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Home » Lifestyle » Luca, il nuovo film Disney Pixar: tra coming out ‘disegnati’ e messaggi di diversità e accettazione

Luca, il nuovo film Disney Pixar: tra coming out ‘disegnati’ e messaggi di diversità e accettazione

Amicizia, accettazione del diverso, superamento dei pregiudizi: nel nuovo lungometraggio animato sulla piattaforma steraming Disney+ ci sono moltissimi temi che richiamano le storie di persone LGBTQ+. Mentre il doppiatore di uno dei personaggi 'disegna' in un video il suo coming out

Marianna Grazi
23 Giugno 2021
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Foto: Disney Pixar

È uscito sulla piattaforma streaming Disney+ da pochissimi giorni, il 18 giugno scorso, ma è già un successo. È il nuovo film della Pixar “Luca”, una favola estiva e colorata ambientata a Portorosso, un borgo che richiama il paesaggio ma anche la vita (compresi gli stereotipi) della Riviera ligure, dove due giovani mostri marini, Luca Paguro e Alberto Scorfano, tentano di vivere un’avventura senza farsi scoprire dagli esseri umani. Le lodi per la sceneggiatura, il tono fantastico e gioviale e l’ambientazione non mancano, ma altrettanto apprezzata è l’insistenza sui valori come l’amicizia e la diversità.

Tanto che, per alcuni spettatori, “Luca” può essere anche visto con un film queer. Certo non palesemente o volutamente, perché la stessa Pixar ha fatto sapere che il rapporto che lega i due protagonisti è un rapporto di profonda amicizia e non ci sono altri elementi che facciano supporre che la loro relazione possa evolvere in sentimentale. Ma in generale è l’impostazione della trama ad apparire affine ai percorsi umani ed emotivi che intraprendono molte persone LGBTQ+.

Basti pensare alla storia del protagonista: un ragazzo che intraprende un viaggio pieno di paure e pregiudizi, cercando di farsi accettare in un mondo esterno che gli è ostile; questo partendo da una consapevolezza: l’identità nella quale è cresciuto non è sufficiente a definirlo appieno. Già questa scelta, questa consapevolezza, ricordano molto più che vagamente le vite di chi appartiene alla comunità queer. Luca dovrà affrontare molti ostacoli, spesso anche interiori, ma incontrerà anche tante persone che vedranno in lui molto più dello ‘stereotipo’ del diverso.

“I miei pronomi sono he/him e sono un uomo eterosessuale, ma i temi di diversità, accettazione e inclusione nel film mi stanno molto a cuore”, ha dichiarato su Twitter lo stesso regista Enrico Casarosa, al suo esordio alla regia di un lungometraggio. Se anche l’assonanza con i temi LGBTQ+ può sembrare un’esasperazione, o una forzatura, indubbiamente il merito di questo film è quello di riuscire a trasmettere, in modo giocoso e spensierato, un messaggio (metaforico) molto potente di accettazione dell’altro, del ‘diverso’.

Che si tratti di coincidenze o meno, un altro aspetto lega il nuovo film di animazione della Pixar ai temi LGBTQ. Almeno per il pubblico italiano. Youtuber e fenomeno social (tra TikTok e Instagram conta due milioni di follower), voce di uno dei personaggi di “Luca”, Luciano Spinelli ha fatto il suo coming out disegnandolo. Letteralmente. Un video sul suo canale YouTube (da quasi 750mila iscritti) in cui tra foto dell’infanzia e illustrazioni racconta il suo percorso di vita e di consapevolezza, dove è stato fondamentale il completo sostegno da parte dei suoi genitori e dei rispettivi compagni. Così, alla fine del filmato, annuncia di aver deciso di fare il passo ufficiale: “Sono gay, ma prima di questo sono Luciano”.  Il risultato è stato una valanga di like, di apprezzamento e di affetto da parte dei fan che lo seguono da tempo.

Nel suo racconto si ritrovano tanti aspetti comuni a storie come la sua. L’infanzia segnata da una profonda sensibilità, più accentuata rispetto agli altri bambini, poi l’arrivo dell’adolescenza e della pubertà segnato dalla paura. Paura di essere giudicato per i propri sentimenti, di essere preso di mira dai bulli. “Avevo paura di essere diverso e di essere sbagliato“, dice Luciano. Poi la prima cotta, nell’estate del secondo superiore, è per un ragazzo “molto carino. Passavamo del tempo insieme e piano piano sentivo che qualcosa si stava riaccendendo. Provavo emozioni che mi ero ripromesso di non far tornare più, ma come si dice: al cuor non si comanda. Inizio finalmente a dare ascolto a quello che mi fa stare bene”.

Così il video si conclude con un vero e proprio coming out, la liberazione da un peso che Spinelli ha imparato a ‘sopportare’ col tempo. La sua testimonianza diventa così importantissima per tutti quei ragazzi e quelle ragazze che ancora trovano molte difficoltà ad accettare la naturalezza dei propri sentimenti. “Non volevo darmi etichette, non volevo usare una cosa così importante solo per far parlare di me. Volevo essere Luciano e basta, farmi conoscere prima di tutto per quello che facevo. Con il percorso sui social ho avuto l’opportunità di fare tantissime esperienze, questo mi ha dato la possibilità di aprire ancora di più la mia mente – conclude lo youtuber – Grazie a questo percorso sono la persona che sono oggi. Negli anni ho capito che questo periodo mi è servito, ciascuno ha bisogno dei propri tempi, non bisogna avere fretta. Sono cresciuto, mi sono innamorato e ho avuto le mie delusioni. Ho riso e ho pianto, ho conosciuto e lasciato andare tante persone. Ho capito chi sono e ho imparato ad amarmi ed apprezzarmi, orgoglioso di me stesso. Non c’è niente di sbagliato. Sono gay, ma prima di tutto sono Luciano”.

 

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Foto: Disney Pixar
È uscito sulla piattaforma streaming Disney+ da pochissimi giorni, il 18 giugno scorso, ma è già un successo. È il nuovo film della Pixar "Luca", una favola estiva e colorata ambientata a Portorosso, un borgo che richiama il paesaggio ma anche la vita (compresi gli stereotipi) della Riviera ligure, dove due giovani mostri marini, Luca Paguro e Alberto Scorfano, tentano di vivere un'avventura senza farsi scoprire dagli esseri umani. Le lodi per la sceneggiatura, il tono fantastico e gioviale e l'ambientazione non mancano, ma altrettanto apprezzata è l'insistenza sui valori come l’amicizia e la diversità. Tanto che, per alcuni spettatori, "Luca" può essere anche visto con un film queer. Certo non palesemente o volutamente, perché la stessa Pixar ha fatto sapere che il rapporto che lega i due protagonisti è un rapporto di profonda amicizia e non ci sono altri elementi che facciano supporre che la loro relazione possa evolvere in sentimentale. Ma in generale è l’impostazione della trama ad apparire affine ai percorsi umani ed emotivi che intraprendono molte persone LGBTQ+. Basti pensare alla storia del protagonista: un ragazzo che intraprende un viaggio pieno di paure e pregiudizi, cercando di farsi accettare in un mondo esterno che gli è ostile; questo partendo da una consapevolezza: l’identità nella quale è cresciuto non è sufficiente a definirlo appieno. Già questa scelta, questa consapevolezza, ricordano molto più che vagamente le vite di chi appartiene alla comunità queer. Luca dovrà affrontare molti ostacoli, spesso anche interiori, ma incontrerà anche tante persone che vedranno in lui molto più dello 'stereotipo' del diverso. "I miei pronomi sono he/him e sono un uomo eterosessuale, ma i temi di diversità, accettazione e inclusione nel film mi stanno molto a cuore", ha dichiarato su Twitter lo stesso regista Enrico Casarosa, al suo esordio alla regia di un lungometraggio. Se anche l'assonanza con i temi LGBTQ+ può sembrare un'esasperazione, o una forzatura, indubbiamente il merito di questo film è quello di riuscire a trasmettere, in modo giocoso e spensierato, un messaggio (metaforico) molto potente di accettazione dell’altro, del 'diverso'. Che si tratti di coincidenze o meno, un altro aspetto lega il nuovo film di animazione della Pixar ai temi LGBTQ. Almeno per il pubblico italiano. Youtuber e fenomeno social (tra TikTok e Instagram conta due milioni di follower), voce di uno dei personaggi di "Luca", Luciano Spinelli ha fatto il suo coming out disegnandolo. Letteralmente. Un video sul suo canale YouTube (da quasi 750mila iscritti) in cui tra foto dell'infanzia e illustrazioni racconta il suo percorso di vita e di consapevolezza, dove è stato fondamentale il completo sostegno da parte dei suoi genitori e dei rispettivi compagni. Così, alla fine del filmato, annuncia di aver deciso di fare il passo ufficiale: "Sono gay, ma prima di questo sono Luciano".  Il risultato è stato una valanga di like, di apprezzamento e di affetto da parte dei fan che lo seguono da tempo. Nel suo racconto si ritrovano tanti aspetti comuni a storie come la sua. L'infanzia segnata da una profonda sensibilità, più accentuata rispetto agli altri bambini, poi l'arrivo dell'adolescenza e della pubertà segnato dalla paura. Paura di essere giudicato per i propri sentimenti, di essere preso di mira dai bulli. "Avevo paura di essere diverso e di essere sbagliato", dice Luciano. Poi la prima cotta, nell'estate del secondo superiore, è per un ragazzo "molto carino. Passavamo del tempo insieme e piano piano sentivo che qualcosa si stava riaccendendo. Provavo emozioni che mi ero ripromesso di non far tornare più, ma come si dice: al cuor non si comanda. Inizio finalmente a dare ascolto a quello che mi fa stare bene". Così il video si conclude con un vero e proprio coming out, la liberazione da un peso che Spinelli ha imparato a 'sopportare' col tempo. La sua testimonianza diventa così importantissima per tutti quei ragazzi e quelle ragazze che ancora trovano molte difficoltà ad accettare la naturalezza dei propri sentimenti. "Non volevo darmi etichette, non volevo usare una cosa così importante solo per far parlare di me. Volevo essere Luciano e basta, farmi conoscere prima di tutto per quello che facevo. Con il percorso sui social ho avuto l’opportunità di fare tantissime esperienze, questo mi ha dato la possibilità di aprire ancora di più la mia mente - conclude lo youtuber - Grazie a questo percorso sono la persona che sono oggi. Negli anni ho capito che questo periodo mi è servito, ciascuno ha bisogno dei propri tempi, non bisogna avere fretta. Sono cresciuto, mi sono innamorato e ho avuto le mie delusioni. Ho riso e ho pianto, ho conosciuto e lasciato andare tante persone. Ho capito chi sono e ho imparato ad amarmi ed apprezzarmi, orgoglioso di me stesso. Non c’è niente di sbagliato. Sono gay, ma prima di tutto sono Luciano".  
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