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Home » Lifestyle » Lorenzo Calamai, il fisioterapista ipovedente che guarda oltre la disabilità con “impegno e passione”

Lorenzo Calamai, il fisioterapista ipovedente che guarda oltre la disabilità con “impegno e passione”

Il 28enne pratese è un giovane e talentuoso professionista con un sogno nel cassetto. Così affronta il destino avverso che lo ha voluto penalizzare dalla nascita

Guido Guerrera
8 Dicembre 2022
Lorenzo Calamai

Lorenzo Calamai

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Lorenzo Calamai è un giovane di 28 anni, nato a Prato e tifoso sfegatato della Fiorentina. Il suo è un amore che sconfina nella passione, tanto da aver scelto l’inno della Viola come suoneria per il proprio cellulare. Circostanza tanto divertente quanto assai normale, per certi versi comune. Ma ad essere straordinaria è invece la storia personale di Lorenzo, quella di un ragazzo la cui vita è stata da sempre improntata sulla resilienza e su un’indomabile forza di volontà. Lui è una persona dai modi eleganti e di bell’aspetto: incredibile la somiglianza con il tenore Andrea Bocelli, resa ancora più netta per il fatto che il mondo riesce a vederlo solo attraverso un tenuissimo velo, anche se gli occhi dello spirito sono in grado di guardare molto, molto lontano.

Nonostante il drastico verdetto della scienza che lo vorrebbe totalmente cieco per assenza della pupilla, Lorenzo miracolosamente ‘vede‘. “È un fatto assolutamente inspiegabile” rivela la madre Lina, colei che gli sta costantemente accanto e non riesce a nascondere ammirazione per quel figlio dalla mente arguta e dall’eloquio coinvolgente e forbito, sempre avido di sapere, mai sazio di studiare e approfondire. Lorenzo è da tempo un valente professionista specializzato in fisioterapia tanto da essere diventato assai noto soprattutto tra gli atleti dilettanti e tra quelli che praticano sport a livello agonistico. Il suo sogno? Mettersi a disposizione della sua Fiorentina come esperto di medicina dello sport e poter stare così accanto agli amati beniamini del calcio, tanto da prendersi cura di ognuno di loro. Un desiderio che Babbo Natale, il quale tutto può solo se vuole, potrebbe, chissà, esaudire, portando un colorato raggio di luce nell’esistenza di questa persona così sensibile e speciale. Il decreto di un destino avverso lo ha voluto penalizzare dalla nascita, ma Lorenzo è un lottatore in grado di combattere ogni giorno la sua battaglia con determinazione e dotato anche di quella tre volte benedetta punta di ironia che non gli fa smarrire mai il sorriso sulle labbra.

Lorenzo alle prese con un suo paziente

Lorenzo, lei è la prova vivente che il coraggio e la passione sconfiggono ogni limite…
“A mio avviso più della passione, che fa comunque da stimolo, occorre essere consapevoli di cosa si vuole veramente e allora i limiti diventano relativi e meno rilevanti. Sono convinto che si potrebbe parlare di coraggio tutte le volte che si è capaci di non farsi frenare dalle tante paure insite nel rischiare e nel mettersi in gioco. Non è possibile raggiungere grandi obiettivi evitando di esporsi, occorre piuttosto essere istintivi e portare fino in fondo ogni proponimento senza ripensamenti. Tuttavia credo che anche questo non basti perché non possiamo prescindere dalla ‘componente fortuna’, che svolge un ruolo determinante nelle vicende umane, ovviamente a patto di non demordere, né smettere mai di impegnarsi.”

Cosa significa per un ipovedente costruire giorno dopo giorno le basi della propria vita?
“Le basi della vita non si costruiscono da soli e questo vale per tutti gli ambiti esistenziali. Devi poter contare su qualcuno. La mia affezione si è presentata poco dopo la mia nascita, così non appena ho raggiunto l’età della ragione ho capito che per me c’era ben poco da fare. Però mi sono sforzato al massimo, ho creduto che lo spirito potesse vincere sulla materia e che impegnandomi con tutta la mia volontà avrei avuto ragione sul mio limite. E in qualche modo, senza sapere come e per ragioni scientificamente inspiegabili ce l’ho fatta: riesco a intravvedere qualcosa pur in modo molto approssimativo. Questo è stato sufficiente per nutrire e sviluppare quella passione nei confronti del corpo umano e della sua fisiologia che da sempre ha destato il mio interesse. Ho studiato molto, mi sono applicato e ho fatto tutto questo per essere vicino alla gente comune e ai suoi problemi, specialmente a quegli atleti che spesso sono alle prese con traumi e compromissioni articolari di vario genere”.

Lorenzo Calamai con la madre

Quali difficoltà incontra a causa della sua condizione e in che modo le supera?
“Le difficoltà si superano quando impari ad essere libero dal vincolo delle abitudini tipiche della routine quotidiana. Personalmente ritengo fosse uno svantaggio non avere la piena autonomia di spostamento non potendo guidare un’automobile. Tuttavia considero anche questo un ‘non problema’ per il semplice fatto che riesco a risolverlo senza farne drammi: non è certo una cosa simile a complicarmi la vita”.

La sua è una patologia presente sin dalla nascita, eppure lei ha studiato e continua a farlo, come ci è riuscito ?
“Esatto. Sono nato con questa patologia bilaterale. Nonostante ciò sono riuscito a fare della mia disabilità un punto di forza esercitandomi con caparbietà e imparando ogni cosa da zero, inventandomi un codice esistenziale e di apprendimento tutto mio. Ogni singola attività inserita in schemi normalmente naturali, in determinate, eccezionali, situazioni comporta obbligatoriamente il cambio totale della routine, cosa che è molto lenta da metabolizzare fino a renderla automatica. Per cominciare ho adottato le necessarie  modifiche a livello di metodo di studio: in questo modo a lungo andare sono riuscito a compiere il mio percorso tanto a livello scolastico quanto relativo alla mia formazione professionale. Ovviamente ho dovuto gestire una serie di condizioni piuttosto problematiche, ma alla fine ci sono riuscito”.

Il suo è un lavoro che implica grande conoscenza dell’anatomia e comporta anche una certa empatia nel trattare le varie affezioni. Qual è il suo approccio professionale?
“La mia attività va dal trattamento della semplice contrattura muscolare alle situazioni più gravi come fratture o lesioni dei legamenti degli arti inferiori, molto diffuse tra i calciatori. Va sottolineato come ultimamente la fisioterapia si sia molto affinata, mentre l’aspetto preventivo ha assunto un ruolo determinante che a mio giudizio è essenziale. Uno degli aspetti fondamentali è rappresentato dalla riabilitazione. Un insieme di tecniche terapeutiche che, se applicate e calibrate bene, portano alla risoluzione efficace di traumi e deficit di varia natura, sempre tenendo ben presente il quadro clinico e l’anamnesi del paziente”.

“Sono nato con questa patologia bilaterale. Nonostante ciò sono riuscito a fare del mio handicap un punto di forza esercitandomi con caparbietà e imparando ogni cosa da zero, inventandomi un codice esistenziale e di apprendimento tutto mio”, tutta la determinazione del 28enne

Ha mai notato pregiudizi da parte dei suoi pazienti a causa del suo stato?
“No, mai. A mio parere, se mai si manifestassero, certi atteggiamenti metterebbero in luce evidenti carenze nella valutazione approfondita di una persona e dei suoi problemi. La superficialità è il limite cognitivo tipico di chi è abituato a giudicare dalle apparenze e non è mai sinonimo né di sensibilità e neppure di troppa intelligenza. Se si vuole averla vinta con la prevaricazione, con la violenza verbale è come per uno sportivo tentare di imporsi a tutti i costi non per i propri meriti ma usando sostanze dopanti. Vinci facile. Ma a che serve? E soprattutto: quanto vale?”.

È stato, nella sua vita, oggetto di discriminazione?
“Sono ricordi del passato, per fortuna. Allora ero piuttosto piccolo e non avevo la concezione di cosa fosse o s’intendesse per discriminazione. Così ho incassato senza reagire, forse ritenendo ‘normali’ certi attacchi. Da più grandicello ho imparato a rispondere alle battute senza accusare troppo il colpo per poi passare alla ‘non considerazione’ che reputo l’arma più bella e la più efficace quanto lo è il silenzio che suona come condanna”.

Solo una grande spinta interiore può assicurare il successo da lei ottenuto. Si considera un ottimista per natura?
“In realtà non credo di essere poi così ottimista. Cerco di interpretare al meglio la vita e faccio attenzione a non litigare troppo con essa, nonostante le delusioni e le immancabili sconfitte che spesso ti aspettano al varco. Èovvio che non sono un santo e troppe volte mi arrabbio contro le ingiustizie quotidiane,  soprattutto quando osservo le eccessive disuguaglianze e le cattiverie in questo nostro, stranissimo, mondo”.

Quali sono i suoi hobby, i suoi interessi al di fuori del lavoro?
“Seguo il tennis e un po’ il mondo dei motori, ma adoro soprattutto il calcio italiano e straniero. Mi applico volentieri nel perfezionamento di inglese e spagnolo, leggo riviste scientifiche o sportive, ma anche libri, fumetti e amo ascoltare musica di ogni genere. Infine guardo film e serie tv sopratutto di azione e crime oppure altri di genere futuristico e autobiografico che mi attirano molto.”

“L’arma più bella è la non considerazione”, cosi’ il fisioterapista sulla questione discriminazione

Lorenzo, lei è un giovane uomo di bell’aspetto. Le hanno mai fatto notare la sua somiglianza al tenore Bocelli?
“Sinceramente non mi è mai capitato di essere paragonato prima di adesso al grande tenore, ma fa senza dubbio piacere somigliare a un artista di questo calibro, che nonostante la sua patologia ha saputo affrontare la sua complessa situazione arrivando ad affermarsi in modo eccelso nel mondo della lirica a livello mondiale”.

Ci parli adesso del suo sogno più grande… quel sogno che vorrebbe si traducesse in realtà
“Sono una persona che prima di coltivare sogni ha imparato a contare su se stesso e sulla necessità di svolgere al meglio una professione in cui gli aggiornamenti costanti sono d’obbligo, dato che si tratta di una materia in continua evoluzione. Io viaggio molto e mi capita spesso di partecipare a master di livello internazionale, per non parlare dei vari corsi di perfezionamento incentrati sul gioco del calcio. Vanto un master in fisioterapia sportiva e subito dopo la mia formazione di base ho, giovanissimo, ottenuto la tessera FIGC nei ruoli tecnici: quindi, che dire, il mio grande sogno sarebbe occuparmi della squadra che adoro. Da sempre la mia massima aspirazione è far parte dello staff medico della Fiorentina, un ambiente in cui potrei esprimere tutto me stesso offrendo il mio apporto professionale. Con l’identica passione che metto nel mio lavoro e mi spinge ad essere quell’inguaribile tifoso, innamorato della mia squadra”.

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  • Si sa, con l’età che avanza il rischio di ritrovarsi da soli aumenta, man mano che scompaiono anche le persone care con cui si sono costruiti affetti, legami. È un processo inevitabile, chiamato vita. Ma questa situazione rischia di aggravare la condizione di chi resta. 

Per questo anche un piccolo gesto, un’attività poco impegnativa ma costante e partecipata, può regalare gioie inaspettate. La fama in paese del signor Peter Davies, 100 anni, è dovuta a un hobby improbabile per la sua età: insegnare a leggere ai bambini.

Veterano della Seconda Guerra Mondiale, che è addirittura stato insignito della Medaglia dell’Impero Britannico (BEM) nell’ambito delle onorificenze del Re per il nuovo anno, Davies ha iniziato sei anni fa ad offrirsi volontario per dare una mano alla Dean Valley Community Primary School, scuola elementare di Macclesfield, Cheshire, in Inghilterra, dopo che l’amata moglie di 72 anni è venuta a mancare. 

Una vera e propria “fonte di ispirazione” per i cittadini, ma per l’arzillo centenario aiutare i bambini è un’attività che lo fa sentire nuovamente parte di una collettività. Peter racconta alla BBC che quando i piccoli alunni con cui legge lo chiamano per strada, riconoscendolo e salutandolo calorosamente, “si sente alto tre metri”. 

La stessa direttrice della scuola, Vicky McPherson, lo ha descritto come “ispiratore, generoso, premuroso e attento“. “Ha dedicato il suo tempo a così tanti bambini negli ultimi sei anni per instillare l’amore per la lettura che non potremo mai ringraziarlo abbastanza”, ha dichiarato la preside. Lui, invece, si sente semplicemente “una persona qualunque che fa qualcosa di utile per affrontare la settimana”.

Il signor Davies, che ha prestato servizio nell’Army Air Corps, ha spiegato che gli piaceva veder crescere la fiducia dei bambini nei suoi confronti, un po’ come un nonno acquisito che racconta ai più piccoli le sue avventure passate. “I bambini sono fantastici, sono come spugne“, ha detto. “Sono sicuro che ne traggo più beneficio io che loro. È una sensazione piacevole e calorosa [che] mi appartiene. Non sono un vecchio che vive per conto suo. Faccio parte della comunità, il che è fantastico”. 

#lucenews
  • Una testa di leone in passerella apre le sfilate dell’alta moda parigina con tanto di polemiche animaliste. La sfilata Couture di Schiaparelli non è passata inosservata visto che gli abiti erano accompagnati da teste di animali: il leopardo, il leone e la lupa. 

Le teste simboleggiavano tre dei setti peccati capitali (lussuria, orgoglio e avarizia), per una rilettura della “Divina Commedia” che rientra nella vena surrealista che storicamente caratterizza il brand, che porta il nome dell’eclettica Elsa Schiaparelli, stilista ma soprattutto intellettuale e artista a cavallo delle sue due guerre mondiali, e che l’attuale direttore creativo della maison, Daniel Roseberry sta proseguendo in chiave contemporanea.

A sfoggiare un vestito monospalla in velluto nero sul quale troneggiava – in stile trofeo – una grossa testa di leone è stata la top model russa Irina Shayk. Ma in precedenza a spoilerare l’abito ci aveva pensato Kylie Jenner, la più giovane del clan Kardashian diffondendo alcuni scatti sui social. Durante la sfilata, inoltre, Naomi Campbell ha indossato un cappotto di pelliccia con testa di un lupo e Shalom Harlow, tornata di recente a calcare le catwalk, ha sfilato con un tubino maculato con una testa di un leopardo.

Tutti gli animali ovviamente erano finti e sono stati proposti da Roseberry in opere sorprendenti in finta tassidermia, costruite interamente a mano con schiuma, resina e altri materiali. Ovviamente sui social la polemica è scoppiata. Nonostante si tratti di faux fur, il web non ha apprezzato. In molti, forse non conoscendo il tema della sfilata ovvero le “tre fiere” di dantesca memoria, ci hanno visto un richiamo di cattivo gusto alla caccia, agli animali abbattuti come trofei e rimandi all’epoca coloniale.

L’imprenditrice digitale e influencer Chiara Ferragni, presente alla sfilata, si è fatta un selfie insieme a Kylie Jenner e al vestito “incriminato”. Nonostante abbia scritto che la testa del leone era finta, ha incassato più di una critica. Insomma, ai leoni da tastiera l’idea dello stilista non è piaciuta. 

#lucenews #parisfashionweek  #elsaschiaparelli #trefiere #divinacommedia #pfw2023
  • “È fortemente raccomandato, nei primi giorni, mettere il neonato in culla subito dopo l’allattamento”. Così @ostetrica_alessandra_bellasio, l
  • Lo scontro tra i fan di Harry Potter e la creatrice della saga, JK Rowling, a causa delle affermazioni omotransfobiche dell’autrice, conosce un nuovo capitolo. 

A Toronto, in Canada, un giovane creatore di libri d’arte, Laur Flom, sta realizzando libri di Harry Potter nei quali il nome della Rowling non compare in copertina, né all’interno dei volumi, dove usualmente sono riportate le indicazioni del copyright, con il nome dell’autore. 

Lo scopo, dice, è di “aiutare le persone che sono fan di Harry Potter ma hanno un problema morale con la Rowling e la sua transfobia”. Quando si dice cancel culture: qui si cancella proprio materialmente. 

JK Rowling è stata accusata di transfobia dopo aver postato nel 2020 alcuni messaggi su Twitter nei quali obiettava contro l’uso della parola “persona” al posto della parola “donna” per “descrivere chi ha le mestruazioni”. In seguito, ha negato di essere transfobica, ma è stata ugualmente investita dalle critiche sui social. Ma se queste restano non condivisibili, anche l’impulso alla cancellazione del suo nome desta più di una perplessità. E a molti appare profondamente autoritario.

Laur Flom, artista canadese di origine ebraica, fa parte della comunità transgender. Parte degli incassi per le vendite dei libri sarà devoluta in beneficenza ad associazioni di trans. Flom, che ha 23 anni, ha postato su Tik Tok un video nel quale spiega come trasforma i libri della Rowling: il video è subito divenuto virale. 

“Non avevo un vero e proprio progetto. Ho iniziato per dispetto. Ho poco più di vent’anni: quando sono cresciuto, era quasi scontato leggere ‘Harry Potter’. Ma quando sono venute fuori le opinioni che la Rowling ha verso persone come me, mi è rimasto l’amaro in bocca. Poi tutto è cresciuto grazie alla piattaforma, e all’interesse delle persone nei libri”. 

A Flom occorrono dodici ore per modificare copertina e interno del libro. Ogni copia viene messa in vendita a 170 dollari. Ma l’artista propone anche ai possessori di libri di Harry Potter di inviargli le loro copie personali, per renderle “de-Rowlingizzate”.

Ma è davvero questa la strategia migliore?

#lucenews #harrypotter #jkrowling

Lorenzo Calamai è un giovane di 28 anni, nato a Prato e tifoso sfegatato della Fiorentina. Il suo è un amore che sconfina nella passione, tanto da aver scelto l’inno della Viola come suoneria per il proprio cellulare. Circostanza tanto divertente quanto assai normale, per certi versi comune. Ma ad essere straordinaria è invece la storia personale di Lorenzo, quella di un ragazzo la cui vita è stata da sempre improntata sulla resilienza e su un’indomabile forza di volontà. Lui è una persona dai modi eleganti e di bell'aspetto: incredibile la somiglianza con il tenore Andrea Bocelli, resa ancora più netta per il fatto che il mondo riesce a vederlo solo attraverso un tenuissimo velo, anche se gli occhi dello spirito sono in grado di guardare molto, molto lontano.

Nonostante il drastico verdetto della scienza che lo vorrebbe totalmente cieco per assenza della pupilla, Lorenzo miracolosamente 'vede'. "È un fatto assolutamente inspiegabile" rivela la madre Lina, colei che gli sta costantemente accanto e non riesce a nascondere ammirazione per quel figlio dalla mente arguta e dall’eloquio coinvolgente e forbito, sempre avido di sapere, mai sazio di studiare e approfondire. Lorenzo è da tempo un valente professionista specializzato in fisioterapia tanto da essere diventato assai noto soprattutto tra gli atleti dilettanti e tra quelli che praticano sport a livello agonistico. Il suo sogno? Mettersi a disposizione della sua Fiorentina come esperto di medicina dello sport e poter stare così accanto agli amati beniamini del calcio, tanto da prendersi cura di ognuno di loro. Un desiderio che Babbo Natale, il quale tutto può solo se vuole, potrebbe, chissà, esaudire, portando un colorato raggio di luce nell’esistenza di questa persona così sensibile e speciale. Il decreto di un destino avverso lo ha voluto penalizzare dalla nascita, ma Lorenzo è un lottatore in grado di combattere ogni giorno la sua battaglia con determinazione e dotato anche di quella tre volte benedetta punta di ironia che non gli fa smarrire mai il sorriso sulle labbra.

Lorenzo alle prese con un suo paziente

Lorenzo, lei è la prova vivente che il coraggio e la passione sconfiggono ogni limite... "A mio avviso più della passione, che fa comunque da stimolo, occorre essere consapevoli di cosa si vuole veramente e allora i limiti diventano relativi e meno rilevanti. Sono convinto che si potrebbe parlare di coraggio tutte le volte che si è capaci di non farsi frenare dalle tante paure insite nel rischiare e nel mettersi in gioco. Non è possibile raggiungere grandi obiettivi evitando di esporsi, occorre piuttosto essere istintivi e portare fino in fondo ogni proponimento senza ripensamenti. Tuttavia credo che anche questo non basti perché non possiamo prescindere dalla 'componente fortuna', che svolge un ruolo determinante nelle vicende umane, ovviamente a patto di non demordere, né smettere mai di impegnarsi."

Cosa significa per un ipovedente costruire giorno dopo giorno le basi della propria vita? "Le basi della vita non si costruiscono da soli e questo vale per tutti gli ambiti esistenziali. Devi poter contare su qualcuno. La mia affezione si è presentata poco dopo la mia nascita, così non appena ho raggiunto l’età della ragione ho capito che per me c’era ben poco da fare. Però mi sono sforzato al massimo, ho creduto che lo spirito potesse vincere sulla materia e che impegnandomi con tutta la mia volontà avrei avuto ragione sul mio limite. E in qualche modo, senza sapere come e per ragioni scientificamente inspiegabili ce l’ho fatta: riesco a intravvedere qualcosa pur in modo molto approssimativo. Questo è stato sufficiente per nutrire e sviluppare quella passione nei confronti del corpo umano e della sua fisiologia che da sempre ha destato il mio interesse. Ho studiato molto, mi sono applicato e ho fatto tutto questo per essere vicino alla gente comune e ai suoi problemi, specialmente a quegli atleti che spesso sono alle prese con traumi e compromissioni articolari di vario genere".

Lorenzo Calamai con la madre

Quali difficoltà incontra a causa della sua condizione e in che modo le supera? "Le difficoltà si superano quando impari ad essere libero dal vincolo delle abitudini tipiche della routine quotidiana. Personalmente ritengo fosse uno svantaggio non avere la piena autonomia di spostamento non potendo guidare un’automobile. Tuttavia considero anche questo un 'non problema' per il semplice fatto che riesco a risolverlo senza farne drammi: non è certo una cosa simile a complicarmi la vita".

La sua è una patologia presente sin dalla nascita, eppure lei ha studiato e continua a farlo, come ci è riuscito ? "Esatto. Sono nato con questa patologia bilaterale. Nonostante ciò sono riuscito a fare della mia disabilità un punto di forza esercitandomi con caparbietà e imparando ogni cosa da zero, inventandomi un codice esistenziale e di apprendimento tutto mio. Ogni singola attività inserita in schemi normalmente naturali, in determinate, eccezionali, situazioni comporta obbligatoriamente il cambio totale della routine, cosa che è molto lenta da metabolizzare fino a renderla automatica. Per cominciare ho adottato le necessarie  modifiche a livello di metodo di studio: in questo modo a lungo andare sono riuscito a compiere il mio percorso tanto a livello scolastico quanto relativo alla mia formazione professionale. Ovviamente ho dovuto gestire una serie di condizioni piuttosto problematiche, ma alla fine ci sono riuscito".

Il suo è un lavoro che implica grande conoscenza dell’anatomia e comporta anche una certa empatia nel trattare le varie affezioni. Qual è il suo approccio professionale? "La mia attività va dal trattamento della semplice contrattura muscolare alle situazioni più gravi come fratture o lesioni dei legamenti degli arti inferiori, molto diffuse tra i calciatori. Va sottolineato come ultimamente la fisioterapia si sia molto affinata, mentre l'aspetto preventivo ha assunto un ruolo determinante che a mio giudizio è essenziale. Uno degli aspetti fondamentali è rappresentato dalla riabilitazione. Un insieme di tecniche terapeutiche che, se applicate e calibrate bene, portano alla risoluzione efficace di traumi e deficit di varia natura, sempre tenendo ben presente il quadro clinico e l’anamnesi del paziente".

"Sono nato con questa patologia bilaterale. Nonostante ciò sono riuscito a fare del mio handicap un punto di forza esercitandomi con caparbietà e imparando ogni cosa da zero, inventandomi un codice esistenziale e di apprendimento tutto mio", tutta la determinazione del 28enne

Ha mai notato pregiudizi da parte dei suoi pazienti a causa del suo stato? "No, mai. A mio parere, se mai si manifestassero, certi atteggiamenti metterebbero in luce evidenti carenze nella valutazione approfondita di una persona e dei suoi problemi. La superficialità è il limite cognitivo tipico di chi è abituato a giudicare dalle apparenze e non è mai sinonimo né di sensibilità e neppure di troppa intelligenza. Se si vuole averla vinta con la prevaricazione, con la violenza verbale è come per uno sportivo tentare di imporsi a tutti i costi non per i propri meriti ma usando sostanze dopanti. Vinci facile. Ma a che serve? E soprattutto: quanto vale?".

È stato, nella sua vita, oggetto di discriminazione? "Sono ricordi del passato, per fortuna. Allora ero piuttosto piccolo e non avevo la concezione di cosa fosse o s’intendesse per discriminazione. Così ho incassato senza reagire, forse ritenendo 'normali' certi attacchi. Da più grandicello ho imparato a rispondere alle battute senza accusare troppo il colpo per poi passare alla 'non considerazione' che reputo l’arma più bella e la più efficace quanto lo è il silenzio che suona come condanna".

Solo una grande spinta interiore può assicurare il successo da lei ottenuto. Si considera un ottimista per natura? "In realtà non credo di essere poi così ottimista. Cerco di interpretare al meglio la vita e faccio attenzione a non litigare troppo con essa, nonostante le delusioni e le immancabili sconfitte che spesso ti aspettano al varco. Èovvio che non sono un santo e troppe volte mi arrabbio contro le ingiustizie quotidiane,  soprattutto quando osservo le eccessive disuguaglianze e le cattiverie in questo nostro, stranissimo, mondo".

Quali sono i suoi hobby, i suoi interessi al di fuori del lavoro? "Seguo il tennis e un po' il mondo dei motori, ma adoro soprattutto il calcio italiano e straniero. Mi applico volentieri nel perfezionamento di inglese e spagnolo, leggo riviste scientifiche o sportive, ma anche libri, fumetti e amo ascoltare musica di ogni genere. Infine guardo film e serie tv sopratutto di azione e crime oppure altri di genere futuristico e autobiografico che mi attirano molto."

"L'arma più bella è la non considerazione", cosi' il fisioterapista sulla questione discriminazione

Lorenzo, lei è un giovane uomo di bell’aspetto. Le hanno mai fatto notare la sua somiglianza al tenore Bocelli? "Sinceramente non mi è mai capitato di essere paragonato prima di adesso al grande tenore, ma fa senza dubbio piacere somigliare a un artista di questo calibro, che nonostante la sua patologia ha saputo affrontare la sua complessa situazione arrivando ad affermarsi in modo eccelso nel mondo della lirica a livello mondiale".

Ci parli adesso del suo sogno più grande… quel sogno che vorrebbe si traducesse in realtà "Sono una persona che prima di coltivare sogni ha imparato a contare su se stesso e sulla necessità di svolgere al meglio una professione in cui gli aggiornamenti costanti sono d'obbligo, dato che si tratta di una materia in continua evoluzione. Io viaggio molto e mi capita spesso di partecipare a master di livello internazionale, per non parlare dei vari corsi di perfezionamento incentrati sul gioco del calcio. Vanto un master in fisioterapia sportiva e subito dopo la mia formazione di base ho, giovanissimo, ottenuto la tessera FIGC nei ruoli tecnici: quindi, che dire, il mio grande sogno sarebbe occuparmi della squadra che adoro. Da sempre la mia massima aspirazione è far parte dello staff medico della Fiorentina, un ambiente in cui potrei esprimere tutto me stesso offrendo il mio apporto professionale. Con l’identica passione che metto nel mio lavoro e mi spinge ad essere quell’inguaribile tifoso, innamorato della mia squadra".

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