Mestruazioni, il corpo non è un problema da nascondere: Millennial e Gen Z ci sono arrivate, ma in modi diversi

Come cambiano abitudini, percezioni e bisogni di due generazioni che rompono in modi e luoghi diversi il tabù delle mestruazioni

di CATERINA CECCUTI
7 giugno 2025
Millennial e Gen Z hanno un approccio diverso alle mestruazioni

Millennial e Gen Z hanno un approccio diverso alle mestruazioni

Il ciclo mestruale vissuto non più come un fatto puramente biologico, piuttosto come specchio di progressi culturali, consapevolezze sociali e mutamenti linguistici. A raccontarlo sono i dati della ricerca “Dignity” di Initial, che mette a fuoco le differenze tra Millennial e Generazione Z. Il risultato è il ritratto di due gruppi ben distinti - per contesto e strumenti-, accomunati però da un tabù che, pur indebolito, resiste soprattutto quando ci si trova lontane da casa.

Ciclo mestruale e igiene
Millennial e Gen Z hanno un approccio diverso alle mestruazioni

Partiamo dal principio, dal primo ciclo. Un terzo delle Millennial lo ha vissuto senza alcuna informazione preventiva; per loro, famiglia (54 %) e amiche (30 %) sono state le principali fonti di conoscenza, in un perimetro quasi esclusivamente privato. Le Gen Z, invece, possono contare anche sulla scuola (15 %) e sui media (6 %): non a caso il 78 % dichiara di essersi sentita preparata e il 31 % libera di parlarne durante l’adolescenza. La maggiore esposizione al tema non ha però cancellato l’imbarazzo: un quarto delle intervistate, di entrambe le età, racconta di essersi sentita “con gli occhi di tutti addosso” al primo flusso fuori casa, e il 40 % ammette un disagio legato alla paura di doversi alzare per andare in bagno o di non avere assorbenti a sufficienza.

Con l’ingresso nell’età adulta cresce la familiarità: oltre il 70 % complessivo dice di vivere il ciclo con maggiore tranquillità e di chiamarlo “mestruazioni” senza ricorrere a giri di parole. Resta però un freno pratico: il timore di non avere protezioni adeguate porta il 37 % delle Millennial – e il 45 % delle Gen Z – a rinunciare talvolta a impegni personali o professionali. Una donna su due ha sospeso attività sportive o ricreative per mancanza di assorbenti o di spazi idonei, percentuale che sale al 61 % tra le più giovani.

Su queste fragilità insiste il servizio Dignity di Initial, pensato per installare dispenser gratuiti di assorbenti in scuole, aziende e luoghi pubblici. Cosa sarebbe successo se ci fosse stato un dispenser proprio in quel bagno? Se quel giorno, durante la gita scolastica o prima di un colloquio, ci fosse stato un assorbente a portata di mano? Sul piano psicologico, la ricerca conferma che l’accesso libero influisce sul senso di sicurezza. "Il ciclo mestruale non è solo una questione biologica - spiega la dottoressa Elena Carbone, Psicologa Psicoterapeuta e Supervisore EMDR - ma anche culturale, sociale e psicologica. Quando parliamo di mestruazioni parliamo di identità, corpo, libertà. Eppure, ancora oggi, troppe ragazze vivono questo passaggio con imbarazzo o senso di inadeguatezza. La ricerca conferma quello che vediamo ogni giorno nei percorsi clinici: le parole che mancano, i silenzi imbarazzati, la difficoltà a chiedere un assorbente come se fosse qualcosa di cui scusarsi. Abbattere questi muri culturali significa investire nella salute mentale delle nuove generazioni. Installare dispenser di assorbenti non è solo una scelta pratica, ma un segnale preciso: Tu vali, il tuo benessere conta, e il tuo corpo non è un problema da nascondere. Ogni bagno pubblico in cui troviamo un assorbente a disposizione è un piccolo atto di rivoluzione culturale”.

La fotografia scattata da Initial mostra quindi un’evoluzione evidente: le Gen Z parlano di mestruazioni più apertamente, si affidano a scuola e media per informarsi e chiedono di normalizzare l’argomento. Le Millennial, cresciute in un contesto più reticente, hanno compiuto un percorso di consapevolezza che oggi le porta a rivendicare spazi e servizi adeguati. Entrambe, però, condividono l’esigenza di soluzioni pratiche che rendano il ciclo un episodio senza interruzioni né paure. "La nostra volontà - dichiara Costanza Bartolozzi, Digital Marketing & Communication Coordinator di Rentokil Initial Italia - è quella di continuare il percorso di sensibilizzazione avviato un anno fa: se inizialmente abbiamo raccontato i tabù legati al ciclo mestruale – purtroppo ancora presenti – oggi, presentiamo nuovi dati che ci permettono di andare più in profondità, mettendo a confronto due generazioni di donne per comprendere come è cambiato il loro rapporto con il ciclo mestruale. Dignity nasce proprio con questo impegno: accompagnare studentesse, lavoratrici, e ogni donna ciclo dopo ciclo, nelle diverse fasi della loro quotidianità con l’obiettivo di abbattere barriere culturali ancora troppo diffuse”.