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Home » Lifestyle » Russia, il primo museo Lgbt che sfida la legge russa contro la “propaganda”

Russia, il primo museo Lgbt che sfida la legge russa contro la “propaganda”

Pyotr Voskresensky ha deciso di aprire uno spazio espositivo per ribadire che: "nella storia del Paese gli omosessuali ci sono sempre stati"

Marianna Grazi
4 Dicembre 2022
Pyotr Voznesenky, creatore del primo museo della cultura LGBT in Russia (Ph. OpenDemocracy)

Pyotr Voznesenky, creatore del primo museo della cultura LGBT in Russia (Ph. OpenDemocracy)

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Ha aperto i battenti il 27 novembre, ma potrebbe chiuderle definitivamente prima della fine della settimana successiva. Un luogo di cultura, un museo, che diventa spazio di opposizione contro la nuova legge russa ‘anti-Lgbt’. La misura, approvata dalla Duma (la camera bassa dello Stato) in lettura finale il 24 novembre e ora al vaglio del Consiglio della Federazione prima della firma definitiva del presidente Vladimir Putin (inutile sperare in un ravvedimento tardivo), prevede multe fino a 10 milioni di rubli (circa 160 mila euro) “per la propaganda Lgbt, cambio di genere e pedofilia“. Assolutamente vietata, dunque, qualsiasi pubblicizzazione “in favore delle relazioni sessuali non tradizionali”, la pedofilia e la diffusione di informazioni atte ad incoraggiare il cambiamento di sesso. Il massimo dell’ammenda per la propaganda su Internet o sui media sarà pari a cinque milioni di rubli (circa 80.000 euro). In base a questa legge, quindi, il primo museo russo di cultura LGBT diventerebbe illegale.

L’esempio di Tchaikovsky

Il compositore russo Tchaikovsky era omosessuale

Ad accogliere i visitatori, all’ingresso, c’è un ritratto del compositore Pyotr Tchaikovsky, probabilmente l’omosessuale più noto e influente del periodo imperiale russo. Proprio durante una visita alla casa-museo di Tchaikovsky a Klin (cittadina della Russia europea centrale) l’attivista e storico Lgbt Pyotr Voskresensky ha avuto l’idea di aprire questo spazio museale che raccontasse, attraverso l’arte e la letteratura, il mondo arcobaleno e multiforme della comunità. “La tenuta e gli interni della casa erano completamente spogli”, ricorda il curatore del museo, sottolineando come le autorità russe e i funzionari governativi conservatori abbiano a lungo cercato di negare l’omosessualità di Tchaikovsky. “Non c’era alcun accenno alla vita personale del compositore”. “Il contesto in cui si pone l’apertura di questo museo è importante”, ha dichiarato poi Voskresensky, “perché il nostro Paese si trova in un periodo di trasformazione in una dittatura totale, che si basa su una nuova ideologia in cui la storia gioca un ruolo fondamentale. Il nostro passato è il nostro futuro, secondo il governo. E questo passato immaginario contiene solo valori tradizionali: non c’è spazio per le persone LGBT”.

Il museo della cultura Lgbt

Un attivista LGBT russo

Il piccolo museo, in cui si possono ammirare tutta una serie di manufatti, tra cui oggetti decorativi, gioielli e libri che Pyotr Voskresensky ha raccolto nel corso di molti anni di ricerche, ha un obiettivo molto semplice: dimostrare che “i gay in Russia ci sono stati per secoli“. “I valori tradizionali non sono solo quelli propri delle famiglie numerose e monogame, ma anche le persone omosessuali vi rientrano”. Ma, come detto, la nuova legislazione estenderebbe radicalmente il divieto di “propaganda” LGBT imposto in Russia nel 2013 (per volere diretto del presidente Putin) a tutti i tipi di pubblico (finora si riferiva infatti soltanto ai minori). Secondo Oleg Novikov, presidente del gruppo editoriale Eksmo-AST, la norma, scritta in modo vago, potrebbe riguardare fino al 50% dei libri attualmente presenti sul mercato russo. Inoltre, secondo gli attivisti, potrebbe in sostanza legalizzare discorsi e azioni discriminatorie contro gli omosessuali e potenzialmente scatenare la violenza degli agenti di polizia, proprio come già accaduto nove anni fa con la legge originale. La domanda, guardando preoccupati alle sorti del museo, che viene da porsi allora è: basterà la cultura ad arginare l’odio?

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Ha aperto i battenti il 27 novembre, ma potrebbe chiuderle definitivamente prima della fine della settimana successiva. Un luogo di cultura, un museo, che diventa spazio di opposizione contro la nuova legge russa 'anti-Lgbt'. La misura, approvata dalla Duma (la camera bassa dello Stato) in lettura finale il 24 novembre e ora al vaglio del Consiglio della Federazione prima della firma definitiva del presidente Vladimir Putin (inutile sperare in un ravvedimento tardivo), prevede multe fino a 10 milioni di rubli (circa 160 mila euro) "per la propaganda Lgbt, cambio di genere e pedofilia". Assolutamente vietata, dunque, qualsiasi pubblicizzazione "in favore delle relazioni sessuali non tradizionali", la pedofilia e la diffusione di informazioni atte ad incoraggiare il cambiamento di sesso. Il massimo dell'ammenda per la propaganda su Internet o sui media sarà pari a cinque milioni di rubli (circa 80.000 euro). In base a questa legge, quindi, il primo museo russo di cultura LGBT diventerebbe illegale.

L'esempio di Tchaikovsky

Il compositore russo Tchaikovsky era omosessuale
Ad accogliere i visitatori, all'ingresso, c'è un ritratto del compositore Pyotr Tchaikovsky, probabilmente l'omosessuale più noto e influente del periodo imperiale russo. Proprio durante una visita alla casa-museo di Tchaikovsky a Klin (cittadina della Russia europea centrale) l'attivista e storico Lgbt Pyotr Voskresensky ha avuto l'idea di aprire questo spazio museale che raccontasse, attraverso l'arte e la letteratura, il mondo arcobaleno e multiforme della comunità. "La tenuta e gli interni della casa erano completamente spogli", ricorda il curatore del museo, sottolineando come le autorità russe e i funzionari governativi conservatori abbiano a lungo cercato di negare l'omosessualità di Tchaikovsky. "Non c'era alcun accenno alla vita personale del compositore". "Il contesto in cui si pone l'apertura di questo museo è importante", ha dichiarato poi Voskresensky, "perché il nostro Paese si trova in un periodo di trasformazione in una dittatura totale, che si basa su una nuova ideologia in cui la storia gioca un ruolo fondamentale. Il nostro passato è il nostro futuro, secondo il governo. E questo passato immaginario contiene solo valori tradizionali: non c'è spazio per le persone LGBT".

Il museo della cultura Lgbt

Un attivista LGBT russo
Il piccolo museo, in cui si possono ammirare tutta una serie di manufatti, tra cui oggetti decorativi, gioielli e libri che Pyotr Voskresensky ha raccolto nel corso di molti anni di ricerche, ha un obiettivo molto semplice: dimostrare che "i gay in Russia ci sono stati per secoli". "I valori tradizionali non sono solo quelli propri delle famiglie numerose e monogame, ma anche le persone omosessuali vi rientrano". Ma, come detto, la nuova legislazione estenderebbe radicalmente il divieto di "propaganda" LGBT imposto in Russia nel 2013 (per volere diretto del presidente Putin) a tutti i tipi di pubblico (finora si riferiva infatti soltanto ai minori). Secondo Oleg Novikov, presidente del gruppo editoriale Eksmo-AST, la norma, scritta in modo vago, potrebbe riguardare fino al 50% dei libri attualmente presenti sul mercato russo. Inoltre, secondo gli attivisti, potrebbe in sostanza legalizzare discorsi e azioni discriminatorie contro gli omosessuali e potenzialmente scatenare la violenza degli agenti di polizia, proprio come già accaduto nove anni fa con la legge originale. La domanda, guardando preoccupati alle sorti del museo, che viene da porsi allora è: basterà la cultura ad arginare l'odio?
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