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Home » Lifestyle » Met Gala 2022, da Sarah Jessica Parker a Hillary Clinton: gli ospiti omaggiano schiavi, immigrati e donne

Met Gala 2022, da Sarah Jessica Parker a Hillary Clinton: gli ospiti omaggiano schiavi, immigrati e donne

Non solo glamour e lusso sfrenato. Alla serata degli 'Oscar per la moda', molte celebrità hanno portato sul red carpet omaggi a personaggi sconosciuti, dimenticati, le cui storie meritano invece di essere raccontate

Remy Morandi
3 Maggio 2022
met gala

met gala

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Senza ombra di dubbio la regina indiscussa del Met Gala 2022 è stata lei, Kim Kardashian con l’abito di Marylin Monroe. La modella e attrice statunitense, 41 anni, è arrivata sul red carpet con una pettinatura al platino e l’iconico vestito che la diva indossò nel 1962, tre mesi prima di morire, per cantare ‘Happy Birthday’ al presidente degli Stati Uniti J. F. Kennedy al Madison Square Garden. Tuttavia, quest’anno al Met, un evento considerato l’equivalente degli Oscar per la moda, ci sono stati tanti ospiti che hanno deciso di portare sul tappeto rosso non solo il glamour e il lusso, ma anche numerosi omaggi a personaggi sconosciuti, dimenticati, le cui storie meritano invece di essere raccontate. Come Sarah Jessica Parker, che ha voluto dedicare il suo abito a Elizabeth Hobbs Keckley, una sarta ex schiava afroamericana. O ancora come Riz Ahmed, che ha reso omaggio ai lavoratori migranti della Gilded Age, il periodo dell’età dell’oro americana che va dal 1870 al 1900 circa. O come Hillary Clinton, che ha portato sul red carpet un vestito rosso con ricamati i nomi delle donne “che hanno fatto grande l’America”.

Sarah Jessica Parker, 57 anni, ha reso omaggio con il suo abito a Elizabeth Hobbs Keckley, la prima stilista schiava afroamericana della Casa Bianca (Foto Ansa)

Sarah Jessica Parker e l’omaggio alla sarta schiava afroamericana

La splendida Sarah Jessica Parker, 57 anni, ha voluto portare al Met Gala un vestito speciale. Con un abito a scacchi con cappello e veletta, l’attrice statunitense ha scelto di rendere omaggio a Elizabeth Hobbs Keckley, la prima stilista afroamericana della Casa Bianca. Ex schiava, la Keckley fu la sarta ufficiale della first lady Mary Todd Lincoln, moglie del sedicesimo presidente degli Stati Uniti Abramo Lincoln. “Una di cui non si è mai parlato”, ha detto nel corso della serata Christopher John Rogers, lo stilista che ha creato l’abito dell’attrice Sarah Jessica Parker, alludendo così a uno dei temi della mostra ‘In America’, a cui era collegato il tema del gala: raccontare le storie dimenticate di artisti della moda che hanno contribuito a fare grande l’America. Tra questi, anche se non fu mai considerata un’artista, bensì semplicemente la sarta afroamericana della Casa Bianca, c’è anche la storia di Elizabeth Hobbs Keckley.

Riz Ahmed ha indossato un abito omaggio ai lavoratori migranti della Gilded Age, l’età dell’oro statunitense di fine Ottocento (Foto Ansa)

Riz Ahmed e il vestito del migrante della Gilded Age

Riz Ahmed, attore e rapper britannico di origini pakistane, ha portato sul tappeto rosso del Met Gala un abito speciale: con una camiciola bianca di seta sotto la giacca, e gli stivali ai piedi, l’attore di ‘Sound of Metal’ ha commentato: “È un omaggio ai lavoratori immigranti che hanno sostenuto la Gilded Age”, ossia l’età dell’oro statunitense di fine Ottocento, un periodo in cui la rapida industrializzazione degli Stati Uniti creò disparità enormi nella società americana.

Hillary Clinton ha indossato un abito omaggio alle donne che hanno fatto grande l’America, da Abigail Adams a Harriet Tubman (Foto Ansa)

Hillary Clinton e l’abito con le donne che hanno reso grande l’America

Dopo quello di Riz Ahmed, il secondo ‘political statement’ della serata è stato quello di Hillary Clinton. Per la prima volta in 20 anni, l’ex segretaria di Stato Usa è tornata al Met Gala con un abito “omaggio alle donne che hanno fatto grande l’America”. Il vestito rosso disegnato da Joseph Altuzzarra vede ricamati sul collo e sull’orlo i nomi di figure importanti e di spicco che hanno ispirato nella sua vita l’ex first lady, senatrice, segretaria di Stato, e candidata alla Casa Bianca: da Abigail Adams a Harriet Tubman a Madeleine Albright, che fu ambasciatrice all’Onu e segretario di Stato nell’amministrazione del marito Bill Clinton.

Il sindaco di New York, Eric Adams, è arrivato al suo primo Met Gala indossando uno smoking che sul retro aveva la scritta ‘Stop alla violenza delle armi’ (Foto Ansa)

Il sindaco di New York con lo smoking contro le armi

Al suo primo Met Gala, Eric Adams, sindaco di New York, è arrivato indossando uno smoking che sul retro aveva la scritta ‘Stop alla violenza delle armi’. Creata dall’artista e performer nigeriano Laolu Senbanjo, la giacca del primo cittadino di New York è stata decorata con il disegno di una pistola cerchiata dal simbolo ‘divieto’ e da altri simboli che sembrano raffigurare i luoghi iconici della metropoli, come il ponte di Brooklyn e l’Empire State Building. Sui rever c’era anche il simbolo della metropolitana di New York, in omaggio all’attentato su un treno a Brookyln nel quale sono state ferite 23 persone lo scorso 12 aprile. Il sindaco era accompagnato dalla compagna Tracey Collins, che indossava un lungo abito bianco monospalla.

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  • "È passato un mese dall’incidente, e ogni giorno, penso costantemente a come le cose possano cambiare rapidamente e drasticamente, in un batter d’occhio, e in modi che non avrei mai potuto immaginare.”

Il protagonista di questa vicenda è Leonardo Lotto, studente aostano, che la mattina del 23 febbraio è rimasto vittima di un incidente in mare. Il ragazzo era a Melbourne con un gruppo di amici quando dopo un tuffo tra le onde sul bagnasciuga ha picchiato violentemente la testa contro il fondale di sabbia. In quel momento è iniziato l’incubo: prima gli amici lo hanno aiutato a uscire dall’acqua, poi la corsa disperata in ospedale. Dopo l’intervento d’urgenza, è arrivato il duro responso: “Frattura delle vertebre C3 e C5, spina dorsale danneggiata". Leonardo Lotto è paralizzato dalla testa in giù e non potrà più camminare.

"Continuerò a lottare e farò tutto il necessario. A volte cadrò, ma alla fine mi rialzerò, vivendo sempre giorno per giorno, superando i momenti più bui”.

Dopo il ricovero all’Alfred Hospital di Melbourne, in Australia, “le sue condizioni sono stabili, e ora è pronto per iniziare il suo lungo percorso riabilitativo a Milano con tutte le energie e la positività che hanno sempre caratterizzato la sua personalità”. E gli amici, proprio per sostenere le cure, hanno organizzato una raccolta fondi online.

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #australia #leonardolotto
  • È quanto emerge da uno studio su 1.700 ragazzi toscani realizzato dal Meyer center for health and happiness, di cui è responsabile Manila Bonciani, insieme all’Università di Firenze, e presentato in occasione della Giornata internazionale della felicità nel corso di un evento organizzato al Meyer health campus di Firenze.

Cosa gli adolescenti pensano della felicità? Come la definiscono? Cosa li rende felici? Queste alcune domande dello studio. Dai risultati emerge che i ragazzi spesso non riescono a dare neanche una definizione della felicità. Tuttavia ne sottolineano la rilevanza e la transitorietà. 

Dalla ricerca emerge così che la manifestazione della felicità si declina in sei dimensioni:
➡ La più rilevante che emerge è quella dell’interesse sociale, data dall’importanza che viene attribuita dai ragazzi alle relazioni interpersonali.
➡ La seconda è l’espressione della soddisfazione verso la propria vita, del fare le cose che piacciono loro.
➡ La terza è vivere emozioni positive, rilevanza che si riscontra anche nelle parole dei ragazzi che esprimono in maniera importante l’idea di essere felici quando sono senza preoccupazioni o pressioni che avvertono frequentemente, come anche quella scolastica.
➡ La quarta è il senso di autorealizzazione insieme a quello di padronanza delle varie situazioni che si trovano ad affrontare.
➡ Infine in misura minore la loro felicità è legata all’ottimismo, cui gli stessi adolescenti non attribuiscono grande rilevanza, sebbene rappresenti la sesta dimensione della felicità identificata.

Gli adolescenti che risultano più felici si caratterizzano per essere più empatici, esprimere un atteggiamento cooperativo, avere maggiore autoconsapevolezza, saper gestire meglio le emozioni e risolvere le situazioni problematiche, avere una buona immagine di sé. 

Ancora i maschi risultano essere più felici delle femmine a eccezione della dimensione relazionale e sociale della felicità che non si differenzia in maniera significativa tra i due gruppi, e le fasce di età più piccole, fino ai 15 anni, esprimono maggiormente di essere felici rispetto ai ragazzi di 16-17 o maggiorenni.

#felicità #ospedalemeyer #adolescenza
Senza ombra di dubbio la regina indiscussa del Met Gala 2022 è stata lei, Kim Kardashian con l'abito di Marylin Monroe. La modella e attrice statunitense, 41 anni, è arrivata sul red carpet con una pettinatura al platino e l'iconico vestito che la diva indossò nel 1962, tre mesi prima di morire, per cantare 'Happy Birthday' al presidente degli Stati Uniti J. F. Kennedy al Madison Square Garden. Tuttavia, quest'anno al Met, un evento considerato l'equivalente degli Oscar per la moda, ci sono stati tanti ospiti che hanno deciso di portare sul tappeto rosso non solo il glamour e il lusso, ma anche numerosi omaggi a personaggi sconosciuti, dimenticati, le cui storie meritano invece di essere raccontate. Come Sarah Jessica Parker, che ha voluto dedicare il suo abito a Elizabeth Hobbs Keckley, una sarta ex schiava afroamericana. O ancora come Riz Ahmed, che ha reso omaggio ai lavoratori migranti della Gilded Age, il periodo dell'età dell'oro americana che va dal 1870 al 1900 circa. O come Hillary Clinton, che ha portato sul red carpet un vestito rosso con ricamati i nomi delle donne "che hanno fatto grande l'America".
Sarah Jessica Parker, 57 anni, ha reso omaggio con il suo abito a Elizabeth Hobbs Keckley, la prima stilista schiava afroamericana della Casa Bianca (Foto Ansa)

Sarah Jessica Parker e l'omaggio alla sarta schiava afroamericana

La splendida Sarah Jessica Parker, 57 anni, ha voluto portare al Met Gala un vestito speciale. Con un abito a scacchi con cappello e veletta, l'attrice statunitense ha scelto di rendere omaggio a Elizabeth Hobbs Keckley, la prima stilista afroamericana della Casa Bianca. Ex schiava, la Keckley fu la sarta ufficiale della first lady Mary Todd Lincoln, moglie del sedicesimo presidente degli Stati Uniti Abramo Lincoln. "Una di cui non si è mai parlato", ha detto nel corso della serata Christopher John Rogers, lo stilista che ha creato l'abito dell'attrice Sarah Jessica Parker, alludendo così a uno dei temi della mostra 'In America', a cui era collegato il tema del gala: raccontare le storie dimenticate di artisti della moda che hanno contribuito a fare grande l'America. Tra questi, anche se non fu mai considerata un'artista, bensì semplicemente la sarta afroamericana della Casa Bianca, c'è anche la storia di Elizabeth Hobbs Keckley.
Riz Ahmed ha indossato un abito omaggio ai lavoratori migranti della Gilded Age, l'età dell'oro statunitense di fine Ottocento (Foto Ansa)

Riz Ahmed e il vestito del migrante della Gilded Age

Riz Ahmed, attore e rapper britannico di origini pakistane, ha portato sul tappeto rosso del Met Gala un abito speciale: con una camiciola bianca di seta sotto la giacca, e gli stivali ai piedi, l'attore di 'Sound of Metal' ha commentato: "È un omaggio ai lavoratori immigranti che hanno sostenuto la Gilded Age", ossia l'età dell'oro statunitense di fine Ottocento, un periodo in cui la rapida industrializzazione degli Stati Uniti creò disparità enormi nella società americana.
Hillary Clinton ha indossato un abito omaggio alle donne che hanno fatto grande l'America, da Abigail Adams a Harriet Tubman (Foto Ansa)

Hillary Clinton e l'abito con le donne che hanno reso grande l'America

Dopo quello di Riz Ahmed, il secondo 'political statement' della serata è stato quello di Hillary Clinton. Per la prima volta in 20 anni, l'ex segretaria di Stato Usa è tornata al Met Gala con un abito "omaggio alle donne che hanno fatto grande l'America". Il vestito rosso disegnato da Joseph Altuzzarra vede ricamati sul collo e sull'orlo i nomi di figure importanti e di spicco che hanno ispirato nella sua vita l'ex first lady, senatrice, segretaria di Stato, e candidata alla Casa Bianca: da Abigail Adams a Harriet Tubman a Madeleine Albright, che fu ambasciatrice all'Onu e segretario di Stato nell'amministrazione del marito Bill Clinton.
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