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Home » Lifestyle » Martina Rossi, fu tentato stupro. Condannati a tre anni in appello i due ragazzi di Arezzo

Martina Rossi, fu tentato stupro. Condannati a tre anni in appello i due ragazzi di Arezzo

La condanna a tre anni, per i due imputati, è per tentata violenza sessuale. Prescritto il reato di morte in conseguenza di altro reato

Piero Ceccatelli
28 Aprile 2021
Dal profilo Facebook una foto di Martina Rossi, di Imperia, morta all'eta' di 20 anni a Maiorca, a seguito di un volo dal sesto piano dell'hotel Santa Ana di Cala Mayor oggi, 3 agosto 2011. ANSA

Dal profilo Facebook una foto di Martina Rossi, di Imperia, morta all'eta' di 20 anni a Maiorca, a seguito di un volo dal sesto piano dell'hotel Santa Ana di Cala Mayor oggi, 3 agosto 2011. ANSA

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La corte di appello di Firenze ha condannato a 3 anni ciascuno Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, imputati nel processo bis di secondo grado sul caso della morte di Martina Rossi, la studentessa genovese deceduta il 3 agosto 2011 all’età di 23 anni, precipitando da un balcone mentre si trovava in vacanza a Palma di Maiorca, in Spagna. Secondo l’accusa la ragazza stava sfuggendo a un tentativo di stupro. I due imputati sono stati condannati per tentata violenza sessuale di gruppo.
La corte ha accolto la richiesta contenuta nella requisitoria del procuratore generale Luigi Bocciolini. In primo grado il tribunale di Arezzo aveva condannato Albertoni e Vanneschi a 6 anni di reclusione per tentata violenza sessuale e morte in conseguenza di altro reato, accusa quest’ultima andata poi prescritta.

In appello, il 9 giugno 2020, Albertoni e Vanneschi sono stati assolti. A gennaio la Cassazione, accogliendo il ricorso presentato dalla procura generale di Firenze, ha annullato la sentenza disponendo un nuovo appello. Per la Suprema Corte i giudici dell’appello avrebbero commesso, tra l’altro, un «macroscopico errore visivo» nell’individuazione del punto di caduta. Un errore che avrebbe indotto la corte a credere che Martina avesse scavalcato il parapetto dal centro del balcone, forse con l’intento di togliersi la vita. Ma secondo l’accusa, la ragazza, quando cadde, stava fuggendo da un tentativo di stupro.

“Dicono che il sole vada ai belli ma oggi è andato anche ai giusti. Questa è la fine di un tentativo di fare del nuovo male a
Martina. Ci hanno provato ma non ci sono riusciti. Il mio primo pensiero è andato a lei, ai suoi valori, a lei che non ha fatto niente e ha perso la vita”, ha dichiarato Bruno Rossi, padre di Martina. “Questi due ragazzi pur condannati – ha proseguito – potranno continuare ad essere liberi potranno girare per le strade del loro paese di Castiglion Fibocchi a raccontare le loro verità, a
sbeffeggiare, a ridere, a divertirsi. Martina purtroppo no, non potrà fare niente: è stata condannata a morte dieci anni fa. La vita continua per noi e noi dobbiamo fare a meno di lei anche dopo questa sentenza. Ma la giustizia comunque è arrivata e questo in parte ci consola anche agli occhi di nostra figlia, a cui dovevamo tutto quello che abbiamo fatto fin qui”.

“È un passaggio doloroso ma non finisce qua. Sicuramente impugneremo la sentenza per Cassazione, perché siamo convinti che sia errata come ritenevamo errata la condanna di primo grado”. Così il difensore di Luca Vanneschi, avvocato Stefano Buricchi, dopo la sentenza.

“La corte d’appello conferma che Martina é morta per sfuggire ad un tentativo di stupro. Una sentenza che restituisce dignità a Martina e ai suoi meravigliosi genitori” ha replicato l’avvocato Luca Fanfani da sempre vicino alla famiglia di Martina Rossi.

 

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Instagram

  • La vittoria a X Factor 2022, poi a Musicultura poi il primo tour nei club delle principali città d’Italia dei Santi Francesi che sta registrando sold out ovunque. Alessandro De Santis, 24 anni, alla voce, chitarra, ukulele e Mario Francese, 25 anni, producer, tastiere, synthesizer e basso, presentano l’ep "In fieri" pubblicato da Epic Records Italy/Sony Music Italy. 

"In concerto facciamo molti brani nostri, nuovi e vecchi, ci siamo portati dietro qualche cover, delle parti strumentali. A livello umano per noi i concerti sono un vero e proprio incontro con le persone che comprano il biglietto. Usiamo i live come un salotto, una festa in cui vogliamo divertirci." 

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  • Si chiama Olesya Krivtsova, ha 19 anni ed è russa. Segni particolari: un tatuaggio contro Putin, rischia fino a 10 anni di carcere.

L’adolescente originaria della regione dell’Arkhangelsk (che si trova a nord-ovest della Russia) da alcuni mesi si trova agli arresti domiciliari, nell’appartamento della madre a Severodvinsk. Un dispositivo di localizzazione, che le hanno applicato alla caviglia, ne traccia ogni spostamento: non è autorizzata ad accedere a Internet né a comunicare con l’esterno.

La ragazza è stata definita terrorista ed estremista e messa sullo stesso piano di talebani e appartenenti a Isis e al Qaeda. La sua colpa? Aver condiviso su Instagram una storia sull’esplosione del ponte di Crimea in ottobre scorso, criticando la Russia per aver invaso l’Ucraina. La studentessa Krivtsova, secondo quanto riporta la Cnn, “sta anche affrontando accuse penali per aver screditato l’esercito russo in un presunto repost critico della guerra in una chat studentesca sul social network russo Vk”. 

Le posizioni dell’allieva della scuola di scienze sociali dell’Università federale dell’Artico (Narfu) in merito all’invasione della Russia in Ucraina sono ben chiare, tanto che la giovane si è tatuata sulla caviglia la faccia del presidente russo Vladimir Putin su un corpo di un ragno. Accanto, la parole “il Grande Fratello ti sta guardando”.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #russia
La corte di appello di Firenze ha condannato a 3 anni ciascuno Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, imputati nel processo bis di secondo grado sul caso della morte di Martina Rossi, la studentessa genovese deceduta il 3 agosto 2011 all'età di 23 anni, precipitando da un balcone mentre si trovava in vacanza a Palma di Maiorca, in Spagna. Secondo l’accusa la ragazza stava sfuggendo a un tentativo di stupro. I due imputati sono stati condannati per tentata violenza sessuale di gruppo. La corte ha accolto la richiesta contenuta nella requisitoria del procuratore generale Luigi Bocciolini. In primo grado il tribunale di Arezzo aveva condannato Albertoni e Vanneschi a 6 anni di reclusione per tentata violenza sessuale e morte in conseguenza di altro reato, accusa quest’ultima andata poi prescritta. In appello, il 9 giugno 2020, Albertoni e Vanneschi sono stati assolti. A gennaio la Cassazione, accogliendo il ricorso presentato dalla procura generale di Firenze, ha annullato la sentenza disponendo un nuovo appello. Per la Suprema Corte i giudici dell’appello avrebbero commesso, tra l’altro, un «macroscopico errore visivo» nell’individuazione del punto di caduta. Un errore che avrebbe indotto la corte a credere che Martina avesse scavalcato il parapetto dal centro del balcone, forse con l’intento di togliersi la vita. Ma secondo l’accusa, la ragazza, quando cadde, stava fuggendo da un tentativo di stupro. "Dicono che il sole vada ai belli ma oggi è andato anche ai giusti. Questa è la fine di un tentativo di fare del nuovo male a Martina. Ci hanno provato ma non ci sono riusciti. Il mio primo pensiero è andato a lei, ai suoi valori, a lei che non ha fatto niente e ha perso la vita", ha dichiarato Bruno Rossi, padre di Martina. “Questi due ragazzi pur condannati - ha proseguito - potranno continuare ad essere liberi potranno girare per le strade del loro paese di Castiglion Fibocchi a raccontare le loro verità, a sbeffeggiare, a ridere, a divertirsi. Martina purtroppo no, non potrà fare niente: è stata condannata a morte dieci anni fa. La vita continua per noi e noi dobbiamo fare a meno di lei anche dopo questa sentenza. Ma la giustizia comunque è arrivata e questo in parte ci consola anche agli occhi di nostra figlia, a cui dovevamo tutto quello che abbiamo fatto fin qui". "È un passaggio doloroso ma non finisce qua. Sicuramente impugneremo la sentenza per Cassazione, perché siamo convinti che sia errata come ritenevamo errata la condanna di primo grado". Così il difensore di Luca Vanneschi, avvocato Stefano Buricchi, dopo la sentenza. "La corte d’appello conferma che Martina é morta per sfuggire ad un tentativo di stupro. Una sentenza che restituisce dignità a Martina e ai suoi meravigliosi genitori" ha replicato l’avvocato Luca Fanfani da sempre vicino alla famiglia di Martina Rossi.  
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