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Home » Lifestyle » L’emozionante incontro tra il principe William e un orfano: “Il dolore col tempo migliorerà”

L’emozionante incontro tra il principe William e un orfano: “Il dolore col tempo migliorerà”

Il duca di Cambridge, accompagnato dalla moglie Kate Middleton, ha fatto visita alla "Church on the street", un'organizzazione che dal 2019 offre assistenza a senza tetto e bisognosi

Marianna Grazi
22 Gennaio 2022
2HGE4BE The Duchess of Cambridge The Duke and Duchess of Cambridge meeting Pastor Mick Fleming during a visit to the Church on the Street (left) in Burnley, Lancashire, where they are meeting with volunteers and staff to hear about their motivations for working with Church on the Street as well as a number of service users to hear about their experiences first-hand. Pastor Mick is a former drug dealer who set up Church on the Street in 2019 to help the homeless and people living in some form of poverty in Burnley and surrounding area. Picture date: Thursday January 20, 2022.

2HGE4BE The Duchess of Cambridge The Duke and Duchess of Cambridge meeting Pastor Mick Fleming during a visit to the Church on the Street (left) in Burnley, Lancashire, where they are meeting with volunteers and staff to hear about their motivations for working with Church on the Street as well as a number of service users to hear about their experiences first-hand. Pastor Mick is a former drug dealer who set up Church on the Street in 2019 to help the homeless and people living in some form of poverty in Burnley and surrounding area. Picture date: Thursday January 20, 2022.

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“So come ti senti”. Un messaggio bellissimo di solidarietà, vicinanza e soprattutto profonda umanità arriva dal Regno Unito, da Burnley per la precisione, nel Lancashire. A pronunciare queste parole è stato il principe William, che con la moglie Kate Middleton ha fatto visita alla “Church on the street”, un’organizzazione che aiuta le persone fragili e in situazione di difficoltà, con dipendenze o altri problemi. Il Duca e la Duchessa di Cambridge si sono intrattenuti con tante persone senza famiglia e senza casa ospiti del complesso. Tra loro anche un bambino, Deacon Glover, 11 anni, che ha perso la sua mamma, Grace Taylor, lʼanno scorso, quando la donna aveva appena 28 anni. Accanto a lui c’era la bisnonna Carole Ellis, quando è diventato inaspettatamente il protagonista del momento più emozionante della visita dei reali, che visitavano per la prima volta la struttura.

Il Duca e la Duchessa di Cambridge hanno fatto visita alla “Church on the street” di Burnley

William infatti, si è sentito particolarmente toccato dalla sua triste storia e ha voluto confortarlo, dandogli coraggio e invitandolo a farsi forza. Ma soprattutto, ed è questo ciò che ha reso l’incontro tra i due così significativo, empatizzando con lui nel rivelargli di aver subito lo stesso tipo di lutto: “Anche io ho perso la mamma a 15 anni – gli ha confidato il primogenito dell’erede al trono Carlo, ricordando la compianta Lady Diana –. È difficile, lo so. Ma giuro che il dolore con il tempo un po’ migliorerà“. Una frase semplice, forse banale, che però ha toccato il cuore del ragazzino, tifoso del Burnley tanto da essersi presentato con la tuta del club, e di tutta l’Inghilterra, tanto da essere rilanciata velocemente dai principali organi di stampa britannici. “Ha detto ‘Non smettere di parlare di tua madre’, e gli ha dato la sua prospettiva. È stato un momento molto toccante”, ha raccontato a People il pastore della “Church on the street” Mick Fleming.

Il principe, come noto un grande tifoso dell’Aston Villa, ha voluto poi chiaccherare un po’ con Deacon in merito alla loro passione comune per il calcio, scambiandosi anche commenti sui loro giocatori preferiti. Un volontario del centro ha dichiarato che il ragazzo, in realtà, si aspettava che arrivasse un calciatore del Burnley: “Pensava che fosse un calciatore a venire qui, quindi è rimasto davvero sorpreso quando ha scoperto che invece erano William e Kate“. I Duchi sono stati accompagnati nella visita dal pastore Fleming – ex spacciatore che ora è noto per i suoi sforzi caritatevoli – e dal suo staff, venendo così a conoscenza di alcuni dei servizi che, dal 2019 (l’anno in cui è stata avviata l’iniziativa) hanno fornito alle diverse migliaia di persone che hanno varcato le porte dell’ex palestra.

Il Duca e la Duchessa di Cambridge incontrano il pastore Mick Fleming (People)

“Erano disponibili, con i piedi per terra e davvero impegnati“, ha detto Fleming. “Si sono seduti con alcuni dei ragazzi che frequentano questo posto e con me. Hanno usato la loro personale esperienza per parlare con loro”. Per il pastore la visita di William e Kate “ci dà credibilità per il nostro lavoro e mette in evidenza ciò che stiamo facendo, incoraggiando anche le altre organizzazioni che stanno cercando di collaborare con noi. Incoraggia a dare un seguito a tutto ciò”. La ‘chiesa di strada’ fornisce un rifugio per coloro che sono in difficoltà, offre loro una mensa, vestiti e un luogo dove i bisognosi possono fare una doccia calda e usare la lavanderia. Il centro è disponibile per un massimo di 200 persone alla volta, con un consulente qualificato e un supporto per la dipendenza e la salute mentale in loco. Inoltre ogni domenica si tengono le funzioni religiose.

 

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Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
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