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"Nell'India devastata dal Covid per adottare Miriam Gemma. Paura e ricovero, ma l'amore per lei è stato più forte di tutto"

di MARIA SERENA QUERCIOLI -
9 maggio 2021
mamma_adotta_india

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Diventare mamma a 45 anni con un'adozione internazionale e ritrovarsi ricoverata in un ospedale dell’India quando l’emergenza Covid ha mandato in tilt il sistema sanitario del grande paese asiatico.  Sembra la trama di un film, invece è accaduto davvero. Simonetta Filippini e il marito Enzo Galli sono una coppia di Campi Bisenzio, alle porte di Firenze, e mai avrebbero immaginato di ritrovarsi bloccati in India con una bambina di 2 anni, appena adottata. E con l’interprete chiuso in casa per il lockdown, in un paese dove la chiusura è davvero totale e non si sgarra. Simonetta Filippini, infatti, è risultata positiva al Covid in aeroporto, al momento di ripartire dall’India il 28 aprile e il rientro è sfumato. Lei è finita prima in un albergo Covid poi all’Holy Family Hospital di New Delhi per un inizio di broncopolmonite da Covid. Lui chiuso in hotel, per oltre una settimana, con la bimba.  

Raccolta di fondi per il rientro

Dopo il primo appello di Simonetta ed Enzo, uscito su La Nazione il 30 aprile, si sono mobilitate l’ambasciata, la Farnesina ma il ritorno con volo di Stato non era attuabile e allora la famiglia ha optato per un volo sanitario privato, lanciando una raccolta fondi. E la risposta è stata straordinaria: grazie ai media, al passa parola e alla potenza dei social l’obiettivo è stato raggiunto. La raccolta fondi, attraverso un conto corrente bancario aperto in poche ore è stata coordinata dall’avvocato Elena Rondelli di Prato.  

"Che emozione incontrare la bambina"

Perché Simonetta Filippini ed Enzo hanno intrapreso la strada dell’adozione? Lei è geometra come il marito, ma ha scelto un altra strada quella di diventare “counselor” professionista: si tratta di una attività mirata ad orientare, sostenere e sviluppare le potenzialità del cliente ovvero potenziare i punti di forza nel momento di difficoltà. Insieme ad Enzo da tanti anni condivide invece l’impegno per portare avanti i gruppi di preghiera nella diocesi di Firenze. La coppia si occupa anche di progetti specifici per le famiglie, sempre d’intesa con la diocesi e in dieci anni di matrimonio era logico lo sviluppo di un grande desiderio di genitorialità: “Quando è arrivata l’opportunità di una adozione all’estero abbiamo iniziato le procedure – racconta Simonetta – e insieme ad altre coppie siamo partiti. L’incontro con Mariam Gemma è stato emozionante, abbiamo potuto fare poche foto insieme in India ma ci rifaremo in Italia. Nessuno poteva immaginare di contrarre il Covid”.

Enzo Galli, Simonetta Filippini con la piccola Miriam Gemma

 

"Il rischio che la riportassero in istituto"

Oltretutto Simonetta è diventata positiva nel periodo più buio per l’India, quando negli ospedali pubblici e privati mancavano medicinali e ossigeno. “L’impatto con il Covid in India – prosegue Simonetta - è stato durissimo perché quello che voi vedevate in televisione, noi lo abbiamo visto con i nostri occhi dalle finestre dell’hotel, a cominciare dai cadaveri bruciati sui marciapiedi. Quando ero in barella in ospedale accanto a me vedevo i malati ammassati sul pavimento e medici e infermieri che cercavano di ventilarli ma senza mezzi. Per Enzo è stata dura in hotel chiuso con una bambina di due anni che tutto sommato non lo conosceva. In istituto dove si trovava per lei le figure maschili erano i dottori quindi... un po’ di timore l’aveva. Enzo ha avuto tanta paura di ammalarsi e il rischio, paventato anche dall’ambasciata, era proprio quello che potessero prelevare la bimba e riportarla in istituto. L’avremmo potuta riprendere dopo mesi, forse. Ma l’avremmo ritrovata? E’ stato l’amore per questa bambina a farci fare appelli disperati, tutti i video, i messaggi vocali inviati ai giornali, alle televisioni. Abbiamo provato di tutto pur di tornare in Italia”.  

"Insieme siamo partiti, ritorneremo insieme con lei"

Enzo e la bambina, essendo entrambi negativi, avrebbero potuto ripartire per l’Italia mentre Simonetta restava in ospedale in attesa di negativizzarsi ma lui ha escluso subito questa ipotesi. Non avrebbe mai lasciato lì Simonetta, perché sapeva che non c’erano cure e non ne sarebbe uscita viva. Insieme erano partiti per adottare Mariam e insieme dovevano rientrare. La fede ha aiutato entrambi: “La fede è parte fondamentale della nostra vita – aggiunge Simonetta - seguiamo da anni i gruppi di preghiera nella diocesi di Firenze, Enzo ha intrapreso il cammino diaconale e abbiamo sentito in questo momento di emergenza la vicinanza di tutti nelle preghiere. Abbiamo pregato tanto. Se una mamma è arrivata sino a qui per avere la sua bambina, non può mollare nel momento di difficoltà”. Dalle poche fotografie scattate prima della “separazione” si nota il sorriso e l’attaccamento di Mariam Gemma alla nuova mamma, come se fossero insieme da sempre. Mariam prende il biberon da Simonetta e ride davanti al cellulare. Una coincidenza: Simonetta ha compiuto gli anni il 6 maggio e maggio è il mese mariano, un tempo in cui si moltiplicano i rosari, i pellegrinaggi e le preghiere speciali alla Vergine. E forse era destino che proprio a maggio si dovesse concludere questa missione e tornare tutti insieme.