di cielo vediamo. 

Accade perché, quasi senza accorgercene, di anno in anno, cancelliamo dalla nostra vista qualche decina di quei 4.500 puntini luminosi che in condizioni ottimali dovremmo riuscire a vedere la notte, considerato che il cielo risulta popolato da circa 9.000 stelle, di cui ciascuno di noi può osservare solo la metà per volta, ovvero quelle del proprio emisfero. 

In realtà, già oggi, proprio per colpa dell’inquinamento luminoso, ne vediamo solo poche centinaia. E tutto lascia pensare che questa cifra si ridurrà ulteriormente, con un ritmo molto rapido. Al punto tale che, in pochi anni, la costellazione di Orione, potrebbe perdere la sua caratteristica ‘cintura’.

Secondo quanto risulta da uno studio pubblicato su “Science”, basato sulle osservazioni di oltre 50mila citizen scientist, solo tra il 2011 e il 2022, ogni anno il cielo in tutto il Pianeta è diventato in media il 9,6% più luminoso, con una forchetta di valori che non supera il 10% ma non scende mai sotto il 7%. Più di quanto percepito finora dai satelliti preposti a monitorare la quantità di luce nel cielo notturno. Secondo le misurazioni effettuate da questi ultimi infatti, tra 1992 e 2017 il cielo notturno è diventato più luminoso di meno dell’1,6% annuo.

“In un periodo di 18 anni, questo tasso di cambiamento aumenterebbe la luminosità del cielo di oltre un fattore 4”, scrivono i ricercatori del Deutsches GeoForschungs Zentrum di Potsdam, in Germania, e del National Optical-Infrared Astronomy Research Laboratory di Tucson, negli Stati Uniti. Una località con 250 stelle visibili, quindi, vedrebbe ridursi il numero a 100 stelle visibili. 

Il pericolo più che fondato, a questo punto, è che di questo passo inizieranno a scomparire dalla nostra vista anche le costellazioni più luminose, comprese quelle che tuti sono in grado di individuare con estrema facilità.

L
  • Per la prima volta nella storia del calcio, un arbitro ha estratto il cartellino bianco. No, non si tratta di un errore: se il giallo e il rosso fanno ormai parte di tantissimi anni delle regole del gioco ed evidenziano un comportamento scorretto, quello bianco vuole invece "premiare", in maniera simbolica, un gesto di fair play. Il tutto è avvenuto in Portogallo, durante un match di coppa nazionale tra il Benfica e lo Sporting Lisbona femminile.

Benfica-Sporting Lisbona femminile, quarti di finale della Coppa del Portogallo. I padroni di casa si trovano in vantaggio per 3-0 e vinceranno la sfida con un netto 5-0, ma un episodio interrompe il gioco: un tifoso sugli spalti accusa un malore, tanto che gli staff medici delle due squadre corrono verso le tribune per soccorrerlo. Dopo qualche minuto di paura, non solo per le giocatrici in campo ma anche per gli oltre quindicimila spettatori presenti allo stadio, il supporter viene stabilizzato e il gioco può riprendere. Prima, però, la direttrice di gara Catarina Campos effettua un gesto che è destinato a rimanere nella storia del calcio: estrae il cartellino bianco nei confronti dei medici delle due squadre.

Il cartellino bianco non influenza in alcun modo il match, né il risultato o il referto arbitrale; chissà che, da oggi in poi, gli arbitri non cominceranno ad agire più spesso, per esaltare un certo tipo di condotta eticamente corretta portata avanti anche dai calciatori.

#lucenews #cartellinobianco #calcio #fairplay
  • Son tutte belle le mamme del mondo. Soprattutto… quando un bambino si stringono al cuor… I versi di un vecchio brano ricordano lo scatto che sta facendo il giro del web. Quella di una madre che allatta il proprio piccino sul posto di lavoro. In questo caso la protagonista è una supermodella –  Maggie Maurer – che ha postato uno degli scatti più teneri e glamour di sempre. La super top si è fatta immortalare mentre nutre al seno la figlia Nora-Jones nel backstage dello show couture di Schiaparelli, tenutosi a Parigi.

La top model americana 32enne, che della maison è già musa, tanto da aver ispirato una clutch – non proprio una pochette ma una borsa che si indossa a mano che riproduce il suo volto –  nell’iconico scatto ha ancora il viso coperto dal make-up dorato realizzato dalla truccatrice-star Path McGrath, ed è coperta solo sulle spalle da un asciugamano e un telo protettivo trasparente. 

L’immagine è forte, intensa, accentuata dalla vernice dorata che fa apparire mamma Maurer come una divinità dell’Olimpo, una creatura divina ma squisitamente terrena, colta nel gesto di nutrire il proprio piccolo.

Ed è un’immagine importante, perché contribuisce a scardinare lo stigma dell’allattamento al seno in pubblico, sul luogo di lavoro e in questo caso anche sui social, su cui esistono ancora molti tabù. L’intera gravidanza di Maggie Maurer è stata vissuta in chiave di empowerment, e decisamente glamour. Incinta di circa sei mesi, ha sfilato per Nensi Dojaka sfoggiando un capo completamente trasparente della collezione autunno inverno 2022, e con il pancione.

Nell’intimo post su Instagram, Maggie Maurer ha deciso quindi condividere con i propri follower la sua immagine che la ritrae sul luogo di lavoro con il volto dipinta d’oro, una parte del suo look, pocoprima di sfilare per la casa di moda italiana, Schiaparelli. In grembo, ha sua figlia, che sta allattando dietro le quinte della sfilata. Le parole scritte a finco della foto, la modella ha scritto “#BTS #mommy”, evidenziando il lavoro senza fine della maternità, nonostante i suoi successi.

di Letizia Cini ✍🏻

#lucenews #maggiemaurer #materintà #mommy

"La lettura ad alta voce è anche un antidoto all’odio, all’intolleranza per le differenze. Apre strade e costruisce ponti, mal sopporta le barriere, le divisioni, le censure". Il filo della storia è nelle parole di Federico Batini, 50 anni, di Arezzo, professore all’università di Perugia, dipartimento di Filosofia, scienze sociali, umane e della formazione. Una sera di dodici anni fa s’è inventato LaAV, oggi rete nazionale di 43 circoli, che regala molte migliaia di ore di letture ad alta voce a carceri, scuole, centri anziani. Missione concentrata in un hashtag: #ioleggoperglialtri.

Il professor Federico Batini durante una presentazione

Questo viaggio italiano nelle parole della letteratura ha il cuore in Toscana ed è un'avventura che nasce da molto lontano. È il 1997: Batini, giovane laureato, ha un'illuminazione. "Mi sono chiesto: cosa mi ha orientato davvero nella vita? E ho capito che erano state le storie. Mi avevano dato strumenti per immaginare il futuro". Parte da lì, dall’orientamento narrativo. Poi, dieci anni fa, approda ai primi studi sugli anziani malati di Parkinson e Alzheimer. "Abbiamo visto che se ascoltano letture ad alta voce, anche solo per 40 giorni, anche quando i farmaci non hanno più effetto e sono palliativi, riusciamo a riportarli indietro, a livelli di memoria significativi. Riusciamo a migliorare il loro linguaggio e lo stato cognitivo generale". Un metodo sperimentale: "A fianco c’erano anziani con le stesse patologie ma senza la lettura" e non succedeva niente. Batini ha adottato poi quella stessa impostazione per bambini e ragazzi, antidoto (anche) all’abbandono scolastico. Alla fine è arrivato 'Leggere: forte!', progetto della Regione Toscana. "Hanno visto le mie ricerche e mi hanno chiesto di sviluppare un programma per inserire la lettura ad alta voce ovunque, dal nido alle superiori".

 

Una rete online che arriva ovunque

Beatrice Bonan durante un'iniziativa di LaAV a Nove e Rosà (Vicenza)

Ma il filo della storia è anche nelle parole di 700 lettori LaAV, ambasciatori dei libri parlati, quelli che appagano e strappano alla solitudine. Come Beatrice Bonan, 47 anni, arredatrice per una vita, oggi caregiver, anima del circolo a Nove e Rosà (Vicenza). Per aggirare il blocco della pandemia, s'è inventata i mercoledì su Zoom o Meet con una casa di riposo, appuntamento ogni quindici giorni. Va così: "Le signore sono riunite nel salone, al loro fianco le educatrici. Naturalmente non c'è l'emozione di quando sei là, in presenza. Facciamo letture molto più brevi. Poesie, racconti, brani della tradizione. Per quelli si entusiasmano molto". Allora riaffiorano parole antiche, "si ricordano benissimo le cose imparate". Poi ci sono le puntate su Radio LaAV, in diretta o registrate, a tema o libere. La donna nel mondo o gli scrittori delle favole. Una rete mondiale alla fine, c’è chi si sintonizza dall’Australia.

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Donne e violenza: le parole per dirlo

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