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Home » Lifestyle » Luce, la storia della cagnolina che regala una speranza alla padrona. “Mi dà la carica”

Luce, la storia della cagnolina che regala una speranza alla padrona. “Mi dà la carica”

Diletta, giovane donna affetta da una malattia, l'ha ricevuta in dono dal fidanzato che vorrebbe farla tornare alla vita di sempre dopo un periodo buio

Caterina Ceccuti
27 Giugno 2022
La canina Luce: un'alba piena di speranza e brillantezza

La canina Luce: un'alba piena di speranza e brillantezza

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Diletta è una giovane donna dalla sensibilità spiccata e la voce dolce. Quando parla lo fa lentamente, perché le parole sono una questione importante e bisogna dar loro il giusto peso, soprattutto in una società frenetica e iper stimolata come la nostra. Alcuni giorni fa una sua mail è arrivata alla redazione di Luce!, e quelle sue parole ragionate hanno subito attratto la nostra attenzione: “Sto vivendo dal 2018 un periodo di intensissime sofferenze fisiche che di conseguenza si sono ramificate fino a raggiungere e intaccare anche la sfera emotiva – sono alcune delle frasi contenute nella sua lettera al giornale –; in tutto questo grande e denso buio in cui fluttuo da un lasso di tempo che sembra esponenzialmente dilatato, in cui il futuro, dapprima roseo, ha iniziato ad apparire come un lenzuolo devastato dal petrolio, avevo estremo bisogno di uno spiraglio e nel contempo di una responsabilità che mi desse lo stimolo di uscire dal letto, per questo il mio meraviglioso fidanzato mi ha regalato una maltesina, così piccola e bisognosa di protezione, che abbiamo battezzato proprio Luce”.

Luce, la canina che sta dando un nuovo senso di responsabilità alla sua padrona

“Il suo sorriso mi dà la carica”: l’omaggio di Diletta alla sua cagnolina

Parlando con Diletta abbiamo scoperto che sta per laurearsi, che è piena di sogni e ambizioni, ma che ha anche due piedi ben piantati sulla terra che la portano a dire cose come “prima di tutto devo combattere e sconfiggere il mio problema di salute, solo dopo potrò finalmente riappropriarmi della mia vita”. Soprattutto, abbiamo scoperto che adora gli animali, soprattutto la sua piccola Luce, una cagnolina dalla testa di seta bianca e dal nasino all’insù, che ha saputo trasformarsi in una “piccola alba nella mia mente -così ne parla la sua padrona-, un’alba che considero un buon auspicio, pieno di speranza, brillantezza e candore, poiché il bianco è un colore acromatico, che però contiene tutte le tinte dello spettro, e con la sua eterea tonalità rifulge e squarcia ciò che opprime e oscura”. La piccola Luce ha spronato e motivato Diletta a svegliarsi ogni giorno con maggior entusiasmo, a riacquistare forza fisica e speranza per il futuro “Sapere che quando mi sveglio posso vederla, vedere il suo ‘sorriso’, mi dà la carica”.

Cagnolina Luce
Luce che con il suo ‘sorriso’ dà la carica a Diletta

Dopo aver adottato la sua cagnolina, nella primavera del 2021, Diletta ha incontrato su internet anche il nostro progetto editoriale, trovandolo molto interessante “Scoprire che esiste un quotidiano che si chiama proprio ‘Luce!’ mi ha fatto sorridere, perché io alle coincidenze non ci credo proprio. Penso piuttosto che le cose siano sempre legate in qualche modo. Luce non è certo un nome che si sente spesso, né una parola utilizzata di frequente. Il suo significato è molto bello, forte, intenso. È il simbolo di ciò che diventa più chiaro, è il contrario della tenebra. Ho pensato subito che ‘Luce!’ fosse un giornale dedicato a temi colorati, temi arcobaleno e di fatto c’è completezza in una sola parola che avvolge e coinvolge tutti quanti…insomma, più inclusività di così non si può. Un titolo che è un’azione, una potenza. Immagino questo giornale come una gestazione continua, uno spazio in cui ogni giorno date ‘alla luce’ i vostri pezzi. E questo lo apprezzo molto, perché rappresenta il senso materno dell’editoria.”

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  • Sono ormai trascorsi 13 anni senza Fernanda Pivano, la donna che portò la beat generation ai lettori.

Scrittrice, giornalista e traduttrice, se ne è andata in un pomeriggio d’estate: il calendario segnava indifferente la data di martedì 18 agosto 2009. È volata via portando con sé un bagaglio prezioso fatto di ricordi straordinari, zeppo delle immagini di una vita intera trascorsa a cavallo tra ideali e passioni, le stesse che avevano contribuito a farne una eterna ragazza.

Voce fresca da teenager ed energia da vendere fino all’estrema goccia di vita, ha amato intensamente il suo lavoro e specialmente quegli autori abbracciati dalla identica passione, intrisa di ribellione e idee contestatrici. La prerogativa di Nanda, come tutti gli amici hanno sempre preferito chiamarla, era quella di tradurre stati d’animo che andavano ben oltre la traduzione del testo nudo e crudo, mettendoci insomma tutta se stessa. Hemingway, Scott Fitzgerald, Faulkner, Kerouac, Bukowski, Corso, Ferlinghetti: i miti della della lost e beat generation. 

Fernanda Pivano non si risparmiava per nessun motivo ed era sempre in prima linea quando c’era da capire, indagare, spingersi fino in capo al mondo lì dove brillava la sua stella. 

Di Guido Guidi Guerrera ✍

#lucenews #lucelanazione #fernandapivano #letteraturaitaliana #beatgeneration
  • “A ogni male ci sono due rimedi: il tempo e il silenzio” scriveva Alexandre Dumas. Lo sanno bene gli indiani, che sono un popolo saggio e paziente. E di tempo ne è passato davvero tanto, addirittura mezzo secolo oramai, da quando Piccola piuma salì sul palco degli Oscar per leggere il motivo del rifiuto del premio da parte di Marlon Brando, che non lo volle accettare per il “trattamento riservato agli indiani d’America dall’industria cinematografica”.

Era stata lo stesso attore ad aver invitato la giovane attrice e modella a prendere parte alla Notte delle Stelle per porre l’attenzione sul modo in cui venivano rappresentati i nativi americani nei film americani. Marie Louise Cruz, che oggi ha 75 anni, fece un gesto forte: si presentò con le trecce e indossando un abito di pelle di daino, e con una mano respinse la celebre statuetta dorata che le veniva porta da Roger Moore e Liv Ulmann. Era la prima donna nativa americana ad aver mai parlato da quel palcoscenico. Tuttavia il suo messaggio finì inascoltato (almeno all’epoca). 

Non solo, la cosa non finì quella sera. L’attrice Apache ha dichiarato di aver subito negli anni a seguire molte discriminazioni nel mondo del cinema, e sempre a causa di quel discorso di essere stata attaccata, offesa e presa in giro. 

Dopo cinquant’anni è finalmente giunto il momento delle scuse da parte dell’Academy: “Gli abusi che hai subito per il tuo discorso sono stati ingiustificati e totalmente inappropriati” ha reso noto l’ex presidente dell’Accademia David Rubin in una lettera a Littlefeather, invitandola a un evento che si terrà il 17 settembre a Los Angeles. 

#lucenews #lucelanazione #piccolapiuma #academy #nativeamerican #sacheenlittlefeather
  • “Ho preso una pausa dai social media per la mia salute mentale, perché trovo che Instagram e Twitter siano eccessivamente stressanti e opprimenti”.

Addio social, anzi arrivederci. Tom Holland ha dichiarato di volersi allontanare dalle piattaforme per un po’ di tempo per concentrarsi sulla sua salute mentale. La star di Spider-Man, che nelle ultime settimane è stata assente dagli schermi digitali, ha fatto un fugace ritorno su Instagram domenica per annunciare di aver cancellato gli account Instagram e Twitter dai suoi dispositivi.

“Mi lascio prendere e entro in una sorta di spirale quando leggo cose su di me online e alla fine è molto dannoso per il mio stato mentale. Così ho deciso di fare un passo indietro. Chiedere e cercare aiuto non è qualcosa di cui dovremmo vergognarci. Vi amo tutti e ci sentiamo presto”.

Non è il primo a lanciare l’allarme sull’impatto che i social hanno sulla vita personale, la disintossicazione digitale sembra essere una necessità generazionale di cui in tanto hanno bisogno per evadere dal flusso di ansia da iperconnessione.

E a te è mai capitato di sentire il bisogno di una social detox? Raccontaci la tua esperienza ✍️

#lucenews #lucelanazione #tomholland #socialdetox #mentalhealth #tomhollandspiderman
  • La lotta per i diritti delle donne in Occidente è passata per anni di battaglie di emancipazione, in cui le conquiste sono state tante e fondamentali: il diritto al voto, allo studio, all’aborto, al divorzio, all’uso di anticoncezionali. Battaglie che non sono ancora finite e che tenacemente proseguono per arrivare a colmare il gender gap. Esiste però un posto nel mondo dove queste libertà non sono mai arrivate, dove le varie tappe di queste fondamentali conquiste al femminile non hanno mai varcato le porte della comunità, delle case, delle famiglie. Dove le donne vivono come nel Settecento. È il caso delle numerose comunità di Amish presenti in vari Stati d’America, ancorate a usi e costumi della società preindustriale.

Nelle comunità di Amish tutti si vestono come nel Settecento, uomini, donne e bambini. Ma all’interno di questa comunità religiosa fondamentalista isolata dal mondo, tenacemente ancorata a tradizioni che nulla hanno a che vedere con la modernità, a pagare il prezzo più alto è appunto la popolazione femminile, sottoposta a regole rigide e inflessibili. 

Per le donne è proibito tagliarsi i capelli, che devono invece portare raccolti sempre in cuffie che coprono il capo: possono toglierle solo in rarissimi momenti, per esempio in casa, quando fanno il bucato ma a patto non siano viste da nessuno. I vestiti, che devono essere lunghi fino alle caviglie, non devono prevedere bottoni: per evitare tentazioni e per rendere difficile spogliarsi, gli abiti femminili sono costituiti da un pezzo unico con tanto di maniche lunghe, anche in estate: le maniche corte sono considerate osé, dunque “pericolose”.

Per le ragazze non c’è possibilità di trovarsi un impiego o avere un’indipendenza economica: sono destinate a essere casalinghe. Poco più che bambine vengono educate al loro ruolo che non deve varcare i confini delle quattro mura di casa, dove sono chiamate a badare alla famiglia e occuparsi unicamente dei lavori domestici, pulire, cucinare, badare alla numerosa prole e ubbidire e servire il marito, su cui non hanno nessuna voce in capitolo. 

#lucenews #lucelanazione #amish #libertàdelledonne #amishwomen
Diletta è una giovane donna dalla sensibilità spiccata e la voce dolce. Quando parla lo fa lentamente, perché le parole sono una questione importante e bisogna dar loro il giusto peso, soprattutto in una società frenetica e iper stimolata come la nostra. Alcuni giorni fa una sua mail è arrivata alla redazione di Luce!, e quelle sue parole ragionate hanno subito attratto la nostra attenzione: “Sto vivendo dal 2018 un periodo di intensissime sofferenze fisiche che di conseguenza si sono ramificate fino a raggiungere e intaccare anche la sfera emotiva – sono alcune delle frasi contenute nella sua lettera al giornale –; in tutto questo grande e denso buio in cui fluttuo da un lasso di tempo che sembra esponenzialmente dilatato, in cui il futuro, dapprima roseo, ha iniziato ad apparire come un lenzuolo devastato dal petrolio, avevo estremo bisogno di uno spiraglio e nel contempo di una responsabilità che mi desse lo stimolo di uscire dal letto, per questo il mio meraviglioso fidanzato mi ha regalato una maltesina, così piccola e bisognosa di protezione, che abbiamo battezzato proprio Luce”.
Luce, la canina che sta dando un nuovo senso di responsabilità alla sua padrona

"Il suo sorriso mi dà la carica": l'omaggio di Diletta alla sua cagnolina

Parlando con Diletta abbiamo scoperto che sta per laurearsi, che è piena di sogni e ambizioni, ma che ha anche due piedi ben piantati sulla terra che la portano a dire cose come “prima di tutto devo combattere e sconfiggere il mio problema di salute, solo dopo potrò finalmente riappropriarmi della mia vita”. Soprattutto, abbiamo scoperto che adora gli animali, soprattutto la sua piccola Luce, una cagnolina dalla testa di seta bianca e dal nasino all'insù, che ha saputo trasformarsi in una “piccola alba nella mia mente -così ne parla la sua padrona-, un'alba che considero un buon auspicio, pieno di speranza, brillantezza e candore, poiché il bianco è un colore acromatico, che però contiene tutte le tinte dello spettro, e con la sua eterea tonalità rifulge e squarcia ciò che opprime e oscura”. La piccola Luce ha spronato e motivato Diletta a svegliarsi ogni giorno con maggior entusiasmo, a riacquistare forza fisica e speranza per il futuro “Sapere che quando mi sveglio posso vederla, vedere il suo 'sorriso', mi dà la carica”.
Cagnolina Luce
Luce che con il suo 'sorriso' dà la carica a Diletta
Dopo aver adottato la sua cagnolina, nella primavera del 2021, Diletta ha incontrato su internet anche il nostro progetto editoriale, trovandolo molto interessante “Scoprire che esiste un quotidiano che si chiama proprio 'Luce!' mi ha fatto sorridere, perché io alle coincidenze non ci credo proprio. Penso piuttosto che le cose siano sempre legate in qualche modo. Luce non è certo un nome che si sente spesso, né una parola utilizzata di frequente. Il suo significato è molto bello, forte, intenso. È il simbolo di ciò che diventa più chiaro, è il contrario della tenebra. Ho pensato subito che 'Luce!' fosse un giornale dedicato a temi colorati, temi arcobaleno e di fatto c'è completezza in una sola parola che avvolge e coinvolge tutti quanti...insomma, più inclusività di così non si può. Un titolo che è un'azione, una potenza. Immagino questo giornale come una gestazione continua, uno spazio in cui ogni giorno date 'alla luce' i vostri pezzi. E questo lo apprezzo molto, perché rappresenta il senso materno dell'editoria.”
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