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Home » Lifestyle » Monogamia: formula vincente o costrizione sociale?

Monogamia: formula vincente o costrizione sociale?

Sempre più studi evidenziano la crescente inclinazione al tradimento e alla ricerca dell'appagamento sessuale al di fuori della coppia canonica

Francesco Lommi
21 Giugno 2022
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L’essere umano è traditore per natura. O almeno questo sembra suggerire il sondaggio condotto da YouGov per Gleeden, sito di incontri per donne sposate creato e pensato da un team al 100% femminile. Lo studio su un panel di oltre 6000 intervistati da Belgio, Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito rivela che quasi una persona su due (45%) ha tradito almeno una volta il proprio partner. E l’Italia è il Paese che detiene il “record” di traditori, (quasi) equamente spartito tra uomini, 49%, in calo rispetto al 55 del 2019, e donne, che balzano dal 33 al 41%.

La ricerca di YouGov stabilisce anche come le durata della relazione e la possibilità di essere traditi siano grandezze direttamente proporzionali: se nel primo anno di matrimonio il tasso rimane relativamente basso (15% per le donne e 27% per gli uomini) tra il terzo e il non anno si supera il 50% (58 per gli uomini e 46 per le donne). Un trend che si stoppa superato il venticinquesimo anno di matrimonio, quando il tasso di infedeltà crolla al 13%, per ragioni fisiche o d’età.

 

Oltre alla chimera della “ruotine di coppia”, sembra che spesso le ragioni dell’infedeltà si celino tra le lenzuola: più del 30% degli europei è sessualmente insoddisfatto. Guidano la classifica gli spagnoli(41%) seguiti dagli italiani al 37%. Una frustrazione cresciuta esponenzialmente durante la pandemia. Per il 43% dei nostri connazionali, Il Covid ha peggiorato la loro relazione di coppia e, in particolare, ridotto l’attività sessuale (19%). Una situazione che, in Italia come nel resto del mondo Occidentale, ha rimesso in discussione il concetto di monogamia.  Il 34% degli italiani sarebbe interessato ad una relazione non monogama, principalmente per soddisfare fantasie sessuali e provare una nuova forma di coppia senza dover lasciare il proprio partner.

Un dato che stupisce vista anche il forte legame tra l’Italia e la Chiesa Cattolica, tanto da considerare reato l’adulterio fino alla fine degli anni ’60. L’apertura mentale del Paese sta però cambiando la percezione del tradimento, rendendolo sempre più accettabile. Secondo i dati raccolti dall’IFOP (istituto francese di opinione pubblica) più di un italiano su due pensa che si possa essere innamorati del proprio partner pur tradendolo e il 63% pensa sia possibile amare due persone contemporaneamente. Tendenza confermata dalla ricerca di Pew Research dove l’Italia figura tra i Paesi in cui l’infedeltà è “meno moralmente inaccettabile”.

La domanda quindi sorge spontanea: la monogamia è davvero il tipo di relazione migliore per l’essere umano? O meglio, è quella che davvero vogliamo?

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
L’essere umano è traditore per natura. O almeno questo sembra suggerire il sondaggio condotto da YouGov per Gleeden, sito di incontri per donne sposate creato e pensato da un team al 100% femminile. Lo studio su un panel di oltre 6000 intervistati da Belgio, Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito rivela che quasi una persona su due (45%) ha tradito almeno una volta il proprio partner. E l’Italia è il Paese che detiene il “record” di traditori, (quasi) equamente spartito tra uomini, 49%, in calo rispetto al 55 del 2019, e donne, che balzano dal 33 al 41%. La ricerca di YouGov stabilisce anche come le durata della relazione e la possibilità di essere traditi siano grandezze direttamente proporzionali: se nel primo anno di matrimonio il tasso rimane relativamente basso (15% per le donne e 27% per gli uomini) tra il terzo e il non anno si supera il 50% (58 per gli uomini e 46 per le donne). Un trend che si stoppa superato il venticinquesimo anno di matrimonio, quando il tasso di infedeltà crolla al 13%, per ragioni fisiche o d’età.   Oltre alla chimera della “ruotine di coppia”, sembra che spesso le ragioni dell’infedeltà si celino tra le lenzuola: più del 30% degli europei è sessualmente insoddisfatto. Guidano la classifica gli spagnoli(41%) seguiti dagli italiani al 37%. Una frustrazione cresciuta esponenzialmente durante la pandemia. Per il 43% dei nostri connazionali, Il Covid ha peggiorato la loro relazione di coppia e, in particolare, ridotto l’attività sessuale (19%). Una situazione che, in Italia come nel resto del mondo Occidentale, ha rimesso in discussione il concetto di monogamia.  Il 34% degli italiani sarebbe interessato ad una relazione non monogama, principalmente per soddisfare fantasie sessuali e provare una nuova forma di coppia senza dover lasciare il proprio partner. Un dato che stupisce vista anche il forte legame tra l’Italia e la Chiesa Cattolica, tanto da considerare reato l’adulterio fino alla fine degli anni ’60. L’apertura mentale del Paese sta però cambiando la percezione del tradimento, rendendolo sempre più accettabile. Secondo i dati raccolti dall’IFOP (istituto francese di opinione pubblica) più di un italiano su due pensa che si possa essere innamorati del proprio partner pur tradendolo e il 63% pensa sia possibile amare due persone contemporaneamente. Tendenza confermata dalla ricerca di Pew Research dove l’Italia figura tra i Paesi in cui l’infedeltà è “meno moralmente inaccettabile”. La domanda quindi sorge spontanea: la monogamia è davvero il tipo di relazione migliore per l'essere umano? O meglio, è quella che davvero vogliamo?
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